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Un giorno

Un tempo eravamo in tanti.

Ora, a cercare di salvare gli hugs e il mondo, sono sola.

Luca sta ancora guidando, stanchissimo. Io, almeno, ho dormito un paio d'ore. Forse pure di più.

"Capolinea." Dichiara Luca, lo guardo, confusa:"La benzina." Mi spiega, annuisco:"Ok...quanto manca? Ce la facciamo a piedi?" domando. Lui esce dall'auto, io lo raggiungo, dopo un po' di calcoli, risponde:"Sì. Dovremmo farcela. Il Palazzo di Cristallo dovrebbe essere laggiù..." indica un punto indistinto in lontananza:"Serviranno..." guarda l'orologio:"Quattro ore circa. Senza sosta." Annuisco, cominciando a camminare:"Luca?" lo chiamo ad un tratto, lui si volta verso di me:"E se non ci riuscissi? Se non arrivassi in tempo?" domando, lui scuote la testa, risoluto:"Non ci pensare neanche. Ce la faremo." Mi mordo il labbro:"Ma se...se dovessi essere trasformata in hater prima...tu che faresti?" insisto. Lui sbuffa:"Non lo so." Lo guardo:"Luca..." comincio a dire:"Non lo so, Sarah! Non ci ho mai pensato." Ripete, brusco. Annuisco, continuando a camminare"Non ci voglio pensare." Si corregge Luca, in tono più dolce, resosi conto delle sua rispostaccia. Mi sfiora la guancia:"Non voglio pensare ad una vita circondato da odio e rabbia, senza di te." Arrossisco:"Arriveremo in tempo." Dico, per incoraggiarmi a crederci.

Luca mi fa uno dei suoi sorrisi sinceri e allegri:"Certo che arriveremo in tempo. E allora finirà tutto." Lo correggo:"Comincerà tutto." A Luca sfugge una risata:"E allora..." mi afferra, facendomi fare una specie di casquè. Gli circondo il collo con le braccia:"Potremmo stare insieme veramente." Ridacchio:"Signor Hug! Sono indignata! Il suo comportamento non è certo da gentiluomo!" Luca fa un sorriso compiaciuto:"Fortunatamente a milady piacciono i cattivi ragazzi." Dice, prima di baciarmi con dolcezza, succhiandomi il labbro inferiore. Mi separo io per prima, gli occhi che scintillano di gioia:"Ma non dovevamo non fare soste?" lo rimbecco. Lui mi lascia, intrecciando le dita alle mie, ricominciamo a camminare:"Per sentire il sapore delle tue labbra, sosterei in tutta la mia vita." Arrossisco, dandogli una spallata giocosa.

Oltrepassiamo una collinetta, e ci immobilizziamo:"Oh..." sussurro, senza voce.

Di fronte a me c'è un avvallamento, dove un'intera città brulica di haters che camminano per strada, si evitano, odiano. Al di là della città, si trova una struttura decadente di un palazzo.

Io e Luca ci guardiamo.

"Dobbiamo entrare nella città, per arrivare al Palazzo di Cristallo." Dichiaro, tesa, mordendomi il labbro. Luca mi stringe la mano annuendo, prendo fiato.

Per lui non è un pericolo. Lui è l'equilibrio, non può diventare un hater, io invece...

"Hey..." mi alza il mento, in modo che possa guardarlo negli occhi:"Non permetterò che ti prendano. Arriveremo in tempo, e sarai salva. Ho bisogno di te." Mi dice. Non sorrido, troppo tesa, ma annuisco.

"E forse..." mi dice:"Ti serviranno queste." Indica la mia faretra piena di frecce e l'arco. Mi mordo il labbro:"Non so..." lui mi posa la mano sulla spalla:"L'Hug te le ha donate per un motivo, Sarah. E poi, l'hai detto tu: è tempo che gli hugs scendano in campo." Guardo la faretra, pensierosa. Annuisco:"Hai ragione. Dovrò usarle." Ammetto. Lui mi stringe la spalla affettuosamente:"Io ho sempre ragione." Scherza. Io alzo gli occhi al cielo. È grigio, cosparso di nuvole tristi.

La mia mano prende una freccia, la incocco, prendo la mira verso il cielo, e lascio partire.

