Capitolo 24: Roman Holiday
Prima di cominciare volevo informarvi che è stato creato il gruppo su whatsapp di Hurricane e che se volete entrare a far parte della famiglia non dovete fare altro che scrivermi in chat privata.
Pagina facebook: Hurricane story
Pagina instagram: Alex9230_sotries
Profilo Instagram: Zeldasmile
Twitter: Zeldasmile07
Capitolo 24
Hayley
Nel momento in cui aprii gli occhi constatai che, incredibilmente, Aiden si era svegliato prima di me e che mi aveva lasciata sola nel letto. La luce del sole che filtrava dalla finestra illuminava il materasso e potevo vedere le particelle di pulviscolo fluttuare nell'aria. Mi misi a sedere e osservai la stanza, i vestiti di Aiden erano ammucchiati sulla sedia posizionata davanti alla scrivania sulla quale, tra l'altro, era appoggiata la sua macchina fotografica. Sul comodino accanto al letto poggiava una piccola pila di libri e l'ultimo di questi apparteneva alla saga del Trono di spade, così ne dedussi che, probabilmente, anche gli altri facevano parte della stessa collana. Ciò che mi colpiva di più della stanza di Aiden era la parete su cui poggiava il letto, era tappezzata di fotografie che ero sicura avesse scattato lui stesso. Erano tante, ed erano tutte così belle che non sapevo quale osservare per prima. Vi erano alcuni scatti che ritraevano Aiden assieme ad Ash, mentre altri che avevano come soggetto lo skyline di New York in diversi momenti della giornata. Sorrisi nel guardarle perché erano la dimostrazione che fare fotografie gli piaceva davvero, considerando che per scattarle avesse dovuto sicuramente combattere contro la sua paura delle vertigini. Restai ad osservare la parete per qualche secondo, prima di decidermi ad alzarmi dal letto ed avviarmi verso la cucina. Non appena aprii la porta, vidi Aiden uscire dal bagno posto in fondo al corridoio con indosso solamente un paio di boxer neri. I suoi capelli scuri erano bagnati e gli andavano in ogni direzione, mentre il suo petto muscoloso era ancora leggermene umido, così come le braccia tatuate.
Non potevo chiedere un risveglio migliore.
Stai buona tu.
No, magari se faccio la cattiva ci sbatte contro al muro o meglio, sul letto.
Ma sei scema per caso?
Guarda che la scema qui sei tu che pensi di riuscire a resistere all'Adone greco qui presente.
Sta zitta.
Aiden mi guardò sfoggiando il sorriso furbo che tanto odiavo, il che non fece altro che alimentare il rossore delle mie guance che si erano colorate per l'imbarazzo.
" Buongiorno Angelo" disse, avvicinandosi a me e allargando il suo sorriso, mentre il mio cuore cominciava ad accelerare i suoi battiti.
Dal piano inferiore giungeva un chiacchiericcio soffuso e il profumo del pane tostato mi arrivava alle narici assieme a quello del caffè. Non riuscivo a distogliere lo sguardo da Aiden, non sarebbe bastata tutta la mia forza di volontà per farlo. Ero sul punto di rispondergli, quando mi ricordai la conversazione che avevamo avuto poco prima che lui cadesse in un sonno profondo. Mi sentii ancora più in imbarazzo, tanto che temevo di svenire da un momento all'altro e quando Aiden fu dinnanzi a me mi persi nei suoi occhi. Erano due profondi oceani e le sfumature azzurre e verdi, che sembravano rincorrersi all'interno, parevano volermi catturare per non lasciarmi andare mai più. Avvicinò una mano verso di me per accarezzarmi delicatamente la guancia. Il suo gesto mi fece venire la pelle d'oca e ancora non riuscivo a concepire come potesse farmi un simile effetto.
" Stai sbavando Angelo" disse, il tono di voce era parecchio divertito e di lì a poco scoppiò a ridere, probabilmente soddisfatto dell'espressione che il mio volto aveva assunto.
Ero sicura che le mie guance fossero diventate rosse tanto quanto lo era il cappotto che Ash indossava spesso e che, nonostante ciò, il mio sguardo fosse stato dei più seri. Se solo ne avessi avuto la capacità, Aiden avrebbe preso fuoco. In quel momento Ash uscì dalla sua stanza e restò qualche secondo a fissarmi con aria interrogativa - ero sicura che si stesse chiedendo cosa ci facessi io a casa sua a quell'ora del mattino - dopodiché i suoi occhi si posarono su suo fratello. L'espressione della ragazza passò da stupida ad iraconda in una frazione di secondo.
" Aiden, che schifo. Quante volte ti ho detto di non girare per casa in mutande?" esclamò, avviandosi a passo spedito verso il ragazzo che, tra l'altro, roteò gli occhi per poi sbuffare rumorosamente.
Ecco schifo non è proprio la parola che avrei usato. Io avrei optato per: oh mio Dio quanto sei figo, fai di me ciò che vuoi.
Non avevo dubbi a riguardo.
Ash prese suo fratello per l'orecchio e lo strattonò fino a condurlo in camera sua, una volta oltre la soglia, gli tirò un calcio sul fondoschiena per poi chiudere la porta con un colpo secco.
Riuscivo a sentire Aiden imprecare nella sua stanza, ma sua sorella non vi diede molto peso e quando si voltò verso di me sfoggiò uno dei suoi sorrisi smaglianti e vivaci.
Non riuscii a fare a meno di scoppiare in una fragorosa risata, dopo aver assistito a quella comica scena e risi tanto da farmi venire i crampi allo stomaco.
" Ash ti adoro" affermai, poggiando una mano sulla spalla della mia migliore amica e spostandomi alcune ciocche di capelli che mi erano ricadute davanti al viso.
Mi avviai assieme a lei verso la sua camera da letto e una volta entrata mi sedetti sul letto morbido e spazioso, restai a guardare Ash passarsi le mano tra i capelli per districarli mentre scrutava attentamente l'armadio per decidere cosa indossare.
" Come mai hai dormito qui? Aspetta, non dirmi che ti sei fidanzata con Aiden e non me lo hai detto?" disse, voltandosi a guardarmi con gli occhi sgranati e la bocca leggermente aperta.
Risi nel vedere la sua espressione scioccata, il suono della mia risata si unì al cinguettio degli uccellini e al suono rumoroso dei clacson appartenenti ai veicoli che transitavano sulle strade affollate di New York e che giungevano dalla finestra socchiusa della camera di Ash.
" Cosa? No, mi ha chiamata ieri sera chiedendomi di dargli una mano ad aprire la porta di casa, era piuttosto ubriaco" spiegai, cominciando a giocherellare con il piercing che avevo al naso e osservando il tappeto bianco posto sotto i miei piedi.
