1.
Will Herondale si risvegliò, in un letto che non era il suo. Sapeva che era a capo dell'istituto di Londra, sapeva com'era fatto il suo letto. E quello non era il suo letto.
Si mise seduto e si guardò in giro.
-bentornato- disse una voce. Will si alzò di scatto e guardò un ragazzo con gli occhi come i gatti.
Un balenio di felicità comparve negli occhi di Will.
-Magnus- disse.
-in persona, vecchio mio- rispose Magnus Bane, un vecchio amico di Will.
-Dov'è?- disse ad un tratto il ragazzo.
Magnus gli mise le mani sulle spalle, come se volesse confortarlo...o tenerlo fermo.
-Will...torna a letto. Sarai stanco- disse lo stregone.
I lineamenti del viso e lo sguardo di Will si indurirono.
-Dov'è?- ripeté una seconda volta. Non c'era bisogno che Will continuasse la frase. Magnus sapeva che stava parlando di Tessa.
Will pensava, voleva, vedeva ed amava più di chiunque altro Tessa Gray.
Ma Magnus non poteva dirglielo.
Non poteva dirgli che Tessa adesso sembrava felice con Jem. Il parabatai di Will, che era tornato ad essere uno shadowhunter.
Non poteva dirgli che non si trovava più a Londra.
Non poteva dirgli che non era più nella sua epoca.
Non poteva.
-non è qui- Magnus pronunciò quelle parole con estrema lentezza. Vedeva Will incupirsi sempre di più.
-Ah.- fu l'unica cosa che Will disse.
Magnus sapeva che con quelle semplici tre parole aveva reso Will più cupo e distante. Probabilmente stava pensando a Tessa.
"Tess" pensò Will mentre si domandava dov'era. Magnus non gli avrebbe mai mentito, ma il suo 'non è qui' sottintendeva che non era in quella casa. Che non era nelle vicinanze.
La sua Tess l'aveva abbandonato?
"Buon dio, Tessa non lo farebbe mai" pensò Will mentre giocava distrattamente con l'anello degli Herondale. Solo allora parve accorgersi che quella non era nemmeno la sua stanza. Era una stanza dai colori vivaci e alcuni vestiti erano sparsi per la stanza.
Magnus spinse Will sul letto usando la Magia. Lui non si oppose.
Doveva avvisare qualcuno.
Aveva trovato Will all'entrata del suo loft. Vestito come nel 1800.
Di nuovo giovane. Ad occhio e croce Magnus decise che Will doveva avere all'incirca 19 anni.
Non sapeva come mai Will era lì. Insomma lui...
Lui era morto.
Magnus rabbrividì.
Will fissava Magnus, aspettando delle risposte.
Magnus sospirò e si sedette vicino a lui.
-siamo nel 2012- disse per rompere il silenzio.
Will continuava a guardarlo. Il suo viso era una maschera impenetrabile. Gli occhi erano di un blu scurissimo, come un mare in tempesta ed era immobile, come se fosse diventato di ghiaccio.
Forse lo era.
-ora sei nel mio loft, a Brooklyn. Il mondo è cambiato tanto da quando- -
Iniziò Magnus ma, con sua grande sorpresa Will lo fermò.
-Jem?- disse.
"Non puoi mentirgli" pensò Magnus e poi sospirò piano.
-Jem Carstairs si trova a Londra. ed è in perfetta salute.- rispose Magnus, cauto.
Accadde quello che Magnus aveva immaginato.
Un barlume di rabbia comparve nei suoi occhi. -Queste sono fandonie! Sono stato calunniato da te, Magnus Bane. Come ti permetti di illudermi così?- urlò Will e si alzò dal letto iniziando a camminare nervosamente per la stanza e lanciò alcuni oggetti. Magnus, con molta pazienza e con un po' di magia, salvò gli oggetti appena in tempo.
-non è una menzogna William- disse lo stregone e schioccò le dita, immobilizzando Will con un incantesimo.
Will lo guardava e gli urlava cose scortesi e Magnus avrebbe voluto portarlo da Jem e fargli vedere che lui era lì e stava bene. Solo che se c'era Jem c'era anche Tessa.
