Capitolo 4: La preda
Sei mio
Era una certezza e lo sapevo, lo sentivo dentro di me.
- bravo piccolo bastardo - disse Lukas - ora vai a prenderlo -
Avevo ancora gli occhi chiusi, ma non me lo feci ripetere due volte.
Visualizzai la mia preda nella mente.
Ti vedo
Feci in modo di fargli rimbombare questa frase nelle orecchie, nella mente, desiderai con ogni fibra del mio corpo che il vampiro, la mia preda, fosse consapevole di quello che stava per accadergli, che sapesse e tremasse, che gli si congelassero le membra e perfino il respiro dalla paura e dal terrore.
Non aspettai il via libera di Lukas, seguì l'istinto e mi misi a correre. Non potevo trasformarmi in lupo, non in città,ma anche a piedi ero molto veloce, del resto per metà ero fatto della stessa materia ed essenza della mia povera futura vittima, perché io non ero un licantropo, ero un ibrido e come tale nelle mie vene e nel mio dna scorreva e cresceva, si sviluppava anche tutto ciò che mi rendeva un vampiro,un dannato succhia-sangue.
Lo raggiunsi in un battito di ciglia, mi parai davanti a lui e lo fissai dritto negli occhi, in quelle strane iridi rosso rubino. Ricordo ancora la sua espressione, sento ancora l'odore della sua paura pervadermi le narici e inebriarle; era una maschera di terrore, era in balia nel nero presentimento della morte certa. Il suo volto mi parlava, le sue espressioni non mentivano e ogni muscolo del suo sfortunato corpo era teso per raccontare un'unica drammatica storia : la sua fine.
Ogni singolo dettaglio mi parlava del suo stato e io lo leggevo come un libro aperto, non so come riuscivo a farlo, ma lo capivo fin dentro nella sua intimità, nel suo essere più profondo, nella sua anima.
Lo scrutai per quelli che al vampiro sembrarono di certo attimi infiniti in cui le membra iniziarono a tremargli sempre più, gli occhi si spalancarono, il sudore colò gelato dalle tempie.
Lo guardai ancora e ancora, la mia preda era come immobilizzata, congelata nel tempo di un battito che stava durando più del normale.
- come si uccide un vampiro? - gli domandai ingenuamente e il poveretto strabuzzò gli occhi sentendosi tremendamente preso in giro. Non mi rispose, continuò semplicemente a fissarmi.
- te lo dico io - mi sentì uno scolaretto che voleva dare la risposta esatta alla maestra - uno come te è già morto in realtà, sopravvivete solamente togliendo agli altri quello che non avete:il sangue. Ma io so che potete morire per una seconda volta. È molto facile. - e mi avvicinai alla mia preda fino a poterla sfiorare, ero più basso, è vero, ma non mi importava e paradossalmente il vampiro continuava a non muoversi.
- ti faccio vedere - dissi e mossi una mano verso il suo petto: fui tanto veloce che quasi non se ne accorse - gli si può strappare il cuore dal petto - spiegai, poi mi spostai velocemente con la mano verso il suo collo - oppure gli si stacca la testa -
Per la prima volta il vampiro proferì parola
- chi sei? - domandò con voce tremante e sconvolta.
- Elijah -
- perché fai questo? -chiese il vampiro e così tentò di prendere inutilmete tempo, ma non capì mai perché: non sapeva che la sua ora era giunta?
- perché sono un ammazza-vampiri - risposi, non era forse ovvio?
- ma tu sei un vampiro. Perché uccidi la tua gente? -
- ti sbagli - sibilai e trattenni un po' il fiato, diventai rosso, ma poi esplosi: quell'ultima domanda mi fece avvmpare di rabbia - IO SONO UN IBRIDO! - urlai infatti e poi gli strappai con un solo e veloce gesto il cuore dal petto.
- sono il tuo peggior incubo - dissi poi mentre guardavo ciò che mi era rimasto nella mano destra: era rosso, sanguinolento e caldo; lo strinsi e poi lo gettai via, il suo viscidume cominciò a darmi presto fastidio e nausea,ero al limite della sopportazione. Non avevo mai visto un cuore prima,ma di certo non lo avrei dimenticato e anzi sarebbe diventata un'abittudine, una di quelle routine che alla fine ti scivolano addosso senza alcuna pietà e con totale indifferenza.
