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24. Licantropi e vampiri alleati? Davvero?

Mi spiegarono tutto: Alice aveva visto i neonati che si passavano una camicetta di Bella e stavano venendo qui. I Cullen avevano accettato l'aiuto dei licantropi e stasera, dopo la festa, sarebbero iniziati gli allenamenti per imparare a combattere i neonati. Ci saremo visti alle tre in punto, nella foresta di Hoh, a circa tre chilometri dalla base delle guardie forestali.

Alle tre ci trovammo nel punto stabilito, entro poco sarebbe arrivato anche il branco.
«Alice non sta bene?» sussurrò Bella, rivolgendosi ad Edward.
Perché c'è Bella? Perché Edward ha voluto portarsela dietro a tutti i costi...
Lanciai una breve occhiata ad Alice. Stava seduta in disparte, imbroniciata, e intanto guardava Jasper che si stiracchiava e si riscaldava come prima di una gara atletica.
Edward ridacchiò «I licantropi non sono ancora arrivati, perciò non può vedere cosa succederà. Quando è cieca si sente a disagio»
Alice alzò lo sguardo, guardò Edward e gli fece la linguaccia. Lui rise di nuovo.
«Ciao, Edward» salutò Emmett «Ciao, Bella. Ti ha portata ad allenarti con noi?»
Edward ringhiò a nostro fratello «Per favore, Emmett, non farle venire in mente certe idee»
«I vostri ospiti quando arrivano?» chiese Carlisle ad Edward.
«Tra un minuto e mezzo» rispose Edward sentendo dai loro pensieri quanto erano distanti «Ma dovrò fare da interprete. Non si fidano abbastanza di noi, perciò non verranno in forma umana»
Sospirai. Quando volevano sapevano essere molto stupidi e cocciuti.
Carlisle annuì «È una situazione complicata, dovremmo essergli grati per il solo fatto che vengono»
Bella spalancò gli occhi e fissò Edward «Vengono sottoforma di lupi?»
Edward annuì. Poco dopo tornò a parlare con Carlisle «Preparatevi: ci stanno tenendo d'occhio»
«Che intendi?» domandò Alice. Si, neanch'io avevo capito al pieno le sue parole.
«Ssh» rispose Edward e guardò dietro di lei, nel buio. Sicuramente Bella non vedeva nulla, invece noi distinguevamo abbastanza chiaramente le sagome di dieci licantropi.
«Maledizione» borbottò Emmett «Hai mai visto una cosa del genere?»
Esme e Rosalie si scambiarono un'occhiata sorpresa.
«Cos'è?» sussurrò Bella «Non vedo niente»
«Il branco è cresciuto di numero» rispose Edward.
Ops, forse avrei dovuto dire che il branco si era lievemente allargato...
«Incredibile» disse Edward a bassissima voce.
Dieci lupi emersero dall'oscurità.
Carlisle fece un passo avanti, lento ma deciso. Fu un movimento prudente, per rassicurarli. «Benvenuti» disse ai lupi.
«Grazie» rispose Edward con tono piatto e distaccato, traducendo ciò che diceva Sam. Il vampiro continuò a "tradurre" con lo stesso tono di voce: «Guarderemo e ascolteremo, ma nulla di più. È tutto ciò che possiamo chiedere al nostro autocontrollo»
Alzai gli occhi al cielo, sbuffando. Quanto gli costava collaborare? Anche solo per dieci secondi.
«È più che sufficiente» rispose Carlisle «Mio figlio» disse indicando Jasper «Ha esperienza in questo campo. Ci insegnerà come lottano i neonati, come possiamo sconfiggerli. Sono sicuro che potrete applicare queste indicazioni al vostro modo di cacciare.
«Sono diversi da voi?» chiese Edward, formulando la domanda di Sam.
Carlisle annuì «Sono tutti giovanissimi: hanno giusto un paio di mesi, come vampiri. Sono davvero dei bambini, in un certo senso. Non conoscono la strategia, hanno solo forza bruta. Stasera erano in venti. Dieci per noi e dieci per voi... non dovrebbe essere difficile. Potrebbero diminuire. I neonati si scontrano tra loro di continuo»
Una sorta di ringhio sommesso si propagò tra i lupi. Era una specie di mormorio entusiasta.
«Siamo in grado di prenderne in consegna anche di più, se necessario» tradusse Edward.
Carlisle sorrise «Vedremo come si mette»
«Sapete quando e come arriveranno?»