Ash estrasse dal l'armadio un maglione bianco e un paio di jeans strappati sul ginocchio e dopo aver sentito le mie parole si soffermò a guardarmi per qualche secondo.
"Sono pronta a scommettere che ha sognato Bella, quando succede beve per ritrovare il sonno perso e per dimenticarsi di lei. Comunque è un peccato che voi due non vi siate fidanzati, sarebbe anche l'ora, considerando che non ho mai visto Aiden guardare nessuno come fa con te" disse, cominciando a sfilarsi i pantaloni azzurri del pigiama che indossava, per poi sostituirli con i jeans.
Mi sentii imbarazzata nell'udire le parole della mia migliore amica, non pensavo che fosse così palese che tra me ed Aiden ci fosse chimica.
Più pensavo alla conversazione della sera prima e più mi sembrava che il mio cuore aumentasse la velocità con cui pompava il sangue nelle mie vene. Mi sembrava di impazzire, non ero più in grado di controllare le mie emozioni e, per quanto quella sensazione mi facesse paura, non riuscii a trattenere un sorriso.
Mi sentivo come una bambina il giorno del suo compleanno e mi chiedevo se fosse così che si sentiva Emma quando pensava a Scott.
" Non guardava così nemmeno Bella?" chiesi, spinta dalla curiosità e non appena le parole lasciarono la mia bocca mi sentii terribilmente in colpa.
Io non conoscevo Bella, non sapevo cosa le fosse accaduto né in che modo fosse legata ad Aiden. Tuttavia ero perfettamente consapevole di quanto quell'argomento ferisse sia Ash che suo fratello e nonostante ciò, ancora una volta, mi ero fatta controllare dalle mie emozioni e dalla mia sete di sapere.
" No, guardava Bella come se fosse stata un cucciolo ferito. Nonostante lei fosse più grande di lui di ben quattro anni, si comportava come una bambina e l'unico desiderio di Aiden è sempre stato quello di proteggerla. Tuttavia con l'arrivo di Matt le cose sono cambiate considerevolmente, tanto che per un certo periodo sembrava una ragazza diversa, eppure con il passare del tempo fu chiaro a tutti, sopratutto a lei, che a volte le cose non vanno come si vorrebbe" parlò con lo sguardo fisso sul maglione candido che teneva tra le mani, la sua espressione felice era scomparsa.
Sentii una stretta al cuore nel sapere che il sorriso le era stato strappato via dal viso proprio da me. Mi alzai dal letto e con passi lenti ed incerti mi diressi verso la mia migliore amica, l'avvolsi in un abbraccio e lasciai che appoggiasse la testa sulla mia spalla.
" Mi dispiace Ash, sarei dovuta restare zitta" dissi, la mia voce mi sembrò quasi perdersi tra le pareti della stanza e sperai che un semplice scusa sarebbe stato sufficiente per rimediare al mio errore, ma ero perfettamente consapevole che non sarebbe stato così.
Sentii Ash annuire contro la mia spalla, il suo profumo alla vaniglia mi riempiva le narici e i suoi capelli lunghi mi solleticavano il collo. Sentii le sue braccia stringersi maggiormente attorno al mio corpo, era come se avesse avuto paura di crollare da un momento e stesse cercando in me la forza per restare in piedi.
" Non è colpa tua, è che a volte vorrei che le cose fossero andate in modo diverso. Vorrei poter tornare indietro per cambiare le mie scelte, così non sarei più costretta a vedere mio fratello prendere a pugni il muro fino a farsi sanguinare le mani. A volte vorrei non averla mai conosciuta, la nostra vita sarebbe così diversa se io non fossi mai entrata in quel maledetto bagno quattro anni fa" confessò, aveva la voce rotta dall'emozione e potevo chiaramente sentire la maglia che indossavo bagnarsi lentamente delle sue lacrime.
Se mai ne avessi avuto l'abilità avrei tanto voluto poter prendere il suo dolore e tenerlo con me, in modo che non potesse soffrire mai più. Avevo avuto quel pensiero più volte quando si trattava di Emma e, cavolo, Ash a volte me la ricordava tanto da farmi paura.
Allontanai la mia migliore amica da me e le passai delicatamente i pollici sul viso in modo da poter asciugare le sue lacrime.
" Non piangere, perché le tue lacrime sono troppo preziose per sprecarle così, salvale per un momento in cui ne avrai veramente bisogno. Non piangere, perché Dio solo sa quanto mi fa male vederti così. Non piangere, perché tutto andrà bene e conoscerai quella felicità, che adesso ti sembra così lontana" dissi, asciugandole una lacrima dal viso.
Le avevo già pronunciato quella frase una volta, era la stessa che usavo sempre quando mia sorella si sentiva triste e speravo vivamente che sarebbe riuscita a farla smettere di piangere.
Ash mi sorrise, i suoi occhi sembrarono illuminarsi e brillare come due pietre preziose. Non esitò nemmeno un secondo, prima di gettarmi nuovamente le braccia attorno al collo.
" Grazie, sai sempre come tirarmi su di morale" disse, la voce leggermente roca a causa del pianto di poco prima.
Ricambiai il sorriso e lasciai che finisse di vestirsi, mentre io frugavo nel suo armadio in cerca di un maglione da sostituire alla felpa che avevo usato per dormire.
Quando finimmo entrambe di vestirci e di truccarci, ci decidemmo finalmente a scendere le scale per fare colazione.
In cucina trovammo i genitori di Ash ed Aiden, la madre dei due indossava un vestito blu che le fasciava perfettamente il fisico slanciato e snello, mentre i suoi capelli scuri erano legati in uno chignon perfetto che metteva in mostra il suo bel viso.
Era esattamente come l'avevo vista l'ultima volta, eccezion fatta per alcune rughe in più e non appena posò i suoi occhi verdi su di me, un sorriso le illuminò il volto.
" Oh santo cielo Hayley, quanto sei cresciuta. Sei diventata così bella" esclamò, alzandosi dallo sgabello sul quale era elegantemente seduta.
Si avvicinò a me e mi baciò delicatamente su entrambe le guance, prima di avvolgermi in un caloroso abbraccio. Il suo profumo fruttato mi avvolse le narici e per qualche secondo mi sembrò che fosse mia madre ad abbracciarmi e non quella dei miei amici, chiusi gli occhi e per un attimo mi feci cullare da quella fragranza.
" È davvero un piacere vederti Shirley" dissi, allontanandomi da lei e ricambiando il suo sorriso.
