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Capitolo 19

Fa freddo...e io al Sud in un paese sotto al livello del mare sembro una vecchietta davanti al caminetto.😂
Comunque Abby ha usato i suoi poteri per salvare la scuola, ma com'è possibile che le chimere esistano?
Buona lettura.

"Vecchia non osare..."

"Zitto cagnaccio ci penso io a mia nipote."

Sento delle voci, ma gli occhi non collaborano, sono così stanza che la mia voglia di staccare mia nonna e mio padre è pari a zero, eppure una certa strega troppo arzilla per i suoi anni la pensa diversamente.

Mi arriva una secchiata di acqua in faccia e subito mi alzo di scatto dal letto mettendomi una mano alla gola.
Dov'è finito il mio ossigeno?

"Visto? Con le buone maniere si risolve tutto..."

Guardo male mia nonna, prima di notare che mi trovo nella mia stanza.
Corrugo le sopracciglia e penso ancora a quelle chimere.

"Abby..."

"Sto bene papà, ma..."

"Si, lo so già. Il consiglio ha chiamato i cinque regni e questa volta non andrò solo io. Hai dormito per tre giorni, ma le acque non si sono calmate, anzi, ci sono stati altri due attacchi da parte di quelle creature."

Porto i capelli bagnati verso l' indietro e cerco di scendere dal letto ma avendo ancora le gambe addormentate cado per terra.

"Stupida nipote resta a letto!"

"Ho una vita impegnata mica posso dormire sempre?"

Il suo sguardo è leggermente incazzato.

"Questo non sarebbe successo SE MI AVESSI ASCOLTATA! Quante volte ti ho detto che gli incantesimi di distruzione sono pericolosi per un' ibrida? Il tuo corpo potrebbe non sopportare tutta quell' energia scatenata in una sola volta."

"Ma sono viva, sono più forte di quel che credi nonna."

Papà mi aiuta a rialzarmi mentre mia nonna si avvicina e mi colpisce la guancia sinistra con uno schiaffo.

"Annabelle!"

"Zitto Trevor. Lei può essere tua figlia ma è mia nipote ed è l' unica persona rimasta."

Piange, in tanti anni solo di fronte alla tomba di mia madre l'ho vista piangere.

"Abby per quanto puoi essere forte resti una ragazzina e..."

"Sono un' ibrida verso? Incompleta per entrambe le metà. "

Sposto mio padre e barcollando riesco a reggermi in piedi.

"Sò quello che sono nonna, ma ricordati che per questo non posso ignorare il mio branco. Sta succedendo qualcosa, le chimere sono creature leggendarie che per secoli hanno seminato il terrore, e se ora sono tornate bisogna essere pronti al peggio."

"Sei solo una ragazzina vuoi capirlo?!"

"No!"

Cala il silenzio, mentre mio padre resta impassibile ad osservare la scena.

"Ho perso abbastanza in questa vita e ho giurato sul nome di mia madre che avrei protetto le persone a me care."

Le trema il labbro e continuo a fissarla negli occhi senza esitazione.

"Non importa il prezzo da pagare."

Crolla per terra coprendosi il viso, mentre lentamente mi avvicino a lei e l' abbraccio accarezzanzole la schiena per calmarla.
Deve essere un vizio di essere strega quello di fingersi forte prima di crollare e sfogarsi.

"Sei uguale a tua madre... testarda peggio di un mulo e entrambe pensate prima agli altri ch a voi stesse."

Sorrido, i ricordi che ho io di mia madre sono pochi, ma la nonna invece ne è piena.

"Se ti farai male giuro che vengo da te e ti dò il resto così imparerai ad ascoltarmi."

"Va bene nonna."

Si asciuga le lacrime e si rialza.

"Finito? No perché io e mia figlia dovremo andare."

Sospiro, ecco lo sapevo ora rincominciano.

"Zitto cagnaccio, mia nipote viene prima di tutto e se fosse per me ti manderei in guerra da solo?"

"Dannata vecchia acida."

"Come scusa non ho sentito razza di cane da compagnia."

