4. La lotta
Ringhiai e saltai contro Paul che aveva buttato Emmett nel fiume. Mi scontrai violentemente contro il corpo del grosso lupo grigio, che cadde a terra. Il contraccolpo mi spedì qualche metro più lontano da Paul.
Il lupo grigio si rialzò ringhiando, era furioso «Perché lo hai fatto?!»
Non puoi ucciderlo! Dissi rialzandomi.
«Perché no? Ha infranto il patto! È venuto nel nostro territorio!»
Non lo ha fatto apposta. Se tu non lo avessi attaccato avrebbe preso Victoria!
«Il patto parla chiaro, se uno di loro viene da noi, noi abbiamo il dovere di ucciderlo! Tu mi hai bloccato mentre eseguivo gli ordini»
Mi pare più importante prendere una pazza assassina sadica ed esaltata che un vampiro fin troppo sicuro di se!
Paul si mise a ringhiare con più forza ed assunse la posizione d'attacco.
Paul, non voglio combattere. Poi aggiunsi, guardando Jared, Quil ed Embry che evitavano la fuga di Emmett. E voi tre, lasciatelo!
«Jared, Quil, Embry: continuate ciò che state facendo. Chiara, Paul ha ragione. Il succhiasangue...»
Emmett. Precisai, fredda.
Sam ringhiò sommessamente «Lui ha infranto il patto. Poiché tu hai impedito lo svolgimento delle regole create da Ephraim Black e dal loro "capo", ti concedo l'onore di ucciderlo tu stessa» finì il discorso con un sorriso diabolico. Per quanto possa essere un sorriso quella sorta di ringhio silenzio, dato che i lupi non possono sorridere come gli umani.
Cosa?! No!
«Oh, si» continuò lui.
Sognatelo, è mio amico.
«Anche Paul, però lui lo hai attaccato lo stesso...»
Paul è un conoscente, un membro del branco, non un amico.
«Brutta, piccola, str...» cercò di dire Paul, ma Jared lo bloccò.
«Paul...» lo ammonì Sam, poi continuò a parlare con me «Io sono l'alfa, tu no. Io comando, tu obbedisci. Uccidilo, subito»
Gli ringhiai. No!
Sam usò la voce da alfa, un colpo basso «Ho detto di ucciderlo! Ora!»
In altre circostanze mi sarei opposta più tenacemente, ma da quell'ordine non potevo scappare. Le mie zampe si mossero involontariamente verso il vampiro, io cercavo di frenare ma era come se qualcuno mi stesse trascinando verso Emmett con dei fili invisibili.
«Sam, non puoi farle fare questo. Ucciderebbe uno della sua stessa specie, più o meno» sentì mormorare da Jacob.
Sam non rispose.
«Sam! Non puoi usare così la voce da alfa! Non vedi? Lei si sta opponendo e in parte ci riesce! Se riuscisse a disobbidire a quest'ordine potrebbe imparare ad utilizzare lei stessa questo genere di comando e potrebbe diventare lei alfa del branco. Ferma quest'ordine assurdo!» Jacob continuò a parlare mentre io cercavo di fermarmi.
«Non ci riuscirà» rispose tranquillamente Sam.
«Non la vedi? Sta cercando di opporsi! Chiunque altro avrebbe già eseguito l'ordine...»
«Anche se riuscisse a disobbidirmi, non saprebbe usare la voce da alfa. O diventi subito alfa oppure è molto difficile diventarlo superando il tuo stesso alfa»
«Annulla comunque l'ordine, Ephraim non intendeva questo con quel patto!»
«
No, Jacob. Io sono l'alfa e io comando. Avevi solo da prendere il mio posto»
Ormai ero arrivata davanti ad Emmett. Quil, Embry e Jared si spostarono lievemente, in modo che potessi agire in uno spazio più ampio.
I Cullen avevano già capito cosa stava succedendo, soprattutto perché glielo stavo facendo sentire attraverso i pensieri -si, se voglio so essere molto astuta-.
Ancora sotto l'influenza dell'ordine di Sam, il mio corpo si mise in posizione d'attacco. Scoprì i denti, ringhiando.