«Attraverseranno le montagne tra quattro giorni. Nella tarda mattinata. Non appena si avvicineranno, Alice ci aiuterà ad intercettarli»
«Grazie delle informazioni. Terremo gli occhi aperti»
Il silenzio durò pochissimo, poi Jasper si fece avanti, entrando nello spazio che separava i vampiri dai licantropi. «Carlisle ha ragione» disse parlando sia a noi che ai lupi «Si azzuffano come bambini. Le cose più importanti da ricordare sono due: primo, non lasciate che vi stringano tra le braccia e, secondo, non cercate di attaccarli in maniera prevedibile. È ciò che si aspettano. Se vi avvicinate di lato e continuate a muovervi, li confonderete e non reagiranno con prontezza. Emmett?»
Emmett si avvicinò a Jasper, con un sorriso stampato sul volto.
Jasper indietreggiò verso i lupi e fece segno ad Emmett di avvicinarsi.
«Ok, inizia, Emmett. È l'esempio migliore per simulare l'attacco di un neonato»
Emmett affilò lo sguardo «Proverò a non romperti nulla» mormorò.
Jasper sorrise «Volevo dire che Emmett fa affidamento sulla sua forza fisica. Ha un modo di attaccare molto diretto. I neonati non adotteranno tecniche sottili. Attaccami nella maniera più semplice, Emmett»
Vero, Emmett fa attacchi diretti, ma sarebbe stupido a non fare affidamento sulla sua forza, con quei muscoli da atleta super dopato che si ritrova... pensai nel mentre che li osservavo.
Jasper indietreggiò ancora, era teso. «Ok, Emmett, prova a prendermi»
Emmett gli corse incontro, ringhiando giocosamente. Sembrava un orso... Jasper non si spostò e riuscì a frenare la corsa di Emmett, lasciando dei solchi nella terra. Poi Emmett riuscì a prenderlo e buttarlo a terra, qualche metro più in là. Jasper si rialzò subito e gli corse incontro. Quando i due furono abbastanza vicini, Jasper schivò un pugno di Emmett e, con qualche passaggio strano, riuscì ad atterarlo.
Emmett si rialzò subito, per riprovare. Questa volta Jasper ci mise di più per battere Emmett. Più di una volta sembrava che Emmett stesse per bloccarlo, ma alla fine prendeva solo l'aria. Poi si bloccò: Jasper lo aveva preso alle spalle, i denti a pochi centimetri dalla sua gola.
Emmett lanciò un'imprecazione.
Dal branco venne un mormorio di approvazione.
«Da capo» insistette Emmett, stavolta senza sorridere.
Ridacchiai, non sapeva proprio perdere.
«Tocca a me» protestò Edward.
Cuccioli... pensai, ridendo del loro litigio banale.
«Tra un minuto» disse Jasper con un ghigno «Prima voglio fare vedere una cosa a Bella». Fece un cenno ad Alice che si alzò in piedi e si avvicinò a lui «So che sei proccupata per lei. Voglio dimostrarti perché non è necessario»
Jasper si mise in posizione d'attacco, intanto Alice rimase immobile, sorridendo tra se e lanciando un'occhiata ingenua ad Emmett.
Sapevo che Jasper non le avrebbe mai fatto del male, però mi stupì di come riuscisse a pensare di attaccarla, anche solo per gioco. Io non ci sarei mai riuscita con Andrea, anche se fosse stato il vampiro, il licantropo o qualsiasi altra cosa più forte al mondo.
Jasper avanzò, poi strisciò alla sua sinistra. Alice chiuse gli occhi. Jasper avanzò a grandi passi in direzione di Alice.
Sorrisi divertita da quel combattimento. Alice riusciva a prevedere ogni minima mossa di Jasper. Lui saltò atterrando alle spalle di lei. Il vampiro provò ad attaccarla ancora, lei continuò a sorridere e a tenere gli occhi chiusi. Alice si muoveva pochissimo: faceva un passo avanti appena Jasper si avvicinava e fece un passo indietro quando lui cercò di afferrarla per la vita.
Alla fine Jasper aumentò la velocità degli attacchi. Stavolta Alice doveva muoversi più velocemente per stare al passo di ogni minimo attacco che il vampiro cercava di usare.
Sembrava che stessero danzando: lei evitava gli attacchi volteggiando e saltando; lui cercava di prenderla ma, proprio prima di toccarla, lei si spostava.
Alice riuscì a schivare per l'ennesima volta un attacco di Jasper, gli salì sulle spalle, scoppiò a ridere e posò le sue labbra sulla sua gola «Preso!» disse e gli baciò la gola.