Scuoto la testa, mia nonna è lunatico ma quando si tratta di istigare mio padre diventa peggio di una vichinga.

***

Il giorno dopo...

Mi sveglio all' Alba vestendomi con un paio di pantaloni stretti alla caviglia e più larghi sopra e una canottiera nera con un giubbino di pelle.
Indosso gli scarponcini e lego i capelli in una coda alta, coprendo il collo con un foulard nero.

Quando scendo al piano di sotto mio padre è già pronto.

"Andiamo?"

"Si."

Usciamo fuori e davanti alla porta ad attenderci ci sono dieci dei migliori licantropi tra cui anche Michael e Ryan.

Faccio un cenno nella loro direzione e seguo mio padre.

"Ieri mi sono dimenticata di chiederti chi mi ha accompagnata al villaggio."

"Michael, è un bravo ragazzo, strano che non sia il tuo compagno"

"Già...strano."

Beh mi sembra giusto se fosse venuta tra le braccia di Arold oltre a questo problema delle chimere avrebbe anche un altro ben più grave per il branco.

Iniziamo a correre nella nostra forma normale evitando gli alberi e saltando dirupi, fino ad arrivare ad un cerchio di pietre.
Non mi ero mai spinta così lontano da casa e questo luogo brulica di energia magica...

"Un ponte?"

"Si, tua madre l'ha creato tempo fa per arrivare al Consiglio."

Ecco perché la pietra al mio collo si sta riscaldando.
Ci posizioniamo al centro e dopo che mio padre si taglia leggermente la mano, facendo cadere delle gocce del suo sangue una forte luce ci circonda prima di catapultarci di fronte ad un grande palazzo.

La testa mi gira leggermente, ma deve essere un effetto del trasporto.

Iniziamo ad entrare nella struttura mentre incuriosita mi guardo attentamente intorno.
Le pareti sono coperte da quadri di scene di guerra, pace, ma uno in particolare mi colpisce.
Nel centro in alto è raffigurata una grande luna rossa e nel mezzo si fede una figura femminile guardare il mondo sotto di sé.

"Abby."

"Arrivo."

Raggiungo mio padre ed entriamo nella sala del Consiglio.
Fa quasi impressione vedere riuniniti intorno ad un grande tavolo i regnanti dei cinque mondi.

"Finalmente. Stavamo quasi credendo che non saresti più arrivato Trevor."

"Stai calmo Lucius, io non manco mai."

Dall' odore si capisce da lontano di chi si tratta. Deve essere il padre di Arold, l' attuale sovrano dei vampiri.
Infatti dopo nemmeno due secondi una figura ormai familiare mi si avvicina.

"Che onore..."

"Taci Vaughan, non è il momento."

Alza l' angolo della bocca e si piega leggermente su di me non facendosi vedere dagli altri.

"Stai bene vero?"

Il mio cuore fa un salto, chi l' avrebbe mai detto che si sarebbe preoccupato?

"Sono qui."

Prendo posto dietro mio padre all' ombra degli altri e la riunione ha inizio con la parola della regina delle fate.

"Sappiamo tutti il motivo di questa riunione. Una forza oscura si è risvegliata e sta attaccando le nostre terre."

"Chiamale con il loro nome regina Irene, sono delle chimere e da che ne ho memoria non hanno mai portato a nulla di buono.
Sono creature demoniache e si nutrono di altri esseri viventi."

Il padre di Arold ha ragione, quando ho usato i miei poteri ho percepito quella sensazione di malvagità, ma una forza del genere non si può essere risvegliata da sola.

"Quindi voi non dovreste avere problemi vero?"

Il capo degli hunter, Brian, inizia a gettare frecciatine.

"Hanno già fatto delle vittime tra alcuni orchi, quindi quelli più infuriati dovremo essere noi."

"Signori vi prego non siamo qui per farci la guerra."

"La regina Irene ha ragione."

"Tu taci Trevor. Dobbiamo parlare di tua figlia? Per quanto volevi nasconderci che era un' ibrida!?"

Percepisco odio nelle loro parole.

"La tua razza non aveva legami solo con i propri simili? Tu invece? Con una strega..."

