6. Coriolanus Snow
-Zucchero Signore?-
Annuisco e afferrato un cubetto bianco ed immacolato, mi concedo di osservarlo lentamente affondare nel denso liquido color nocciola.
Thè al limone.
Agrume indiscutibilmente particolare.
Se quantificato a dovere, dal sapore piú che ottimo, se invece mal dosato, estremamente aspro e sgradevole.
Vi sono molte, forse fi troppe cose soggette a tali interpretazioni.
Cose o ad esempio persone.
Katniss Everdeen.
Un nome che per quanto possa volermi risultare estraneo puó dirsi fonte di fin troppe preoccupazioni.
A volte provare a dare un senso a tutto ció, risulta essere ancora piú insensato del senso stesso.
Davvero quell'insulsa e sciocca ragazzina crede di potermi disubbidire in questo modo?
Passarla liscia senza nemmeno lontanamente doverne pagare le conseguenze?
Quale grande e incosciente errore sarebbe pensare ció.
Quel suo incredibile quanto irritante modo di fare; Spavalda e probabilmente fin troppo sicura di sè stessa.
Fiduciosa delle sue capacità.
Non ha la piú pallida idea di cosa questo suo impulsivo gesto possa aver in qualche modo provocato, o per meglio dire; Acceso.
Ogni rivoluzione nasce da una scintilla. Facilmente in grado di prendere vita e al contempo se malgestita prossima alla fine.
Non permetteró che un semplice e futile errore commesso da quel Crane, rovini ció che in anni è stato duramente costruito e stabilizzato.
Le tante piccole vendette portate a compimento.
Un ufficiale tanto di alto rango quanto sciocco da assopirsi durante un pubblico discorso e poco dopo giustiziato davanti le stesse persone che un paio d'ore prima gli si erano ripresentate a cospetto o un avversario fin troppo determinato, accidentalmente sbranato dai fedeli amici a quattro zampe.
Istinto animale si è detto.
Istinto alquanto ibrido aggiungerei.
Non ho bisogno, nè sono tenuto, a dover reprimere ció che trovo essere giusto o sbagliato.
Ho in pugno una nazione, un'intera nazione. E per quanto un'ingenua adolescente di campagna possa risultare pericolosa, niente so per certo, puó esserlo piú del potere stesso.
Niente lo è e niente mai lo sará.
Deciso lascio delicatamente scorrere due dita sul manico della piccola tazzina dipinta di rose color perla.
Immacolate, perfette, pure ed emananti una fragranza capace di nascondere persino odori fra i piú pungenti.
Quale grande invenzione.
Sollevo il minuscolo recipiente color ceramica portandomelo alla labbra contornate dalla caratteristica folta barba bianca.
Faccio per cominciare a sorseggiare quando grazie ad uno sguardo fugace, l'occhio cade su di un piccolo taglio a delimitare il bordo dell'oggetto stretto in pugno.
Una scheggiatura.
Sottile, ben definita e lucida per via dei riflessi solari passanti per la vetrata della residenza.
Particolare tanto insignificante quanto possibilmente pericoloso.
Incapaci...
-Egeria-
A fare prontamente la sua comparsa la prima assistente che con un leggero inchino mi invita ad esprimere ció che per certo, e senza ulteriori remore, lei andrá ad esaudire.
-Chi è stato?- Sibilo tornando ad esaminare con fare indagatore l'oggetto di tale attenzione.
-Non ne ho idea Signore-
-Uno dei miei piú pregiati servizi da Thè- Scandisco riponendo con visibile sufficienza la tazzina dipinta. -Rovinato!-
-Si sará sicuramente trattato di un incidente...Le Cameriere si saranno distratte e...-
Non le do nemmeno il tempo di concludere. -Quali Cameriere?-
Il nervosismo sta cominciando a farsi sentire. Assoluto protagonista di ciò che momentaneamete mi sta prepotentemete ribollendo nelle vene, penetrandomi fin dentro le ossa.
La scorgo abbassare furtivamente lo sguardo. -Non saprei Signore...Supervisionarne l'operato non rientra nei miei adempimenti- Ammette concisa.
Per quanto le sue parole possano risultare veritiere non sono affatto dell'idea che una giustificazione simile possa essere considerata come "passabile".
Egeria è dopottutto una delle mie piú fidate collaboratrici...Anzi, forse addirittura l'unica.
-Da quante inservienti è costituito il personale?- Domando istintivamente.
-Centotrenta, Signore-
Quantitá piú che considerevole...
Centotrenta posti di lavoro...
Cebtotrenta padri e madri di famiglia.
Centotrenta bocche da sfamare con conseguenti famiglie annesse.
-Licenziatele-
-Come?-
-Licenziatele- Ribadisco glaciale. -Tutte. Una per una. Tutte e centotrenta-
-Ma signore...-
-I nostri fidati genetisti scarseggiano di esche fini a testare alcuni nostri ibridi sperimentali...Sarebbe un peccato ostacolarne il progresso non trova?-
Gli occhi neri della donna dardeggiano di lato andandosi questa volta a soffermare su di un punto vuoto. -A breve saranno prontamente spediti gli avvisi di licenziamento-
Magnifico...
Le sorrido compiaciuto.
Sorriso che a rigor di logica viene giustamente interpretato come un chiaro invito a congedarsi.
A seguito di un leggero inchino l'osservo allontanarsi per poi intimarle di fermarsi sul punto di varcare la soglia della grande sala.
-Sì?- Chiede incuriosita.
Sorrido, nuovamente.
-Una tazza di Thè?-
E ora arrivo io:
Ehii!! Come vi va?
Sorpresa! Snow e.e
Volevo solo dirvi che armata di grande impegno, e se mi sará possibile obv, cercherò di aggiornare più spesso :)
Io intanto ci provo, poi, si vedrá.
Anyway, se mi volete bien per piacere datemi un vostro parere che, tranquilli, non mi offendo u-u
Bhe, a presto e baci♡
-Sof
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