10. Presagi
Siccome aveva ceduto il suo incarico al fratello, Michael stava passando il suo tempo ad allenarsi con Samael, il custode delle armi celesti. Voleva affinare la sua abilità nell'usare la propria lancia e quell'angelo sembrava il più qualificato in materia, per questo quando l'Arcangelo gli aveva chiesto aiuto, lui aveva accettato volentieri.
Entrambi erano ormai stanchi e matidi di sudore perciò, dopo ore di allenamento, decisero di prendersi una pausa. Michael, seduto a terra con la schiena contro il muro, osservava la sala con ammirazione: davanti a sé le armi splendevano appese alla parete. Ce n'erano di tutti i tipi e la loro lucidità gli fece capire che Samael ci teneva molto alla pulizia e se ne prendeva cura come se fossero le sue creature. Spostò lo sguardo su di lui e potè comprendere dai suoi occhi con quanta dedizione e passione si prendeva cura di quelle armi.
Si morse il labbro pensando al peccato di chi aveva accanto: l'avarizia, uno dei segni che accomuna gli angeli destinati a cadere.
Qualcosa catturò la sua attenzione: versi familiari, seppur ovattati, squarciavano il silenzio e diventavano sempre più forti, fino a ché Michael non sentì vere e proprie grida sostituite a tratti da ringhii. Sembrava una bestia intrappolata alla ricerca della libertà, l'Arcangelo aveva già udito quel suono, ma non era certo che si trattasse di quella creatura.
Diede uno sguardo a Samael e fece cenno di seguirlo, prese la sua arma e affidandosi ai suoi sensi cercò di andare alla fonte di tanto frastuono.
Girò intorno alle uniche tre stanze della "zona arcangeli" e si accorse che le grida si erano intensificate quando si era avvicinato a quella di Lucifero, ma dopo aver controllato, constatò che non era lì.
Decise di seguire l'istinto: chiuse gli occhi e a grandi passi si diresse verso ciò che cercava.
Non aveva mai notato che in Paradiso ci fosse uno spiraglio di oscurità, non credeva nemmeno che fosse possibile.
Michael afferrò la lancia dorata con entrambe le mani e intensificò la sua aura affinché, in caso ci fossero stati dei dannati, gli facesse da scudo.
Nell'ombra poi distinse una figura che si contorceva per terra e comprese, probabilmente dalla sua ombra, che era suo fratello Lucifero.
《Lasciami in pace! Cosa vuoi da me? Perché dovrei odiarli? No! No! Li ucciderò tutti!》al secondo Arcangelo parve molto confuso quel monologo pieno di contraddizioni e frasi senza senso, sembrava che qualcuno lo stesse obbligando a uccidere qualcuno, ma chi?
Un ruggito fuoriuscì dalla sua bocca confermando il dubbio di Michael: era esattamente il verso della chimera, com'era possibile?
Lentamente si abbassò e con una mano scosse la spalla del fratello sperando di fargli riacquistare lucidità, solo che la situazione peggiorò: Lucifero si sedette e lo strinse per il collo, poi aprì gli occhi, che erano diventati di un blu scuro, ed esclamò:
《Morirai! Tu morirai! Io ti ucciderò, fratello》.
Subito dopo vide il Portatore di luce accasciato a terra, nel buio, ed è qui che anche Michael vide il Marchio impresso sulla sua clavicola, in quel momento lucente come non mai. Gli venne il sospetto che quel l'avvenimento fosse collegato allo strano simbolo, ma per essere sicuro su cosa fare avrebbe chiesto al diretto interessato. Forse, però, sarebbe stato meglio se avesse potuto comunicare con suo padre per analizzare attentamente la situazione e vedere se fosse il caso di farlo cadere. Ciò lo preoccupava molto, voleva bene a suo fratello, non avrebbe sopportato la distanza e nemmeno vederlo come un Dannato.
Il Principe dei Cieli riprese conoscenza trovandosi di fronte Michael; la sua aura turbava la quiete del buio e inevitabilmente infastidiva assai i suoi occhi.
《Che ci fai qui?》disse con voce rauca, intorpidita dal sonno.