Inizio a ringhiare mentre Ryan cerca di fermarmi, ma come ad un toro vedo solo rosso.

"Quello che accade nel mio branco non è affar vostro siamo qui per discutere delle chimere."

"Certo, ma sappiamo cos'ha fatto tua figlia al primo attacco giusto?"

Chiederò scusa a Megan, ma colpisco allo stomaco Ryan e scatto in avanti sbattendo le mani sul tavolo tenendo il capo chino.
Cala il silenzio e ne sono grata, nel sentire le loro stronzate mi stava venendo il mal di testa.

"Come avete detto prima le chimere stanno uccidendo quindi concentratevi su questo."

"Non prendiamo ordini da un' ibrida per di più poppante."

Stringo le mani in pugno ed inizia ad uscire del fumo, mentre alzo lo sguardo carico di odio verso il capo egli orchi.

Li sento bruciare quindi posso immaginare di che colore siamo.

"Non osare giudicare i miei genitori orco."

"È forse una minaccia?"

"Dipende da ciò che dirai..."

"Tieni a bada tua figlia Trevor o se la vedrà con me"

"Mia figlia è libera di fare ciò che vuole perché in futuro sarà lei l' Alpha."

L' orco si alza in piedi e la regina delle fate richiama l' ordine.

"Smettetela!"

"Esigo delle scuse."

Mi fissa ma quasi urlando rispondo.

"Scordatelo."

La tensione diventa palpabile.

"Allora risolvetela in uno scontro equo."

Batte le mani e mi ritrovo in una specie di arena con quell' orco.
Appaiono tutti i presenti della sala attorno a noi.

"Iniziate."

L' orco inizia a caricarmi con la sua clave e velocemente lo schifo.

"Scappi adesso?"

"Non sono idiota come te."

Gli corro incontro e quando cerca di ricolpirmi, scivolo sotto alle sue gambe e velocemente saltando lo colpisco con un calcio alla base del collo.

Si gira come se niente fosse.

"Tutto qui bambolina?"

Assottiglio lo sguardo e salto contro di lui che convinto di essere al sicuro mi aspetta con la clava pronta, ma quando tenta di giocare a baseball con me vengo avvolta dalla nube bianca e prima che se ne renda conto si ritrova schiacciato al terreno con un lupo troppo cresciuto a ringhiargli in faccia.

Lo fisso negli occhi e sarei molto tentata a staccargli la testa, ma non sono venuta al Consiglio per fare una guerra, ma per fermarla.

Sbatto la zampa vicino alle sue orecchie prima di tornare normale e ritrovarci nella sala di prima.

"Io ho combattuto con le chimere usando la mia parte di strega ed ho vinto, ma quelle creature sono fatte di pura malvagità quindi i trattati di pace con loro non serviranno a niente."

Detto questo esco di corsa, i loro sguardi di sicuro vorranno giudicarmi e classificarmi nella specie di mostro.

Una volta fuori mi siedo su un muretto e massaggio il mio collo.
Il marchio brucia e di solito capita quando il compagno è arrabbiato.

"Qualsiasi cosa tu voglia dirmi per stuzzicarmi non e il momento Arold."

"Non volevo dirti niente Casper."

Ed io ci credo.
Poggia le sue mani di lato a me e io mento sulla mia testa.

"Potrebbero vederci vampiro. È meglio se ti allontani."

"Per quanto mi riguarda possono andare tutti all' inferno, odio chi tocca le mie cose."

"Quindi sarei un oggetto?"

Afferra il mio mento spostando il mio sguardo su di lui sfiorando le mie labbra.

"Sei la mia donna è diverso."

"O la tua sacca di sangue ambulante per essere precisi."

Scendo dal muretto nell' esatto momento in cui mio padre mi comunica per via mentale che il consiglio ha preso una decisione.

"Abby."

"Mmh?"

"Siamo in guerra."

Sospiro.
Si era già capito che le chimere dovevano essere fermate, e i cinque testoni sono serviti solo per affermare le mie ipotesi.

Zanzà. Ora tutti sanno la vera natura di Abby. Cosa ne pensate?
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Manu

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