La freccia saetta in su, e sparisce fra le nuvole. Un lampo rosa squassa la quiete. Abbasso lo sguardo sulla città, determinata.

Sto arrivando.

***

Andy

Un lampo rosa illumina il cielo.

Mi alzo da terra, osservando il cielo ad occhi socchiusi. Il rosa mi ricorda qualcosa.

Occhi fucsia allegri e spensierati. Una risata sincera. Un abbraccio soffocante e gradito. Parole, consigli, sorrisi.

Anni che passano.

Cinque, sei, sette, otto, tredici, quindici, diciassette.

Occhi fucsia tristi e determinati. Urla, sangue, dolore.

Parole, consigli, sorrisi.

Inspiro bruscamente, barcollando all'indietro come se mi avessero colpito allo stomaco. Guardo di nuovo il cielo, boccheggiando.

Arrivano gli hugs.

Con un ghigno sulle labbra, comincio a correre verso il quartier generale. Questa è la nostra ultima possibilità di distruggere quel maledetto Hug. E allora, conquisteremo il mondo.

Spintono la gente attorno a me, senza chiedere scusa, raggiungo il quartier generale col fiatone.

Samuel è seduto al centro del tavolo rettangolare, gli altri attorno a lui che lo ascoltano, arcigni. Mi arresto di fronte al tavolo, posando le mani sul legno freddo.

Ormai, tutto è freddo. Il mio corpo, il mio cuore, la terra, l'aria, tutto ciò che mi circonda.

Prendo fiato, lo sguardo basso sul tavolo. Alzo il viso, e fulmino Samuel con lo sguardo. Sorrido di nuovo, contenta che il dolore e l'odio zampilleranno di nuovo dai nostri cuori come acqua.

"Sarah sta arrivando." Dichiaro. Samuel fa un sorriso simile al mio, solo molto più malvagio.

Lui è il primo hater, ha covato più di tutti gli altri l'odio, la rabbia, la bramosia. Si alza in piedi.

"Bene." Dice. Ha un piano.

***

Sarah

Mi guardo attorno, l'arco in mano. Luca è accanto a me, camminiamo dietro le case grigie e nere degli haters il più silenziosamente e velocemente possibile. Stiamo attenti a qualsiasi movimento.

Proprio in questo momento, sentiamo dei passi.

Ci lanciamo uno sguardo, nascondendoci dietro una casa. Luca si posa il dito sul labbro, per dirmi di fare silenzio.

Alzo gli occhi al cielo: so che devo stare zitta.

Luca si getta all'improvviso contro l'uomo, prima che possa trattenerlo. Sento dei mugolii, e qualcosa cadere pesantemente al suolo. Luca si affaccia, facendomi quasi venire un infarto:"Via libera." Bisbiglia. Esco da dietro il muro, trovando l'hater steso a terra, gli occhi chiusi, il labbro sanguinante. Guardo male Luca, che alza le mani in segno di resa:"Non devi colpire tutti gli haters che ti capitano a tiro." Sibilo. Lui guarda l'orologio:"Ci dobbiamo muovere, gli haters potrebbero rallentarci il percorso." Sospiro, continuando a muovermi in silenzio.

Ad un tratto, sento qualcosa afferrarmi pe la caviglia. Mi volto, spaventata, e vedo un ragazzo muscoloso tenermi stretta per la caviglia, provo a divincolarmi:"L'ho presa!" grida l'hater. Impreco nella mia testa, prendendo una freccia e lasciandola partire.

Si conficca in fronte all'hater che cade a terra, e io mi libero dalla sua stretta. Supero Luca, che non si è accorto di nulla:"Che c'è?" mi chiede quando mi raggiunge.

Guardo indietro, uno scalpiccio si sta avvicinando:"Ecco...è possibile che ci stiano seguendo..." dico. Luca ha un'espressione esasperata, faccio un sorriso colpevole.

"ECCOLA!"

"Prendiamola!"

"Sta scappando!!"

Le voci degli haters raggiungono le mie orecchie. Scambio un'occhiata con Luca, poi ci mettiamo a correre a perdifiato.

Di fronte a noi appaiono haters che tendono gli artigli verso di noi per afferrarci, dietro ce ne sono altri. Ci stanno circondando.

Giro alla prima uscita che trovo, e vorrei non averlo fatto. Io e Luca ci troviamo in una piazza brulicante di haters:"Dannazione..." lo sento sibilare.