-hanno trovato la cura per la malattia del tuo parabatai- disse Magnus e Will si bloccò. Diventò pallido -più pallido di com'era già adesso- e quando parlò sembrava quasi vulnerabile.
-La...la cura è stata trovata- mormorò lui al settimo cielo.
Ma la sua felicità scomparve cosi velocemente che a Magnus si spezzò il cuore nel vederlo così tormentato.
-menzogne...lui è un fratello silente. Tende ad essere una cosa permanente.- sussurrò Will.
-È stato un tuo discendente, Jace Herondale- e così Magnus iniziò a raccontargli di come Jem aveva trovato la cura.
-e così il fuoco celeste era la cura- mormorò Will.
Magnus annuì.
-perché non vuoi dirmi dov'è Tessa?-
Insistette Will guardando Magnus.
-Tessa...è con Jem- rispose Magnus con finta noncuranza.
Will non sembrò preoccupato. Alzò le spalle. -e...? Dove sono?-
-Jem e Tessa stanno insieme, adesso- continuò Magnus e Will si irrigidì, ma poi tornò ad essere serio e a tenere la sua maschera impenetrabile.
-bene. Meritano di essere felici- disse Will con lentezza esagerata.
Stava incassando il colpo in silenzio.
Non avrebbe più potuto dire 'la mia Tess' o anche solo 'Tess'. I suoi sentimenti non erano cambiati. Non sarebbero mai più cambiati.
-Sono a Londra perché...perché tra poche settimane è il giorno in cui sei morto, Will.-
Le gambe di Will cedettero. A quanto pare Magnus aveva già annullato l'incantesimo che rendeva Will immobile come una statua.
A quel punto ricordò.
Tutti gli anni di matrimonio con Tessa. James e Lucie.
Ricordò di morire.
Si passò una mano sulla faccia, e la domanda che fece prima di vedere di nuovo fu
-cosa ci faccio qui?-
Magnus prese Will in braccio e lo adagiò di nuovo sul letto.
-me lo sto chiedendo anch'io- sussurrò Magnus mentre usciva dalla stanza e chiamava Catarina Loss, una sua vecchia amica.
-Pronto?- disse Catarina all'altro capo del telefono. Se ne stava seduta sul divano, intenta a rilassarsi dopo un lungo turno di lavoro all'ospedale.
Aveva un incantesimo che le permetteva di sembrare normale agli occhi dei mondani. Ogni stregone ha un segno di riconoscimento. Il segno di Magnus erano gli occhi da gatto. Catarina invece aveva la pelle completamente blu e i capelli bianchi.
-Cosa si fa quando una persona morta a tornare in vita senza che essa sia stregata? Cioè...la sto vedendo ora- mormorò Magnus per non farsi sentire da Will che se ne stava in camera. "Probabilmente dorme" pensò Magnus.
-dipende- rispose Catarina mentre si versava il caffè in una tazza.
-da...?- chiese Magnus. Catarina gli avrebbe dato una risposta.
-da quanto hai bevuto- rispose invece lei, e Magnus la sentì ridere di gusto.
-non divertente e non ho bevuto. Will Herondale è qui- disse Magnus in modo così serio che Catarina smise di ridere.
-non è possibile...- bisbigliò Catarina.
-è qui! E chiede di Tessa ma...- a Magnus si spezzò il cuore un'altra volta.
-...Gli hai detto che ora Tessa sta con Jem?- disse Catarina dopo aver sorseggiato il caffè.
-sì...ma ora che devo fare, Catarina? Non posso tener nascosto Will per sempre.- Magnus parlava così velocemente che Catarina faticava a comprenderlo.
Magnus sbiancò. -sono parabatai. Jem e Will dovrebbero sentire la presenza l'uno dell'altro.-
Catarina rimase in silenzio.
In effetti non ci aveva pensato.
Perché Will era tornato in vita?
Questa era la domanda a cui stava pensando Catarina.
Dopo un tempo che parve infinito, in cui né Magnus né Catarina parlarono, Catarina disse.
-non puoi tenere William nascosto. Jem se ne accorgerebbe. Sentirebbe che il suo Parabatai è vivo...e Tessa merita di sapere William è vivo. E Will merita di essere felice, di stare con Jem e con Tessa. Merita un'altra vita, Magnus.-
Anche se Catarina non poteva vederlo, Magnus annuì.
