V.
▶️ Play with fire, Sam Tinnesz.
Rain
«Che film guardiamo oggi?» Chiede mio fratello Zack mentre si catapulta sul divano rosso e accende la televisione.
«Che ne dici di Interstellar?» Propone mio fratello Justin mentre si siede e appoggia una ciotola stracolma di pop corn sulle sue gambe.
«Ma l'abbiamo visto un sacco di volte!» Si lamenta Zack.
«Rain tu cosa vuoi guardare?» Si girano entrambi verso di me e mi osservano con aria curiosa.
Sono seduta con le gambe accavallate sulla poltroncina rossa, mentre armeggio con il telefono masticando le mia amate cicche.
Alzo lo sguardo e dico in modo annoiato: «Io non guardo film, devo partire.»
Entrambi sgranano gli occhi insieme, certe volte fanno paura soprattutto perché sono gemelli e quindi è come se vedessi doppio.
«Dove devi andare? Non puoi partire!»
«Chi lo dice? Ho diciotto anni posso fare quello che voglio.»
«Sì, certo, vallo a raccontare a papà.» Dice Justin mentre sfoglia i cataloghi Netflix in cerca di un film.
«Noi te lo impediamo!» Un sorrisetto furbo si fa spazio tra le labbra di Zack mentre con una mano sistema i suoi capelli biondo cenere uguali ai miei, o almeno lo erano.
«Volevate impedirmi anche di colorarmi i capelli, eppure eccoci qui.» Dico indicando la mia chioma nera, poi continuo.
«Siete anche più piccoli di me, vi ricordo che comando io.»
A interrompere i nostri battibecchi - ormai continui - è nostro padre che dalla cucina urla: «sono a casa!»
«Siamo pronti alla sfuriata!» Dicono in coro Zack e Justin sfregando le mani, facendo un chiaro riferimento al "viaggio" che voglio fare, anzi, devo fare.
«Papi, devo dirti una cosa.» Dico mentre lo raggiungo in cucina e l'aiuto a sistemare la spesa.
«Vado a prendere i pop corn.» Dice Justin e io lo fulmino con lo sguardo.
«Dimmi tesoro.» Si avvicina mio padre mentre mi da un tenero bacio sulla fronte.
«Beh, praticamente io e i miei amici dobbiamo andare ad Oxford...»
Non mi lascia finire la frase perché mi zittisce subito con un cenno della mano.
«Tesoro, va bene fare un viaggio, sei grande e poi se devi andare a Oxford sarà per vedere l'università, giusto?»
Rimango in uno stato di shock per la sua risposta, e lentamente, annuisco incredula.
Non piace mentire a mio padre, ma questo cambia quando si parla di studio.
Lui vuole una vita perfetta per me, devo essere una brava alunna e studiare sempre.
Non sa però, che io voglio fare l'attrice e che mi piacerebbe studiare recitazione.
Ho troppo paura ad ammetterlo, non so che reazione potrebbe avere e non voglio deluderlo.
Ha già perso sua moglie, nonché mia madre, dieci anni fa, quindi non vorrei mai renderlo triste a causa mia.
«Papà no! Avevamo scommesso!» Protesta Justin guardandomi.
Io di rimando, alzo gli occhi al cielo e prendo il telefono per avvertire gli altri della partenza.
***
Il giorno dopo, mi alzo con un mal di testa atroce e prendo subito una pillola per farmelo passare.
Dovrei smetterla di prendere sempre medicine quando ho mal di testa, dovrei andare a farmi controllare.
Stile zombie, mi dirigo verso il bagno pronta per lavarmi e prepararmi.
Indosso dei pantaloncini neri e una maglietta a maniche lunghe a righe bianche e nere con sopra una maglietta rosso fuoco.
Non tutti amano il mio stile, ma io lo adoro e lo trovo particolare.
Penso si sia capito che me ne frego del giudizio altrui e penso a quello che mi rende felice.
Una volta pronta, sento il citofono squillare e vedo Aaron davanti la porta.
Non ho deciso di portare valige o cose del genere, ma semplicemente uno zaino con dentro acqua, assorbenti e una maglia di ricambio.
Saluto i gemelli e, dopo essere uscita di casa, rimango imbambolata a fissare il pulmino davanti a me.
«Ma dove l'hai preso? Da un film?» Dico rivolgendomi a Aaron.
«Macché, mio padre me l'ha prestato!» Sorride e ci incamminiamo verso il pulmino.
Penso abbia otto posti e dall'esterno mi ricorda molto un pulmino che si vede sempre in Scooby- Doo, tranne per il fatto che è tutto giallo.
Entro e prendo posto nel sedile accanto al guidatore per avere il controllo della musica.
Dietro di me, sono seduti Kaden e Ophelia che saluto con un cenno, mentre nei sedili alla fine sono posate delle valigie.
