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4. Il Bacio

Per quel breve tempo, Lucifero stava ricordando l'incontro con Oscurità. Le sensazioni che aveva provato in quel momento non volevano dargli pace, lo tormentavano perché non capiva cosa fossero di preciso. Era molto confuso, di questo ne era certo. Pareva che Oscurità stesse risvegliando in lui qualcosa di nascosto, persino a sé stesso. In quel breve incontro era riuscita a strapparlo dalla monotonia che da secoli caratterizzava le sue giornate. Nonostante le sue parole, non era riuscito ad infuriarsi con lei per più di qualche istante.

Lucifero indietreggiò, non amava il contatto fisico e non gradiva che quell'essere si avvicinasse a lui. Si riscosse e decise finalmente di rispondere a tono:
《 Sono Lucifero, il Principe della luce, il Re del Paradiso e il Primo Angelo mai creato. Non do ascolto ad un essere che dice di essere la sorella di Nostro Signore. Non osare rivolgermi la parola o provvederò io stesso a punirti come meglio credo》. Il suo volto era teso, i suoi occhi avrebbero fatto paura persino a Luce.
《 Ne saresti capace? Tu, Lucifero, saresti capace di fare qualcosa senza chiedere il permesso al tuo caro Padre? Ma non farmi ridere》. Rispose lei ridendo sonoramente.
L'Arcangelo pareva infastidito, ma non aveva intenzione di ribattere. Si era limitato a girarsi e a fare qualche passo allontanandosi così da Oscurità.
Lei non voleva questo, doveva convincerlo e lo desiderava accanto a sé, il motivo le era sconosciuto, ma lo avrebbe scoperto.
《 Cadrai 》. Disse con tono secco, voleva attirare la sua attenzione anche se quelle parole lo avrebbero fatto adirare.
《 Stai mentendo! Mio Padre non lo permetterebbe mai! Mi ama così come io amo Lui, ma tu non puoi capire. Sei solo un essere malvagio, privo di ogni sentimento. Tu non hai la minima idea di cosa voglia dire amare qualcuno, quelle come te vogliono solo distruggere tutto per puro egoismo, tu non potrai mai e poi mai avere pace perché sei destinata ad eterni tormenti》.
Le sue iridi diventarono blu, un bagliore proveniente dalla sua anima si rispecchiava negli occhi, mentre il volto si colorì di rosso per la rabbia. Come si permetteva quella femmina di dire una cosa simile? In uno scatto fulmineo le si avvicinò e ora poteva osservare meglio i suoi occhi. Trasmettevano una sicurezza mai percepita nelle creature che aveva conosciuto durante la sua breve esistenza. Erano ammalianti e Lucifero fu di nuovo attratto da quell'essere, più oscuro di qualunque tenebra, ma più puro di ogni altra entità.
Un altro passo, e poi un altro e un altro ancora, Oscurità annullò la distanza che li separava, il suo istinto aveva preso il sopravvento e senza rendersene conto aveva le labbra premute contro quelle dell'Arcangelo. Il suo colorito rosso era sparito, la rabbia era scomparsa. Solo sentire le sottili labbra della Creatrice lo fece stare bene. Lucifero istintivamente schiuse le labbra, il bacio divenne più appassionato, intrecciando le lingue e assaporandosi l'un l'altro.
Era un'esperienza nuova per entrambi, lei non aveva mai provato nulla di simile in tutta la sua esistenza, se non con lui, con Akuno; Lucifero invece, fu preso alla sprovvista, non sapeva cosa stesse succedendo, ma ricambiava volentieri quel bacio, cosa a lui totalmente sconosciuta.
Nessuno dei due aveva intenzione di rovinare quel momento così carico di dolcezza, nessuno dei due voleva staccarsi dall'altro, ma Oscurità scomparve nel nulla rovinando quel momento.