Bleah, sdolcinatezza al massimo... pensai distogliendo lo sguardo.
Jasper alzò le spalle, sorridendo «Sei davvero un mostriciattolo spaventoso»
I lupi emisero di nuovo un mormorio, stavolta erano intimoriti dalle abilità di Alice.
«È giusto che imparino a rispettarci» bisbigliò Edward divertito. Poi, a voce più alta, aggiunse «Tocca a me»
Alice tornò affianco a Bella «Fico, eh?» le disse molto soddisfatta.
«Molto» rispose la ragazza, senza smettere di guardare Edward.
Alice e Bella iniziarono a parlare di qualcosa, ma non le ascoltai, stavo osservando il finto combattimento.
La lotta tra i due era ad armi pari: Jasper aveva secoli di esperienza alle spalle, ma Edward poteva anticipare tutte le mosse che il fratello pensava e Jasper non era più molto abituato ad agire d'istinto, senza pensare. Si affrontarono più volte, ringhiando, ma nessuno dei due riusciva a superare l'altro.
Alla fine Carlisle si schiarì la voce, Jasper rise e fece un passo indietro, Edward si drizzò e gli sorrise.
«Torniamo al lavoro» disse Jasper «È finita in pareggio»
Tutti quanti i vampiri provarono a fronteggiare Jasper: Carlisle, Rosalie, Esme e di nuovo Emmett. Stranamente chiamò anche me, pur sapendo di avermi già dato delle "lezioni" qualche tempo prima, sarebbero dovute servire per cacciare Victoria. «Sai vero che queste cose le so già?» chiesi avvicinandomi a lui.
«Certo, ma un ripasso non fa mai male» rispose sorridendo e mettendosi in posizione d'attacco «E poi, potrebbe servire ai lupi, visto che non vengono a provare» aggiunse quando mi trasformai.
Ok, era semplice, dovevo leggergli i pensieri con le mosse e riuscire ad atterarlo.
Se, facile a dirsi ma non a farsi... pensai quando rischiai per la seconda volta di essere bloccata.
Era complicato, Jasper era furbo: agiva poco d'istinto, non essendone più abituato, ma a volte pensava una mossa opposta a ciò che faceva. In sintesi: mi confondeva.
Ad un certo punto, mi si lanciò addosso e, per sbaglio, riuscì a fargli uno sgambetto e a farlo rotolare a terra. Sfruttai quel vantaggio cercando di saltargli addosso, ma lui si rialzò più velocemente di me e lo mancai. Ringhiai arrabbiata e cercai di confonderlo girandogli intorno senza un ritmo preciso. Senso orario, veloce, lento, senso antiorario, veloce, senso orario, lento, senso antiorario lentissimo, eccetera eccetera.
Lui mi seguiva con gli occhi, senza mai perdermi di vista e iniziò a confondersi: più di una volta cercò di prendermi, sbagliando brutalmente.
Quando cercò di prendermi con un affondo in avanti, caricando praticamente tutto il peso sulla gamba destra, gli corsi incontro, passai in mezzo alle sue gambe e riuscì a spostargli più indietro la gamba sinistra, in modo che non avesse un appoggio. Jasper perse l'equilibrio, inginocchiandosi e poggiando la mano sinistra a terra. Non persi tempo e gli saltai sulla schiena, posizionando le mie fauci a pochi centimetri dal suo collo, avrei potuto tranciarglielo di netto.
«Ecco, brava, questo è stato un attacco perfetto» disse ridendo.
Ululai di gioia e, forse, lo assordai perché ero ancora su di lui e con il muso vicino al suo collo.
Lui si alzò in piedi, facendomi rotolare a terra.
Mi alzai, scrollandomi la terra e la polvere di dosso, poi zampettai vicino agli altri. Emmett si inginocchiò e allungò una mano, allungai la zampa destra e gli battei il cinque.
Oltre ad Alice ero stata l'unica a sconfiggere Jasper.
Il vampiro era molto bravo come maestro, ci spiegava nuove tecniche, ci incoraggiava e ci segnalava i nostri errori.
Dopo un bel po', Bella iniziò ad essere stanca, Edward la incoraggiò dicendole che avevamo quasi finito e Jasper confermò, poi si rivolse ai lupi, ancora con un tono a disagio: «Domani ci eserciteremo di nuovo e voi siete invitati ad assistere»
«Si» rispose Edward, esprimendo le parole di Sam «Ci saremo». Il vampiro sospirò e ci raggiunse «Il branco pensa che per loro sarebbe importante imparare a riconoscere i nostri odori per evitare di confondersi. Se riusciamo a stare fermi sarà più facile»
«Certo» disse Carlisle a Sam «Come volete»
Alcuni lupi -Jared, Paul, Leah, Collin e Brady- erano molto restii e ringhiarono, opponendosi.