«Sam...» cercò di dire Seth, ma fu interrotto bruscamente proprio dal lupo nero.
«Sta zitto, Seth!»
Saltai contro Emmett, le fauci spalancate che miravano alla gola.
Lui era immobile, per evitare di complicarmi il lavoro.
Quando stavo per arrivargli addosso lo spinsi solamente via. Scappa! Gli intimai.
Jared, Quil ed Embry non fecero in tempo a riprendere Emmett che scalò velocemente la piccola montagnola di massi ed entrando nel territorio dei vampiri.
Paul mi saltò addosso ringhiando, mentre Sam mi guardava stupito.
«Te lo avevo detto» cantilenò Jacob.
Paul mi spiaccicò contro un albero, tenendomi per il collo con i suoi denti affilati.
Mi chiedo perché devi essere sempre così scontroso... dissi a Paul, il quale non mi rispose.
«Fermo, Paul!» urlò Seth, avvicinandosi. Leah e Jared lo bloccarono.
Mi liberai dalla presa di Paul graffiandogli il naso con una zampata.
Lui mi lasciò cadere a terra scuotendo l'enorme testa e leccandosi la ferita con la lingua.
Già, era troppo divertente -stupido ed inutile- riuscire a toccarsi il naso con la lingua.
Paul provò a riattaccarmi, ma lo schivai. Paul, non voglio combattere!
«Io si» disse lui in tono minaccioso.
«Sam, fermali» disse Jacob, che in quel momento si sentiva molto inutile.
«Oh, no. È giusto che impari a non disobbedire agli ordini dell'alfa» rispose Sam.
«Sam! La ucciderà!» continuò il lupo rossiccio.
«Non sono affari miei» rispose il lupo nero.
Jacob ringhiò e saltò per mettersi in mezzo, tra me e Paul. Sfortunatamente Sam lo bloccò, inchiodandolo a terra.
Paul approfittò di quel momento di distrazione per saltarmi addosso. Mi spostai, però lui riuscì lo stesso ad addentarmi una parte di zampa. Precisamente quella che sarebbe corrisposta al braccio sinistro, abbastanza vicino alla spalla.
Guaì di dolore e mi liberai azzannandogli il muso.
Dopo qualche minuto nel quale cercavamo di graffiarci o azzannarci, rotolando sulla riva fangosa del piccolo fiumiciattolo, riuscì -non so come- ad atterrare Paul.
Brava me! Pensò il mio subconscio.
Per essere sicura di poterlo tenere fermo a terra, gli misi una zampa sulla gola e continuai a ringiare.
In quel momento Sam ci disse di smetterla.
Lasciai Paul che si rialzò ringhiando.
«Paul! Basta!» disse Sam.
Il lupo grigio abbassò le orecchie e si allontanò da me.
Fortunatamente Carlisle e il potere di Jasper intervennero per calmare le acque.
«Aspettate, non serve che litighiate, ci scusiamo per l'infrazione di Emmett» disse Carlisle in modo diplomatico.
«Fai da traduttore» mi ordinò Sam.
Ok...
«Non ci interessano le vostre scuse» disse Sam con tono duro «Lei ha disobbidito ad un mio ordine e ciò non va bene. Non sono affari vostri»
«Invece penso proprio di si, Chiara fa anche parte del nostro clan quindi abbiamo il diritto di proteggerla»
Sgranai gli occhi a quell'affermazione, wow, non me lo aspettavo...
«Fa parte anche del nostro branco! Non può proteggere qualcuno che ha infranto il patto!»
«Sam, ragiona...»
«Jacob, tu sta zitto! Non hai voluto essere alfa? Bene, ora decido io!»
Jacob abbassò le orecchie e gli ringhiò sommessamente.
«Ormai Victoria è andata, torniamo a controllare il villaggio» disse Sam, più calmo.
Devo ammettere che spesso può essere utile avere Jasper nei dintorni.
Ci incamminammo verso il villaggio di La Push.
«Ah, Chiara» mi chiamò Sam «Vai coi vampiri, tanto si è visto che preferisci loro»
Cercai di controbattere, non era assolutamente vero! Non volevo solo che uccidessero ingiustamente il povero Emmett...