Quando spostai lo sguardo verso il bancone della cucina notai che il padre di Aiden era intendo a leggere il giornale, mentre sorseggiava lentamente il caffè da una tazza nera che, tra l'altro, era sbeccata sul bordo.
Shirley si avvicinò a suo marito con un'espressione leggermente irritata e lo colpì dietro la testa con la mano, attirando così l'attenzione dell'uomo che la guardò con gli occhi spaesati.
" Maxwell, ti sembra il modo di comportarti? Abbiamo un'ospite, sarebbe molto cortese da parte tua se le dessi il benvenuto in casa nostra" lo rimproverò la donna, agitando il dito della mano sinistra e poggiando la destra sul fianco.
Ash rise sotto i baffi, mentre Aiden, che era seduto su uno sgabello intento a mangiare i cereali, scosse leggermene la testa con un piccolo sorriso a fior di labbra.
Max si alzò dallo sgabello, si sistemò la gravata blu notte che portava al collo e si passò velocemente una mano tra i capelli, prima di avvicinarsi a me e abbracciarmi come aveva fatto poco prima sua moglie.
" Hayley è bello rivederti, come sta Robert? " chiese, mentre mi conduceva verso uno degli sgabelli che circondavano il bancone e di riempirmi una tazza con del caffè.
Presi uno dei toast che posavano sul piatto in ceramica posto al centro del ripiano di marmo e cominciai a ricoprirlo di un sottile strato di burro e di un altrettanto sottile strato di marmellata ai lamponi.
Ash prese posto accanto al fratello e si riempii una ciotola di cereali, proprio mentre Aiden stava finendo la sua.
" Sta bene, grazie" replicai, portandomi una ciocca di capelli dietro all'orecchio e mettendo tre cucchiaini di zucchero nel caffè.
Max aveva gli occhi azzurri e vivaci esattamente come quelli Ash, nonostante quelli di quest'ultima fossero caratterizzati da piccole screziature marroni che Max non possedeva. Shirley invece li aveva un di un verde piuttosto chiaro e in quel momento mi accorsi che Aiden possedeva un colore di occhi che era la perfetta fusione di quello dei suoi genitori.
Osservai il ragazzo bere un ultimo sorso di caffè e alzarsi dallo sgabello senza proferire parola, lanciò ogni tanto delle occhiate verso suo padre e notai sembrava volesse prenderlo a pugni. Mi chiesi quale fosse la causa di tanto astio tra i due e mi ricordai che Aiden mi aveva detto che, quando lui aveva solo quindici anni, Max lo aveva buttato fuori di casa. Inoltre sapevo che il ragazzo si doveva pagare da sé sia la retta scolastica che i vestiti e gli altri beni di cui necessitava, non avevo idea del perché, ma ero sicura che tutto ciò contribuisse ad alimentare l'odio - se di questo si poteva parlare - che Aiden provava nei confronti del padre.
Avrei voluto tanto conoscere di più il ragazzo dagli occhi tempestosi che sapeva farmi battere il cuore come nessun altro, tuttavia ero perfettamente consapevole che, se mai avessi cercato di forzarlo a parlare, lui si sarebbe sicuramente arrabbiato tanto da dire cose che, in realtà, non pensava. Perciò mi convinsi ad aspettare che fosse proprio lui a voler aprire il suo cuore e parlarmi di sé e del passato che non conoscevo.
Inoltre, non ero nella posizione di poter pretendere assolutamente nulla, considerando che nemmeno io gli avevo mai parlato della mia vita a Los Angeles e del passato che avrei voluto cancellarle.
Aiden
Ero a lezione di fisica ed io e Will stavamo giocando entrambi a Trivia Crack, in modo da poter combattere il sonno che minacciava di farci addormentare sul banco.
La professoressa stava spiegando con voce più alta del dovuto, come se sperasse che farlo avrebbe catturato maggiormente l'attenzione dei suoi studenti.
" Amico, quando ti decidi a fare il primo passo con Killer? Mi sono stufato di vedervi flirtare senza mai combinare nulla" disse il mio migliore amico, prima di imprecare perché, probabilmente, aveva sbagliato perso una partita al gioco.
Roteai gli occhi nel sentire le sue parole, considerando che lui ci aveva impiegato anni a fare il primo passo con Ash e che, tra l'altro, aveva persino avuto bisogno dell'intervento mio e di Hayley per farlo.
Tuttavia sapevo che aveva ragione, mi ero stufato anche io di giocare a ricorrermi con lei senza arrivare da nessuna parte. Hayley mi piaceva sul serio ed io volevo a tutti costi averla al mio fianco.
" Presto, stai tranquillo" affermai, cercando di concentrarmi sul gioco e non sul ricordo sfuocato che avevo del sogno fatto la notte precedente.
Non avevo più intenzione di lasciare che Bella e il passato che mi legava a lei mi impedissero di guardare al futuro e di avvicinarmi alla ragazza di cui mi stavo innamorando. Ormai non mi importava più quante volte avrei sognato Bella, perché fino a quando avrei avuto Hayley al mio fianco sarei stato felice. Mi bastava sapere che lei fosse felice, che sorridesse per merito mio e che mi desiderasse tanto quando io desiderassi lei per scordarmi di Bella e del dolore che il suo nome si trascinava appresso.
Hayley fino ad allora pareva essere stata spaventata tanto quanto me dei sentimenti che ero certo provasse nei miei confronti. Io conoscevo a memoria io modo in cui si sentisse, eppure, speravo con ogni briciola di me che non avesse intenzione di prendere le distanze da me. Io avevo tentato di abbandonare l'idea di avvicinarmi a Hayley, di convincermi che fosse sbagliato permetterle di mettere piede nelle acque gelide e tempestose che risedevano in me. Ma non ero riuscito nel mio intento, per quanto vi ci avessi provato. Non ero stato in grado di reprimere l'attrazione che provavo nei suoi confronti o di ingorgare io modo in cui il mio cuore prendesse a battere velocemente quando il suo viso si trovava a centimetri dal mio.
Mi stavo innamorando di lei, tanto, così velocemente da farmi paura.
Hayley
Eravamo davanti alla porta di casa di Stacy e quando suonai il campanello, la ragazza ci venne ad aprire. Indossava un costume da Wonder woman e ci accolse nell'abitazione con un sorriso, lasciando che il suo maggiordomo ci prendesse i vestiti, prima di condurci nel salotto dove si trovavano gli altri invitati.
