Capitolo 1 un giorno come un altro
Avete presente quei pazzi che si vedono nei film? Quelli con i cartelloni giganti che urlano come matti "la fine del mondo è vicina! Pentitevi uomini peccatori prima della fine di tutto!" Ecco, forse avremmo dovuto dargli ascolto
Arrivarono dal nulla, io ero la tipica liceale modello, bella e popolare, avrei potuto avere il mondo ai miei piedi, invece questi stronzi avevano deciso di distruggere l'intero mondo e tutto quello per cui avevo lottato. Siete curiosi di sapere di cosa o chi io stia parlando? Tranquilli, ci arriveremo presto ma lasciate che vi avverta su una cosa, lasciate perdere i film e i libri che avete letto fino ad ora perché niente vi salverà da uno di quei mostri una volta che vi avranno preso, non fate appello all'amore o la compassione perché non ne provano, e se questo dovesse succedere pregate che la vostra morte sia il più veloce possibile, anzi se potete uccidervi fatelo, prima che loro vi prendano.
La città era deserta come sempre, il vento soffiava tra i palazzi in rovina creando un suono che somigliava al lamento di un uomo, o magari c'era davvero un uomo in giro che urlava da qualche parte che sperava di essere salvato. Speranza, parola che raramente si faceva viva nella mia testa, avevo perso la speranza quel giorno d'estate di due anni fa, quando il mondo fu invaso da loro, alcuni parlavano di alieni venuti dallo spazio, tutte stronzate, non c'erano state ne navicelle spaziali o altre cavolate simili, per me c'era dell'altro ancora da scoprire e forse era qualcosa di ancora più spaventoso. Tenevo stretto il fucile poggiato saldamente sulla spalla, l'aria calda e polverosa mi attaccava i capelli alla fronte sudata, mi nascondevo di Palazzo in Palazzo per non farmi notare, non dovevo farmi notare o sarebbero state solo rogne. I Carnivori, così li chiamavamo, a differenza dei loro creatori di cui conoscevamo poco o nulla si vedevano sia di giorno che di notte poiché essendo ex umani avevano ereditato questa capacità, per questo credevamo che i loro creatori fossero creature prettamente notturne e usavano i carnivori per ucciderci e fare i loro lavori. Ecomunque si, oggi uccidiamo quello che un tempo erano i nostri genitori, figli, amici o qualsiasi altro conoscente vi venga in mente. Ne avvistai uno dietro un Palazzo, non parlavano ma emanavano un suono così forte che ti avrebbe spaccato i timpani e di li a pochi secondi ti saresti trovato in una dozzina di carnivori pronti a ucciderti a morsi. La loro pelle era grigia con vene bluastre in tutto in corpo, non avevano capelli e la mascella era deformata, quando la aprivano si divideva in tre parti, ognuna con due file di denti come quelli degli squali e avevano una lingua biforcuta lunghissima con la quale soffocavano le prede; le dita erano lunghe e affilate come lame e una cosa assai gustosa è che erano velenosi, simpatico non trovate? Così se non morivi diventavi uno di loro, stupendo! Mirai con il fucile, la sua testa era proprio in mezzo alla tacche del mirino quando notai qualcosa uscirgli dal taschino della camicia, c'era una foto con tre persone, un uomo con una donna e una bambina, purtroppo capii di chi si trattava, era uno dei nostri uscito in perlustrazione un mese fa. La mano ebbe un esitazione, i miei denti scricchiolavano, era un uomo buono e pieno di aspettative, cosa rara a quei giorni ma non potevo permettermi di esitare, ormai di quell'uomo non era rimasto altro che un ricordo, non era lui che stavo guardando, quello era un maledetto mostro. Presi un respiro e senza pensarci ancora premetti il grilletto e cadde a terra finalmente libero di andare in un posto migliore.
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