"Anche a me non piace questa situazione, ma dobbiamo adattarci. Sono nostri alleati, anche se non vogliamo. Uccideremo solo quei vampiri intrusi e poi torneremo alla vecchia situazione!" Sentì queste parole dai pensieri di Sam che si era voltato verso il branco, ringhiando ed incurvando lievemente la schiena verso l'alto, con il pelo alzato.
Intanto, il sole, ben nascosto tra le nuvole, iniziò ad illuminare lievemente il cielo ancora un po' scuro.
Sam, il lupo più grosso -entro poco Jacob lo avrebbe superato- e con la pelliccia nera come la notte, era in testa e fu il primo ad avvicinarsi. Si avvicinò a Carlisle che era il primo della fila; Edward controllò ogni minima reazione di Bella, Jasper si irrigidì, non apprezzava i licantropi, Emmett sorrise rilassato, a volte il suo modo di prendere tutto alla leggera era utile.
Sam annusò Carlisle, con una specie di smorfia e poi passò a Jasper. Già, nessuno aveva pensato all'odore disgustoso per i licantropi.
Il branco era un insieme di colori; nero, grigio, marron cioccolato, marrone rossiccio, grigio scuro, grigio pallido ed altri.
Seth, in questo momento, sembrava malfermo sulle zampe, era imbarazzato. Leah, essendo una ragazza, era più bassa di tutti gli altri. Jacob era indifferente e distaccato, come sempre. Gli altri, beh, gli altri erano come sempre, solo schifati dal dover imparare l'odore dei vampiri.

Bella riconobbe Jacob, lui "sorrise" mostrando i denti e lasciando penzolare la lingua da un lato. Superò Alice ed Edward e raggiunse Bella, ignorando gli sguardi degli altri. Lanciò un'occhiata ad Edward e poi si avvicinò a Bella. Si chinó sulle zampe posteriori, in modo da avere il muso all'altezza del viso dell'umana. Lei dimostrò di averlo riconosciuto, chiamandolo per nome; lui fece un ululato felice; lei lo accarezzò sulla testa; Edward guardò Bella, era deluso; Jacob leccò Bella ed ululò; i Cullen, i lupi ed io li guardammo schifati, Sam era abbastanza arrabbiato.
Alla fine i lupi se ne andarono, rimasero solo Quil ed Embry, ad aspettare Jacob. Erano molto ansiosi, non si fidavano dei vampiri.
«Andiamo?» chiese Edward a Bella.
"Come farete con Bella, per la battaglia?" Pensò Jacob.
«Non ho ancora definito tutti i dettagli» rispose Edward.
Jacob fece un ringhio cupo "Non vorrai trasformarla subito. Ricordati il patto, succhiasangue. Potrei stare io con lei"
«È più complicato di quanto tu pensi..»
"Non ti fidi di me?"
«Non ti preoccupare, farò in modo che tutto proceda nel modo migliore»
«Di cosa state parlando?» chiese Bella.
«Di strategie» tagliò corto Edward.
Jacob corse verso la foresta.
«Aspetta» disse Bella, invano «Perché se n'è andato?» chiese irritata.
«Tornerà» rispose Edward «Vuole essere sicuro di parlare da solo con noi»
Jacob tornò poco dopo. Era in forma umana, indossava solo i pantaloncini di jeans sbrindellati. Ci raggiunse aggirando i Cullen che parlavano tranquillamente in disparte. Era solo, però Quil ed Embry continuavano ad osservare i vampiri dal folto del bosco.
«Ok, succhiasangue. Che c'è di così complicato?»
«Devo considerare ogni possibilità» rispose Edward «Che facciamo se qualcuno vi raggiunge?»
Jacob sbuffò «Va bene, allora lasciamola nella riserva. Collin e Brady resteranno comunque di vedetta. Lì Bella sarà al sicuro»
«State parlando di me?» chiese Bella, guardandoli male.
«No, guarda, di un tuo omonimo. Secondo te?» le risposi acidamente, avvicinandomi a loro. Quando voleva sapeva essere proprio stupida.
