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capitolo 33 - finale~

–Che ne dici di.. Megumi?- propose la miko.

–È perfetto, più che appropriato.- disse il mezzodemone sorridendo e stringendo la sua famiglia: Kagome, Inudaiki e la nuova piccola arrivata, Megumi.

10 anni dopo

-Teru-Teru Bouzu, Teru Bouzu,
ashita tenki ni shite o-kure.
Itsuka no yume no sora no you ni
haretara gin no suzu ageyo.

Teru-Teru Bouzu, Teru Bouzu,
ashita tenki ni shite o-kure.
Watashi no negai wo kiita nara
amai osake wo tanto nomasho.

Teru-Teru Bouzu, Teru Bouzu,
ashita tenki ni shite o-kure.
Sore de mo kumotte naitanara sonata no kubi wo chon to kiru zo.*-

Finì di recitare la piccola Megumi, con le mani giunte davanti al manichino appeso e scosso dal vento. Aprì i grandi occhi color dell'ambra e sorrise, mettendo una ciocca di capelli corvini dietro l'orecchio. Alzò la testa quando si sentì chiamare.

-Megumi, vieni a giocare, oggi è il compleanno di tuo fratello!- disse la voce di una persona che conosceva bene.

–Arrivo Kiku!- disse la bambina sorridendogli. Ogni volta che guardava Kiku i suoi occhi si illuminavano, nonostante fosse più grande di lei di due anni.

–Hei Kiku, che stavi facendo? Amoreggiavi con Megumi?- chiese maliziosa una ragazzina. Megumi arrossì.

-C-che cavolo dici Tsubaki!?- balbettò Kiku rosso come un pomodoro. Tsubaki scoppiò a ridere, ma la sua gemella la fermò: -Sorella, perché non pensi ad altro, visto che siamo già in età da marito?- chiese.

–Tsukasa, abbiamo quindici anni, rilassati!- esalò Tsubaki con un gesto della mano.

–Guardate, Inudaiki e Yume stanno discutendo di nuovo!- disse Megumi con voce sottile indicando il fratello e la demone lupo che si urlavano contro.

–Ma è possibile che non stanno tranquilli un attimo quei due?!- sbottò Tsukasa rassegnata.

-Ah ma io so che sotto sotto, nell'abisso, c'è del tenero!- esclamò Tsubaki sognante.

–Si comportano proprio come Inuyasha e Kagome.- disse una donna che teneva per mano una bambina, all'apparenza una mezzodemone.

–Ciao Rin, che piacere vederti! Come sta Emiko**?- chiese Kiku alludendo alla bambina. Rin sorrise.

-Voleva chiedervi se potesse giocare con voi.- disse lei mentre la piccola Emiko si nascondeva dietro la gamba della madre.

–Ma certo! Vieni Emiko, facciamo smettere di litigare a quei due!- disse Tsukasa prendendo la bambina per mano, che sorrise. Tutta la combriccola di bambini andò verso Inudaiki e Yume, e Rin rimase sola, osservandoli da lontano, sempre sorridendo. Poco dopo, dal cielo, scese una figura possente, caratterizzata da una pelliccia posata sulla spalla destra. Il sorriso di Rin divenne più radioso.

-Sesshomaru, finalmente!- disse Rin raggiungendolo con le mani giunte. Il demone sorrise. Da ormai sette anni, da quando era nata Emiko, Sesshomaru tirò fuori tutti i sentimenti sepolti nel suo animo bramoso di potere e imparò presto a far trasparire le proprie emozioni e a sorridere. Ovviamente non troppo, altrimenti non sarebbe più stato Sesshomaru.

–Dov'è Emiko?- chiese all'apparenza laconico.

–Non preoccuparti, sta giocando con gli altri bambini.- disse pacatamente Rin guardandoli nuovamente. Il fatto che Sesshomaru fosse padre, per di più di una mezzodemone, aveva fatto diminuire il suo astio nei confronti di Inuyasha e aveva fatto aumentare la sua compassione, già crescente dopo la battaglia contro Naraku. La bambina era molto simile a Sesshomaru: carnagione pallida, medesimi marchi demoniaci, occhi color dell'ambra e capelli corvini. Aveva ereditato lo stesso carattere chiuso del padre.

–Hei ma questo è... ramen! Inudaiki, mamma ha fatto il ramen!- esclamò Megumi smettendo all'istante di giocare.

–Come diamine hai fatto ad accorgerti dell'odore prima di me?!- sbottò Inudaiki smettendo per un attimo di parlare con Yume.

–Anche se non ho le orecchie come te, ho il fiuto molto più sviluppato del tuo!- replicò Megumi causando l'ilarità della demone lupo.

–Per non parlare di papà!- disse Yume orgogliosa di Koga.

–Per caso qualcuno mi ha chiamato?- domandò una voce divertita.

–Papà!- esclamò felice Yume correndo incontro a Koga.

–Ciao piccola! Bene chiamiamo tutti al rapporto per il ramen di Kagome: Tsubaki, Tsukasa e Kiku?- urlò Koga come se fosse un appello.

–Eccoci!- dissero tutti e tre in coro.

–Inudaiki e Megumi?- urlò nuovamente.

–Presenti!- gridarono a loro volta.

–Yume ed Emiko sono qua... bene! Seguitemi!- urlò Koga con un braccio alzato mentre una folla di bambini urlanti lo seguivano.

-Che bello mamma, hai fatto il ramen!- esclamò Megumi estasiata guardando Kagome che metteva il cibo nelle ciotole.

–Sei proprio come tuo padre, vai pazza per il ramen!- constatò Kagome sorridendo e accarezzandole la testa con fare amorevole. 

–Ma pensi solo a mangiare Megumi?!- chiese Inudaiki scocciato deridendo la sorella.

–Oh sta zitto Inudaiki, a cuccia!- urlò lei mentre il fratello si schiantava a terra. Si rialzò subito, dolorante.

-Ma come ti permetti?! Non ti ci mando anche io solo perché sei una femmina!- precisò Inudaiki offeso, a braccia conserte.

–Su smettetela di litigare.- disse l'unica persona che riusciva a mettere ordine in quella famiglia.

–Papà! Non è giusto, perché difendete sempre Inudaiki?!- chiese la bimba con le lacrime agli occhi. Guardò con astio il fratello e uscì di casa correndo, inoltrandosi nel bosco.

–Megumi!- urlò Inuyasha preoccupato.

–Inudaiki, insomma! Chiedi scusa a tua sorella, immediatamente!- urlò Kagome ammonendo il figlio. Inudaiki abbassò il capo dispiaciuto, mentre i genitori si dirigevano velocemente al di fuori della casetta per cercare la bambina.

–Ah Inudaiki, questa volta l'hai fatta grossa.- disse Tsubaki dandogli qualche pacca sulla spalla. Inudaiki non reagì, cosa davvero molto strana. Yume gli si parò davanti.

-Inudaiki perché non dici nulla?- chiese, facendolo sussultare. La ragazzina lo fissava insistentemente con i suoi occhi verdi e i capelli color ebano che le cadevano sugli occhi.

–Smettila di squadrarmi Yume!- urlò lui arrossendo.

–Ora riconosco il mio Inudaiki!- esclamò la demone lupo sorridendo. Inudaiki sorrise a sua volta.

-Inuyasha, lo senti l'odore di Megumi?!- chiese la miko andando nel panico.

–Niente panico amore, non è lontana.- la rassicurò Inuyasha, continuando ad annusare l'aria.

–Aspettatemi!- urlò qualcuno.

–Inudaiki, cosa ci fai qui?- chiese Inuyasha con le braccia conserte.

–Ecco... Volevo chiedere scusa a Megumi, posso aiutarvi a cercarla?- la miko sorrise e annuì. Finalmente trovarono la piccola vicino a un albero, che piangeva sommessamente. Alzò lo sguardo notandoli.

-Che volete? Andate via!- urlò lei. Inudaiki si avvicinò piano piano alla sorella e le tocco una spalla, facendole alzare lo sguardo. Si abbassò al suo livello e la abbracciò.

-Scusa sorellina, prometto di non insultarti più così.- disse dolcemente Inudaiki. Megumi ricambiò l'abbraccio.

-Grazie fratellone.- disse sorridendo. Si staccarono e Megumi andò davanti ai genitori, abbassando il capo.

–Figlia mia, non è assolutamente vero che noi preferiamo Inudaiki a te.- esalò Kagome.

–Sì ma... lui ha aperto il pozzo per te, io non ho fatto niente.- disse mortificata Megumi.

–Ah quanto ti sbagli.- disse Inuyasha, carezzandole il capo con fare amorevole, scuotendo la testa.

–N-non è così?- chiese la bimba sorpresa, asciugandosi le lacrime.

–Nel settembre di dodici anni fa nacque Inudaiki, tua madre aveva solo diciotto anni. Come ben sai dalla storia che ormai si racconta in ogni villaggio, visto che voi siete dei quarter, il demone Akuma ci perseguitava. Allora tuo fratello, che aveva appena compiuto un anno, lo sconfisse con la sua energia spirituale, ma questo non sarebbe potuto accadere senza il tuo aiuto.- iniziò a raccontare Inuyasha.

–I-il mio aiuto? Ma come, io non ero nemmeno nata.- replicò perplessa Megumi.

–Per l'appunto. Quando eri ancora nel mio grembo, tu tirasti fuori moltissima energia spirituale che si fuse con Inudaiki. Grazie alla tua energia spirituale, tuo fratello sconfisse il demone.- finì di raccontare la miko, rivelando la vera versione dei fatti.

–Dite davvero?- domandò lei chiedendo conferma.

–Certo! Poi quando nel giugno di dieci anni fa nascesti tu, ti mettemmo nome "Megumi", il suo significato descrive perfettamente ciò che hai fatto.- continuò Kagome.

–Una... Benedizione?- chiese la piccola.

–Proprio così.- confermò Inuyasha, sorridendo amorevolmente alla figlia. Megumi sorrise raggiante.

-Vi voglio bene!- disse abbracciando la sua famiglia.

FINE

*Angolo di Terry:

*Teru teru bouzu: canzone che serve per allontanare lo spirito della pioggia, la bambola è fatta di carta o stoffa di colore bianco ed è tradizionalmente diffusa in ambiente rurale, dove veniva appesa dai contadini fuori dalla finestra. Essa fungeva da amuleto per allontanare la pioggia e richiamare il bel tempo.

Traduzione:

Teru Teru Bozu, Teru Bozu,
portami il sole domani
Se il cielo sarà sereno come lo sogno
ti regalerò un campanello dorato.

Teru Teru Bozu, Teru Bozu,
portami il sole domani
Se ascolterai le mie preghiere
ti donerò del sake dolce

Teru Teru Bozu, Teru Bozu,
portami il sole domani
Se sarà nuvoloso ti staccherò la testa.

**Emiko: Bambina sorridente

OKAY A ME LA PAROLA FINE FA GIÀ VENIRE LA DEPRESSIONE.

Non dico più niente, tutto ciò che ho da dire ci sarà nel prossimo capitolo "Com'è nata questa storia e ringraziamenti."

See you soon!

Terry

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