Capitolo 26
Io amo la Forma dell' Acqua...Anzi No...ADORO😂😂😍😍😍
Quel pesce lesso si che sa come farsi valere.
Comunque, torniamo a questa storia, come andrà a finire questo rapporto proibito? E chi è il vero nemico?
Buona lettura
Mi butto sul letto con le braccia aperte, mentre affondo la testa nel mio cuscino, sono distrutta fisicamente e psicologicamente.
Una volta tornati al presente nel nostro clan, sono stata assalita da Megan e da tutti i membri che erano rimasti a casa.
Per fino i gemellini avevano le lacrime agli occhi, e per farli felici ho fatto una magia che li ha riempiti di fiori.
Mio padre voleva fare una grande festa, ma ho preferito ritirarmi nella mia stanza, ho bisogno di riposare nel mio letto dopo quattro giorni movimentati.
Mi giro a pancia in aria e osservando il soffitto iniziano a risalire alla mente i ricordi della precedente notte passata con Arold.
Le guance iniziano a riscaldarsi e mi copro gli occhi con un braccio.
Se continuo così sembrerò una pervertita ma se chiudi gli occhi rivedo quello sguardo così intenso da renderlo quasi umano, il suo sorriso poi...
"Basta!"
Mi alzo di scatto e scappo in bagno, spogliandomi e mettendomi sotto l' acqua fredda.
Avevo proprio bisogno di una doccia, ma mentre mi lavo sento il collo bruciare, proprio dove si trova il marchio del vampiro.
Questione di un attimo prima di tornare normale.
Avvolgo un asciugamano intorno alla mia vita e torno nella stanza con i capelli gocciolanti.
Indosso direttamente una tuta larga e una maglietta uguale, prima di sentire bussare alla porta.
"Abby, posso? "
"Si puoi entrare papà."
Strofino i capelli con l' asciugamano mentre mio padre si siede sul letto vicino a me.
"Come va la ferita?"
"Ormai è guarita, il veleno è stato espulso e sono più forte che mai."
Gli mostro il muscolo riuscendo a farlo sorridere.
"Lo so, perché sei figlia a me."
Ridiamo insieme prima che mi accarezzi la testa.
"Ero davvero preoccupato Fiocco di neve."
Cerco di trovare le parole giusto per rassicurarlo, quando la sua carezza si trasforma in un movimento veloce tanto da farmi sembrare il mostro del pozzo...
"Comunque ora sei qui!"
"Già."
"Si è deciso di dividerci e che questa volta voi studenti dell' accademia torniate a scuola. Dopo quell' attacco nella terra degli orchi le chimere non si sono più fatte vedere, ma c' è il rischio che attacchino gli studenti come la prima volta."
"Capisco, per me non ci sono problemi."
"Sei davvero uguale a tua madre."
"Me lo dici sempre."
"Perché è vero."
Sistemo i capelli nascondendo un sorriso triste, io non sarò mai forte e tenace come lei, ma posso provarci per renderla orgogliosa di me.
"Ora riposati sarai stanca."
Annuisco e resto sola.
Vado a sedermi sul davanzale ad osservare il cielo.
Le stelle sono meno luminose rispetto a quando ero in quella grotta.
***
La sveglia, oggetto inutile, non mi è per niente mancato e ne avrei fatto a meno.
Che stress.
Mi stiracchio alzandomi ancora addormentata, iniziando a prendere degli abiti semplici per andare a scuola.
Pantaloni strappati, maglietta nera aderente e il solito foulard.
Sciacquo il mio viso con l' acqua fredda e lego i capelli in una coda alta.
Mio padre non c' è deve essere già uscito per svolgere qualche faccenda da Alpha.
Mangio e dopo essermi lavata i denti esco fuori, vedendo i miei amici aspettarmi alle moto.
"La bella addormentata si è svegliata."
"Ecco, ci avrei scommesso che dopo ieri saresti tornata la solita amica stronza Meg."
Batte il pugno e mi passa il mio casco.
"Non si dice nemmeno buongiorno scricciolo?"
"Sai sempre dove andare vero Michael?"
"Ovvio."
"Bene e voi due non fate scena muta, mi mettete in soggezione con questo silenzio...MOVIMENTO SU!"
