La piccola Primrose Mellark, in una mattina di primavera, giocava da sola fuori casa, tra le primule piantate anni prima dal papà.
Si divertiva a intrecciarle nei lunghi capelli scuri.
A un certo punto un rumore la fece sobbalzare.
Si voltò e vide una ragazza (non avrebbe potuto aver più di quattordici anni) che camminava con passo leggero verso di lei, i capelli biondi legati in una treccia e occhi azzurro cielo.
Aveva un che di magico, di etereo, di soprannaturale, eppure alla bambina non metteva paura.
<<Ciao. Chi sei?>>
Chiese incuriosita.
<<Mi chiamo Primrose, ma tu puoi chiamarmi Prim>> disse la ragazza sorridendo.
<<Oh. Che buffo, è anche il mio di nome! Ma com'è che non ti ho mai vista da queste parti?>>
La bionda non rispose subito.
<<Io abito in un altro posto, molto lontano.
Però sono nata qua.>>
Disse lasciandosi cadere sull'erba.
<<Aspetta, ti aiuto>> e si mise a intrecciare i capelli della bimba, che alla fine erano un tripudio di colori.
Dopo un po'di silenzio, la piccola Mellark esordì: <<Ma se abiti molto lontano, perché hai fatto un viaggio fino a qua?>>
<<Mi è stato concesso. Volevo rivedere questo posto. E volevo salutare mia nipote almeno una volta.>>
<<E ci sei riuscita?>>
<<Oh sí. Adesso devo proprio andare, piccina. Sono fiera di te e di tua madre.>>
E cominciò ad allontanarsi lentamente.
Dopo un po'si interruppe, rivolgendosi a Prim: <<Che sbadata, non ti ho ancora detto il mio nome completo.
Sono Primrose Everdeen>>

~SPAZIO ME~
Piangete.