Gli haters ci circondano, ci troviamo al centro di un cerchio letale. Delle mani si posano sulle mie spalle, mi divincolo, urtando con la schiena Luca. Ci scambiamo un'occhiata.

Non permetterò che ti prendano.

Non può rischiare la sua vita per proteggere me, devo riuscire a proteggermi da sola. Prendo una freccia dalla faretra.

"Piccola hug...speravi di riuscire ad arrivare al tuo prezioso Palazzo, vero? Non ci riuscirai." Dice un hater dalla pelle scura e gli occhi di tenebra:"Ancora non sono morta." Ribatto. L'hater mi si avvicina, e io non esito a ficcargli la freccia nel petto. L'hater cade a terra, boccheggiante.

E allora si scatena il putiferio.

Gli haters cominciano a gridare, e si spintonano fra loro per raggiungere noi. Luca mi afferra la mano, la stringo:"Ti amo." Mi dice:"Ti amo." Concordo.

Incocco la freccia e la lascio partire, un hater mi fa lo sgambetto, e io salto, uccidendolo con un'altra freccia che poi incocco, sporca di sangue, e tiro, colpendo un'hater parecchio alta. Luca mena colpi potenti, facendo cadere parecchi hater, ma sono tanti ancora da sconfiggere, e non riusciremo mai ad ucciderli tutti.

"Separiamoci!" gli grido, correndo lontano. Alcuni haters mi seguono, io monto sopra una scatola di legno che mi intralcia il passaggio, saltando poi di nuovo a terra, gli haters mi imitano, ma da sotto lancio frecce come se avessi una macchinetta. Qualcuno mi afferra per la gamba, perdo l'equilibrio, ma senza neanche guardare in faccia l'hater, lo pugnalo.

Sento un grido di dolore provenire dal luogo in cui sono venuta. Raggelo.

Comincio a correre in quella direzione, ammazzando senza pietà gli haters che mi bloccano. Non vedo più Luca. Gli haters lo circondano:"LUCA!" lo chiamo:"Scappa! Sarah, scappa!" mi dice, la voce soffocata. In un impeto di coraggio o stupidità, mi faccio avanti:"Fermi." Ordino agli haters, che stranamente mi ascoltano, voltandosi verso di me:"Voi volete me, non lui. Lasciatelo stare." Dico. Gli haters si guardano fra loro.

"No." dice una voce familiare. Trasalisco, mentre una ragazza si fa largo fra la folla con un sorriso cattivo sulle labbra, gli occhi verdi e i capelli castani:"Andy..." sussurro.

"Non lo lasceremo. Lo uccideremo, di fonte a te, e poi ammazzeremo anche te. Così soffrirai quando saprai che dovrai soffrire ancora." mi ghigna in faccia.

Estrae dal petto di un hater una delle mie frecce, poi guarda gli haters:"Portatelo qui." ordina.

Trasalisco.

Luca è immobilizzato da vari haters, che lo trattengono per le spalle, cerca di divincolarsi, ma sono in troppi.

Uno degli haters gli dà un calcio dietro al ginocchio, e lui cade in ginocchio a terra. Fissa Andy torvo.

Io sono immobile, mentre guardo la mia migliore amica far alzare il viso al ragazzo che amo in modo che mi guardi, con la punta della freccia.

Andy sospira:"Ah...l'amore. Guardate come vi siete ridotti, per amore." Passa lo sguardo da me a Luca, che mi guarda negli occhi, come se prima di morire cercasse qualcosa di bello da vedere:"Tu stai per morire..." continua Andy, rivolta a Luca:"E tu non mi ucciderai, perché mi vuoi ancora bene." Conclude dicendo a me. Punta la freccia al collo di Luca:"Guardala per l'ultima volta, e ricordati che è a causa sua che stai qui." mi fa un altro ghigno.

L'espressione di Luca è impassibile, mi fissa negli occhi.

Ti amo. Mi ha detto.

Andy solleva la freccia.

E io lascio partire la mia.

