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Tutti cornuti

Quel giorno il Dio del sonno e la Dea della vittoria, contro ogni aspettativa, decisero di fare una passeggiata per l'Olimpo al posto di rimanere chiusi nel tempio di uno dei due.

Il corpo della Dea era fasciato da una splendida tunica bianca con ricami dorati, i suoi splendidi striati capelli castani erano lasciati liberi e gli ricadevano leggeri sulle spalle lasciate scoperte e ai piedi calzava un paio di sandali.

Hypnos invece aveva optato per un abbigliamento decisamente più comodo: un sottotuta grigio, una semplice maglietta bianca a maniche corte, delle scarpe da tennis nere e la sua immancabile copertina di plaid a quadri scozzese indossata come un mantello.

Nike guardò in faccia il Dio e dopo una leggera risata disse: "Credo non lo capirò mai- indicò il plaid- se hai freddo perchè non ti metti una maglia a maniche lunghe o una felpa? E poi, è piena estate, come fai a non morire di caldo? L'inverno è passato da un pò".

"Oh Nike, non si tratta di temperatura esterna. Non importa, che sia estate o che sia inverno, la copertina non si abbandona. Ringrazia il fatto che non mi sia portato direttamente il letto" disse Hypnos con tono fermo, nonostante il rossore delle sue guance e l'essersi grattato la nuca ricoperta da riccioli biondi fin troppo lunghi, faceva percepire tutto altro che sicurezza.

Nike rise di nuovo, questa volta aumentando leggermente i decibel. Dopo un pò incastrò i suoi occhi nocciola in quelli azzurri e limpidi del Dio e lo baciò con dolcezza.

Quando si staccò gli premette l'indice sul naso alla francese del biondo e infine disse: "Sciocchino".
Con quella parola si mise a ridere anche Hypnos, fermandosi poco dopo vedendo la Dea leccarsi le labbra.

"Qualcosa non va?" chiese infine il Dio.

Dopo qualche secondo di silenzio la Nike disse: "Finocchio, tisana al finocchio, interessante" 

"Mi stavi facendo preoccupare, scema" disse Hypnos tirando un sospiro di sollievo.

I due camminarono rimanendo in silenzio per un buon quarto d'ora, scambiandosi solo qualche parola di rado, fino a quando non vennero interrotti da un urlo.

"TU. CON LEI. PERCHÈ?!" disse infine il Dio della guerra, quando riuscì a formulare delle parole intere di senso compiuto e non solo dei mugugni degni dei cavernicoli.

"Smamma Ares" disse Nike leggermente irritata da quell'interruzione.

Ares, che in quel momento indosso aveva l'armatura dorata con tanto di copricapo, iniziò a portare la mano sull'elsa della spada dicendo: "Tu non mi dici cosa devo fare donna e poi, cos'è questa storia Pisolone?"

"Pisolone?! Che razza di nome è?" disse la Dea scoppiando a ridere.

"Si esatto, Pisolone. Viene dal nome Pisolo di uno dei sette nani e comunque non ti interessa. Non stavo parlando  con te" disse infine il Dio della guerra togliendosi l'elmo e incastrando i suoi occhi rosso rubino in quelli azzurri dell'interpellato.

"Are are posso spiegare" disse infine Hypnos.

"Allora fallo" lo supplicò il Dio.

Si esatto, il Dio della guerra stava supplicando in ginocchio spiegazioni al Dio del sonno, con il labbro tremante e gli occhi rossi come rubini pieni di lacrime.

Per la prima volta in vita sua si sentiva tradito.

Si sentiva impotente.

Hypnos iniziò a mugugnare qualcosa cercando il coraggio di dire la verità al suo fidanzato fino a quando i suoi tentativi fallimentari vennero interrotti dalle risate della Dea.

"Sei patetico" riuscì a dire infine tra una risata e l'altra.

"Come osi" ringhiò il Dio della guerra rialzandosi e guardando Nike con uno sguardo di fuoco, letteralmente.

"Hai avuto una scappatella con il mio ragazzo e ora credi che vuoi siate fidanzati? Sei patetico Ares" disse Nike.