-lo manderò a Londra, ho sentito che Jem e Tessa sono lì. Ma prima devo insegnargli qualcosa. Non so tipo...qualcosa che riguarda i libri...la TV...ehm...il telefono- Disse tornando a guardare la camera in cui dormiva Will.
-secondo te come reagirà?- domandò di punto in bianco Catarina.
-stai parlando di Tessa, Vero? Come si reagisce quando la persona che hai amato per tutta la vita si rifacesse viva dopo tutti gli anni passati senza di essa? Come può stare? Lei li ama tutti e due, Catarina. Questo è evidente.
È giunto il momento per stessa di Scegliere una volta per tutte.- disse Magnus, e con quelle parole terminò la chiamata tornando in camera di Will.
Will si svegliò alcune ore dopo. Magnus aveva fatto apparire una TV e dei libri contemporanei per spiegargli la situazione di quell'epoca.
-ben svegliato- disse Magnus guardandolo con aria grave.
Will era bianco e sudava freddo.
-non...non è un sogno, vero?- mormorò Will.
Magnus scosse il capo e Will annuì.
Si mise seduto e guardava la TV.
-quello cos'è...?- iniziò a chiedere Will ma Magnus lo fermò.
- adesso imparerai cose su questa epoca- disse Magnus.
-poi rivedrò Jem e Tessa?- domandò Will accennando un sorriso.
-naturalmente- promise Magnus.
Magnus spiegò a Will il minimo ed indispensabile per sopravvivere nella nuova epoca. Gli fece vedere dei programmi televisivi e gli fece leggere tanti libri.
-quindi Cos'hai capito del libro che hai letto?- domandò Magnus. Era seduto su una poltrona in pelle e si stava massaggiando le tempie.
-ho capito che odio Capitol City. E che esistono dei libri che parlando di dimensioni parallele e così via. Ora posso andare da Tessa?- disse Will.
Magnus alzò gli occhi al cielo. Non perché Will avesse detto qualcosa di sbagliato, ma per il semplice fatto che alternava ogni volta le domande 'ora posso andare da Jem?' Oppure 'posso andare da Tessa?'.
Secondo Magnus, Will non era ancora pronto. Non era pronto per vedere Tessa. Jem sì, ma non Tessa.
Non avrebbe più potuto comportarsi come si comportava prima.
Probabilmente, tra i tre ragazzi ci sarebbe stato dell' imbarazzo. Non subito, ma ci sarebbe stato.
Magnus scosse la testa per rimuovere quei pensieri e riaprì gli occhi, che teneva chiusi per la stanchezza e lo stress di quei giorni.
Will era diverso.
Infatti il ragazzo era pallido come un cencio, aveva le rune sbiadite e gli occhi erano cerchiati da profonde occhiaie.
Era freddo come il ghiaccio. Freddo come un morto.
Era sempre stato un bel ragazzo, e lo era anche adesso. Ma sembrava svuotato, come se le sue emozioni fossero state in qualche modo attutite. Non cancellate, perché quando si parlava di Tessa, negli occhi di Will si accendeva una luce, ma -Will non l'aveva mai detto- Magnus sapeva che a Will faceva male parlare di lei.
Solo quando faceva quella domanda 'ora posso andare da Tessa?' Pronunciava il suo nome.
-non ancora- disse Magnus.
Will non parlò per settimane. Se ne stava lì sul letto a leggere, non toccava quasi mai cibo e dormiva pochissimo. Lui non sembrava accorgersene.
Una delle tante cose che Magnus aveva notato era che alcune rune di Will stavano tornando del loro colorito normale. La runa parabatai era grigia. L'altra settimana invece Era quasi trasparente. Will non sembrava arrabbiato ma ormai non aveva altra scelta.
-ora puoi andare da Tessa- rispose Magnus. Era inutile tenerlo lì se lui non voleva. E avere un Will Herondale contro di te non è una bella cosa.
Magnus guardò Will.
Aveva di nuovo quella scintilla nello sguardo che fece capire a Magnus che Will era felice.