La musica era molto alta e mi chiesi come facessero i vicini di casa di Stacy a sopportare un tale baccano a quell'ora di notte, l'aria era permeata dall'odore di birra e di sudore, misto a quello dolce di profumo. Al centro della pista vi erano diverse persone intente a ballare, tra queste si trovava anche Kyla che si stava strusciando contro un ragazzo molto alto e piuttosto muscoloso e che ero quasi sicura facesse parte della squadra di nuoto della scuola. La ragazza era vestita da Marylin Monroe e dovetti ammettere che fosse molto bella.
Prima che potessi minimamente rendermene conto, Scott si avviò a passo spedito verso l'angolo bar dove, per altro, i cocktail erano serviti dallo stesso ragazzo che avevo visto la prima volta che ero stata ad una delle innumerevoli feste di Stacy. Lasciai che il mio migliore amico ordinasse tutti i drink che voleva, dopotutto era il suo compleanno e sapevo benissimo che lui amava festeggiare, perciò non mi sentii nella posizione di bacchettarlo e di chiedergli di non esagerare con l'alcol.
Ash mi trascinò al centro della pista sotto gli occhi scioccati di Aiden e Will che, dopo poco, si diressero in fondo alla stanza per giocare a biliardo. Ero sicura che avessero intenzione di mettere in piedi qualche scommessa, perché sapevo che entrambi amassero farlo. Mi lasciai trasportare dalle note della canzone e ballai assieme alla mia migliore amica, fino a quando Scott ci raggiunse e ci spinse a salire su un tavolo in modo da avere più spazio per divertirci. Nè io né Ash protestammo, anzi, accettammo la proposta del ragazzo con piacere e lasciammo che lui stesse in mezzo.
Scott era sempre stato una bravo ballerino, infatti in California conquistava sempre l'attenzione di una marea di ragazze ogni volta che andavamo ad una festa organizzata da qualche studente che frequentava il nostro liceo. Tuttavia lui non aveva mai dato corda a nessuna ragazza che non fosse Emma, era troppo innamorato di lei per accorgersi delle attenzioni che gli dedicavano le altre. Inoltre, anche se mai se ne fosse reso conto, era troppo troppo affezionato a mia sorella per anche solo pensare a tradirla. Scott era sempre stato innamorato di Emma, fin dal primo giorno in cui l'aveva vista e da quel momento per lui non era mai esistita nessun altra ed io avevo sempre adorato vedere quanto entrambi si amassero. Se lei fosse stata lì, Scott non avrebbe sicuramente avuto un drink in mano e non avrebbe di certo smesso di ballare per andare a prenderne un altro. Era cambiato rispetto a quando stavano insieme, ma io non potevo biasimarlo. Dopotutto nessuno lo aveva mai preparato a quello che gli era accaduto e di certo lui non era mai stato pronto a perdere Emma, anche se, ad essere sinceri, nessuno lo era mai stato.
Io ed Ash ballammo ininterrottamente, mentre il mio migliore amico scendeva dal tavolo di tanto in tanto per recuperare un altro drink dall'angolo bar. Quando giunse al sesto fummo costrette ad aiutarlo a salire per quanto era ubriaco. Sperai vivamente che Scott non avesse intenzione di continuare a bere, soprattutto perché avrei voluto che lui si ricordasse della festa e che non finisse per stare male, ma dubitavo che si sarebbe fermato.
Io ed Ash scendemmo dal tavolo quando fummo troppo stanche per continuare a ballare e, incredibilmente, Scott non protestò né cercò in alcun modo di convincerci a rimanere dove eravamo. Tutto ciò mi stupii, perché lui diventava estremamente capriccioso e fastidioso quando aveva un eccessivo ammontare di alcol nel suo sistema. Scossi leggermente la testa convincendomi che, forse, Scott fosse maturato nei pochi mesi che ci avevano tenuti distanti. Nonostante parte di me persistesse a bisbigliarmi all'orecchio che avrei dovuto parlare con lui per assicurarmi che stesse bene. Vederlo tanto spensierato, ad ogni modo, mi convinse che la scelta più saggia fosse lasciarlo divertire. Dopotutto non spettava di certo a me decretare quando fosse giusto per lui di scendere dal tavolo, smettere di bere e cessare di ballare. Era abbastanza grande per prendere le sue decisioni da sé.
Mi avviai verso il tavolo da biliardo seguita dai miei amici e feci lo slalom tra vari studenti, mentre le mie narici si riempivano dell'odore dolciastro dei cocktail e di quello pungente di sudore.
Un' imprecazione uscii dalle mie labbra, quando una ragazza mi pestò il piede e fui grata che vi erano solo poche persone a distanziarmi dal tavolo da biliardo.
La maschera che indossavo mi infastidiva a tal punto, che decisi di rimuoverla e di abbandonarla sul davanzale della finestra. Quando fui accanto ad Aiden lo osservai piegarsi e chiudere un occhio in modo da poter prendere bene la mira, prima di colpire la biglia bianca davanti a sé con un colpo secco. Riuscì ad imbucare ben due biglie, suscitando così il fastidio del suo migliore amico.
Ash si avvicinò a Will e gli stampò un veloce bacio sulla guancia, i due sembravano perfetti insieme ed impersonavano egregiamente Harley Queen e Joker. Will si avvicinò all'orecchio della ragazza e le sussurrò qualcosa che, per via dell'alto volume della musica e della distanza che ci separava, non fui in grado di udire. Ash scoppiò in una leggera risata, prima di tirare un pugno sul braccio del ragazzo. Aiden nel frattempo colpì nuovamente la biglia bianca, tuttavia, a differenza di prima, non riuscì a fare nessun punto.
" Maledizione" disse, allontanandosi dal tavolo e appoggiandosi alla stecca di legno che teneva stretta tra le mani.
La maglietta nera su cui era stampato il simbolo di Batman che indossava lasciava scoperte le sue braccia tatuate, osservai le vene del suo braccio mettere leggermente in rilievo il muso del lupo.
Anche lui aveva rimosso la maschera dal suo viso e stava fissando attentamente Will, come se sperasse che farlo lo avrebbe indotto a sbagliare.
" Forza skywalker" esclamai, in modo da poter sovrastare il baccano prodotto dalla musica e suscitando così l'ira di Aiden.
Risi nel vederlo sbuffare e scuotere leggermente il capo con disappunto, mentre il suo migliore amico mi sorrideva, probabilmente felice di constatare che io fossi dalla sua parte.
Ash esultò assieme a me, quando il suo ragazzo riuscì ad imbucare la biglia che aveva puntato, mentre Aiden, d'altro canto, mi spinse leggermente per indurmi a smettere di gioire per i punti segnati da Will.