Le spiegarono tutto: ossia che stavano valutando dove mollarla il giorno della battaglia. Bella chiese perché ed Edward disse che non poteva stare da sola, qualche nemico sarebbe potuto fuggire e cercarla. Io risposi che bastava ucciderli tutti, subito, ma nessuno mi ascoltò, solo Emmett disse che avevo ragione. Bella impallidì e chiese che ne facevano di Charlie, Jacob rispose che sarebbe stato da Billy, tanto era sabato, quindi c'era la partita e Billy sarebbe stato disposto ad uccidere pur di tenerlo al sicuro. Mi misi a ridere a quell'affermazione, mi immaginavo già un Billy infuriato con un fucile in mano che cercava di colpire un vampiro e usava la sedia a rotelle come trincea: lo avrebbe fatto, lo sapevo e avrebbe anche ucciso il vampiro (in qualche modo sconosciuto).
Bella si lamentò per dei biglietti ed Edward le suggerì di darli a qualcun'altro, così lei decise di darli a dei loro amici, in pratica voleva far evaquare la città, stava già pensando a che scuse usare con gli altri.
Jacob propose di rinchiudere Bella a La Push, ma Edward gli fece notare che Bella aveva lasciato il suo odore anche alla riserva, in fondo c'era stata un sacco di volte.
Jacob indicò il profilo est dei Monti Olimpici e propose di nasconderla lì, soprattutto perché c'erano un sacco di nascondigli e licantropi e vampiri ci potevano arrivare facilmente, se necessario. Edward disse che comunque avrebbero seguito o l'odore di Bella o il suo e Jacob si propose di portare lui Bella, nessun vampiro avrebbe seguito l'odore di un licantropo, non si sarebbero mai accorti dell'odore di Bella, essendo così disgustati da quello di Jacob. Edward acconsentì. Dopo qualche momento, Bella acconsentì a farsi prendere in braccio da Jacob per fare una prova. Jacob corse verso il bosco con Bella e tornò poco dopo, Jasper ed Alice arrivarono a qualche secondo di distanza. Entrambi i vampiri confermarono la nostra teoria: se Bella non toccava nulla, lasciando tracce in giro, l'odore di Jacob avrebbe praticamente fatto sparire il suo.
Edward disse che Bella avrebbe lasciato una falsa scia, i neonati l'avrebbero seguita fino alla radura, si sarebbero divisi, una parte sarebbe entrata direttamente nella radura e l'altra sarebbe andata nel bosco, dove i lupi l'avrebbero sorpresa. Edward aveva visto tutto ciò da una visione di Alice ed essa non andava più avanti, a causa dell'aiuto dei licantropi.
Jasper ebbe un'idea geniale che Jacob ed Edward respinsero immediatamente: voleva far andare Bella nella radura dove si sarebbero svolto lo scontro, il suo odore avrebbe fatto impazzire i neonati e sarebbe stato tutto più semplice. Edward lo prese per pazzo e respinse la sua idea, Jacob non si espresse ma si capiva che non gli andava a genio ed Alice gli pestò un piede, per fargli ammettere che era un'idea stupida.
Jasper ed Alice andarono verso gli altri e tutti ricominciarono a giocare/lottare/allenarsi.
Edward difese Jasper dicendo che lui vedeva le cose sotto un punto di vista strategico, ma Jacob sbuffò contrariato da ciò che aveva detto Jasper.
I due, licantropo e vampiro, si erano avvicinati senza accorgersene e parlavano senza insultarsi, stavano ideando una strategia perfetta, insieme. Forse quest'alleanza, dopotutto era possibile...
Edward avrebbe portato Bella qui venerdì pomeriggio, per farle fare la scia. Poi sarebbe arrivato Jacob che avrebbe portato Bella in un posto difficile da raggiungere. Edward avrebbe preso un'altra strada. Jacob lo canzonò, chiedendogli se dovevano lasciarla lì con un cellulare. Edward non aveva idee migliori, ma Jacob si: avrebbe lasciato lì Seth, essendo il più giovane; Collin e Brady sarebbero stati di guardia a La Push, ma Seth non andava molto d'accordo con loro.
«Fatelo combattere, ci sa fare. Mi ha aiutato a separare Collin e Brady» mi lamentai «Non sarà affatto felice di essere escluso quando io posso venire»
«Anche tu dovresti stare a casa» disse Jacob.
«Sognatelo»
«Appunto, anche lui è testardo... puoi stare con..»