"Il tuo ragazzo, il mio ragazzo. Sarai tu l'amante semmai" la corresse Ares.

"Sono la Dea della vittoria, non posso essere un rimpiazzo" protestò Nike.

"E io sono il Dio della guerra e ora ti infilerò la mia lancia su per il tuo culo" disse Ares.

"O provaci solamente e ritieniti un n Dio morto" lo minacciò la Dea.

"Baby non posso morire" le ricordò il Dio della guerra.

"CHI HAI OSATO CHIAMARE BABY?!" chiese indignata Nike.

"Te baby" la stuzzicò Ares.

"Oh stai facendo il passo più lungo della gamba Ares" disse la Dea.

"Dimostramelo" la provocò il Dio della guerra.

"Con piacere. Io, te, battaglia, ora" confermò Nike

"Hypnos giudice. Chi vince se lo tiene" disse Ares.

"Come se fosse tuo" enunciò la Dea.

"Senti chi parla" la provocò Ares.

I due Dei si voltarono verso il loro ragazzo che era improvvisamente sparito.

Hypnos aveva approfittato del litigio dei due  suoi amanti per scappare il più silenziosamente possibile.

Così, di soppiatto, il Dio riuscì a raggiungere Ade, che quel giorno era tornato sull'Olimpo per chiacchierare un pò con i suoi fratelli.

"Hey Hippyny dove stai andando così di fretta?" chiese il Dio.

Hypnos si prese qualche secondo per ammirarlo.

Indossava un paio di jeans neri attillati, una maglietta sempre nera dei BMTH e degli anfibi.
Lo sguardo, di norma truce, questa volta, nonostante l'eyeliner che tendeva ad incupirlo era dolce e rilassato.
Gli occhi neri brillavano.
La carnagione pallida lo faceva sembrare un cadavere.
I capelli corvini erano tagliati in stile militare.
Le labbra erano piegate in un... possibile? Un sorriso.

"Ehm no nulla Adidi, solo Nike e Ares che stanno combattendo" disse infine il Dio.

"Quei due, riescono a spaventare anche me quando si ci mettono d'impegno. La loro determinazione nei combattimenti è ammirevole" enunciò scuotendo la testa il re degli Inferi.

"Già... se io provassi ad allenarmi con uno i loro due finirei per cadere a terra svenuto dopo a malapena due minut-" provò a dire Hypnos, ma venne interrotto dalle labbra del corvino che  si apprestarono a baciarlo prima dolcemente e poi con foga.

Quando i due si staccarono ormai senza fiato Ade disse: "Eh dai, non fare quella faccia Hyppyny. So che anche tu lo volevi"

Il biondino scosse leggermente la testa e fece una risatina: "Ti amo e lo sai, ma ora non penso sia un buon momento"

"Hypnos se mi vuoi lasciare è ok però non dirmi 'non è il momento'. O lo è sempre o non lo è mai, e poi lo sai, non posso permettermi sempre queste visite sull'Olimpo e di certo non puoi venire con me negli Inferi" disse il corvino.

"Si scusa, hai ragione. Ti amo Adidi" e finì la frase con un bacio a stampo.

"Andiamo a fare una passeggiata?" propose Ade.

"E i tuoi fratelli? Non dovevi parlare con loro?" chiese Hypnos.

"Aspetteranno" disse il Dio della morte prendendo per mano l'altro Dio.

Camminarono per una manciata di minuti ridendo e scherzando prima che anche questo appuntamento venne interrotto da delle urla stranamente acute e intonate.

"ADECHENONHAIUNCOGNOMEMADEVODIREILNOMEDIBATTESIMOPERFARTIPAURAMAILTUOÈTROPPOCORTOCOSÌPARLOALLACABBODICANEAGGIUNGENDOPAROLEINSENSATECOMEHAIOSATOTRADIRMICONLUI" disse in un secondo Apollo, che in confronto Eminem si inchina.

"Ehm Apollo calmati. Non è come credi" provò a tranquillizzarlo il Dio del sonno.

"Sta zitto brutta copia del fantastico moi. Stavo parlando con il mio ragazzo" disse il Dio di tre miliardi di cose tra cui la musica e il Sole.

