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capitolo 18

Sota posò la lettera e si recò nella stanza per cenare.

-Ehi Sango!- chiamò Kagome vedendola camminare per il villaggio con Kiku.

–Ciao Kagome! Mi cercavi?- chiese prendendo il bimbo in braccio.

–In effetti sì, avrei bisogno di te. Potremmo parlare in un posto più appartato?- chiese.

–Certo, vieni andiamo al parco.- disse Sango accompagnandola. Il parco era quell'area dove i bambini giocavano tutti insieme, all'esterno del tempio. Da quando avevano sentito da Kagome com'era fatto nella sua epoca, gli abitanti non resistettero e decisero di chiamare quell'area "parco". Esattamente fuori dal tempio c'erano degli scalini in marmo su cui Kagome e Sango si sedevano per parlare tra amiche. Anche se entrambe avevano una famiglia ed avevamo molti impegni, il tempo per parlare come una volta non mancava.

–Allora, cos'hai da dirmi Kagome?- chiese Sango curiosa.

–Beh sai, tra una settimana è il primo compleanno di Inudaiki e pensavo di fargli qualcosa di speciale.- disse la miko afferrando Kiku che stava per cadere a terra.

–Qualcosa di speciale? Non ho idea di cosa sia, ma contaci che ti aiuterò!- disse Sango.

–Grazie Sango! Sai nella mia epoca si festeggia l'anniversario della propria nascita, chiamato comunemente compleanno, e visto che questo è il primo che festeggia volevo fargli una sorpresa.- rise la miko.

–Non è una cattiva idea, ma Inuyasha?- domandò perplessa la sterminatrice.

–È proprio qui il bello, anche per Inuyasha sarà una sorpresa!- esclamò Kagome contenta e soddisfatta della sua idea.

–E brava la nostra Kagome, cos'hai in mente?- chiese Sango con un sorriso sornione.

–Ecco questa è la mia idea...- bisbigliò la miko cominciando a raccontare il piano della festa.

-Inuyasha!- chiamò Kagome il giorno dopo. Corse verso la sua direzione con Inudaiki e si fermò davanti a lui.

–Finalmente ti ho trovato!- esclamò lei con il fiatone. Il mezzodemone la guardò perplesso.

–E non guardarmi così! Devo chiederti una cosa!- disse Kagome innervosita.

–Dimmi allora, sono tutt'orecchie.- disse Inuyasha muovendole. Kagome trattenne a stento un attacco di risa.

–Ti va di portare Inudaiki in giro? Insomma in tutto questo tempo ha visto solo il villaggio Musashi.- disse porgendoglielo.

–V-va bene.- disse sempre più spaesato Inuyasha.

–Allora ciao piccolino! Inuyasha fai attenzione.- disse raccomandandolo.

–Sì sì certo mammina.- disse Inuyasha ridendo. Si aprì la veste e ci appoggiò il bambino, lo avvolse e lo strinse a sé, in modo che non fosse esposto ai pericoli.

–Bene ora... partiamo!- esclamò il mezzodemone cominciando a correre. Kagome li salutò da lontano sventolando un braccio. Rimise giù lentamente il braccio e sorrise. Poi si girò e batté le mani: "E ora al lavoro!"

Inuyasha stava correndo e saltando velocemente alla ricerca di villaggi di sua conoscenza, ma senza risultati. All'improvviso il pargolo cominciò a piangere.

-Su piccolino sto andando molto più piano del dovuto solo perché ci sei tu, chiedi a tua madre come sono i miei veri salti!- esclamò cercando di sovrastare il vento. Inudaiki parve calmarsi un poco ma continuò a piangere.

–Ma insomma che ti prende adesso?!- chiese Inuyasha ma spalancò gli occhi accorgendosi che, senza rendersene conto, era finito nel villaggio del covo degli Yakikomori. Sorrise al ricordo di quella battaglia per potenziare Tessaiga e di come fu soddisfatto ad aver conosciuto Shiori, la piccola mezzodemone figlia di Tsukuyomaru e Shizu. Decise di scendere e farci un salto, ma appena atterrò, vide la piccola che veniva maltrattata dai bambini del villaggio suoi coetanei. Vedendo che non accennavano a fermarsi, decise di intervenire, anche se aveva dubbi su quanto potesse essere credibile un omone con in braccio un bambino piangente. –Ehi voi!- esclamò. I bambini si girarono sprezzanti e interruppero ciò che stavano facendo.

-Guardate quel mezzodemone, cos'è quel coso che ha in braccio?!- chiesero sarcastici deridendolo. Inuyasha cercò di rimanere calmo e alzò un sopracciglio.

-Sapete non mi piace spaventare i bambini, quindi, se non volete un trauma, vi conviene andarvene dalle vostre mamme e lasciare in pace la piccola Shiori.- disse iniziando a perdere la pazienza.

-E a dircelo dovrebbe essere un tipo che non riesce nemmeno a far smettere di piangere un bambino?!- chiese il più grande tra loro, quello che capitanava tutto. Avrà avuto sì e no quindici o sedici anni. Inudaiki sentendo le parole del ragazzo si bloccò subito e smise di piangere. Per quanto piccolo, doveva aver capito la situazione. Il mezzodemone sorrise soddisfatto.

-Bene ora vi sarei grato se vi toglieste.- disse Inuyasha muovendo le orecchie e mettendo una mano su Tessaiga. Il ragazzo si spaventò.

-Ritirataaa!- urlò incitando gli altri bambini a scappare a gambe levate. Inudaiki riattaccò a piangere. Inuyasha si inginocchiò vicino alla bambina che si rialzò a fatica.

–Stai bene Shiori?- chiese tendendo una mano e con l'altra tenere Inudaiki stretto a sé ancora nella sua veste. La bambina annuì e prese la mano, così da aiutarsi ad alzarsi.

–M-ma tu sei...- mormorò Shiori sbigottita.

–Sei il fratellone Inuyasha, colui che ci ha salvate!- esclamò Shiori abbracciandolo. Il mezzodemone mise una mano sulla testa della bambina e la accarezzò amorevolmente.

–Anche io sono felice di vederti.- disse sorridendo.

–Vieni ti porto dalla mamma, sarà felice di rivederti!- disse la bambina prendendogli la mano. Arrivarono a una piccola casetta isolata, l'abitazione di Shiori e Shizu.

–Mamma!- chiamò la bambina entrando. Shizu stava ravvivando il fuoco.

–Guarda chi ti ho portato.- disse indicando Inuyasha. Appena Shizu lo vide spalancò gli occhi, ma su cui si focalizzò di più fu su quel piccolo pargoletto che teneva stretto tra le braccia.

–Salve Inuyasha, che gioia rivedervi dopo tutto questo tempo.- disse Shizu sorridendo.

–Il piacere è mio signora Shizu.– sorrise a suo volta.

–Sbaglio o tre quattro anni fa non mi pareva che avessi tra le braccia un bambino?- chiese la donna sapendo già la risposta. Shiori lo guardava senza capire.

–Ah lui! Inudaiki è mio figlio.- disse togliendolo finalmente dalla veste. Fatto ciò, le due videro le due piccole orecchie grigie del bambino e ne rimasero incantate.

–E già, proprio un grande splendore!- disse Shizu alludendo al nome.

–Sì l'ha scelto Kagome il nome.- disse il mezzodemone.

–Oh quindi è lei la sua mamma?- chiese –Shiori sorpresa. Inuyasha annuì. Inudaiki ricominciò a piangere più forte e Inuyasha provò a cullarlo.

-Oh e cosa gli prende adesso?!- si chiese esasperato.

–Prova a dargli questa.- disse la donna dandogli un barattolo. Purea di mele, Inuyasha lo riconobbe dall'odore. A quanto pare lo riconobbe anche Inudaiki, visto che si protese per mangiarla. Vicino al barattolo c'era un bastoncino di legno allargato in fondo e con una piccola concavità. Se lì ci fosse stata Kagome l'avrebbe chiamato cucchiaino. Inuyasha cominciò a imboccare il figlio che sporcava dappertutto e si scusava di continuo, ma le due fecero finta di niente. Arrivò il momento di andarsene e il mezzodemone si caricò Inudaiki.

–Bene è già il tramonto, è ora che io vada, a presto piccola.- disse Inuyasha poggiando una mano sulla testa di Shiori sorridendo. Lei ricambiò e Inuyasha cominciò a correre.

–Torna a trovarci, magari con Kagome!!- urlò Shiori muovendo la manina per salutarlo.

–Contaci!- esclamò Inuyasha che era già lontano.

Cinque giorni dopo, compleanno di Inudaiki

Era mattina ma Kagome si svegliò prima del solito. Inuyasha a momenti sarebbe partito in uno dei suoi soliti esorcismi con Miroku. La miko uscì dalla casa e lo vide parlottare con il monaco. Alla fine se ne andarono e lei potè stare sola con Sango. "Tutto procede secondo i piani." Pensò Kagome soddisfatta. Andò nel villaggio e vide come procedevano i preparativi. Si preparò una lista.

-Mmmh, allora, cartellone fatto, tavolata fatta, invitati a posto, cibo e bevande okay, candela c'è, torta...- disse Kagome facendo mente locale, poi si bloccò.

-Cavolo la torta!- disse picchiettando la mano sulla fronte. Completamente dimenticata, c'era da aspettarselo. Corse in cucina e, con tutte le doti di pasticcera che era riuscita ad acquisire, cercò di preparare una torta aiutata da Sango. Alla fine non era la torta più bella che avesse mai visto, ma il risultato le piacque molto. Sorrise. Quel pomeriggio ci sarebbe stato il primo compleanno di Inudaiki.

Il momento della festa arrivò e Inudaiki fu dato ad Inuyasha, così sarebbero entrati insieme.

–Papàà!- esclamò il piccolo portando le mani in avanti. Lui sorrise: la sua prima parola era stata mamma, ma imparò in poco tempo a dire papà. Parlava poco, ma quando lo diceva era sempre motivo di fortissimo orgoglio. Entrò al centro del villaggio e quello che vide lo fece rimanere spiazzato: un'enorme tavolata con seduti tutti gli abitanti del villaggio, un enorme cartellone di cui capì solo il nome Inudaiki e tanto, tanto cibo.

–Buon compleanno Inudaiki!- esclamò Kagome avvicinandosi.

–E buon compleanno anche a noi, è un anno che siamo genitori.- bisbigliò la miko nell'orecchio di Inuyasha. Lui sorrise e si sedette al suo posto, ma non aveva calcolato che vicino a lui ci sarebbe stato suo fratello.

–Ciao anche a te Sesshomaru.- disse sarcastico Inuyasha sedendosi. Come se non bastasse c'erano Koga, Ayame, Yume, Kohaku e Shippo. Quella canaglia di volpino che non si faceva mai vedere. Mangiarono tranquillamente e Inuyasha mise a terra Inudaiki per farlo gattonare un po', magari facendolo giocare anche un po' con Yume. All'improvviso Inuyasha si sentì chiamare, si girò e vide una cosa bellissima: Inudaiki si stava alzando in piedi, anche Kagome stava guardando stupita ed emozionata. Stava camminando! I primi passi!

–Inudaiki vieni qui, vieni da papà!- esclamò Inuyasha mettendo le mani davanti a sé. Attirò l'attenzione di Sesshomaru che non potè fare a meno di stupirsi. Inudaiki si buttò letteralmente tra le braccia del padre e rise. Dopo questo piacevolissimo evento fu il momento della torta.

–Ho provato a fare una torta di mele con nocciole, l'ho fatta all'ultimo momento.- disse picchiettandosi la testa. Sango mise la candela e la accese. Si levò un coro di una canzoncina di auguri che Kagome aveva insegnato al villaggio e, tutti e tre, soffiarono sulla candelina.

Si fece sera e Kagome passò davanti all'albero sacro. Vide comparire un foglio.

–Oh una lettera.- mormorò Kagome iniziando a leggere.

*Angolo di Terry:

Eeeeccomi qua! No non vi ho abbandonati traaaanquilli. Ecco a voi il diciottesimo capitolo con Shiori, a cui mi sono affezionata tantissimo.

Comunque ho deciso di mettere un angolo della pubblicità. Le prime storie che pubblicizzo sono:

La donna che amò Sesshomaru di @farina9812

La lunghezza dell'eternità di @inuyasha320

So che non erano richieste ma mi piacciono talmente tanto che non ho resistito. Se volete che pubblicizzi anche le vostre storie ditemi il titolo nei commenti che nel prossimo capitolo li metterò nell'angolo pubblicità.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e alla prossima! :)

Terry

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