Lascio partire la freccia, che colpisce Andy dritta al petto. Andy vacilla, una macchia rossa di sangue che si allarga sul suo petto, mi guarda stupita: non si aspettava che lo facessi. Scatto in avanti, afferrandola prima che crolli a terra, la adagio al suolo con delicatezza, poi, inginocchiata a terra scocco le frecce contro gli haters che immobilizzano Luca. Lui si libera, e mi viene incontro, mi afferra per il braccio e mi fa alzare. Mi trascina via dalla calca, ma inciampo, singhiozzando, Luca, allora, mi prende in braccio e comincia a correre.

L'ho uccisa. Ho ucciso la mia migliore amica. Colei che era come una sorella solo per scelta. Non ho mai provato così tanto dolore e tristezza in vita mia.

La cerco tra gli haters, trovandola con lo sguardo.

Ha gli occhi aperti, la freccia insanguinata nella sua mano, mi guarda.

Nei suoi occhi c'è l'affetto.

E ad un tratto, Andy viene circondata dalla stessa luce rosa che avvolge sempre me, e riprende colore, gli occhi brillano di verde. Si alza in piedi, mi sorride.

Alza la mia freccia, e gira su se stessa. La luce rosa immobilizza gli haters, concedendo a me e Luca il tempo per fuggire.

"Andy..." sussurro. Lei mi sorride, cadendo sulle ginocchia, sanguinando capiosamente:"Ti voglio bene, Sarah!" mi grida, prima di crollare definitivamente a terra.

Il mio grido si disperde nel vuoto, mentre Luca mi porta in braccio, e io piango disperata.

E mai il cielo mi sembrò più grigio che ora.

***

Luca

Sarah sta singhiozzando da parecchio tempo.

Non accenna a fermarsi, e questo mi preoccupa un po'. La rimetto a terra, dopo aver controllato se siamo soli:"Sarah.." le dico, mettendole le mani sulle spalle scosse dai singhiozzi:"L'ho uccisa, Luca, ho ucciso Andy..." dice, senza smettere di piangere:"Hai dovuto farlo, Sarah." Le ricordo. Altrimenti mi avrebbe ucciso. Devo ammettere che mi sento un po' in colpa:"Lo...lo so, ma avrei potuto colpirla sul braccio, sulla gamba, e invece..." le prendo il viso fra le mani, asciugandole le lacrime che ancora scendono sulle sue guance:"Sarah. Non è colpa tua." Insisto. Lei non smette di piangere. Sospiro.

"Sarah, ascoltami. Sei stata costretta, mi avrebbe ucciso. Sei stata coraggiosa. Mi hai salvato." Le dico, il più lentamente possibile.

E poi, non resistendo più alla tentazione, mi chino su di lei e la bacio. Adoro sentirla rispondere al mio bacio con slancio, come sta facendo ora. Le mie mani le scivolano sui fianchi, la attiro a me, e le sue mani calde e delicate si posano sul mio petto. Le sfioro la pelle nuda sotto la canottiera con le dita, la sento rabbrividire. Lei mi morde il labbro, io gemo sulla sua bocca, aprendole le labbra. La mia mano le raggiunge i capelli, e le sciolgo la coda che si era fatta questa mattina, lasciando che i riccioli biondi le coprano le spalle, ci immergo la mano dentro, ansimando.

Sarah si toglie il giacchetto di pelle nero, lasciandolo cadere a terra, la stringo fra le braccia, e le sue mani si infilano sotto la mia maglietta, lievi carezze che mi fanno rabbrividire, mi tolgo la maglietta, e la lascio esplorare il mio corpo come ha fatto quella notte, sotto la tettoia naturale. Mi bacia sulla bocca, e io le stringo le mani sui fianchi, volendola ancora più vicina, più vicina, più vicina...

Sarah mi salta in braccio, circondandomi la vita con le gambe, le mie mani finiscono sotto la sua canottiera, ma sembra che a lei non dispiaccia, le accarezzo la schiena, delicatamente, lei geme sulla mia bocca e mi stringe i capelli ancora più forte.

Mi ricordo benissimo com'è finita l'ultima volta che stavamo facendo una cosa del genere. Ce l'ho stampato a fuoco nel cervello, e sulla pelle.