I muscoli erano tesi, la tunica dorata era leggermente storta (simbolo della corsa che aveva fatto per raggiungerli), la carnagione d norma abbronzata era rossa di rabbia, letteralmente, gli occhi limpidi come il cielo erano freddi come il ghiaccio quando parlò con Hypnos e i ricci biondi erano perfetti nonostante le goccioline di sudore che gli imperlavano la fronte.

"Il tuo ragazzo? Mio marito semmai" disse una Persefone abbastanza incazzata che era appena comparsa in un turbine di petali di ciliegio.

La Dea era oggettivamente stupenda.
Come il marito indossava abiti mortali: un paio di jeans blu, una mega felpa bianca della Oxford University e un paio di tacchi a spillo banchi verniciati. Semplice ma affascinante.

"Si dia il caso che Ade sia sposato con la sottoscritta" disse la Dea.

"Persepe i tempi cambiano, guardami. Io non sarei nato se mio padre fosse stato fedele a sua moglie" disse Apollo.

"Infatti si vede che grande sbaglio ha fatto" disse la Dea.

"Persepe va bene tutto, ma gli insulti no, ti prego. Non voglio un altro litigio familiare" disse Ade.

"Ah quindi ora sarei io il problema?" chiese Persefone.
 
"No ho detto questo" le rispose Ade.

"Ah no? 'Non voglio avere problemi in famiglia, comportati bene'. L'ho capito quello che volevi dire" controbattè la coniuge.

"Non ho mai detto questo" ritentò il Dio dei morti.

"Ade lasciala stare, è una donna. Sa sempre come rigirare il discorso dalla sua parte. Pensa a sua madre" disse Apollo.

"A cosa ti riferisci abominio biondo ossigenato e abbronzato?" chiese Persefone.

"TU, COME OSI?! SONO TUTTO NATURALE IO. NON COME I TUOI CAPELLI. SI VEDE LA RICRESCITA BAMBOLA TAROCCA" disse indignato il Dio del Sole.

"Ehm ragazzi, meglio abbassare i toni. Le urla non fanno mai bene, specialmente a Hypnos" propose Ade.

"AH QUINDI ORA TI PREOCCUPI PER LUI?" chiesero in coro Apollo e Persefone.

"Tranquillo Adidi, sto bene" lo rassicurò Hypnos.

"COME L'HAI CHIAMATO?! SOLO IO POSSO CHIAMARLO COSI'" disse Apollo.

"EHI! QUEL SOPRANNOME GLIELO AVEVO DATO IO!" lo corresse Persefone.

"BASTA VOI DUE! Mi farete impazzire prima o poi" li supplicò Ade.

"Bene, tornatene da quel bamboccione addormentato di Hypnos" disse il Dio del Sole.

"Calma la gelosia palla da discoteca tarocca che qui l'unica che ha il diritto di essere gelosa sono io. E TU NON PENSARE MINIMAMENTE DI TORNARE DA LUI" urlò la Dea.

"COME MI HAI CHIAMATO VACCA MANGIAERBA?" chiese Apollo.

"Ho detto solo la verità" disse Persefone.

"STAI PARLANDO COL DIO DEL SOLE. TAROCCO A CHI?!" disse scioccato Apollo.

"ADE AMORE. TORNIAMO A CASA E LASCIA STARE STI DUE FALLITI. ABBIAMO UN CONTO IN SOSPESO" ordinò la Dea.

"Amore, io non i definirei falliti" tentò di dire Ade.

"COME CI HAI CHIAMATO?! COME L'HAI CHIAMATA?! HYPNOS NON VORRAI MICA FARTI INSULTARE COSÌ?" urlò il Dio del Sole.

Quando i tre Dei si voltarono verso Hypnos, bramosi di una reazione, o meglio una spiegazione per quella situazione, però non trovarono nessuno.

Era sparito, di nuovo.

Aver messo la tuta e le scarpe da ginnastica quel giorno era stata una buona idea.

Il Dio si ringraziò mentalmente.

Fece una breve corsetta per scappare il più in fretta possibile dalla sua famiglia strampalata.