Cominciò persino a punzecchiarmi con la stecca di legno per infastidirmi e, ovviamente, riuscì nel suo intento, tanto che cercai di strappargli l'oggetto dalle mani. Aiden si portò la stecca sopra la testa per evitare che io la raggiungessi, tentai un tutti i modi di arrampicarmi su di lui per afferrarla, ma, con mio grande disappunto, non ne fui in grado. Mi trovavo in punta di piedi premuta contro il suo petto forte e muscoloso, mentre mi sforzavo il più possibile per raggiungere l'oggetto che teneva in mano. In quel momento mi accorsi che i nostri visi erano pericolosamente vicini, tanto che i nostri nasi quasi si sfioravano e che potevo sentire il suo respiro sulle mie guance. Il mio cuore cominciò a battere all'impazzata e il mio viso diventò incredibilmente caldo, fui grata che le luci della sala fossero abbastanza basse da impedire ad Aiden di notare il mio rossore.
" Aiden, cacchio datti una mossa" gridò Will, richiamando l'attenzione del suo migliore amico, scatenando la sua ira e quella di Ash che, tra l'altro, gli tirò un pugno sul braccio abbastanza forte da suscitare le proteste del ragazzo biondo.
In questo momento ho voglia di lanciare una sedia addosso a Will.
Stai calma, non sarebbe successo nulla in ogni caso.
Certo, certo.
Aiden si avvicinò al tavolo da biliardo, piegandosi su di esso e prendendo la mira per colpire la biglia bianca. In quel momento sentii una mano poggiarmisi sulla spalla e quando mi voltai vidi il viso dolce di Simon sorridermi, il ragazzo era vestito da vampiro e si era disegnato un rivolo di sangue vicino alla bocca con quello che supponevo fosse rossetto rosso. Il ragazzo si sporse verso di me baciò dolcemente sulla guancia, in quell'istante i miei occhi incontrarono quelli di Aiden che, tra l'altro, si spostarono subito su Simon e notai che lo osservò come se avesse voluto prenderlo a pugni.
" Sei bellissima stasera" disse, il ragazzo accanto a me spostandomi i capelli che mi ricadevano sulla spalla, il suo tocco, a differenza di quello di Aiden, non suscitò in me nessuna emozione.
In quel momento il ragazzo dagli occhi tempestosi colpì la biglia dinnanzi a sé così forte da imbucarne consequenzialmente tre, dopodiché si avvicinò a me.
" Ciao Stanley" la sua voce era forte e decisa e l'espressione seria del suo viso fu rotta per un secondo da un mezzo sorriso.
Cercai in tutti i modi di trattenermi dal ridere dopo aver udito il modo in cui Aiden aveva appena chiamato Simon che, tra l'altro, alzò un sopracciglio in segno di confusione.
" Veramente il mio nome è Simon, tu sei Aiden giusto? " chiese, tendendo una mano verso il ragazzo dinnanzi a lui per presentarsi.
Aiden annuì e mentre lo osservavo notai che le sue mani non erano più avvolte dalla fasciatura che gli avevo messo la sera precedente. Le sue nocche erano visibilmente livide, anche sotto le luci soffuse che illuminavano debolmente la sala.
" Piacere mio. Angelo, forse è meglio che tu vada ad aiutare Scott" disse divertito Aiden, indicando un punto alle mie spalle, prima di scoppiare a ridere.
Quando mi voltai vidi il mio migliore amico in piedi sul tavolo. In una mano teneva stretto un drink, mentre nell'altra aveva la sua maglietta azzurra di Capitan America che, tra l'altro, stava facendo roteare sopra la testa. Non indossava più né la maschera né lo scudo e il suo petto nudo era completamente in mostra.
" Don't you wish your girlfriend was hot like me" cantò a squarciagola, muovendo esageratamente i fianchi e comportando la consequenziale caduta di parte del suo cocktail.
Mi portai una mano sulla fronte e scossi la testa ripetutamente per la disperazione, nonostante ciò non riuscii a fare a meno di ridere per quanto fosse buffa ed assurda quella situazione.
" Lo conosci? " chiese Simon accanto a me, i suoi occhi castani erano puntati su Scott e la sua espressione lasciava intendere che si sentisse in imbarazzo per lui.
" Sì, è il mio migliore amico" replicai fiera, prima di avviarmi verso il tavolo cercando di evitare che qualcuno mi pestasse nuovamente i piedi.
Ricevetti solo - se così si può dire - una gomitata che, ovviamente, mi fece imprecare per la seconda volta. Quando mi trovai dinnanzi a Scott, mi fu impossibile non ridere. Era troppo divertente e troppo imbarazzante per riuscire a mantenere la serietà, mi era mancato il suo animo festaiolo e, per quanto assurda fosse quella situazione, fui felice che si stesse divertendo.
" Don't you wish your girlfriend was freak like me" continuò a cantare il ragazzo, ondeggiando i fianchi seguendo il ritmo della musica e persistendo a far volteggiare la sua maglietta sopra la testa.
Si muoveva come se stesse facendo lo spogliarello e quando avvicinò la mano con cui teneva il drink al bottone dei suoi jeans, decisi che era il momento di intervenire. Anche perché la folla stava cominciando a notarlo e a battere le mani come a volerlo incitare a togliersi davvero i pantaloni, ero sicura che se non avessi fatto qualcosa, Scott sarebbe rimasto in mutante.
" Scendi di lì stupido" gridai, cercando di sforzare la mia voce il più possibile per raggiungere le sue orecchie.
Il mio migliore amico mi guardò e mi sorrise, senza tuttavia smettere di ballare e di agitare i fianchi. Non riuscivo a restare seria nel guardarlo, soprattutto perché gran parte delle ragazze aveva iniziato a fischiare e a chiamarlo con degli appellativi che speravo di dimenticare, anche se ero sicura che non sarebbe successo.
" Uragano, vieni qui dai. Ci divertiamo come ai vecchi tempi. Ti ricordo che anche a te piaceva un sacco ballare, in California facevi girare la testa a tutti i ragazzi alle feste. Forza baby, sali" esclamò, porgendomi la mano in cui teneva la maglietta e tendendo il braccio fino a quando non mi decisi a fare ciò che voleva.
La folla maschile esulto ulteriormente quando mi vide e cominciò a incitarmi a togliermi il top nero che indossavo cosa che, per altro, non avevo alcuna intenzione di fare.
Aiden fece capolino in fondo all'ammontare di persone che esultavano, aveva le braccia incrociate sul petto e non riuscivo a capire se fosse arrabbiato o se, semplicemente, stesse cercando in tutti i modi di non ridermi in faccia. Mi osservò attentamente mentre muovevo i fianchi al ritmo di musica assieme al mio migliore amico. Mi passai le mani tra le ciocche dei capelli senza interrompere il contatto visivo con Aiden e per un attimo ebbi l'impressione che in quella stanza non ci fosse nessuno oltre noi. Mi sentii come incatenata al suo sguardo, così tanto da riuscire a creare un incantesimo capace di eliminare tutti i presenti così che noi potessimo rimanere soli.
