Sono a casa
Capitolo12
Il brontolare del mio stomaco mi sveglia. Inutile negare che ho fame. Prima che la mia scorta di cibo finisca decido di fare rifornimento. Mi avvicino ad un cespuglio di bacche rosee con la superficie liscia e luminosa. Sembrano commestibili. Ma mi sorge un dubbio. Prendo una bacca e la spremo facendo cadere il succo sopra un verme. Quando il succo lo tocca, esso si contorce. Provo a vedere con le altre piante e bacche che sembrano commestibili. Lo stesso effetto. E lo stesso vale per l'acqua. Appena il liquido viene a contatto con un qualsiasi corpo, questo contorce dal dolore. È tutto velenoso qui. Letale. Ho sete per cui mi concedo qualche goccio d'acqua. Inizio a sentire il bisogno di avere sponsor, ma è una cosa che non accadrà mai.Mentre mi incammino verso la Cornucopia sento un leggero tremolio della terra. Intravedo a malapena la cima della montagna che si sta trasformando in un vulcano. Colate di lava rosso fuoco scendono dalle pareti rocciose con grande velocità così mi metto a correre finché il terremoto non finisce. Ma mi trovo in un'area che non ho mai perlustrato. Sono concentrato nel fare mente locale quando sento un colpo di cannone. 9. Nel l'attimo in cui sono distratto si avvicinano circospetti a me tre ragazzi. Favoriti. Mi giro di scatto. -Oh, guardate. Un povero e indifeso del distretto 12. Cosa ci fai qui? Ti sei perso eh?- Mi dice uno a torso nudo con la pelle un po bruciacchiata. Non rispondo. -Il piccolino si è spaventato. Povero piccolo!- Quella frase è bastata per permettere al mio coltello di essere usato magnificamente. Apro squarci nella pelle dei favoriti e dopo averli tagliati li spingo il più lontano possibile. Ma mentre cerco di dare in colpo di grazia ad uno dei due quello con la pelle bruciata mi disarma. -È bravo il nostro dodici. Molto bravo con le armi. Vediamo come te la cavi senza!- Le sue mani creano una morsa intorno al mio collo stringendomelo. Ho difficoltà a respirare. Sto per andarmene quando la tensione che mi stringe si allenta e cado per terra. Riprendo fiato e metto a fuoco la situazione: Vedo una figura familiare. Mi porge la mano. Mi alzo e rimango a bocchegiare per un po. May. È viva ed è con me. Qui. -Dureremo più a lungo se fossimo insieme- dice sorridendomi. -Beh, lo hai appena dimostrato- vorrei urlare di gioia, ma sarebbe un buon modo per farsi trovare. Tre colpi di cannone. Neanche li sento. -Alleati?- le chiedo pieno di speranza. -Alleati- .Felice. l'unica parola che mi venga in mente. Le spiego il mio piano, quello della siepe e frughiamo negli zaini dei tributi morti per le provviste. Mentre ritorniamo alla siepe parliamo di come attueremo il piano. Intanto fa buio. Saliamo su un albero e mangiamo un po. Poi ci addormentiamo abbracciarti come facevamo prima di entrare nell'arena. Sono di nuovo a casa.
-2
IO VADO SABATO, VOI?
POSTO UN ALTRO CAPITOLO DOPO PERCHÉ VOGLIO FINIRE LA STORIA PRIMA DELL'USCITA DEL FILM .
VI VU BI.
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