In quel momento pensò che il fatto che lui non potesse smaterializzarsi come metà degli Dei era dannatamente ingiusto.

Lui, il Dio più pigro di tutti era costretto a muoversi come i comuni mortali.

Niente smaterializzazioni, niente mezzi di trasporto magici, nulla di nulla.

Ingiusto, tremendamente ingiusto.

Il flusso di coscienza del Dio però venne interrotto da una voce sgradevolmente acuta.

"Ehy ciao Hypnunu! Dove vai così di fretta?" chiese la Dea dell'amore.

Oggi indossava un elegante vestito lungo blu. Era molto semplice, niente ghirigori, lustrini, pailette, decorazioni complicate o altro. 

Molto strano per la Dea.

La sua pelle candida era fasciata dal tessuto che ricadeva morbido arrivando fino a terra, dove nascondeva a malapena un paio di tacchi neri scuoiati con il tacco a spillo.

In viso non aveva un milligrammo di trucco ma aveva la pelle talmente tanto perfetta, le ciglia talmente tanto scure e le labbra talmente rosse che se uno non lo avesse saputo non ci avrebbe mai creduto.

Gli occhi erano verde prato brillavano come quelli di un bambino davanti ad un sacchetto di caramelle e i capelli mori erano legati in un'elegante acconciatura. 

"Ciao Afriri, no non scappo da nessuna parte"

"Come dici tu Hypnunu. Allora, che fai di bello?"

"Cerco di evitare il resto della famiglia, sempre se possiamo definirci parenti"

"Di la verità, volevano costringerti a fare qualcosa di terribile tipo allenarti?"

"Già, ehm tutta colpa di Ares e Nike"

"So che può sembrare molto burbero, ma non è una cattiva persone, o meglio Dio. Solo, non sa molto bene come esprimere i suoi sentimenti"

"Già... "

"NIKE VIENI QUA. L'HO TROVATO" urlò Ares che in fretta e furia si stava avvicinando ai due.

"OHMMERDA MI HANNO TROVATO"

"HYPNOS SEI CIRCONDATO NON PUOI SCAPPARE" disse Persefone.

Tutti gli Dei che era riuscito a lasciarsi alle spalle l'avevano raggiunto.

L'Olimpo alla fine dei conti non è così grande come si possa pensare.

"Dai ragazzi tutte queste urla per un paio di esercizi. Lo sapete che Hypnos non è un tipo sportivo e poi non arrabbiatevi troppo o vi verranno le rughe"

"Ma che esercizi ed esercizi, lui è andato a letto col mio uomo" disse Apollo.

"Tuo uomo? Mio marito semmai" disse Persefone.

"Intanto calmatevi tutti che lui è mio, lui è solo una scappatella" proferì Nike.

"Ao Nike abbassa la cresta. Sarai tu la scappatella semmai. Sono io il suo fidanzato" la corse Ares.

"Ares? Esattamente, che cosa cazzo significa quello che hai appena detto?" chiese Afrodite, pensando di aver capito male.

"Mi dispiace Afrodite ma è la verità, io e Hypnos stiamo insieme" ammise il Dio della guerra.

"VOI COSA?! E tutte le nostre nottate cosa sono state per te? Ero solo... solo un modo per passare il tempo? Noi siamo amore e odio, pace e guerra, siamo agli antipodi e proprio per questo ci amiamo-"

"Afrodite basta. Smettila, smettila tu e i tuoi film mentali. Ci siamo divertiti ma poi basta" disse Ares.

"TU. COME OSI DIRE QUESTO A MIA MOGLIE, ANZI COME HAI OSATO ANCHE  SOLO SFIORARLA" Efesto.

Era appena comparso in una nuvoletta dorata.

Come al suo solito aveva una tuta blu da meccanico sporca di grasso, le scarpe da tennis bianche lerce e in viso aveva qualche traccia di sporco.

I visibili denti storti, le pupille quasi inesistenti in un mare di nocciola, le palpebre strette, il naso arricciato e le rughe d'espressione. Tutto nella sua faccia faceva presagire la sua rabbia.

"Efesto calmati, sai com'è fatto Ares e poi la mela non cade mai lontano dall'albero. Pensa a Zeus" provò a calmarlo Hypnos.

