Ad ognuno il suo giocattolo
Premessa: la storia è ambientata più o meno tre anni prima rispetto al primo libro della saga. Posy ha più o meno quindici mesi.Rory ha otto/nove anni, mentre Gale ne ha circa quindici.
Il giocattolo preferito di Rory Hawthorne aveva un anno e qualche mese, pochi denti e manine paffute che non perdeva mai occasione di infilare ovunque. La piccola Posy cresceva in fretta e, da diverso tempo, il fratello maggiore si divertiva a vederla alle prese con le prime parole, incoraggiandola a impararne di nuove ogni giorno.
"Rory" stava esclamando quel pomeriggio il bambino, esibendosi in una delle espressioni più buffe del suo repertorio; si era seduto sul pavimento per cercare di bloccare il gattonare inarrestabile della sorellina.
Posy rise e gli premette un indice sulla guancia.
"Ro-Ry!" scandì ancora il ragazzino, facendole battere le mani a tempo.
"'O-ry" dichiarò solenne la piccola.
"Bravissima!" si congratulò il fratello, accarezzandole una guancia. "Adesso di': Rory è bello."
Posy gattonò in avanti per ricambiare il suo gesto affettuoso, dopodiché si appoggiò a lui per alzarsi in piedi.
"Rory è bello!" esclamò ancora il ragazzino, cercando di attirare la sua attenzione.
"'Ory" replicò la bimba, muovendo qualche passo incerto per la stanza.
"È bello" completò la frase Rory, recuperando la sorellina e prendendola in braccio per farle il solletico.
"Mica tanto..." osservò a quel punto una voce oltre la porta; Gale s'intrufolò nella stanza e gettò sul letto la tracolla che usava per andare a scuola.
Posy lo indicò, farfugliando qualcosa d'incomprensibile. Cercò di farsi mettere a terra, ma quando Rory riprese a farle il solletico rise, rannicchiandosi su se stessa.
"Di': Gale puzza" azzardò a quel punto il bambino.
"'Uzza" replicò fiera la piccola, tendendo una mano per farsi prendere in braccio dal fratello più grande. Rory sorrise compiaciuto, fino a quando Gale non gli diede un colpetto scherzoso sulla nuca.
"Ehi!"
"Lo sai che non è un giocattolo, vero?" gli ricordò il maggiore, chinandosi per sollevare Posy. La piccola incominciò a giocare col colletto della sua maglietta, visibilmente contenta per il ritorno a casa del ragazzo.
Rory roteò gli occhi.
"Si, papà" commentò sarcastico, prendendo la manina della sorella e facendoci contro una pernacchia. Posy emise un gridolino e allontanò il braccio.
Gale freddò il fratello minore con un'occhiataccia; in quel momento la bambina serrò le labbra e soffiò, cercando di imitare la pernacchia di Rory.
I due più grandi si misero a ridere.
"Mi hai fatto la pernacchia?" la interrogò a quel punto Gale, facendole il solletico sulla pancia. Posy si divincolò, ridendo.
"Fagliene un'altra!" la incoraggiò Rory, mostrandole come fare. La bambina chiuse la bocca e soffiò di nuovo, sputacchiando saliva sulla felpa del fratello più grande.
Il mezzano si mise a ridere, scattando poi all'indietro per evitare lo scappellotto di Gale.
"Che duo di fratelli discoli che ho" commentò il maggiore, scuotendo divertito la testa. Osservò a lungo Posy, che stava facendo scorrere l'indice sul suo volto, come a volerlo esaminare.
"Papà" esclamò poi la piccola, indicandolo.
Lo sguardo sereno del ragazzo venne velato da una punta di nervosismo.
"Gale" la corresse, dopo aver scosso la testa.
"Papà!" gridò la bambina di rimando, premendogli una mano sulla bocca.
"Vuole sempre avere ragione" osservò Rory con un sorrisetto.
"E non ha ancora compiuto due anni..." replicò il fratello, appoggiando la fronte a quella della sorellina. "... Che peste."
Posy in risposta cercò di nuovo di fare una pernacchia, riprendendo a tirare il colletto della sua felpa.
"Lo dici sempre a me..." commentò a quel punto un serioso Rory, facendo spallucce. "... Ma mi sa che siamo noi a essere i suoi giocattoli."
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