La bacio dolcemente, spostando le labbra sulla sua tempia, in fronte, scendendo lungo la linea del viso e succhiandole il punto della gola in cui il sangue pulsa veloce. Sarah rabbrividisce, ansimando. La adagio a terra e mi sistemo sopra di lei, posando i gomiti ai lati del suo corpo, lei mi prende il viso fra le mani e mi attira di nuovo verso di sé, la bacio con squisita lentezza, dolcezza, delicatezza, facendomi desiderare. Lei si separa:"Luca..." sussurra, arricciandosi una ciocca dei miei capelli al dito:"Non devi fare così piano...non mi rompo." Mi tranquillizza. Le sorrido, baciandola sulla guancia. Percorro i contorni del suo viso con le dita:"Lo so che non ti rompi. Volevo solo che avessi tutto il tempo per pensarci." Le spiego. Lei mi sorride, dolce:"Ho avuto sei giorni e mezzo per pensarci, non ho cambiato idea. Ti amo." Replica. Mi chino su di lei, baciandola a lungo, le mie mani si muovono sul suo corpo, tocchi delicati che la fanno ansimare. Sarah mi ficca le unghie sulla schiena quando le faccio il solletico per scherzare. Mi separo, senza fiato:"Ti ho fatto male?" mi domanda. Scuoto la testa:"No, tranquilla. È la passione." Lei ridacchia:"Ma quale passione...mi fai il solletico!" ribatte, ridendo quando lo rifaccio.

Ci sto prendendo gusto.

Lei comincia a contorcersi, ridendo come una matta, quasi fino alle lacrime:"Luca...ah...basta!..." continua a ridere e a gridare di fermarmi. Ogni tanto, alterno il solletico con qualche bacio giocoso, al quale lei risponde con impeto e che si interrompe quando riprendo a farla ridere. Mi piace quando ride, mi trasmette pace e gioia. Sentire la sua risata mi fa avere la testa leggera.

Oddio, la amo così tanto!

Poi, ad un tratto, le risa di Sarah si trasformano in grida. Mi allarmo, scattando in piedi, perché Sarah grida come se qualcuno la stesse frustando.

La luce rosa le forma una chiazza sul petto, e lei comincia a tremare, in preda a convulsioni che la fanno urlare di dolore.

"Sarah..." mi avvicino a lei, sfiorandole il braccio con le dita. Lei grida come se le avessi dato fuoco. La prendo in braccio, afferrando al volo la canottiera fucsia, e cominciando a camminare di nuovo verso il Palazzo di Cristallo.

Lì starà bene.

Guardo l'orologio: abbiamo poco tempo.

Tic tac. Il tempo ci insegue.

Tic tac. Dobbiamo farcela.

***

Sarah

Un fucsia accecante. Vedo solo quello.

Un attimo prima stavo ridendo. Un attimo dopo, gridando.

Dolore. Paura. Il cuore sta per esplodermi.

Tic tac. L'orologio di Luca ticchetta.

Fuoco sulla mia pelle. Grido.

Il fucsia non riesce a proteggermi.

Dolore. Riesco solo ad urlare.

Il passato. Il presente. Il futuro.

Non sentirò più il ticchettio dell'orologio.

Tic tac. Suono sgradito.

Il fucsia cerca di non mostrami la verità.

Dolore. Grido.

La menzogna viene scoperta.

Tic tac. L'orologio mi mostra il futuro.

Il fucsia non può più proteggermi. Mi lascia vedere.

Il Palazzo di Cristallo, svettante, bellissimo.

Anni sono passati. L'Hug è al suo posto.

Luca porta dei fiori, li posa ai piedi del Palazzo.

Rose rosa, delicate, belle.

Si alza in piedi, un sorriso triste sulle labbra. Una ragazza lo raggiunge.

Alta, bionda. Occhi azzurri come il vetro, gli sorride, innamorata.

"Ti amava?" domanda a Luca.

"Sì. E io amavo lei." gli risponde.

Tic tac. Il tempo passa.

Non sono io.

Dolore. Grido.

Lei gli sfiora i capelli.

"Come si chiamava?" domanda. Lui sorride, ricordando.

"Sarah." Risponde. Lei guarda il Palazzo.

"Papà!" gli strilletti di due bimbi. Una perfetta combinazione dei due.

Luca prende in braccio una bambina dai ricci castani e gli occhi azzurri.

"Chi c'è là?" domanda la bimba.

Il padre volge lo sguardo al Palazzo di Cristallo.

"Lì c'è Sarah." Risponde, semplicemente.

"Sarah?" la bimba è confusa.