Il ragazzo si alzò un po' goffamente e si mise dei vestiti che Magnus gli aveva dato. Erano delle cose molto semplici: una camicia bianca e dei pantaloni neri. Will si guardò allo specchio. Non sentiva più il bisogno di parlare, bere o mangiare. Aveva delle profonde occhiaie anche se lui dormiva per tanto tempo. Era pallido, nemmeno una runa di guarigione era riuscita a fare a fargli sparire le occhiaie e il vuoto che sentiva dentro il suo petto.
Forse era perché sentiva la mancanza di Tessa.
Si mese le mani in tasca e si lasciò accompagnare fino al punto in cui aveva aperto un portale.
Will non parlò.
Magnus gli spiegò per la millesima volta che doveva essere prudente perché sarebbe stato uno shock per Tessa e per Jem rivederlo.
Il ragazzo annuì e dopo che Magnus l'aveva stretto in un abbraccio, Will pensò all'istituto di Londra ed oltrepassò il portale.
Gli oggetti tremarono un po', segno che qualcuno era arrivato all'istituto tramite un portale.
Tessa Gray, seduta per terra nella stanza della musica e con un libro sulle ginocchia, non sentì quel tremolio.
Stava ascoltando la musica che Jem stava suonando per lei. Era una composizione triste e lenta. Parlava di un fratello e un marito perduti.
Jem era girato di schiena, completamente assorto nella sua musica.
Nessuno dei due vide Will che stava sulla porta della sala. Se ne stava appoggiato contro lo stipite della porta, le braccia erano incrociate al petto. Continuava a guardare Tessa,incapace di spostare lo sguardo.
Si costrinse a distogliere lo sguardo. Ora non poteva più guardarla come avrebbe voluto.
-Che caldo benvenuto. Accolto con una musica da funerale. Che mortorio- disse Will in modo sarcastico. La sua voce era arrochita per via delle settimane passate senza parlare.
Jem sentendolo sbagliò le note provocando così dei suoni striduli e gli cadde perfino l'archetto.
Tessa era impietrita. Guardava dritta davanti a sé avendo riconosciuto la voce di quello che una volta aveva chiamato 'il mio Will'.
La ragazza mise giù il libro e alzò lo sguardo guardando Jem che si girava verso Will.
I due ragazzi si guardarono. Jem era diventato pallido, ma meno di Will. Non si preoccupò di recuperare l'archetto caduto per terra, su un tappeto che Will non aveva mai visto.
Nessuno dei due osò parlare.
Will si sentiva stranamente vuoto. Era felice di rivedere Jem. Ma si sentiva distante...lontano.
Anche Tessa si girò e guardava Will con gli occhi lucidi. Will la guardò e fece appena in tempo a mettere le mani lungo i fianchi prima che Tessa gli si buttasse addosso. Barcollò all'indietro ma non riuscì a ricambiare l'abbraccio. Tessa si era stretta contro di lui e premeva il viso contro il suo petto. Will invece continuava a tenere le mani lungo i fianchi. Strinse talmente tanto le mani a pugni che le nocche gli diventarono bianche.
Tessa sentiva il corpo freddissimo di Will contro il suo. Non gli importava. Alzò lo sguardo e lo guardò negli occhi. Aveva le occhiaie molto marcate, il viso era pallido come un cencio. Ma gli occhi erano sempre di Will. Erano così vicini che Tessa riusciva a sentire il cuore di Will, calmo e regolare, contro il suo che batteva all'impazzata.
Lui non le parlò. Non si mosse. La guardò soltanto.
-Will?- sussurrò Tessa continuando a guardarlo.
Will si limitò a staccarla da sé e a guardarla.
Che gli stava succedendo?
Si ricordava che aveva amato Tessa e che l'amava ancora. Ma ora, guardandola, non sentiva più niente.
Tessa iniziò a piangere e Jem si avvicinò a lei, cingendole i fianchi con un braccio. Will vedendo quel gesto distolse lo sguardo. Tessa se ne accorse ma non disse niente.
-Will...prima che tu ci racconti come hai fatto a resuscitare...dobbiamo dirti una cosa- disse Jem, guardando il parabatai che ora aveva iniziato a gironzolare per la sala della musica.
-Voi due vi siete fidanzati. Auguri- disse Will precedendo Jem.
-n-non sei...- iniziò a dire Tessa.
-arrabbiato?- concluse Will lasciandosi sfuggire un sorrisetto.