《Stavi delirando, volevo semplicemente aiutarti. Io e Samael abbiamo udito versi feroci e grida sofferenti, rimembri?》il secondo Arcangelo corrucciò la fronte in attesa di spiegazioni, ma lui reagì bruscamente:
《E voi come osate avvicinarvi a me? Qualcuno vi ha dato il permesso forse? E tu fratello, mi deludi, hai portato un Serafino nella nostra zona! Oltretutto ti sei intromesso in ciò che non ti riguarda》.
Lucifero si alzò indignato da quella situazione e spiegò le ali per poi volare via da quella situazione ormai imbarazzante.
Si adagiò sul tetto della sua stanza e cercò di ricordare qualcosa dell'accaduto: si era addormentato tra gli spasmi.
《Mio principe, con quale disonore io devo averti al mio cospetto》disse una voce la cui entità era nascosta nel buio che circondava Lucifero.
Lui, infatti, cercò con lo sguardo il suo interlocutore, ma intorno a sé c'erano solo le tenebre.
《Mi aspettavo molto di più da te e invece ti sei nascosto, mi hai nascosto agli altri! Ma ora ti insegnerò io come comportarti》
Si sentì sollevare da terra, qualcuno lo prese per le braccia e dal freddo metallo che sentiva attorno ai polsi capì che era stato incatenato.
《Sai cosa, ti avevo ordinato di odiarlo, di ucciderli, di apprezzare la tua nuova natura. Non sei più un angelo, sei me》una vento gelido sfiorò il suo fianco sinistro, capì che colui che parlava era passato di lì. Rabbrividì. 《Sei un Dannato, sei il re dei Dannati!》
Lucifero sentì un oggetto lungo e sottile conficcarsi nella sua carne, il ventre in poco tempo si ricoprì di sangue. Serrò i denti per non urlare dal dolore, il suo orgoglio glielo impediva.
《Con calma signorina, abbiamo ancora molto tempo a disposizione, perciò rilassa i muscoli che il peggio deve ancora arrivare》.
Una freccia perforò ancora la sua pelle, tra le costole. Essendo un punto molto delicato il dolore si fece più intenso e a lui scappò un gemito mentre si immaginava il sorriso del nuovo nemico dipinto sul volto. In quel momento gli venne in mente che ancora non sapeva chi potesse essere, percio decise di chiederglielo: 《chi sei? Cosa vuoi da me?》.
《Sono ciò che diventerai, sono un mostro, sono la prima creazione di quell'essere disgustoso》.
Seguirono altri colpi in cui vennero lacerati il diaframma e un'anca, ma il dolore che provò quando quell'entità gli puntò la freccia al petto era incomparabile.
Cinque punte verdi ricoperte di sangue vermiglio apparirono sul corpo dell'Arcangelo andando a formare un pentacolo.
Cominciò a urlare mentre le frecce diventavano roventi e abrustolivano la sua carne.
《Armaiaarau Vaxio》disse il carnefice e il principe di luce cominciò a ruggire...
Lucifero si riscosse, inconsapevolmente stava ancora tremando al solo ricordo dell'accaduto. Avrebbe cercato di dimenticarlo distraendosi: i suoi allievi lo stavano aspettando.
Non si stupì affatto quando li vide nello spiazzo centrale immersi in una conversazione, da cui lui stesso li aveva dovuto interrompere.
《Ebbene, vediamo con quali abilità siete stati creati》
In quanto Angeli, non avevano il permesso di accedere alla sala degli Arcangeli perciò li avrebbe portati in quella della loro divisione, meno dotata rispetto alla prima.
Passarono davanti al coro con a capo Aduachiel che intonava note incoraggianti verso i nuovi arrivati, anche se l'energia che sentivano era fine, quasi volesse trasmettere timidezza.
Poi attraversarono diverse vie fino ad arrivare a destinazione.
Il principe dei Cieli non era mai entrato in quella sala, ma a differenza degli altri tre non era emozionato alla vista del cancello bianco con delle incisioni angeliche, le quali avrebbero dovuto esortare gli Angeli a dare il meglio.