Scoppiano a ridere e mi auto complimento per aver fatto divertire anche Ryan, mister serietà che se la fa con la mia migliore amica quando in casa ci sono i suoi fratellini...
Devo abbreviargli il nome.
***
Parcheggiamo la moto e tiro un respiro profondo, devo stare calma e non far notare al vampiro che ho atteso con ansia il mattino.
Le loro macchine sono già parcheggiate, almeno eviterò di fare figure di merda appena arrivata.
"Sbaglio o ti sei fatta più bassa?"
"Ci tieni ancora a vivere Michael? No perché se soffri di istinti suicidi giuro che ti aiuti volentieri."
Mi tira a sé mentre camminiamo nei corridoi.
"Aiutami in altre cose."
"Fottiti."
Fa una finta faccia scandalizzata e mi stringe le guance fino a farmi formare le labbra di pesce.
"Una bambina non dovrebbe dire certe cose."
Sto per picchiarlo, quando un odore troppo familiare invade i miei sensi.
"Ma guarda tu, sembra che ora tu stia bene Blackwood."
"Sdai sittu bambiro."
Dò una gomitata a Michael liberandomi, anche se mi tiene ancora vicino e dallo sguardo di Arold non credo che la cosa gli piaccia.
Ovviamente poco dopo escono i suoi altri cadaveri dietro, specialmente quell' arpia di Victorya.
"Principe, non perda tempo con i cani."
Trattengo un ringhio salirmi da dentro, quando sfiora il suo braccio.
Il mio corpo agisce d' istinto.
Protegge ciò che è suo.
Si volta di spalle ed entrano prima di noi.
Io e Meg salutiamo gli altri ed entriamo.
Quando gli passo di fianco lo ignoro e prendo posto.
Se lui si comporta così non vedo perché io debba fare la parte della compresiva.
Le ore passano veloci e con la medesima velocità mi precipito in bagno seguita da Meg.
"Si può sapere che cosa vi è successo?"
"Mh?"
"Non fare finta di nulla, ti conosco da una vita e noto molto bene che è successo qualcosa tra voi due."
Mi mordo il labbro inferiore sfiorando la parte morsa del collo coperta dal foulard.
"Questo non è il luogo giusto, questa scuola sembra avere più orecchie di cento folletti messi insieme."
"Come darti torto."
"Ne riparliamo a casa."
Sospira ed annuisce.
"Andiamo in mensa?"
"Tu avviati, vi raggiungo tra poco."
"Ok boss."
Le faccio la linguaccia e vado nella direzione opposta alla sua diretta verso la classe, devo recuperare il telefonino, ma appena entro vedo il cadavere usarlo e guardarmi con la coda dell' occhio.
"Non ti hanno insegnato a rispettare la privacy?"
Resta zitto mentre mi avvicino nel tentativo di recuperarlo, ma appena allungo il braccio vengo afferrata e spinta con la schiena contro il banco di legno.
"Non dovevi farti toccare da altri maschi."
"Sono miei amici."
"Tu sei mia Abby e forse devo ricordatelo."
Si piazza in mezzo alle mie gambe e mi morde il labbro inferiore.
Ricambio facendolo allontanare di poco.
"Perché, tu puoi lasciarti toccare da altre donne?"
"La situazione è diversa."
"NO! Io sono legata a te a tu hai bisogno del mio sangue e della mia natura per..."
Chiude la mia bocca e afferra i miei glutei spingendomi verso il basso così da farmi sentire la sua erezione.
Inizia a mandarmi il mio cervello in panne e la pressione a salire.
"Le altre donne non mi fanno questo effetto Abby."
"Non dirlo."
"Cosa?"
"Il mio nome."
Sposta le sue labbra verso l' orecchio destro.
"Abby."
Stringo le gambe e lui sghignazza, prima di allontanarsi per osservarmi dall' alto.
"Ti ecciti dopo due baci e con il tuo nome sussurrato."
Mi copro le labbra, dannazione, il mio corpo è diventato pasta frolla.
"Sei mia lupacchiotta, mettitelo in testa."
Riprende a baciarmi e dici addio al mio autocontrollo.
Dio sto diventando una pervertita instabile.
😏😏😏😏😏 pervy è sempre presente.
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Manu
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