Voltai il viso verso il cadavere del vampiro, che ormai era diventato completamente grigio e cominciava a sgretolarsi, trasformandosi in cenere.
Uno scricchiolio di passi mi riportò alla realtà, mi girai e vidi Lukas
- bravo piccolo bastardo. Ben fatto - disse e mi fece cenno di seguirlo.
- ora devi darti una ripulita, poi torneremo a casa -
Casa.
Una parola strana per me. Avevo davvero una casa? La mia caverna isolata da tutto e tutti poteva essere considerata una casa? Non lo sapevo, ma in quel momento non mi interessava granché.
- va bene - annuì e lasciai che Lukas mi riconducesse alla mia normalità.
- sei stato bravissimo oggi. Sarai il migliore di sempre. Di sempre -
Lukas ripeté quell'ultima parola con fierezza e mi sembrò la cosa più bella del mondo,mi sentì immediatamente orgoglioso di me stesso,ma la realtà era un'altra.
Mi stavo lentamente trasformando in un mostro o forse lo avevo già fatto, non aveva più grande importanza a dire la verità, perché tutto accadde fin troppo velocemente e senza che quasi me ne accorgessi.
Uccidere succhia-sangue diventò la mia nuova quotidianità, essere un ammazza-vampiri di trasformò nel mio nuovo pane per vivere e unico sostentamento e gioia. Non facevo altro se non cacciare le mie prede, non volevo altro se non vederle tremare, ma come in tutte le cose c'è sempre l'eccezione e ancora è indelebile nella mia mente l'esatto momento in cui trovai la mia, l'istante preciso nel quale mi ci scontrai violentemente.
L'eccezione che conferma la regola.
Odiai quel piccolo, dannatissimo attimo e mi sentì impotente, spaventato. Ricordo che tremai per la rabbia e la frustrazione.
Era da un anno oramai che non fallivo una missione, che una preda non mi sfuggiva, che collezionavo cuori pulsanti e invece quella volta, quell'unica e maledetta volta, fallì.
Fallì miseramente ed inesorabilmente
Non so come, giuro che ancora non me lo spiego.
Lei riuscì a fuggire e io non feci nulla.
Ricordo le urla di Lukas, il suo schiaffo potente sulla guancia e le botte.
Ricordo il buio.
Ancora una volta, per un solo misero errore ero stato relegato nell'oscurità più profonda, fredda e tetra.
- Sei un piccolo e inutile bastardo Elijah! - urlò Lukas e la sua voce rimbombò per tutta la caverna - ora crederanno che sei un debole! Si metteranno in testa che sono migliori e più forti! Stupido ragazzino! In dodici anni di vita non hai imparato nulla! Assolutamente nulla! - sentì un altro colpo sconquassarmi da capo a piedi - non uscirai di qui fino a quando non sarai tornato quello di prima! -
E così fu,perché Lukas non scherzava mai.
Avrei trovato la mia eccezione. Ad ogni costo.
L'avrei trovata e trasformata in cenere.
Spazio autrice :
Ciao a tutti!
Come prima cosa delle precisazioni sull'età di Elijah :)
Nel capitolo scorso Lukas fa riferimento ad un "non hai imparato nulla in sette anni" questo significa che Elijah è stato addestrato da lui per sette anni, ma ovviamente Lukas si occupato di lui non da bebè, ma un po' dopo :)
Qui dico che ha 12 anni :) il che significa che Elijah è stato addestrato per sette anni e poi ha fatto un anno da "ammazza-vampiri" [ dice che è un anno che non sbaglia una missione (totale 8 anni => sette di addestramento +uno di missioni)] prima di incontrare la sua "eccezione".
Dovrebbe quadrare tutto se contiamo che Lukas ha iniziato ad addestrarlo da quando era solo un bambino e facendo due conti direi di 4 anni circa. Giusto? Nel caso siamo lì con l'età.
Beh in questo punto della storia ha 12 anni. Da qui in poi sarà più semplice da seguire! ;)
Che dire, spero di non aver fatto confusione, magari revisionerò i capitoli per i futuri lettori, ma almeno adesso dovreste avere le idee più chiare e anche io!
Spero la storia continui ad appassionarvi!
Grazie di tutto! Al prossimo capitolo! ♡
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