Capitolo 29
Quando arriveranno le vacanze? Ho bisogno di staccare la spina dalla scuola prima che mi chiudano in un manicomio.
Arold ha problemi familiari con i suoi fratellastri e Abby è indecisa se presentarsi all' incontro.
Buona lettura.
"Che cosa?!"
"Ssshhh cosa ti urli scema!"
Meg porta le mani davanti alla bocca. Eppure ho usato un certo tatto nel dirle che io e Arold siamo stati insieme.
E se avessi usato un modo più diretto cosa avrebbe fatto? Messo annunci fini in Cina?
"Non ci credo tu e il vampiro, Dio..."
"Zitta tu che io ho visto cose che comuni mortali non potrebbero comprendere."
"Come sei esagerata."
"Beh sai, non ci tengo a vedere il pistolino di Ryan."
"Pistolino? Lui è...."
"Ero ironica non voglio sapere nulla sulla tua vita sessuale e credo sia altrettanto - le vedo comparire un sorriso per niente rassicurante - e se non è così te lo scordi che io mi metta a raccontare la prestazione di Arold."
"Uffa ma dai, dammi qualche dettaglio..."
"No."
"Dai, dai, dai, dai, dai, dai, dai, dai, dai..."
"BASTA! Dio come puoi diventare esasperante... lui."
"Lui?"
Stringo il cuscino al petto, quando mi ha fermata per il corridoio stamattina credevo di star per esplodere peggio di un vulcano.
"È gentile."
"Davvero...per la tua prima volta sei alquanto riduttiva."
Odio la sua aria da saputella.
"Senti donna ho problemi di personalità su certi argomenti quindi il discorso si chiude qui."
Cerca di fare lo sguardo da cucciolo bastonato, ma assumo la maschera da sergente di ferro e le faccio perdere le speranze.
Mi fa quasi tenerezza e sospiro.
"Stasera dovrei incontrarlo."
"CI ANDRAI VERO?"
Si alza di scatto facendomi perdere l' equilibrio, è pazza, non c' è altra spiegazione.
"Non lo so."
Affondo la testa nel cuscino, sono così nervosa che quasi sembrò avere il ciclo.
"Ehy, ma, tu lo ami?"
Levo il cuscino e con lo sguardo basso inizio a mormorare.
"Credo di si."
Alzo lo sguardo e la vedo muovere il labbri inferiore prima di stringermi in un abbraccio.
"La mia Abby sta crescendo come farò quando mi abbandonerà."
Le mollo una cuscinata in faccia ridendo.
"Questo non accadrà mai scema."
L' abbraccio, come farei senza questa psicopatica.
***
"Sicura che non vuoi niente da mangiare?"
"Si papà, mi sento lo stomaco chiuso dopo stamattina, ci sono troppi cadaveri."
"In effetti i fratellastri del primo Principe non hanno una bella reputazione."
"Tu cosa sai?"
Oggi a scuola non ho avuto modo di chiedere qualcosa ad Arold e dalla sua faccia non credo che comunque me ne avrebbe parlato.
"Il minimo, i Vaughan sono i discendenti di Vlad l' impilatore, Dracula, i fratellastri del primo hanno reputazione di uccidere chiunque gli vada contro e sempre voce del vento, complottano per spodestare Arold."
Capisco, ma sento altro astio nel suo sguardo quando lo guardo.
"Arold poi dopo aver perso la madre..."
"Ha perso la madre?!"
Forse ho avuto una reazione troppo sorpresa, ma, io non ne sapevi nulla.
"Già, è stata ritrovata uccisa con un paletto diversi anni fa, ma non si è mai capito se si sia trattato di un cacciatore oppure di un complotto interno."
Resto in silenzio, a quanto pare abbiamo diverse cose in comune.
"Abby?"
"Mh?"
"Mi hai ascoltato?"
"No, credo che andrò a dormire, buona notte."
Dò un bacio sulla guancia di mio padre e salgo le scale entrando velocemente nella mia stanza.
Inizio a cambiarmi, quando mi tornano in mente le parole di mio padre.
"La madre è morta."
Complotto interno, sarebbe orribile.
Apro l' armadio e i miei occhi si fermano su quel l' abito.
Accarezzo il suo tessuto e prendo una decisione.
Stasera farò una cazzata.
Indosso il vestito che mi ha regalato Arold, quello nero con una sotto veste rossa scegliendo anche un intimo non troppo volgare, ma nemmeno infantile.
Un velo di trucco e sono pronta.
Aggiusto i cuscini sotto le lenzuola e dopo aver preso i tacchi salto a piedi scalzi dalla finestra e inizio a correre velocemente fino a diventare lupo una volta lontano.
Scusami papà.
***
Le luci di Québec si vedono da lontano, inizio a rallentare fino a fermarmi, sono ancora in tempo per tornare indietro, ma, qualcosa dentro mi spinge a proseguire.
Una volta nei pressi del parco del primo incontro torno umana ed indosso i tacchi uscendo da dietro un cespuglio.
Cammino guardandomi intorno, fino a che il suo odore invade i miei sensi.
Mi giro lentamente e me lo ritrovo appoggiato contro la base della statua a guardarmi dalla testa ai piedi.
Sento le guance arrossire, ma nascondo subito l' imbarazzo e avanzo sicura verso di lui.
"Sei venuta alla fine?"
"Non avevo di meglio da fare quindi mi sono detta che avrei potuto venire a darti fastidio."
Ad un tratto me lo ritrovo troppo vicino, a cingermi la vita stringendomi tra le sue braccia.
Sfiora il mio orecchio, provocandomi una serie di brividi.
"Sei bellissima Casper."
Dannazione, colpo diretto e centrato.
"È l' abito non io."
Ride leggermente e prendendomi la mano inizia a camminare.
Nel parco ci sono altre coppie, e quando vedo questo aspetto di lui non so mai se si tratta di una maschera o no perché sono riuscita a vedere anche quel lato omicida.
"Devo tornare a casa prima dell' alba."
Si ferma, girandosi verso di me e fissandomi in maniera seria ed intensa negli occhi.
"Questo cosa dovrebbe significare?"
Vuole giocare con me? Bene, ma a modo mio.
Mi lascia toccargli il viso in una carezza poco accentuata.
Con l' indice sfioro il contorno delle sue labbra prima di alzarmi sulle punte dei piedi per baciargli l' angolo delle labbra e sussurargli con la voce più sensuale che riesco a fare:
"Sei tu l' esperto tra i due. Sono uno strumento no? Fai di me quel che vuoi cadavere, ma solo ad und condizione."
"Quale sarebbe?"
Torno a prendere una certa distanza, sto giocando con il fuoco. Arold è un mistero e io sono sempre stata un tipo che cerca le certezze.
Sto perdendo la mia strada probabilmente, ma per seguo il mio istinto.
Se dovrò pentirmene avrò tempo più in là.
"Voglio conoscerti."
Lo fisso senza esitazione dritto nei suoi occhi neri, cupi come il cielo in tempesta.
"E sapere io a cosa ti servo."
"Casper."
"Anche questo nomignolo, tu per me sei un incognita e non riesco a..."
Mi afferra saldamente e si abbassa alla mia altezza mordendomi il labbro e baciandolo dolcemente allo stesso tempo.
"Hai parlato troppo."
"Vorresti punirmi?"
"L' idea non sarebbe male."
"Peccato per te che io non sono un tipo che molla."
Stavolta sono io ad afferrargli la nuca e a baciarlo, questa piccola battaglia la combatterò con tutta me stessa e non la perderò.
Capitolo di passaggio lo so, prometto di farmi perdonare presto 😢😢😢
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Manu
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