"La ragazza che ha salvato il mondo." Spiega Luca.

La bimba guarda il Palazzo, pensierosa.

"Era brava?" domanda. Il padre ride, annuendo.

"Sì. Brava e bella. Sai...è stata la prima ragazza di cui mi sia mai innamorato." Ammette.

La bimba guarda la madre, che sta mormorando al fratellino dai capelli biondi e gli occhi marroni.

"Più brava della mamma?" insiste.

Luca guarda lei, bella come un fiore.

"Sì. Più brava della mamma, Sarah era un'hug."

La bambina solleva le sopracciglia, sorpresa e confusa.

"Un'hug?" ripete.

"Esatto. Era come zia Aila."

"Come la zia?" ripete la bimba.

Luca annuisce.

"Ed era più bella della mamma?" domanda ancora. Luca ridacchia. Poi, il suo sorriso si fa triste.

"Sì, Andy. Era più bella."

La bimba spalanca la bocca, sorpresa. Il padre sospira.

"Era bella come il sole di prima mattina, coraggiosa come un esercito, dolce come lo zucchero. Era meravigliosa."

"E tu l'amavi?" Luca annuisce.

"Sì, Andy. L'amavo come se fosse l'unica al mondo."

"E la mamma?" Luca guarda negli occhi la bimba.

"La mamma è una persona fantastica. Mi sono sposato con lei, ho ricostruito la mia vita, con lei. Perché Sarah me l'ha fatto promettere."

"Era buona, quindi."

Luca guarda di nuovo il Palazzo, dove si intravede una gemma fucsia brillante.

"Vedi l'Hug?" domanda il padre. La bimba annuisce.

"Sarah aveva gli occhi di quel colore. Lei era l'Hug. E sì, Andy. Era buona."

Il dolore si è placato.

Mi sento leggera come l'aria.

La bimba tocca la guancia al padre.

"Avrei voluto che restasse. Così l'avrei conosciuta."

"Anche lei avrebbe voluto rimanere."

"E perché non è rimasta, allora?"

"Perché invece di se stessa, ha scelto me."

"Cioè?"

"Ha scelto di darmi un futuro più roseo, senza di lei, invece di uno grigio, insieme a lei."

"Oh..." il padre le sorride, dandole un bacio sulla guancia liscia.

"E non tornerà più?" Luca scuote la testa.

"Perché non sei andato con lei?"

"Non potevo."

"Ma lei avrebbe voluto?"

"No. Mi ha fatto promettere di non fare stupidaggini."

La bambina scende da in braccio al padre, e si avvicina al Palazzo di Cristallo, posa una manina sulla superficie liscia e cristallina.

"Grazie per non aver fatto fare stupidaggini a papà." Dice. Il padre sorride, si avvicina alla figlia, le posa una mano sulla schiena, solleva lo sguardo sulla gemma e posa una mano sul Palazzo, dove già c'è un alone.

"Grazie per avermi salvato, Sarah. Non ti ho mai dimenticata."

Spalanco gli occhi, sobbalzando.

"Grazie al Cielo, Sarah! Stai bene?" mi domanda subito Luca, mettendomi a terra. Vacillo, guardandolo negli occhi.

Luca avrà una moglie, dei figli, una famiglia.

E io non ci sarò.

Ho sempre pensato che raggiungendo il Palazzo di Cristallo, l'Hug dentro di me sarebbe tornato al proprio posto, e io sarei diventata una ragazza normale, invece...io assumerò le sembianze dell'Hug, e non tornerò mai più.

Potrei tirarmi indietro, ora. Decidere di vivere. Ma la mia visione ha ragione.

Preferisco un futuro roseo senza di me per Luca, piuttosto che uno grigio al mio fianco. E poi, sarà felice.

"Sì, sto bene. Dobbiamo raggiungere il Palazzo di Cristallo." Dico. Luca mi sorride, accarezzandomi la guancia con la mano:"Voltati." Mi dice.

Trasalisco.

Mi volto, lentamente. Di fonte a me ci sono dei resti del Palazzo di Cristallo, sporchi, distrutti.

Ma è sicuramente lui: il Palazzo di Cristallo.

"Ce l'abbiamo fatta..." sussurro, stringendo la mano di Luca. Lui annuisce:"Sì. E ora, vada, milady, salvi il mondo e torni da me." mi dice, scherzando. Lo guardo:"Luca..." lui alza le sopracciglia, con aria interrogativa.