" Vorrei un po' di attenzione per favore" disse Scott, la sua voce era alta in modo da poter superare il volume della musica che, tra l'altro, venne abbassata dal dj proprio per permettergli di parlare liberamente.
Mi voltai a guardarlo immobile, quasi mi fossi appena risvegliata da un sogno e faticassi a ritrovare il contatto con la realtà.
Il mio migliore amico bevve un piccolo sorso del suo drink, prima di guardare la folla e poi spostare il suo sguardo su di me. Restai per qualche secondo a fissare i suoi occhi celesti riflettere la luce soffusa che illuminava la stanza e il modo in cui i suoi capelli scuri gli restavano in una posizione perfetta, nonostante avesse trascorso gran parte della serata a ballare e ad agitarsi.
" Guardate la mia migliore amica, non è bellissima? " chiese, restando a guardarmi, per poi distogliere lo sguardo e puntarlo sull'ammasso di persone davanti a noi.
La folla - sopratutto quella maschile - esultò e cominciò a fischiare e a battere le mani. Vidi Aiden sbuffare in fondo alla stanza, sembrava parecchio innervosito, tanto che le sue mani si erano chiuse a pugno mandando così in tensione i muscoli delle sue braccia. Le onde tatuate sul suo avambraccio mi proverò prendere vita, quasi fossero agitate da una tempesta invisibile.
" È bella e velenosa quanto il più letale dei fiori. Sapete, sua sorella è ancora più bella di lei, lo è tanto da toglierti il respiro e da farti girare la testa. Perciò vorrei proporre un brindisi: alla mia migliore amica, l'uragano che passa distruggendo sempre tutto ciò che incontra e che mi ha portato via la persona che amavo più di me stesso" aveva alzato considerevolmente la voce, tanto da attirare l'attenzione persino di Kyla che si trovava in fondo alla stanza e che era intenta a parlare con il ragazzo dinnanzi a lei.
Riuscì a farsi ascoltare anche dal barman e dalle clienti che stava servendo. A quel punto Scott appoggiò la maglietta sulla spalla e alzò in alto il bicchiere di vetro che aveva in mano, prima di bere l'intero contenuto in un sorso solo. Inutile dire che nessuno brindò assieme a lui e che tutti i presenti nella stanza erano visibilmente sconvolti. Mi guardano come se avessero avuto paura che potessi scoppiare a piangere da un momento all'altro.
Aiden sembrava preoccupato, tanto che persisteva ad aprire e chiudere i pugni ripetutamente, come se le mani gli stesso prudendo per la voglia di colpire il muro alle sue spalle.
Io mi sentivo mancare il respiro, ero sicura che un pugno nello stomaco avrebbe fatto meno male delle parole pronunciate da Scott. Ero al contempo arrabbiata e ferita per ciò che aveva detto e lui non sembrava minimamente interessato a me, perché quando il dj fece ripartire la musica, lui riprese a ballare come se nulla fosse successo.
" Vaffanculo Scott" gli gridai nell'orecchio, prima di spingerlo leggermente e scendere dal tavolo.
Mi sentii tirare per il braccio e quando mi voltai i miei occhi incontrarono quelli celesti del mio migliore amico, sembrava aver improvvisamente realizzato cosa avesse detto. Nonostante ciò, io non mi sentivo in vena di lasciar correre e di dimenticare le sue parole, soprattutto perché mi avevano ferita nel profondo. Le sue parole erano come veleno per me e io riuscivo a sentile insinuarmisi sotto pelle, minacciando di consumarmi dall'interno fino ad uccidermi.
" Mi dispiace Hayley" disse, assumendo un'espressione dispiaciuta.
Mi sentivo bruciare la gola a causa delle lacrime che stavo trattenendo e che non avevo alcuna intenzione di lasciar cadere. La stanza cominciava a sembrarmi troppo stretta e le persone mi parevano troppe, nonostante la casa di Stacy fosse abbastanza grande per contenerle tutte. Il respiro pareva rimanere incastrato nella mia gola, incapace di uscire, esattamente come le lacrime che soffocavo e che bagnavano con acqua salata le ferite che portavo sul cuore.
" Pensi di essere l'unico a cui manca? Pensi che faccia male solo a te pensare a lei? Credi che io non vada a dormire ogni notte sperando di poter tornare indietro e cambiare le cose? Ti sbagli di grosso Scott, se credi che io non sia al corrente che è stata tutta colpa mia ti sbagli. E se starmi vicino ti sembra una condanna, beh potevi lasciarmi a morire in quel maledetto bagno" gridai, prima di spingerlo per allontanarlo da me e correre verso il giardino sul retro della casa di Stacy.
Mi appoggiai al grande albero in fondo al prato e mi accasciai al suolo respirando pesantemente e cercando in tutti i modi di far entrare più aria che potevo nei polmoni.
Era come se qualcuno avesse bloccato la mia respirazione. Il cuore mi batteva all'impazza e questa volta, con mio grande disappunto, non era per merito di Aiden.
Continuavo a risentire la voce di Scott nella testa, ripetere le parole che aveva pronunciato poco prima, come in un loop senza fine.
Credevo di potermi lasciare tutto alle spalle, speravo che, per una volta, potessi concedermi di dimenticarmi di lei. Pensavo di riuscire ad ignorare il mio passato, ma non importava quanto mi sforzassi, Emma sembrava sempre trovare il modo per tornare da me.
Faceva male. Pensare a lei faceva male. Sapere di non poter recuperare nemmeno un secondo trascorso in sua compagnia. Non un abbraccio, una risata, un pomeriggio al parco o una canzone cantata assieme. Sapere di non possedere le forze né tantomeno le facoltà per farla tornare indietro, mi stava distruggendo. Avrei voluto odiarla, detestarla con ogni più piccola parte di me, perché forse, in quel caso, avrebbe fatto meno male. Ma non ci riuscivo, mi risultava impossibile.
Mi sentivo persa in un mare di ricordi dolorosi, tanto da togliermi il respiro e lasciarmi ansimante sulla strada.
" Tesoro, mi sembra di averti già detto che per respirare meglio devi mettere la testa tra le gambe" sentii dire ad una voce che mi era piuttosto famigliare e che, per altro, non udivo da diversi giorni.