«Ma perché avete portato tutta quella roba?» Chiedo pentendomi di aver portato solo un misero zaino.
«Non sappiamo quanto staremo via, magari ci rendiamo conto che è uno stupido scherzo e torniamo a casa, o magari la faccenda si fa più seria.» Risponde Kaden mentre si mette comodo per le due ore di viaggio.
«Tranquilla Rain, se vuoi ti presto qualcosa di mio.» Dice Aaron mentre accende il motore della macchina.
«Andiamo a trovare Aileen.»
***
Sono trascorse quasi due ore che ho passato cambiando musica in continuazione e cantando a squarciagola beccandomi dei lamenti da parte di Ophelia e Kaden che cercavano di dormire.
Aaron non ha parlato molto, penso sia abbastanza preoccupato.
«Non mi avete detto la scusa che avete inventato ai vostri genitori per convincerli a lasciarvi andare.» Dico mentre mi giro verso Kaden e Ophelia, quest'ultima, ha la testa appoggiata alla spalla di Kaden e dorme profondamente.
«Io ho detto che stavo controllando le varie università e volevo provare a vivere un'esperienza universitaria prima di scegliere il mio futuro.» Dice Aaron.
«Io in realtà ho semplicemente detto che volevo fare un viaggio con i miei amici e mi hanno mandato, non hanno fatto altre domande.» Risponde Kaden portando gli occhiali da sole neri sul ciuffo castano.
«Interessante...» Dico prima di portare nuovamente il mio sguardo verso la strada e perdermi tra i miei pensieri.
Quest'ultimi vengono però interrotti dalla frenata del pulmino.
«Arrivati.» Esclama Aaron prima di scendere dalla macchina seguito poi da noi.
Oxford è davvero un bel posto, immerso nella natura ma allo stesso tempo pieno di strutture per gli studenti universitari come classi, parchi, dormitori, biblioteche e bar.
Tutte le varie università sono incorniciate da una bellissima siepe alta, che le copre quasi del tutto.
Sopra questa siepe, giace il cartello con scritto "Oxford" e una stradina in pietra aiuta a raggiungere i vari plessi con facilità.
Decidiamo di varcare questo cancello di siepi e, una volta dentro, rimaniamo sbalorditi dalla bellezza di questi edifici.
È un complesso di trentotto palazzi, tutti adornati da delle bellissime guglie chiamate "sognanti", con delle finestre bianche in stile gotico.
È pieno di studenti con dei quaderni in mano che vanno da una parte all'altra indaffarati, inoltre, ci sono anche delle persone sedute nei parchetti a dare da mangiare ai piccoli scoiattoli.
Nonostante non mi piaccia l'università, credo che qui ci verrei volentieri tutti i giorni, perché ha decisamente un'aria paradisiaca.
«Allora, dove dobbiamo andare?» Kaden guarda attentamente ogni edificio cercando di scovare qualche indizio.
«Guardate ragazzi, un edificio si chiama proprio "guglia" magari dobbiamo andare lì.» Interviene Aaron indicando un cartello di legno con scritto "la guglia".
Non avendo altre idee, decidiamo di seguire le indicazioni e andiamo lì.
Arriviamo davanti un palazzo più basso rispetto agli altri, ma nello stesso stile e con una guglia più ampia.
Titubanti, entriamo sperando che questa sia la via giusta da prendere per salvare Aileen.
È una biblioteca gigante, con scaffali ricolmi di libri suddivisi per categorie in tutti i lati della stanza.
Al centro della sala, ci sono dei tavoli marrone scuro, dove degli studenti sono concentrati nello studio e c'è un silenzio assurdo.
Non potendo parlare a voce troppo alta, ci sediamo discretamente a un tavolo, cercando di analizzare la situazione.
Seguo lo sguardo di Ophelia che è posato su uno scaffale di libri con un simbolo del fuoco.
Ogni scaffale infatti, ha un simbolo per capirne il genere/ la materia.
Ophelia si alza cercando di fare meno rumore possibile, e prende il primo libro dello scaffale che sembra il più consumato e vecchio.
Lo posa sul tavolo, e la polvere all'impatto, fuoriesce dalla copertina del libro bordeaux.
Sfoglia la prima pagina e notiamo subito la finezza del materiale.
Di conseguenza, iniziamo a sfogliare delicatamente ogni pagina fino a quando, notiamo la scritta a matita "ci siete quasi" al lato di una pagina.
«È assurdo, perché mai questa persona dovrebbe rapire qualcuno per poi aiutarci a trovarla?» Sussurra Kaden.
Aaron lo zittisce con un cenno, poi indica l'argomento che tratta la pagina dove è scritto questo messaggio.
Si parla di una stanza segreta a Oxford, una stanza che si trova in questa biblioteca ed a cui non tutti possono accedere.