"Ah quindi per te sono solo uguale a mio padre?" chiese leggermente offeso il Dio della guerra.

"O pensa a quella vacca Era. Siete cornuti allo stesso modo, alla fine tu e tua madre l'avete qualcosa in comune" disse Persefone.

"Persepe sta zitta, che te hai più corna di loro due messi insieme" disse Apollo.

"No Ares, non intendevo quello sai che ti amo" provò a confortarlo il Dio del sonno.

"Se ami lui la nostra storia cos'era per te?" chiese la metà degli Dei radunati, mentre l'altra metà disse: "Quindi sono stato cornificato per nulla?" o almeno ci provarono dato che entrambe le frasi vennero interrotte da un boato seguite dalle parole: "CHI HA OSATO CHIMARMI VACCA?"

Era, la Dea del matrimonio era appena apparsa in una nuvoletta bianca.

La Dea era molto elegante, come al solito.

La carnagione chiara veniva illuminata ancora più da una tunica bianca che sembrava emanare luce propria, ai piedi calzava un paio di sandali e in fronte aveva una tiara d'argento impreziosita da degli swarovski.

I mossi capelli corvini erano lasciati liberi e le ricadevano sulle spalle e una ciocca le copriva leggermente un occhio ambrato.

Tutta questa eleganza però venne bruscamente rovinata dalle urla della Dea stessa.

Hypnos si chiese come tutti avessero delle corde vocali perfettamente funzionanti nonostante tutte quelle urla.

"Io brutta vacca cornuta" disse Persefone.

"Porta rispetto sciacquetta da quattro soldi" disse Era.

"Ehm Era, mia moglie è molte cose ma non una sciacquetta" disse Ade. 

"Ah vero, sei tu quella che la tradisce con tutti" si corresse la Dea. 

"SONO IO IL VERO AMORE DI ADE. NON LEI E MEN CHE MENO HYPNOS" urlò Apollo.

"Apollo, con le tue corna non entri dalla porta" disse Efesto.

"Senti chi parla" disse Era.

"Tale madre tale figlio Era, ricordatelo" la provocò Persefone.

"Tuo marito è un maiale. Ogni giorno ha un amante diverso" la stuzzico Era.

"ERA SEI UNA VACCA CON TANTO DI CORNA BELLA MIA" disse Apollo.

"STA ZITTO PALLA DA DSCOTECA TAROCCA" lo ammutolì Era.

"L'HO DETTO PRIMA IO" disse Persefone.

"ADE PLACATE LA MOGLIE" disse Efesto.

"EX MOGLIE SEMMAI. VOGLIO IL DIVORZIO" comunicò il Dio.

"TU NON PUOI FARMI QUESTO ADE. SONO LA DEA DEL MATRIMONIO, VA CONTRO I MIEI PRINCIPI" lo supplicò Era.

"E MICA TI CI DEVI DIVORZIARE TU" disse Afrodite.

"AFRODITE STATTE ZITTA. L'UNICO AMORE ESISTENTE E' QUELLO CONIUGALE" urlò la regina degli Dei.

"SI VEDE INFATTI COME TI AMA QUELLO STRONZO CHE TU CHIAMI MARITO" rispose la Dea dell'amore.

"AFRODITE LO SAPPIAMO TUTTI CHE VUOI CHE SI SPOSI HYPNOS COSÌ ARES SARA' SOLO TUO" disse Nike.

"MA CHI STAVA PARLANDO DI HYPNOS. ADOLLO FOREVER" proferì Ade. 

"AH ORA L'ADOLLO TI PIACE? ALLORA PERCHE' MI HAI TRADITO EH?" chiese Apollo.

"INDOLE FAMILIARE. QUEL COGLIONE DI MIO FRATELLO NON SA TENERLO NE PANTALONI PER PIU' DI DUE SECONDI" rispose Ade.

"EH NO ORA BASTA. MO ESAGERIAMO, SONO INFEDELE MA NON FINO A QUESTO PUNTO" Zeus era appena comparso in una nube temporalesca.