Quando alzai la testa, i miei occhi incontrarono quelli di Matt che erano tanto scuri da darmi l'idea che fossero dei pozzi senza fondo. I suoi capelli biondi sembravano quasi neri al buio, l'unica fonte di luce ad illuminare il giardino erano i lampioni dall'altro lato della strada. Io e lui eravamo gli unici lì.
Sorrisi leggermente, ma ebbi l'impressione che assomigliasse più ad una smorfia. Annuii pacatamente e misi la testa tra le gambe, cominciando a respirare profondamente per cercare di calmarmi.
Matt rimase in silenzio per tutto il tempo, vegliando si di me come un angelo custode e quando mi vide sollevare la testa, una volta che il mio respiro si fu regolarizzato, mi tese una mano per aiutarmi ad alzarmi.
" Allora, cosa ti tormenta tanto da farti perdere il fiato? C'entra per caso quel cretino di Aiden? " chiese, appoggiandosi contro il tronco ruvido dell'albero alle mie spalle, proprio accanto a me.
Restai qualche secondo ad osservare l'erba corta del giardino di Stacy e le foglie secche che si trovavano sotto i miei piedi, per poi passare a guardarmi la punta delle vans che indossavo come se fosse stata interessante quanto un quadro di Picasso. L'aria fredda mi accarezzava il viso, quasi a volermi consolare e per quanto la musica proveniente dall'abitazione fosse alta, sembrava non riuscire a sovrastare l'eco della voce di Scott che mi risuonava ancora nella testa.
" No, lui non ha fatto nulla. È che a volte il passato ti segue ovunque, non importa quanta strada tu sia disposto a fare per sfuggirgli, lui ti troverà sempre" spiegai, alzando lo sguardo verso il cielo per guardare le stelle.
Concentrai al mia attenzione sulla luna che era in parte nascosta dalle nuvole, i cui raggi filtravano attraverso di esse rendendo la notte particolarmente incantevole.
Mi voltai verso Matt e lo vidi osservarmi, gli occhi scuri sgranati e la bocca leggermente aperta. Si avvicinò a me come se lo stessi tirando per il colletto della giacca di pelle che indossava e, prima che potessi minimamente rendermene conto, le sue labbra furono sulle mie. La sua mano destra era appoggiata sul mio viso, ma non suscitò in me la più minima emozione, era completamente diverso da ciò che provavo quando Aiden mi sfiorava.
Fu un tale shock che per qualche secondo restai immobile, prima che rinsavissi e lo allontanassi da me con uno spintone.
Sentii la rabbia ribollirmi dentro a tal punto che, senza pensarci due volte, gli tirai un forte schiaffo sulla guancia, suscitando così il suo stupore.
" Scusami, è che per un secondo mi hai ricordato Bella. Non ho saputo resistere" disse, il tono di voce dispiaciuto e lo sguardo basso.
Aveva l'aria di un bambino che era stato beccato con la mano nel barattolo dei biscotti e vederlo mi portò un tale dispiacere nel cuore, che mi condusse a sentirmi in colpa per avergli colpito il viso che, tra l'altro, aveva cominciato ad arrossarsi.
" Io non sono lei, prima te ne rendi conto e meglio sarà per tutti quanti" spiegai, il mio tono di voce al contempo calmo e deciso.
Matt annuì leggermene, per poi alzare lo sguardo verso di me. Aveva gli occhi completamente persi ed iniettati di dolore, tanto che mi sembrava quasi poterlo toccare con mano. Non avevo idea di cosa fosse accaduto a Bella, di dove si trovasse e perché avesse lasciato il suo ragazzo, ma provavo un profondo odio nei suoi confronti per l'ammontare di dolore che si era lasciata alle spalle. Matt sembró non reggere il mio sguardo perché, di lì a poco, spostò gli occhi su un punto indefinito del giardino. La sua mente sembrava lontana, persa chissà dove, in un ricordo che, probabilmente, gli sembrava distante anni luce da quel luogo.
In quel momento sopraggiunse Aiden, aveva il viso contorto dalla rabbia ed ero sicura che se non fossi intervenuta avrebbe di certo picchiato Matt. Mi fu subito chiaro che avesse assistito al bacio che Matt mi aveva rubato e la collera che il suo volto lasciva trapelare non fece altro che darmene la conferma. Quando si trattava di lui, Aiden perdeva quel minimo di autocontrollo e che possedeva, il che sembrava divertire particolarmente il ragazzo dagli occhi scuri e profondi.
Aiden spinse Matt per allontanarlo da me e io decisi di mettermi tra i due ragazzi in modo da separarli, prima che entrambi di dessero sfogo alla loro rabbia. Anche se, ad essere sincera, Matt non mi sembrava particolarmente intenzionato a dare via ad una rissa né, tanto meno, nelle condizioni psicologiche per farlo.
Poggiai una mano sul petto di Aiden e lo costrinsi a guardarmi negli occhi, scossi leggermente il capo per lasciargli intendere che non fosse necessario che lui cominciasse a colpirlo.
" Non farlo, ci ho già pensato io. Non comportarti da cavernicolo, non è il caso" dissi, allontanandolo lentamente da Matt e sorridendogli per indurlo a capire che andasse tutto bene.
Era la verità, per me quel bacio non aveva significato assolutamente nulla. Non provavo niente per Matt, perché l'unico che riusciva a suscitare in me emozioni forti ed impetuose che non ero in grado di controllare era Aiden.
" Ti va di fare qualcosa di stupido per dimenticarti gli ultimi venti minuti della serata? " chiese, sorridendomi e tenendo una mano verso il mio viso per spostarmi una ciocca di capelli come era solito fare.
Ricambiai il sorriso ed annuii, Aiden non indugiò nemmeno un secondo e mi prese per mano cominciando a trascinarmi verso l'interno della casa. Non so curò nemmeno di rivolgere una seconda occhiata a Matt, come se si fosse improvvisamente dimenticato della sua esistenza.
Il mio cuore aveva già cominciato a battere all'impazzata e mi venne quasi da ridere nel realizzare poco mi interessasse dove mi stesse conducendo. Mi fece fare lo slalom tra le persone che ballavano, con la coda dell'occhio riuscii ad intravedere Scott dimenarsi sul tavolo e, in quel momento, decisi che non mi interessava sapere cosa facesse perché tutto ciò che volevo era restare con Aiden.
Il ragazzo dagli occhi tempestosi mi condusse in un'area della casa a me sconosciuta ed interruppe il suo tragitto dinanzi ad una porta di legno scuro. Premette l'interruttore accanto allo stipite e quando abbassò la maniglia sorrisi nel vedere che ci trovavamo nella piscina al coperto di Stacy. La vasca era incredibilmente grande e l'acqua luccicava sotto le luci al neon poste sopra il soffitto, la musica nel salotto era così alta da arrivare pesino in quella stanza, creando così l'atmosfera perfetta.