"Se non...dovessi tornare..." comincio a dire. Luca apre la bocca per interrompermi, ma io lo blocco:"No, no, stai tranquillo. È...solo per dire. Se non dovessi tornare, promettimi che non farai sciocchezze e che ti farai una nuova vita." Luca mi guarda, confuso e sospettoso:"Perché mi dici..." lo interrompo:"Promettimelo." Lui esita.

Il cuore mi batte forte, ho bisogno che mi faccia questa promessa. Così saprò che starà bene, e potrò andarmene in pace.

"Promesso." Dice infine. Gli sorrido.

"Bene. Ora vado." Mi avvio verso il centro del Palazzo, Luca mi prende per il braccio:"Sarah..." mi chiama. Mi volto verso di lui:"Ti amo, Luca." Gli dico, lui è sempre più confuso:"Sembra...un addio. Invece questo è l'inizio." Mi dice. Lo bacio, sporgendomi in su. Luca mi mette le mani sui fianchi, e io gliele poso sul petto. È un bacio dolce, delicato.

Il nostro ultimo bacio.

"Ricordati di me." gli dico:"Ma, Sarah..." gli sorrido, stringendogli un'ultima volta la mano.

Mi posiziono al centro del Palazzo. All'inizio non accade nulla. Ma ho la pazienza di aspettare.

Milioni pezzetti di cristallo cominciano a comporsi, mi circondano, il Palazzo si ricompone, imprigionandomi al suo interno.

Vedo Luca sbiancare e correre verso il Palazzo.

Alcuni pezzi di cristallo lo tagliano:"SARAH!" mi chiama, gridando.

Lo guardo dolcemente, e lui capisce:"TU LO SAPEVI!" ulula, ferito. Delle lacrime scendono sulle mie guance:"Sii felice, Luca."

"SARAH!" grida ancora lui, la voce tremante:"NON LASCIARMI! " picchia col pugno sulla superficie del Palazzo:"NO! Perché?! SARAH!" lo guardo negli occhi. Lui smette di prendere a pugni il Palazzo:"Non lasciarmi..." sussurra, ma io lo sento lo stesso.

Gli sorrido, un'ultima volta, il fucsia mi avvolge. L'ultima immagine che ho, è quella desolata e disperata di Luca, le guance bagnate, gli occhi pieni di lacrime, la mano posata sulla parete. Poso la mano di fronte alla sue. Ci guardiamo negli occhi.

Un'ultima volta.

***

Luca

All'interno del Palazzo di Cristallo, Sarah non c'è più.

Al suo posto, c'è una gemma col colore dei suoi occhi, che brilla.

Mi allontano, asciugandomi le lacrime. Mi siedo a terra, guardo di fronte a me, perso.

Sarah.

Il suo nome nella mia testa, il suo odore, il suo sorriso, la sua risata, le sue urla.

Sarah mi ha lasciato. È diventata l'Hug. E lei sapeva che sarebbe successo.

Raccolgo una delle sue frecce, la faccio roteare tra le dita, me la punto al collo, chiudo gli occhi.

Mi aveva detto che saremmo stati insieme, mi ha mentito. La freccia mi sfiora il collo, sento un rivolo di sangue scivolare sulla mia gola.

"Promettimi che non farai sciocchezze e che ti farai una nuova vita."

"Promesso."

Le parole di poco fa mi ritornano in mente, e vorrei ignorarle. Ma ho promesso a Sarah.

Comincio a singhiozzare, senza ritegno, come un bambino. Tutto ciò che ho passato, spiarla, insegnarle a difendersi, Jeremy e poi...

Un lampo squarcia il silenzio. Alzo gli occhi al cielo, aspettando che la pioggia cadda sopra di me e si confonda con le lacrime. Ma non proviene dal cielo.

Mi alzo di scatto in piedi, voltandomi verso il Palazzo di Cristallo, una specie di urlo scaturisce dal Palazzo e mi fa cadere, il grido si diffonde ovunque.

Il cielo si apre facendo spuntare la luna, il mio nastro degli hugs brilla, la gemma dell'equilibrio si illumina di più.

Ha lo stesso colore degli occhi di Sarah.

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