«No, Jake, no. Tra tutti voi, escludendo Alice, sono stata l'unica ad atterrare Jasper e già lo avevo fatto qualche tempo fa, al suo compleanno» dissi indicando Bella «Sono riuscita a tenergli testa anche se ero un licantropo da poco. Vi sarò utile»
«Non riuscirai mai a convincerla, è inutile» disse Edward, bloccando le altre ed inutili parole di Jacob.
Quindi, Seth avrebbe fatto da cellulare, tanto essendo trasformato, i suoi pensieri erano collegati ai nostri. Per ora avevamo sperimentato una distanza massima di 500 chilometri, quindi non ci sarebbero stati problemi.
«È una buona idea» ammise Edward riluttante «Mi sentirò meglio se c'è Seth, anche senza la comunicazione istantanea. Non so se riuscirei a lasciare Bella là da sola. Guarda come ci siamo ridotti... Ci tocca fidarci dei licantropi!» aggiunse sorridendo.
«E noi combattiamo con i vampiri, invece che contro di loro» rispose Jacob, imitando il tono disgustato di Edward.
«Beh, voi qualche vampiro di cui occuparvi lo avrete» disse Edward.
«Siamo qui per questo» rispose Jacob, sorridendo.
Sorrisi soddisfatta, secondo me, pian piano stavano diventando amici.

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«Noo! Questo è Emmett, non Jasper!»
«Jared, quello è l'odore di Carlisle»
«No, no, no, Seth: è l'odore di Emmett, vero, Chiara?» Jared era molto cocciuto.
«Un odore vale l'altro, che vi importa?!» rispose Leah, isterica.
Stavo tornando a casa, con i Cullen, mi ero trasformata per poter parlare con gli altri. I lupi erano vicino a La Push e stavano ripassando per gioco gli odori dei vampiri, facendo un'insalata mista.
Ridacchiai. Emm, vieni un attimo? Gli chiesi.
Emmett si fermò e mi aspettò, confuso. Mi diedi lo slancio e posai le zampe anteriori sul suo petto, annusando il suo odore. Poi feci lo stesso con Jasper e con Carlisle. Ovviamente spiegai ciò che stavo facendo e i vampiri, esclusa Rosalie, si misero a ridere, divertiti da quel gioco.
Allora? Chi era chi?
«Lo ammetto, era Carlisle... avevi ragione Seth, bravo» disse Jared.
Avevamo discusso un pochetto della strategia e Seth aveva accettato di fare da cellulare, dopo che glielo avevo chiesto gentilmente io. Poi erano rimasti trasformati per giocare a questo gioco degli odori, invenzione di Seth che azzeccava ogni odore, e mi stavano facendo compagnia. Edward e Bella erano andati via circa mezz'ora prima.

Mi avvicinai a Rosalie ad occhi chiusi ed annusai il suo odore. Chi era? Chiesi, spostandomi da li e aprendo gli occhi dopo un po'.
«

Alice!»
No, Jared.
«Esme!» urlarono insieme tre lupi.
No: Quil, Embry e Paul.
«Si che è Alice» disse Leah che, ogni tanto partecipava.
No, Leah.
«Ovviamente Rosalie» disse Seth.
No.
Collin e Brady si misero d'accordo per dire che era Carlisle.
«Ma se quello di Carlisle era l'odore di prima!» disse Sam «Comunque per me è Esme, stai bluffando»
No, non è Esme.
«Edward?» chiese Jacob.
Jake! Tu dovresti conoscere l'odore di Edward... lo rimproverai.
«Lo so, ma vabbe» rispose lui.
«Raga, siete molto stupidi: è Rosalie, Chiara ha solo mentito»
Giusto, Seth. Dissi ridendo ed entrando in casa.
«Yeah! I'm the best!» urlò saltellando sul posto come una capra rimbecillita e scodinzolando così, a caso.
Mi ritrasformai poco dopo e mi misi a dormire. Ero distrutta, quella era stata una lunga notte.

~~~~~~~~~~

Giovedì pomeriggio, dopo pranzo, Bella era venuta a casa nostra e sarebbe stata da noi fino a sabato sera. Perché? Perché questo era il suo "alibi per la battaglia". In pratica noi andavamo a fare trekking lasciando a casa Alice che aveva invitato Bella per non stare da sola. In realtà giovedì sera i Cullen sarebbero andati a caccia, io sarei andata a dormire da Jacob -non mi serviva cacciare per poter acquistare forze per la battaglia, mi bastava anche il cibo umano- ed Edward e Bella sarebbero stati a casa nostra.