In questa stanza, gli antichi fondatori di Oxford facevano degli strani esperimenti magici con le candele, e si dice siano ancora rimaste le tracce di cera a terra.
Si pensa anche che siano rimasti degli spiriti nella stanza e che ogni tanto, si sentono delle urla provenire da dietro la libreria che si trova a Nord.
«Chiediamo alla signora dietro il bancone? Sembra che stia qui da molti anni.» Propone Aaron e quindi ci alziamo per raggiungere il centro della sala.
Il bancone è rotondo, anch'esso ricolmo di libri e con una signora dall'aria schizzinosa seduta su una poltrona all'interno.
Ha la pelle chiara e pallida, due occhiali grigi e dei capelli legati in un chignon del medesimo colore, con un vestito blu e un coprispalle giallo.
È intenta a scrivere qualcosa su un foglio e il mio sguardo finisce sul bancone con un cartellino con scritto "Pepper", suppongo sia il nome della signora.
«Mi scusi signora Pepper...» Dice Ophelia cercando di non disturbare gli altri studenti.
La signora alza lentamente lo sguardo e, dopo aver scrutato a uno a uno i nostri volti, esordisce con: «Come posso aiutarvi?»
Il suo volto abbastanza acido, rappresenta l'opposto del suo tono di voce molto dolce e amichevole.
«Abbiamo trovato un vecchio libro che parla di una stanza segreta in questa biblioteca, dietro la libreria a Nord...» Dice Aaron indicando una libreria, più vuota rispetto alle altre.
Il suo sguardo dolce, incupisce subito e mi guarda attentamente, come se volesse leggere dentro la mia mente.
Distolgo subito lo sguardo imbarazzata e guardo la libreria.
«Sì... Effettivamente c'è una stanza segreta e siete i primi a chiedermelo... Il vostro scopo?» Dice la signora continuando a guardarmi con sospetto.
«Una ricerca di scuola, dobbiamo avere più informazioni possibili, la prego, faremo subito!» Interviene Kaden cercando di essere il più convincente possibile.
«Va bene... Ma solo due di voi possono entrare.»
Ci guardiamo negli occhi e io e Aaron decidiamo di entrare, Kaden e Ophelia rimarranno in biblioteca per fare altre ricerche.
Vediamo la signora prendere un mazzo di chiavi riposto in una scatolina rossa con disegnata una piccola fiamma.
«Seguitemi.»
***
Siamo entrati in un piccolo corridoio che si trova tra una libreria e l'altra, la signora prende il mazzo di chiavi e apre una vecchia porta rossa; una volta entrati, vediamo poche cose in penombra, quindi accendiamo la torcia del cellulare.
«Vi aspetto qui.» Dice la signora Pepper prima di chiudere la porta e lasciarci soli.
«Okay, cerchiamo qualcosa e facciamo in fretta, ha un'aria inquietante.» Aaron inizia a camminare e scende delle scale marroni che portano in un'altra stanza ancora più buia.
«Fifone.» Dico ridendo.
Io e lui abbiamo un rapporto d'amore- odio e ci piace così. Oltre Aileen, è quello con cui ho legato maggiormente nel gruppo.
Continuo ad osservare la stanza, o almeno ci provo.
Non si vede molto, solo il pavimento scuro e della polvere a terra.
Sono presenti anche degli scaffali, ma sono praticamente vuoti.
Le mura rovinate sono in mattoni rossi, con delle ragnatele agli angoli.
«Questo posto è disgustoso.»
C'è un silenzio tombale, non si sente neanche il rumore delle persone che camminano per la biblioteca, solo il suono dei miei stivaletti con il tacco che rimbalza per tutta la stanza.
Scendo anche io le scale ma, una volta toccato l'ultimo gradino, si sente un rumore meccanico e subito la stanza viene illuminata da migliaia di candele poggiate per terra.
«Appiccate fuoco...» Mormora Aaron sbalordito.
La loro luce, rivela una stanza molto più piccola, con il pavimento pieno di candele e i muri completamente vuoti, eccetto per uno, quello davanti a noi, che rivela un messaggio sbavato scritto in nero.
Con molta ansia, leggo ad alta voce.
"Nella capitale inglese,
chi ruggisce senza poterlo fare?
Chi è al centro, ma è ignorato?
Dovrete ancora un viaggio fare;
presto troverete il ricercato."
*Come sempre vi ricordo di leggere il nome a inizio capitolo.*
Eccomi qua! Stranamente sono riuscita a scrivere un nuovo capitolo durante le prime due ore di lezione.
Mi piace molto come è venuto, e spero anche sia piaciuto a voi!
Non vedo l'ora che finisca la scuola, così posso dedicarmi totalmente alla scrittura!
Spero stiate bene.
Baci. ❤️
Rain prima:
Dopo:
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