《No! Dove vai?》Urlò il Re del Paradiso mentre si svegliava.
Si alzò di colpo e guardò intorno a sé spaesato. Passarono alcuni minuti prima di rendersi conto che quello era semplicemente un ricordo, poi cercò con lo sguardo gli altri Angeli, ma trovò solo suo fratello Michael. Era steso a terra, sembrava privo di conoscienza, così Lucifero lo prese in braccio e lo portò nella sua camera.
Durante il breve tragitto aveva notato qualcosa di diverso, una quiete mai sentita prima di allora. C'era qualcosa di strano, doveva capirne di più.
Adagiò suo fratello sul candido letto e si diresse verso il punto in cui sentiva un'energia insolita, un qualcosa di oscuro e in cuor suo, sperava che fosse lei.
Il suo cuore batteva sempre più forte ad ogni passo che faceva verso quel luogo.

《Lucifero! Lucifero! Gli Angeli... Gabriel... devi venire a vedere subito! 》balbettò Raphael mentre correva verso il fratello, non riusciva a parlare dall'emozione.
L'altro Arcangelo confuso, decise di seguire il fratello che lo aveva preso per mano e aveva cercato di condurlo da qualche parte.
Capì dove erano diretti quando cominciò a vedere Angeli disorientati posti davanti alla stanza di Gabriel, si guardavano confusi mentre cercavano di ricomporsi, non notarono neanche l'arrivo del loro Re. Quest'ultimo si precipitò dentro quelle quattro mura senza pensarci due volte, pronto a chiedere spiegazioni al diretto interessato.
Lui però, era steso a terra, privo di coscienza e le spiegazioni sarebbero tardate ad arrivare. Il Primo Angelo lo guardò con disprezzo mentre cercava di capire cosa fosse successo. Poggiò la mano sulla sua fronte e pronunciò tre semplici parole: 《Apo Pantos Cacodainamos》. Tutto apparve nella sua mente, ora sapeva cosa fare, anche se non meritava di essere aiutato.
Spostò la mano al centro del petto di Gabriel e, una volta individuata l'energia anomala che si stava insinuando in lui, l'assorbì. Lucifero sentiva il male scorrere in lui, sentiva le sue vene bruciare come se ci fosse il fuoco e stranamente gioì di quella sensazione. Era convinto di saper contrastare quel potere che si era insinuato nel fratello, ma non sapeva che Dio stesso aveva rubato le cellule della sorella per poi unirle a quelle del figlio Gabriel e non sapeva neanche le conseguenze del suo gesto.
Passavano i minuti e L'Arcangelo non si svegliava e Raphael stava perdendo la testa.
Nella sua mente gioiva di quel momento, ma allo stesso tempo delle fitte al cuore cominciavano a farsi sentire. Era troppo buono per essere un Angelo.
Era troppo concentrato su sé stesso per notare che gli altri due erano scomparsi, ma non ebbe tempo di preoccuparsi che un fascio di luce lo aveva circondato per poi farlo sparire esattamente come i suoi fratelli.

~¤~

Michael guardava suo Padre in attesa di sapere il motivo di quella chiamata, ma lui non faceva altro che guardarlo.
Si era sempre chiesto perché avesse quelle cicatrici sul volto e perché non si limitava semplicemente a farle sparire come qualunque altra ferita. Era un mistero per il figlio e così doveva rimanere.
Luce poteva ascoltare i pensieri delle sue creature e sapeva che quelle domande non avrebbero mai dovuto avere una risposta, quelle cicatrici facevano parte del suo passato e non c'era modo di toglierle perché nessuno poteva dimenticarsi di lui, di Akuno.
Si schiarì la voce per attirare l'attenzione su di sé prima di cominciare a parlare.
《 Ho un dono per te e per i tuoi fratelli, con quel dono l'indomani dovrete affrontare una grande minaccia. È ora di darvi delle spiegazioni, figli miei.》.

~¤~

Ciò ho messo del tempo a pubblicare questo capitolo, ma ho avuto molti impegni e non mi andava di fare tutto di fretta per avere un risultato scadente.
Insomma, Lucifero sviene un po' troppo, non credete?
In questo capitolo ho fatto dei riferimenti ad un sequel che uscirà in futuro, lì avete trovati? Cosa ne pensate?

A presto🌹

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