2.1
Un altro giorno è iniziato, dovrei andare a scuola, ma non ci vado, non ne ho bisogno.
Sta mattina vado al solito capannone abbandonato insieme ai miei amici.
Quindi prendo la moto e vado.
Che bella la mia moto, è molto costosa e arriva a velocità inimmaginabili. Sono davvero felice di averla, forse è stato il regalo più utile che i miei genitori mi abbiano mai fatto.
Mi regalano sempre gioielli e vestiti ma io non li voglio.
La mia famiglia è ricca da far schifo, e purtroppo per questo le persone mi giudicano.
Tutti vogliono avere un buon rapporto con me solo per ottenere dei favori.
Gli unici amici di cui mi fido sono quelli con cui esco tutto i giorni. Saranno anche un branco di teppisti senza futuro, ma almeno con loro mi sento veramente vivo.
Sono arrivato, non che ci abbia messo tanto, non capisco proprio a cosa servono i limiti di velocità, mi rallenterebbero soltanto.
Oggi un mio compare ha fatto una strana proposta, ci ha portato delle armi e ci ha chiesto di aiutarlo a fare una rapina in una villa di anziani pieni di soldi, un colpo rischioso ma che di sicuro gli avrebbe cambiato la vita.
Siamo davanti all'ingresso della casa e senbra non esserci nessuno. Entriamo e guardiamo un po' in giro prendendo tutto ciò che ci sembra di valore.
Ad un certo punto mi giro e vedo che siamo rimasti solo in tre, che strano, e gli altri che fine hanno fatto? Non importa.
Mentre usciamo intravedo un capanno degli attrezzi con la porta aperta, all'interno c'è una persona con dei computer e una videocamera.
Aspetta un attimo, mi sta filmando?
E se avesse chiamato la polizia?
Neanche il tempo di finire di farmi quella domanda che arrivano 5 auto della polizia, i miei amici hanno un piano perfetto per scappare, e io mi offro per distrarre i poliziotti.
Sono tutti davanti a me, sono in 10 contro uno, sto tremando, prendo la pistola e la punto su uno di loro, spero non notino che ho paura.
Gli dico che se mi lasceranno andare non sparerò a nessuno, ma non sembra importargli. Nessuno di loro si muove dal punto in cui si trova, l'unica cosa che cambia è che adesso tutti hanno in mano delle pistole e sono tutte rivolte verso di me.
È la fine? Che importa, a nessuno importerà credo.
I miei genitori non mi hanno mai voluto bene. Per loro ero solo un giocattolo da accudire di cui presto si sono stancati, non erano mai a casa e non si interessavano di quello che facevo.
Tutte le persone intorno a me erano gentili, ma ho presto capito che lo facevano solo per guadagnarsi il mio affetto nella speranza di ottenere qualcosa in cambio.
Poi ho incontrato un ragazzo più grande di me di un anno, mi ha presentato i suoi amici e presto sono diventato uno di loro.
Ho iniziato ubriacandomi la notte in loro compagnia, poi mi sono fatto regalare la moto, dopo mi hanno convinto a provare le droghe, e alla fine mi hanno coinvolto in tutti i loro crimini.
Loro erano come una famiglia per me, gli unici che mi hanno fatto sentire la libertà.
Non mi è piaciuto rivivere per un istante la mia infanzia, ma quell'istante è bastato a distrarmi.
Alzo lo sguardo solo per sentire quel improvviso bruciore alla fronte, poi il bruciore è diventato un dolore fulminante, come se una saetta mi stesse trafiggendo.
Quel botto seguito dal suono delle ossa che si sgretolano.
Questi sono di sicuro i secondi peggiori che io abbia mai passato, la più grande sofferenza che si possa provare, una sensazione inimmaginabile.
Ma c'è qualcuno davanti a me, sono certo che prima non c'era. Non riesco a trattenere l'irrefrenabile impulso di correre verso di lui.
Ma come faccio ad essere in piedi? Pochi istanti fa ero al suolo in una pozza di sangue ed adesso mi muovo senza neanche sentire il peso che mi sono sempre portato appresso.
Non voglio morire, il mio sguardo chiede aiuto ma nessuno me lo può dare, sono davvero patetico.
Ma quello che volevo in fondo non era la libertà? Adesso che sono morto l'ho finalmente raggiunta.
Mi sarei potuto salvare.
Ma non ci sono riuscito.
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