Io avrei preferito dormire a casa di Andrea o da Alexis. Però me ne rimasi buona e andai da Jacob che su tre camere da letto ne usava solo due -una era di Billy e una sua, io avrei dormito in quella delle sorelle-. In realtà anche Seth mi aveva proposto di stare da lui, però lo avrei dovuto costringere a dormire sul divano perché aveva tre camere da letto, una usata da Sue, una da Leah e una da lui e non voleva che io stessi sul divano. Quindi decisi di stare da Jacob perché: Edward mi aveva supplicata in ginocchio -non sto scherzando- di non stare a casa perché voleva chiedere a Bella di sposarlo; era meglio non inventare troppe scuse con "gli umani" perché, si sa, le bugie hanno le gambe corte; Jacob era l'unico "non-umano" che avesse qualche camera libera.
Mi misi a ridacchiare ricordando come Edward mi aveva convinta a dormire fuori quella sera:

Era mattino e stavo uscendo per farmi un giro con Andrea, Brian ed Alexis quando lui mi fermò.
«Chiara, aspetta un attimo»
«Tutto ok, Edward?»
«Ti devo chiedere un immenso favore...»
«Sarebbe?»
«Stasera, quando gli altri escono per cacciare, potresti andare via anche tu? Puoi andare a cacciare, a dormire da chi vuoi, a fare un campeggio, puoi cercare il Bianconiglio e lo Stregatto, qualsiasi cosa tu voglia, ma ti prego, lasciami solo con Bella»
Lo guardai male «Che c'entrano il Bianconiglio e lo Stregatto
«Non lo so, mi è uscita senza pensarci..»
«Perché dovrei lasciarti solo con Bella?»
«Eh eh, Edward, che vuoi fare stasera? Voi due, soli soletti...» chiese Emmett. Sospirai, ah, lui e le sue battute...
«Emmett!» lo rimproverò Edward «Non intendo fare quello che pensi!» poi guardò me «Ti prego...» chiese con un sorrisetto sghembo.
Ridacchiai, volevo dirgli di si, però... mi sentivo cattiva «Cosa faresti per convincermi?»
«Ti pregherei. In ginocchio» posò seriamente il ginocchio destro a terra, congiungendo le mani «Ti prego...» posò anche il ginocchio sinistro a terra «Ti scongiuro...»
Mi misi a ridere «Si, certo, fratellone, fai quello che vuoi..»
Non mi fece neanche finire, si alzò di scatto in piedi e mi abbracciò, sollevandomi senza problema da terra «Grazie!»
«Mollami! Sei congelato!»
Lui si mise a ridere e mi lasciò.
«Però ora mi dici una cosa: perché vuoi casa libera? Vuoi fare una festa dove scorreranno fiumi di alcolici?»
«No. Mi serve un po' di privacy perché... voglio chiedere a Bella di sposarmi»
Sgranai gli occhi, stupita «Wow, grande» dissi allungando una mano. Lui mi battè il cinque.
Vidi l'anello nei suoi pensieri, era davvero molto bello.
«Dai, adesso vai, oppure farai tardi» disse spingendomi verso la porta.
«A questo proposito... qualcuno mi può accompagnare in piazza dai miei amici? Non mi va di andare in forma lupo e dire che ero partita alle nove per essere lì alle dieci...»
«Ti accompagno io» si propose Jasper.
Mi accompagnò in moto e passai l'intera mattinata con i miei amici.

La sera andai da Jacob, fui accolta molto calorosamente da lui e da Billy. Passammo una bella serata e poi andammo tutti a dormire.
La mattina del venerdì l'avevo passata alla spiaggia di La Push, First Beach, con il branco. Più che altro, io chiaccherai con Seth e giocai con Claire, la bambina che aveva fatto avere l'imprinting a Quil.
Tornai a casa giusto per pranzo, anche gli altri tornarono a quell'ora. Chiesi ad Edward, parlandogli con il pensiero, com'era andata con Bella e lui rispose, tutto felice, che lei aveva detto di sì.
Al pomeriggio andai da Andrea, parlammo e scherzammo di diverse cose. Nessuno dei due accennò al fatto che al ballo ci eravamo baciati, ma si sentiva nell'aria che qualcosa fra di noi era cambiato.
Alle 7.00 P.M. dovetti alzarmi. Andrea era seduto sul morbido divano e mi aveva fatto sedere sulle sue gambe; si, una cosa sdolcinata.
«Ci vediamo domani?» chiese abbracciandomi da dietro, bloccandomi, poco prima che raggiungessi la porta.
Rabbrividì a quel contatto, arrossì e mi girai a guardarlo «No, mi spiace... stasera parto con gli altri per andare a fare trekking per il weekend... Emmett ha convinto Carlisle ed Esme ad andare in un posto nuovo e noi dobbiamo seguirlo...»
Mi diede un veloce bacio sulle labbra «Non importa, ci vedremo appena tornerai»
Arrossì, con un mezzo sorriso. «Certo» risposi sbrigativa e mi avvicinai alla porta.
«Ehi, aspetta un attimo» mi disse fermandomi ancora.
Sentì la moto di Jasper arrivare, aspettai che si fermasse qui davanti. «Penso che Jasper sia arrivato, devo andare...»
«Si, si, cinque secondi. Volevo dirti che... sembri agitata, perché?»
«Agitata? Io? No... è solo che... non ci vedremo per qualche giorno... e se poi ti trovi un'altra?» era una scusa pessima...
Lui mi guardò alzando un sopracciglio. Non ci credeva. Smorzò la tensione ridacchiando, aveva capito che non potevo dirglielo. Mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, accarezzandomi la guancia «Tranquilla, penserò solo e soltanto a te...»
«Dovrei fidarmi?» chiesi avvicinandomi un po' di più.
Lui annuì e mi baciò.
Mi allontanai poco dopo, arrossendo ancora. Odiavo arrossire e tutte queste situazioni romantiche che mi facevano arrossire.

Uscì da casa sua e tornai a casa, accompagnata da Jasper che guidava la moto. Le prime volte lo avevo trovato imbarazzante perché, per non perdere l'equilibrio, dovevo praticamente abbracciarlo e... bho, mi sembrava imbarazzante, forse. In più lui poteva cogliere il mio imbarazzo e questo era brutto e peggiorava le cose. E quando scendevo ero congelata, i vampiri erano fin troppo freddi.
«Perché sei tesa? Per la battaglia?» mi chiese quando stavamo per arrivare a casa.
«Si... potrebbe finire male..»
«Non accadrà, non sarà così difficile battere quei neonati»
Annuì poco convinta.
A casa mangiai velocemente, poi andai in camera, presi dei vestiti comodi, un cambio di vestiti che misi in uno zainetto e scesi in salotto. Jasper ed Emmett mi avrebbero accompagnata alla tenda dove Edward stava con Bella, lì vicino doveva esserci anche Jacob. Seth sarebbe arrivato il giorno dopo, dando il cambio a me e a Jake. Perché sti due vampiri mi accompagnavano? Non si fidavano in caso che qualche vampiro fosse arrivato senza che Alice lo vedesse.
Mi trasformai in lupo, Emmett prese il mio zaino leggero.

Corremmo velocemente fino "all'accampamento di Edward".
Ad un certo punto scivolai su di una lastra di ghiaccio. Alice aveva ragione, entro poco ci sarebbe stata una tempesta di neve ed eravamo in estate! Il tempo a Forks era proprio pazzo.
Che forte! Dissi e risaltai sul ghiaccio, pattinando a quattro zampe.
«Ehm... cucciolotta? Dovresti raggiungere la tenda prima che inizi a nevicare...» mi fece notare Emmett.
Mi accompagnarono fino alla tenda, diedi il mio zainetto ad Edward, Jasper ed Emmett tornarono indietro e io mi accoccolai sotto ad un pino.
Non perdete tempo a giocare col ghiaccio. Dissi ai due vampiri che si stavano allontanando. Si misero a ridere e risposero un "certo, tranquilla!"
Scavai una piccola buca e mi arrotoloai dentro di essa, al calduccio.
"Chiara?" Mi chiamò Edward.
Sbadigliai e gli risposi. Che vuoi?!
"Vieni dentro, inizierà a fare più freddo e... mi servi, Bella sta congelando"
Mi alzai ed entrai nella tenda che Edward mi aveva aperto. Era spiacciato il più lontano possibile da Bella che era coperta con un sacco di vestiti e tremava di freddo.
Non riuscì a scaldarla, così Edward acconsentì a far entrare Jacob. Bella si scaldò subito con lui li vicino.
Mi accoccolai vicino ad Edward e mi addormentai, appiccicata a lui al fresco, intanto Edward giocava come un bambino con la mia pelliccia.
Ok che fuori c'era una tempesta e che per Bella faceva un freddo cane, ma faceva troppo caldo per me con un Jacob-versione calorifero dentro quella minuscola tenda.
Jacob ed Edward parlarono a lungo, ma non li ascoltai, ero troppo stanca e il giorno dopo sarebbe stato molto importante e pieno d'azione.

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