Con una piccola spinta Lucifero aprì il cancello scoprendo una stanza con le pareti coperte da attrezzi e spade.
《Prendete un'arma ciascuno, quella con cui vi sentite a vostro agio. Dovete instaurare un rapporto con la vostra arma perché sarà la vostra compagna, vi seguirà ovunque, sarà come il vostro braccio destro》
Dopo aver preso tre spade con identici sfregi, i tre si posizionarono davanti al loro maestro stando in guardia, pronti a sferrare qualche fendente.
《Avanzate uno per volta》disse lui, aveva bisogno di vederli all'opera singolarmente per capire su cosa lavorare con ognuno di loro perché, a parer suo, nonostante la somiglianza sicuramente sarebbero stati diversi in combattimento.
Satanahel fece un passo avanti e chiuse gli occhi per trovare la concentrazione, intensificò la propria aura per stordire l'avversario e partì all'attacco.
Tentò invano con diversi colpi ai fianchi, ma Lucifero li schivò tutti.
Poi cercò di disarcionarlo, ma fallì e carico di frustrazione si allontanò per prendere una rincorsa. Speranzoso, Satanahel, con tutta la forza che aveva in corpo sferrò un fendente che andò a colpire la spalla del maestro.
Un rivolo di sangue comparve dalla ferita fresca, andando a toccare anche il marchio, il quale prese vita e si illuminò.
L'Angelo aveva gli occhi fissi sullo strano simbolo, sembrava inghiottirlo, si sentì cadere in un limbo oscuro senza fine.
Più lo guardava e più riusciva a percepire qualcosa di oscuro che piano piano si stringeva intorno a lui.
Ciò che lo circondava sembrava addensarsi soffocandolo mentre sentiva miriadi di aghi pungerlo e infilarsi nella carne, provocandogli un dolore allucinante.
《Creature del buio noi siamo, la luce per sempre ripudiamo, nell'ombra noi risiediamo》si sentì dire prima di rivedere la sala dell'allenamento, con i suoi fratelli accanto e il portatore di luce davanti a lui. A differenza di quest'ultimo, all'apparizione del marchio, era rimasto immobile nonostante la sofferenza.
Lucifero, impassibile, concentrò la sua energia sulla ferita, il colore degli occhi si intensificò e una nebbiolina scura comparve sulla sua spalla.
Solo quando essa sparì, il taglio fu rimarginato.
Helahel e Apollyon rimasero a bocca aperta quando guardarono gli occhi del fratello: erano neri.
Un sorriso comparve sul volto di quest'ultimo, per il principe dei Cieli voleva dire una sola cosa: il marchio si era attaccato a Satanahel, lo aveva contagiato come se fosse una malattia, un morbo a cui non esisteva rimedio, un circolo vizioso a ci non c'era fine.
Il male si era insinuato nella dimora delle creature di Luce, a cominciare da colui che avrebbe dovuto rappresentare la perfezione.
Il male era stato invocato e mai sarebbe potuto sparire...
Dopo un mese e mezzo di attesa sono riuscita a pubblicare il capitolo
Chiedo venia, mi prometto sempre di aggiornare con frequenza e poi non lo faccio mai.
Ho qualche cosuccia da dirvi riguardo al libro:
Alcune volte vedrete il nome "angelo" scritto con la maiuscola o con la minuscola.
Nel primo caso indica la divisione, nel secondo caso indica le creature celesti in generale, quindi mi riferisco anche ai Serafini e compagnia bella.
Il termine "Portatore di luce" è il significato del nome "Lucifero", io lo interpreto come colui che ha il dono di portare la luce dove c'è il buio, come colui che ha il dono di illuminare qualunque cosa. "Luce" è il nome dell'entita che ha creato gli angeli ed è comunemente chiamato Dio.
Detto ciò, vi voglio dire che il divisore me lo ha realizzato Dovesivola
E vorrei invitarvi a leggere il libro "Legami di Sangue" di Checca_B, che personalmente mi ha colpito moltissimo e, a parer mio, merita tanto.
Un bacio grande a quelli che stanno ancora seguendo il libro e alla prossima😚👋
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