Io ed Aiden ci guardammo per un istante, sui nostri visi era dipinto un sorriso complice e di chiedo ad entrambi che stessimo pensando la stessa cosa. Senza esitare un secondo di più, lasciai andare la sua mano e presi la rincorsa, per poi buttarmi in piscina seguita poco dopo da lui.
L'acqua non era particolarmente fredda, anzi, era piuttosto calda, abbastanza da rendere il bagno piacevole. Quando tornai in superficie fui accolta dal viso sorridente di Aiden che, tra l'altro, cominciò a schizzare l'acqua della piscina verso il mio viso, dando così il via ad una guerra che non terminò fino a quando lui non mi costrinse ad arrendermi. Aiden si preoccupò subito di spostarmi le ciocche di capelli che mi si erano appiccicate al viso e il suo tocco mi provocò una serie di brividi lungo la spina dorsale ai quali, per altro, avevo imparato ad abituarmi. Osservai il colore indescrivibile dei suoi occhi e il modo in cui mi ricordasse tanto le acque salate e limpide dell'oceano Indiano che circondavano le Maldive. In quel momento non erano tempestosi, anzi, erano più chiari e luminosi del solito, probabilmente perché il colore era messo in risalto dal rossore causato dal cloro e dalle luci al neon che li illuminavano facendoli brillare come due pietre preziose.
I miei occhi passarono in rassegna ogni più piccolo dettaglio del suo viso, come il piccolo neo che aveva sulla guancia, la linea definita della sua mandibola e il taglio che si trovava sulla sua fronte e che si era provocato la sera prima.
Aiden posizionò la sua mano sulla mia guancia, cominciando a disegnare dei cerchi immaginari su di essa con il pollice ed alimentando così i brividi che persistevano a percorrere ogni centimetro del mio corpo.
Di lì a poco la musica forte che proveniva dalla sala, venne sostituita da una canzone più lenta e che io conoscevo perfettamente. Si trattava di Roman holiday di Halsey e non riuscii a fare a meno di sorridere nell'udire le note familiari della canzone.
" Lo vuoi sapere un segreto? " chiesi, spostando per un secondo gli occhi sull'acqua della piscina, prima di riportarli in quelli di Aiden.
Il ragazzo sorrise ed annuì, il suo gesto spostò alcune delle ciocche dei suo capelli che, come al solito, andavano in ogni direzione e che lasciavano cadere alcune gocce sulle sue guance. Avrei potuto trascorrere ore ad ammirare la sua bellezza innegabile. I suoi occhi azzurri e screziati di verde vicino alla pupilla erano così luminosi sotto la luce da farmi credere che stessero brillando. Avrei voluto essere inghiottita dall'oceano che risiedeva nelle sue iridi ed esplorarlo come una sirena a caccia di tesori nascosti sui fondali.
" Questa è la canzone che stavo ascoltando il giorno in cui ci siamo incontrati, nel momento in cui mi hai scattato la foto" confessai, l'eco della mia voce si disperse nella stanza e si mescolò alla canzone.
Aiden restò a guardarmi in silenzio per qualche secondo, prima di tuffarsi a capofitto sulle mie labbra.
Il tempo mi sembrò fermarsi.
Il mio cuore smise di battere e io cessai di respirare.
E al diavolo le farfalle, dentro al mio stomaco c'erano dei dannati draghi sputa fuoco.
Le mie mani si aggrapparono alla sua maglietta in modo da attirarlo verso di me, mi sembrava troppo lontano, nonostante a separarci ci fosse solo il tessuto dei nostri vestiti.
I nostri respiri erano una cosa sola e le nostre labbra si muovevano in sincronia, le mani di Aiden si fecero strada lungo la mia schiena e mi attirarono a sé. Eravamo coccolati dall'acqua tiepida ed io mi ritrovai a sperare che riuscisse a placare le fiamme che avevo l'impressione mi stessero consumando dall'interno. Le mie braccia si incrociarono attorno al collo di Aiden e quando le nostre lingue si incontrarono mi parve che mi sarei presto tramutata in cumulo di cenere. Il mio cuore batteva così forte che mi sembrò di riuscire ad udire i battiti nelle orecchie e che continuassero ad accelerare con lo scandire di ogni secondo, mentre il bacio si approfondiva e diventava sempre più bisognoso.
Era come se avessimo cercato di trattenere i nostri sentimenti per così tanto tempo, che ora che ci trovavamo in quella situazione non eravamo più in grado di avere il minimo controllo su di essi. Io mi sentivo come in balia delle mie emozioni. Aiden era un oceano profondo e sconfinato che mi trascinava con sé senza mai lasciarmi andare, ed io mi sentivo così perdutamente attratta da lui che non mi interessava se sarei rimasta affogata, perché tutto ciò che volevo era stare con lui, tanto da star male.
Affondai le mani nei suoi capelli bagnati, mentre la sua mano destra disegnava delle figure immaginare sulla mia schiena, facendomi percorrere da mille brividi.
Mi sembrava di non poterne abbastanza dei suoi baci. Era come se entrambi non riuscissimo a fermarci, quasi necessitassimo l'uno dell'altra per respirare. Le sue mani percorrevano il mio corpo per poi tornare sul mio viso, mentre le mie, avvolte attorno al suo collo, persistevano a giocherellare con i suoi capelli scuri.
Per un secondo, mi morse il labbro e io credetti di essere sul punto di impazzire. Continuammo a baciarci fino a quando la mia mente si spense completamente. Esistevamo solo noi due e il resto del mondo era scomparso, nient'altro sembra più contare.
Non mi sarei mai stancata di sentire il suo sapore sulle mie labbra e di accarezzare la punta dei suoi capelli. Non mi sarebbe bastata una vita intera per dimenticarmi di quel bacio. Avrei voluto ripetere il nome di Aiden tante, forse troppe, volte, ma non avevo nemmeno il tempo di respirare e di certo non avrei mai trovato quello necessario per parlare.
Era il tipo di bacio in grado di mostrarti l'universo, di quelli che bruciano l'anima e che congelano il tempo. Il tipo di bacio che rimane marchiato a fuoco nella memoria e che ti cattura il cuore, senza lasciarlo più andare.
Angolo marshmallow:
Ecco a voi IL capitolo, come vi è sembrato?
Volevo ringraziarvi ancora per i bellissimi come ti che mi lasciate e per seguire la mia storia, vi voglio bene.
Pubblicità: Deadly warrior by @esistenza03
Inside me by @showmeallyourlove
Baci
Xxx
-Ary
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro