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II.

▶️ Follow you, Imagine Dragons.

Ophelia

«Nonna, sono a casa!»

Poso lo zaino della Kanken grigio a terra e lego i miei lunghi e riccissimi capelli castani in una coda alta per stare più comoda. Passo accanto allo specchio in legno dell'ingresso e faccio una linguaccia non appena i miei occhi marroni incontrano me stessa. Non mi sono mai piaciuta con la coda perché secondo me mostra troppo le mie orecchie e io le odio perché secondo me sono giganti.

«Perché ogni volta che ti guardi allo specchio fai una smorfia?» Kaden si avvicina a me e si guarda anche lui allo specchio.

«Quando faccio una smorfia il mio viso cambia e diventa automaticamente più brutto, così ogni volta che non mi sento bella faccio la linguaccia o altro in modo da vedermi più brutta e ricordarmi che sono più carina normalmente.» faccio un'altra smorfia. So' che è un ragionamento strano e contorto, ma lo faccio da sempre e in qualche modo mi alza l'autostima.

«Solo io ti trovo bellissima anche quando fai le smorfie? Devi smettere di pensare che non sei all'altezza, perché lo sei.»

Kaden cerca di tirarmi su' il morale e come ogni volta ci riesce, quando lo vedo automaticamente un sorriso si fa spazio tra le mie labbra, sono così fortunata ad averlo.

«Se non fossi il mio migliore amico, probabilmente ti sposerei.» gli do una gomitata amichevole mentre ci guardiamo ancora allo specchio e lo vedo sorridere e subito dopo fare una smorfia divertita.

«No, con me non funziona, sono sempre bello.» scoppiamo entrambi a ridere talmente forte da far piombare mia nonna dall'altra stanza al corridoio.

«Oh Ophelia, Kaden, siete voi... Mi avete fatto prendere uno spavento, pensavo ci fossero due ladri in casa.»

Abbassa la vecchia ciabatta che teneva nella mano destra e rilassa il viso dalla pelle olivastra.

«Nonna, secondo te se due ladri dovessero entrare in casa, farebbero tutto questo casino?"»

«Non lo possiamo sapere, magari pensavano non ci fosse nessuno in casa.»

«Signora Lizzie, lei guarda troppi film a parer mio.»

Mi piace il rapporto che ha Kaden con mia nonna, sono come cane e gatto. Molte volte finiscono per litigare su quale personaggio delle serie tv sia il migliore e quale il peggiore.

«Kaden, dopo cinque anni che stai con mia nipote, mi chiami ancora signora? Ti ho detto mille volte di chiamarmi nonna Liz!» I suoi occhi verdi sorridono e Kaden si scusa con una risata.

«Nonna, quante volte dobbiamo dirti che non stiamo insieme? Siamo amici, A-M-I-C-I.» scandisco l'ultima parola perché a questo punto penso abbia problemi di udito, visto che ogni volta ribadisco la stessa storia.

«Sì certo, e io sono Beyoncé. Io e tuo nonno Sam dicevamo la stessa cosa, poi ci siamo ritrovati sposati e con cinque figli, tra cui quel buon' annulla di tuo padre.»

Rientra in salotto e alza il volume della tv già troppo alto per i miei gusti.

Io e Kaden andiamo in camera mia e accendiamo la televisione, poi ci buttiamo sul letto.

Decidiamo di continuare la nostra serie tv preferita: Pretty little liars.

«Secondo me A è Spencer.» prendo il mio pupazzo di Groot e lo stringo forte al mio petto.

«No Oph, sei fuori strada. Secondo me è Ezra.» ribadisce Kaden prendendo il suo viso pallido tra le mani.

«Non credo proprio, A dice cose come stronzette, t'immagini Ezra dire una cosa del genere?» alzo lo sguardo verso il soffitto e osservo tutte le costellazioni raffigurate sopra.

Ho sempre amato la mia tenera e umile stanzetta, è piccola ma accogliente e sono fiera di come l'ho arredata.

Le pareti sono tutte blu scuro, impreziosite da poster di basket o locandine dei miei film preferiti. Appena si entra dalla porta marrone, si vede subito la scrivania bianca affacciare alla finestra, con sopra il mio computer portatile e dei libri di scuola vari. Ho anche una libreria abbastanza grande dove custodisco i miei tesori, ovvero tutti i miei libri preferiti. Accanto c'è un gigantesco armadio con talmente tanti vestiti da poterli utilizzare in un'altra vita.

Non ho mai amato vestirmi alla moda, cambiare outfit ogni due ore o cose così, amo la semplicità e sto bene nelle mie magliette di film e serie tv e con i miei mom jeans di tonalità diverse. Ho tanti vestiti ma metto sempre gli stessi, un classico.

Poi c'è il mio letto gigante con il piumone con disegnata la notte stellata di Van Gogh.

Sopra il letto sono appese delle fotografie, una in particolare è la mia preferita.

Siamo io e i miei genitori in vacanza a San Francisco e mio padre sta tenendo in braccio la me di cinque anni che ovviamente sta facendo una smorfia.

Mia madre invece stava sistemando i suoi ricci capelli in una coda mentre mi sorrideva in modo complice.

Mi manca molto tutto questo, mi manca andare in vacanza con i miei genitori, mi manca tenermi stretta nelle braccia di papà e mi manca sorridere alla mamma.

Mi mancano troppo, ma per il loro lavoro da assistenti di volo non possono mai venire a trovarmi e ogni giorno è una tortura stare senza di loro.

Spero soltanto di riuscire a vederli il giorno del mio diciottesimo compleanno l'otto gennaio, mancano ancora quattro mesi, ma a questo punto non ci spero neanche più di tanto.

Improvvisamente sento un forza pesante abbattersi sulla mia schiena, accompagnata da un leggero rumore e dalla risata di Kaden. Di rimando, prendo il cuscino di Groot e mi abbatto contro il mio migliore amico. Un colpo io e uno lui, un colpo io e uno lui, il tutto incorniciato dallo splendido suono delle nostre risate che io amo follemente.

«Chissà cosa starà pensando mia nonna.» dico fermandomi per un attimo giusto per riprendere fiato.

Crollo a pancia in su sul letto e inizio a ridere anche se straziata dalla forza che ho messo per dare quelle cuscinate.

Kaden smette improvvisamente di ridere e il suo sguardo diventa più cupo senza motivo. Notando il suo cambio d'espressione, rivolgo uno sguardo interrogativo.

«Non ti manca Aileen?» esordisce a questo punto.

«Perché dovrebbe mancarmi? Non ci parliamo da soli tre giorni e poi è colpa sua se adesso siamo in questa situazione.»

«Sì, ma non pensi che magari abbiamo esagerato? Insomma, non possiamo credere subito a Rain senza avere prove concrete.»

«Perché mai Rain dovrebbe inventare una cosa del genere? Ha accusato Aileen di averla tradita, non penso sia una cavolata.»

«Può darsi, ma secondo me dovremmo parlarle.»

Prendo il telefono e apro i messaggi.

A pazzi sclerati:

"Ragazzi, dovremmo andare a casa di Alieen per parlare e chiederle spiegazioni."

Da Rain:

"Perché mai dovremmo farlo? L'ho vista baciarsi con un'altra ragazza e adesso devo anche andare da lei a chiederle scusa? Non se ne parla.

Da Aaron:

"Rain noi non sappiamo veramente come sia andata la questione, poi è una cosa che dovreste risolvere tra di voi. Io dico di andare a casa di Aileen e parlare con lei.'


Arriviamo davanti il cancello della grande casa di Aileen. Ha un giardino molto curato pieno di tulipani che sua madre annaffia ogni giorno.

Le mura esterne della casa sono in mattoni grigi e bianchi che danno un'aria elegante e casalinga allo stesso tempo.

«Busso io.» dice Rain appena saliamo le scale del porticato.

Alla fine oltre ad Aaron è arrivata anche Rain, anche se molto titubante.

Sinceramente io non so a chi credere, conosco Rain da più tempo di Aileen, ma loro due sono così innamorate... Ecco perché odio l'amore, anzi non ci credo proprio.

La perfezione può essere sgretolata da un solo messaggio, da una sola occhiata o da un finto sorriso.

Molte coppie sembrano felici e innamorate, ma tutte nascondono dei segreti.

Ed è per questo che io ho smesso di credere nell'amore a circa dodici anni, quando ho scoperto che Troy e Gabriella di High School Musical non stavano insieme nella vita reale e che era tutta una finzione.

«Chi è?» dice una vocina dall'altra parte della porta.

«Ciao Daisy, sono Rain.»

Sentiamo il rumore della serratura sbloccarsi e la porta rivela una minuscola bambina di sette anni dalla chioma rosso fragola.

«Ciao, Aileen è di sopra.» dice prima di andarsi a sedere del divano verde e giocare con la bambola.

Senza fare troppo rumore, entriamo in casa chiudendo la porta e un forte odore di limone invade le mie narici.

Sono entrata soltanto due volte a casa di Ailleen, non perché lei mi stia antipatica, ma perché di solito ci incontriamo sempre nei bar o al parco e mai a casa.

L'atmosfera è sicuramente accogliente, con la carta da parati gialla e il pavimento in legno, pieno di giocattoli, marrone scuro.

Subito dopo la porta d'ingresso, si vedono due stanze, una dà sul soggiorno con i divani verde smeraldo, dove Daisy e Candice giocano insieme. L'altra stanza invece è la piccola e accogliente cucina dove la signora Lahey sta preparando i biscotti al limone, spiegando l'odore sentito prima.

«Ehi ragazzi, volete dei biscotti? Sono appena sfornati!» ci sorride in modo sincero con i suoi occhi ambrati.

Juliet è davvero una bella donna, con i capelli a caschetto rossi - che poi ha passato a tutte le sue tre figlie - e delle piccole lentiggini che le ricoprono il viso.

Mi spiace che si debba occupare da sola delle bambine, immagino che Aileen non dia molto aiuto in casa, però se ha tempo per fare i biscotti significa che non è tanto occupata, giusto?

«No signora non si preoccupi, volevamo parlare solo con Aileen e poi togliamo il disturbo.» Aaron anticipa tutti.

«Va bene, lei è al piano di sopra in camera sua, poi se volete potete rimanere anche a cena, stasera cucino il tacchino ripieno!»

«Non si preoccupi, faremo subito.» sorrido.

«E va bene, ma potete benissimo darmi del tu!»

Saliamo al piano di sopra e subito vediamo la porta di Aileen rossa che si distingue tra le altre tutte bianche.

Rain si avvicina, ma non ha il coraggio di bussare e quindi ci penso io.

«Ehi Aileen, sono Ophelia.»

Il silenzio.

«Ehi, ci sei? Dobbiamo parlare.»

Ancora niente.

Con cautela allora decido di aprire la porta, che non rivela proprio nessuno.

«Dov'è finita?» dice Rain entrando nella stanza seguita da me e poi dagli altri.

«La finestra è aperta, non sarà mica... Scappata?» analizza Aaron.

«Niente di nuovo, quando è preoccupata per qualcosa sgattaiola sempre dalla finestra per evitare che la madre le faccia il terzo grado.» interviene Rain sedendosi poi sul pouf rosso a forma di cuore.

Osservo attentamente la stanza e mi soffermo su un foglietto di carta bianco lasciato sul cornicione del letto.

«Ragazzi, cos'è quello?» dico spaventata.

Kaden si avvicina e prende il foglietto.

«E' un messaggio.»

"La pistola ha brutalmente sprato,

un'anima il suo corpo ha lasciato.

Chi è il colpevole di questa morte?

Il telefono cela la vostra sorte.

Una domanda: uscirete illesi?"

Legge il testo ad alta voce e subito un brivido invade il mio corpo.


*Vi ricordo che ogni capitolo ha un punto di vista diverso, vi invito a leggere il nome all'inizio.*

Eccomi con un nuovo capitolo!
Come state?
Devo essere sincera, avevo in mente di finire il capitolo in un modo piú conclusivo e non lasciarlo a metá.
Però ho pensato che in questo modo avrei messo più suspence, ditemi se ci sono riuscita!

Volevo anche chiedervi se a vostro parere è meglio mettere un titolo inerente a ogni capitolo oppure preferite solo il numeretto?

Secondo voi cosa è successo ad Aileen? È scappata o è successo qualcosa di piú grave? Ditemi le vostre teorie.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere anche se volete metto il cast.

Ci vediamo al prossimo aggiornamento.
Baci.❤️

Ophelia

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