-no, Tessa. 'Finché morte non ci separi' quindi siccome io dovrei essere morto tu non stai infrangendo nessuna legge.- continuò Will.
Jem strinse la presa sul fianco di Tessa, sentendo Will diverso.
Riprese a guardare Tessa. Jem si schiarì la gola e poi si allontanò da Tessa.
Andò incontro a Will e lo abbracciò.
Per un istante la mente di Will tornò lucida e ricambiò l'abbraccio con forza.
-sei qui- sussurrò Jem e dalla sua voce si intravedeva tutta la felicità che stava provando in quel momento.
Tessa stava guardando scena. Aveva smesso di piangere nell'istante in cui Jem aveva abbracciato Will.
Sentì Jem sussurrare la frase a Will, e quest'ultimo annuì. Will sciolse L'abbraccio e guardò Tessa. C'era qualcosa nel suo sguardo e nei suoi gesti che era completamente diversa da prima. Il ragazzo allungò una mano verso di lei.
-Tess...- disse Will, e Tessa sentì la dolcezza con cui aveva pronunciato il suo nome. Come l'aveva sempre pronunciato.
Tessa non riuscì a resistere e prese la mano fredda di Will. Lui l'attirò a sé e l'abbracciò forte, ma comunque cercando di non farle del male.
-ho...poco tempo- mormorò lui.
Tessa automaticamente si strinse a lui.
-sappi che ti amo ancora, qualunque cosa dirò- sussurrò Will in modo che Jem non sentisse.
Tessa non riuscì a non arrossire. Non poteva dirgli che non lo amava. Sarebbe stata una menzogna.
Mentre Tessa pensava a cosa rispondere Will tornò come prima. Allontanò Tessa con un gesto secco e si rimise le mani in tasca.
-allora?- domandò Will.
Jem e Tessa lo guardavano come se non fosse più Will ma un marziano.
Il ragazzo non aspettò una risposta. Quasi controvoglia si allontanò ritornando nella sua vecchia camera.
Tessa e Jem si guardarono.
La ragazza aveva gli occhi arrossati e si mordicchiava il labbro, come faceva sempre quando qualcosa non le tornava o che voleva dire una cosa ma non poteva.
Jem Carstairs era immobile.
Aveva pensato tanto ad un futuro incontro con Will. Con il suo parabatai.
Ma questo...non era quello che si era aspettato.
Vide che Tessa si costringeva a non andare da lui.
Lo amava, ovviamente.
Se non fosse stato per lui, probabilmente Tessa sarebbe andata dietro a Will.
Ma invece stava con Jem.
Che situazione complicata.
Amore. Rispetto. Felicità di tutti e tre.
Erano queste le cose a cui pensava quando decise che era meglio lasciare le cose come stavano.
-Dovrò andare a idris per avvisarli della presenza di Will. Lui non ha ancora tutte le rune.- Disse mentre si massaggiava le tempie con le mani, come se avesse una forte emicrania.
Tessa annuì appena. Continuava a guardare la porta dove, pochi minuti prima, Will era apparso e poi andato via.
Jem avvicinò Tessa a sé e la baciò dolcemente.
Proprio in quel momento passò di lì Will. Appena li vide fu come se gli cadesse il mondo addosso.
Sperò di non essere stato visto e se ne ritornò in camera.
Le labbra di Tessa erano rigide contro quelle di Jem.
Aveva visto Will che li guardava.
Aveva visto nei suoi occhi tutte le emozioni che provava.
Will c'era ancora.
Will era ancora lì...da qualche parte.
Anche se ora era più freddo, adesso Tessa sapeva che comunque era Will solo questo le importava.
Si staccò da Jem scusandosi con lo sguardo.
Jem annuì e le sorrise.
-siamo tutti molto confusi- disse Tessa ed accarezzò la guancia di Jem.
-devo chiamare Magnus Bane- disse Jem sorridendo.
Tessa annuì e dopo avergli lasciato un piccolo bacio sulla guancia tornò in camera sua, cercando di ragionare sui fatti accaduti.
Il giorno 19 giugno 2012, proprio il giorno in cui settantacinque anni prima suo marito era morto, Will era tornato.
Non sapeva come.
Non sapeva chi era stato.
Non sapeva più niente.
E neanche Will lo sapeva.
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