«Non provare a controbattere. Se trovate Victoria, avvertici» mi ordinò Sam.
Girai i tacchi e me ne andai molto arrabbiata «Stronzo...»
Ok, ok, forse dovevo starmene zitta, però mi era proprio uscito dal cuore.
Sam ringhiò e mi saltò addosso. Stavolta non mi feci cogliere impreparata e mi girai, mordendogli l'orecchio destro e graffiandogli una parte di guancia con i denti.
Poi mi girai e scalai la piccola parete di roccia, uscendo dalla mente del branco.
Sapevo che erano rimasti tutti quanti spiazzati dalla mia reazione.
La cosa brutta era il fatto che adesso avevo la pelliccia completamente zuppa ed infangata.
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A casa Carlisle mi fasciò la spalla morsa da Paul, inizialmente protestai, tanto sarebbe guarita quasi subito... Però alla fine lasciai che si divertisse a fare il dottore.
Tornai a casa accompagnata da Edward, con la sua Volvo. Ovviamente non mi portò fino a casa, ma mi lasciò scendere sulla strada, li vicino. Poi, furtivamente e silenziosamente, rientrai nella casa degli Smitterson passando dalla finestra di camera mia.
Mi buttai sul letto e mi addormentai di sasso, era già l'una di notte passata.
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Il mattino dopo mi svegliai tardissimo, la stupida sveglia non aveva suonato... mi preparai velocemente, ero in ritardo per scuola.
Quando stavo per uscire, Thomas mi bloccò.
«Chiara» disse con tono autoritario
«Si, signore?» chiesi scocciata.
«Dovremmo parlarti»
«Ora?! Non vede che sono in ritardo?»
«Si, ma non importa, è urgente»
Non mi accinsi a leggergli la mente, non intendevo entrare nei suoi pensieri intricati.
Andammo in salotto, Eva era già seduta sul divano. Io rimasi in piedi, almeno sarei uscita subito.
«Ce ne andiamo» disse la signora.
«Cosa?!» chiesi io.
«Si, ci trasferiamo» ridisse Eva.
«Yeah, un'altra adozione...» dissi a bassa voce, ma non troppo, volevo che mi sentissero. Almeno avrei cambiato famiglia.
«No, no. Tu vieni con noi» spiegò il signore.
Il mio cuore perse un battito. «Come? Io qui ho degli amici, la scuola...» un branco ed un... clan. Continuai la frase nella mia testa.
«Si, lo sappiamo, ma il lavoro ci constringe ad andare a Jacksonville, in Florida» mi disse Thomas.
«Jacksonville?» chiesi ridendo. Avrei potuto far visita alla madre di Bella.
«Si» rispose la signora Smitterson.
«Non potreste affidarmi a qualche altra famiglia? Non intendo smuovermi da qui»
«No, verrai con noi» disse il signor Smitterson, deciso a portarmi con loro «Ora vai a scuola, farai tardi»
«Sono già in ritardo» precisai, irritata.
Poco lontano da casa, i Cullen mi aspettavano in macchina.
«Ciao...» dissi mezza depressa, salendo nella grossa e traballante Jeep.
«Come mai questo ritardo?» chiese Emmett facendo partire l'auto.
«La sveglia che non ha suonato e gli Smitterson volevano parlarmi...»
«Ah, si, ecco. A proposito di questo, stasera puoi venire da noi? Avremmo delle "proposte" da farti» mi disse Jasper.
«E voi come fate a sapere che quei due vogliono trasferirsi?» chiesi.
Alice si mise a guardare fuori dal finestrino e iniziò a fischiettare spensierata.
«Ah, giusto» risposi.
La giornata passò abbastanza velocemente, non avevo ancora detto niente a Brian, Alexis ed Andrea. Forse i Cullen avevano in serbo qualche soluzione...
§§§§§§Nota dell'autrice§§§§§§
So che è da un bel po' che non pubblico un capitolo, ma non ho avuto assolutamente tempo per aggiornare...
P.S. per chi non se lo ricordasse, Thomas ed Eva sarebbero i nomi dei "signori Smitterson". Dato che Chiara li odia, non proverà praticamente mai a chiamarli "mamma e papà".
Bye bye :-P
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