Ingiusto, tremendamente ingiusto secondo Hyonos. Iniziava a pensare che fosse un qualche tremendo gioco delle parche. 

Il Dio aveva un abbigliamento sportivo: un sottotuta nero, una maglia nera dei MCR e un paio di scarpe da tennis nere.

I capelli neri erano un cespuglio incolto e qualche ciocca gli ostacolava leggermente la vista coprendogli leggermente gli occhi blu scuro.

"Zeus da quando hai rubato il titolo di darkettone ad Ade?" chiese Afrodite.

"Volevo provare a cambiare un pò, comunque non è questo l'importante" rispose il re degli Dei.

"Infatti, per una volta ha ragione Zeus. Non è un darkettone, è un emo" enunciò Apollo.

"Non credo che si riferisse a questo Apollo" disse Ares.

"Mmm probabile. Voi imbecilli non capireste la differenza manco se ve lo spiegassi con un disegnino" proferì il Dio della musica.

"Ehi! Io la differenza tra i vari generi li conosco" disse indignato Ade.

"E per questo ti amo ma forse per te non è così" lo stuzzicò Apollo.

"Ancora con questa storia?" chiese esasperato Ade.

"Ade è successo letteralmente cinque minuti fa" disse Apollo sull'orlo delle lacrime.

"No aspettate COSA?! L'ADOLLO. MI AVETE PER CASO ROVINATO L'OTP?" chiese allibito il Dio del cielo.

"Stavamo parlando di questo Zeus. Hypnos se la fa con il mio uomo" disse Apollo scocciato.

"Il tuo uomo? Mio marito semmai" disse Persefone.

"Aspettate cosa? Hypnos? Amore mio? Cosa sta dicendo?" chiese allibito Zeus.

"Ehm ecco... " provò a dire il Dio interpellato, ma non trovò il coraggio di finire la frase.

"No aspetta cosa? ZEUS ANCHE TU SEI ANDATO COL MIO RAGAZZO?" disse la Dea della vittoria.

"ZEUS MA SEI SERIO? ANCHE CON LUI MI HAI TRADITA?" chiese esterrefatta la coniuge del Dio.

"Perchè cosa ho che non va?" chiese Hypnos abbattuto.

"Hai di male che te la fai con tutti. Ti scopi mezzo Olimpo senza ritegno e ti aspetti pure che ti rimangano fedeli" disse Persefone.

"Non l'ho mai preteso" bisbigliò il Dio del sonno.

"Devi scegliere Hypnos, non puoi avere tutti e onestamente non credo che nemmeno scegliendo non rimarrai solo" disse Afrodite.

"Ragazzi calmatevi, mi state facendo venire i mal di testa. Sto cercando di studiare" disse Atena che era appena comparsa in una nuvoletta grigia.

La Dea indossava la tipica tunica bianca greca con dei piccoli ricami in oro e ai piedi aveva dei sandali.
I capelli castani erano legati in una stretta coda di cavallo in modo che i capelli non le coprissero gli occhi grigi e potesse leggere senza interruzioni.

"Atena che vuoi?" chiese Ares.

"Con le vostre urla non riesco a concentrarmi" rispose la Dea, come se fosse ovvio.

"Tutta colpa di Hypnos, ha iniziato lui" disse Apollo.

"Spiegati" disse Atena.

Nike raccontò tutto quello che era successo da quella mattinata e dopo un monologo di dieci minuti l'unica cosa che riuscì a rispondere Atena fu: "Hypnos ha qualcosa da spiegare a tutti noi mi sa".

Il Dio interpellato alzò le spalle e dopo qualche secondo di pausa disse: "Eh va bene, vi dirò tutto" ma non appena finì di pronunciare quelle parole crollò a terra addormentato e iniziò a russare.

Prevedibile.

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Finalmente ho finito questa OS
Non so più nemmeno da quanto ci sto lavorando
Dovrebbe essere una OS humor ma l'ho scritta (ovviamene) in momenti diversi quindi il mio umore può aver influenzato la stesura di alcune parti.
Tutto questo è nato da una battuta mia e di -thatgirlfromchb

E DA OLIMPS PORN QUESTO È TUTTO GENTE

Lou

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