Cap 49
Derek uscì dalla doccia e trovò Stiles esattamente come l'aveva lasciato: seduto sul letto e rannicchiato su sé stesso. Il moro sospirò e si vestì velocemente. -Oggi vieni con me a fare una passeggiata?- sapendo che Stiles non parlava quasi più, si sporse da oltre l'anta dell' armadio e lo vide scuotere la testa. Derek si aggiustò la maglietta e andò a sedersi di fronte a lui. -Ti prego, amore. Parlami, almeno.- lo supplicò. Non ricevette risposta e sbuffò in modo pesante.
Stava perdendo la pazienza. Non sapeva più che cosa fare con lui.
Lo accarezzò sulla testa e uscì da camera loro, diretto in sala mensa. Lì trovò il tavolo con tutti i suoi amici, i quali stavano ridendo e scherzando fra loro.
-Ve lo giuro, ragazzi. Fra tutti gli insegnanti che abbiamo avuto io e Niall in Irlanda, il professor Tobea era il peggiore!- rise Demi, mettendosi una patatina in bocca. -Era quello che diceva che ero dislessico quando in realtà non era vero?- domandò Niall, arcuando un sopracciglio. Demi scosse la testa. -No... tu stai parlando del professor Yughigi. Il professor Tobea era quell'uomo tutto matto che, ogni mattina, entrava in classe e si indicava il pacco con le mani urlando: "Arriva la sfiga! La sfiga! La sfiga!".- l'imitazione fece scoppiare a ridere tutti, tranne Derek, il quale si era seduto con loro rimanendo scuro in volto.
-Scusa, Niall, ma tu sei veramente dislessico.- sorrise dolcemente Isaac, appiccicato al fianco di Scott, il quale gli teneva un braccio intorno le spalle. -Io non sono dislessico... è solo che non so leggere!-
-Come Camila qualche mese fa; diceva di essere etero e poi baciava me.- commentò Lauren, beccandosi un'occhiataccia dalla propria ragazza. -Perché continui a ricordarmi il mio periodo di confusione?-
-Perché è grazie a quel periodo se siamo arrivate a questo.- sorrise maliziosa la mora, baciandola subito dopo e facendo alzare un coro di fischi.
Harry guardò di sottecchi Derek e gli posò una mano sulla spalla. -Tutto bene?-
-No.- grugnì, togliendo in malo modo la sua mano da sé. Harry lo fissò sbalordito e anche Louis. -Stiles?-
-È in camera nostra e non vuole uscirne.-
-Non possiamo aiutarlo in nessun modo?- chiese Liam, stringendo dolcemente la mano di Zayn sopra il tavolo. Derek scosse la testa. -No, non possiamo. Quando una persona è in lutto, l'unica cosa che si può fare è lasciarla in pace. Lasciare che pianga e si sfoghi.-
-Che ne dici, invece, di mostrargli la luce alla fine del tunnel?-
Il gruppo di amici si girò verso quella voce, trovandosi a guardare un sorriso felice e degli occhi blu allegri.
-Alec? Che ci fai qui? Non eri andato via?- Calum lo guardò sorpreso, come tutti gli altri.
Il ragazzo dai capelli corvini prese una sedia e si sedette al loro tavolo. -Sì, sono solo venuto per farvi una visita e... anche perché è successa una cosa. Io e Magnus siamo andati insieme in tribunale e adesso gli appartengo, ma mentre eravamo lì ho scoperto un fatto molto interessante.-
-Sei il solito hacker!- sorrise amico Michael, alzando gli occhi al cielo. Alec gli puntò un dito contro. -Preferisco il termine "genio del computer che fa cose non proprio legali". Comunque, penso che questo possa interessarvi.- sorrise, prendendo fuori dalla propria borsa una cartella e aprendone il contenuto sul tavolo. Tutti quanti si sporsero per vedere meglio e sgranarono gli occhi.
-COSA?!-
-Sai, quando andrò dal parrucchiere della scuola, gli chiederò di farmi la tua stessa acconciatura. Dirò: " Voglio un taglio alla Zayn".-
-Sì e già che ci sei, chiedigli pure le bretelle, le zip e i lacci!- commentò Niall, prima di scoppiare a ridere. Alec lo guardò eloquentemente. -Un taglio alla Zayn, Niall, non allo zaino!-
-Shhh, zitti!- disse Ed, mettendo le mani sulle bocche dei amici. -Dobbiamo mettere in atto il piano, non è il momento per scherzare.-
-Il rosso ha ragione. Il taxi arriverà fra qualche minuto. Louis? Va' a prendere Stiles.- disse Selena, facendo cenno all'amico. Louis annuì e corse dentro il dormitorio.
Salì le scale e si fermò quando arrivò davanti alla porta. -Speriamo solo che non mi uccida.- pregò, rabbrividendo alla sola idea. Bussò, ma non ottenne risposta. Entrò solo quando si accorse che la porta era aperta.
Stiles era sempre lì, rannicchiato sul letto e con il viso seppellito tra le ginocchia, le quali venivano tenute strette dalle braccia.
-Che fai ancora qui? Non dovresti essere a lezione?- Louis tentò con la voce di essere convincente e guardò Stiles di traverso. -Alzati, Stilinski. È un ordine!-
-Non sei il coach Finstock.- brontolò il ragazzo, senza guardarlo. -No, non lo sono. Sono uno dei tuoi migliori amici che in questo momento ti sta chiedendo di alzare il culo!- lo sgridò. Visto che non ottenne nessuna reazione, costrinse Stiles ad alzarsi in piedi e gli rifilò una sberla che lo fece traballare. -Reagisci, Stiles!- lo spronò, alzando la voce.
Il ragazzo si rimise dritto a fatica, ricevendo in cambio solo un altro schiaffo. -Voglio che ti arrabbi, Stiles. Sfogati con me!- urlò il liscio, spingendolo a terra e facendolo cadere. Stiles mugolò di dolore e si alzò lentamente, a scatti. Le sue guance bruciavano e le ginocchia gli dolevano. La stanchezza di quegli ultimi giorni si fece sentire e cadde in ginocchio. -Alzati, Stiles.- gli ordinò l'amico. -Alzati subito!- gridò.
Stiles tornò saldo in piedi e Louis lo schiaffeggiò di nuovo. -Reagisci!- urlò Louis. Stava per dargli di nuovo una sberla, quando Stiles gridò e lo spinse via.
Louis sorrise in modo maligno. -Che c'è? Ce l'hai con me? Vuoi picchiarmi? Allora fallo!- corse velocemente via e sentì i passi di Stiles dietro di sé. A quanto pare, i giochi avevano fatto bene, dopo tutto. La sua corsa era migliorata!
Come stabilito nel piano, Louis riuscì a portare Stiles nel giardino principale, dove li aspettavano tutti.
Stiles era accecato dalla rabbia, ma frenò di colpo quando, in mezzo ai suoi amici, vide dei capelli biondo rame e degli occhi color ambra fissarlo ammirati.
-Juliette...-
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-Kitta <3
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