Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Sei giorni

Il mondo è un vortice. Tutto mi gira attorno. La faccia preoccupata di Andy, confusa e sfocata:"Sarah?" mi chiama. Mi lamento nel sonno, cominciando a svegliarmi. Ho le mani fasciate, dal labbro tumefatto non esce più sangue, un dolore sordo sulla tempia:"Cosa...dove...da quanto tempo sono svenuta?" domando ad Andy, la voce debole. Lei mi fa un sorriso dolce. Sono sdraiata su un materasso, in quello che prima, molto probabilmente, era un negozio di materassi:"Hai dormito per quasi undici ore." Mi informa. Trasalisco:"Quindi...tra sei giorni gli haters invaderanno il mondo?" il sorriso vacilla sul viso di Andy:"Sì, a meno che non troviamo l'Hug. E lo troveremo." Chiudo gli occhi, ad un tratto la luce è troppo forte:"Cosa è successo?" domando:"Luca si è battuto con tutti, ma con te...ti ha steso. Cioè, nessuno di noi è svenuto. E il fatto è che, dopo averti colpito, si è alzato, si è pulito le mani sui jeans, e se n'è andato. È toccato a noi prenderti e curarti. Non lo vediamo da ieri." Mi spiega. Annuisco, un po' offesa.

Provo ad alzarmi, ma Andy mi posa una mano sul petto:"Guai a te se ti muovi." Mi ordina. La guardo negli occhi. mi sento uno straccio:"Andy, devo andare ad allenarmi." Andy scuote la testa:"No. Devi riposarti." Insiste. Sospiro. Mi sdraio di nuovo, posando la testa sul materasso nudo, e chiudendo gli occhi. Aspetto.

Sento che il respiro di Andy si fa più regolare. Socchiudo gli occhi, e mi accerto che stia dormendo, poi, il più silenziosamente possibile, mi alzo. Mi infilo gli stivali neri, poi mi lego i capelli col nastro rosa, dopodiché, esco fuori.

Le gambe mi fanno male, ho tutti i muscoli indolenziti. L'orario segna che sono le tre di notte. È notte, fa freddo. Alzo lo sguardo sulle scale illuminate solo dalla luce della luna che filtra attraverso delle ampie finestre. Chiudo gli occhi, indecisa. Ho mentito ad Andy, è un gesto di scortesia. Potrei tornare sul materasso, e continuare a dormire. Apro gli occhi, incamminandomi verso le scale. All'inizio, faccio passi lenti, poi, man mano che faccio i giri del centro commerciale, la corsa prende ritmo, finché non saetto su e giù per i gradini, finché l'aria non mi arriva in faccia, finché non sento più dolore alle gambe.

Finita la corsa, col fiatone e sudata, mi dirigo verso i sacchi dei vestiti. Sembrano enormi e inquietanti masse nere incorporee. Le prendo a pugni, facendomi male, ma impegnandomi. La fronte imperlata di sudore, riesco a staccare il sacco dalla corda. I muscoli doloranti, mi ci arrampico, lanciandomi a terra. Cado male, procurandomi ancora più lividi, senza risultati. Indecisa, dopo l'ennesima caduta, se risalire o no, lancio uno sguardo alla luna, piena e pallida. Sono stanca, distrutta, dolorante. Eppure mi arrampico nuovamente sulla corda, guardo a terra, sono almeno a due metri d'altezza, mi tengo stretta alla corda. Chiudo gli occhi, per non farmi girare la testa. Li riapro di colpo, e poi, mi lascio cadere. Spingo il mio corpo più lontano che posso, provando a sfidare le leggi di gravità, faccio una capriola, stupendomi per la riuscita. Atterro, miracolosamente, accovacciata su un ginocchio, lo sguardo basso. Il cuore mi ha saltato minimo tre battiti, perché ora li recupera tutti, battendo all'impazzata.

Ci sono riuscita.

Mi rialzo in piedi, e per un attimo vacillo. Chiudo gli occhi, faccio dei respiri profondi, poi li riapro. Guardo l'ora, di nuovo: le sei. Sorrido, fra me e me.

Ora che sono riuscita in qualcosa, non credo di riuscire di nuovo a dormire. Salgo le scale, finché non raggiungo il tetto dell'edificio. Salgo lì, dove la luce della luna e delle stelle è l'unica fonte di bellezza che c'è ancora in questo mondo governato dall'odio e dalla rabbia. Mi siedo, attirandomi le ginocchia al petto, guardo verso l'orizzonte, il vento mi scuote i capelli. I palazzi sono grigi, distrutti, tristi.

Io, sola tra me, sorrido. A volte, un sorriso di chiunque, può donare un po' di colore allo squallore più totale.

"Sei carina quando sorridi." Mi dice una voce. Mi giro di scatto, vedendo Luca camminare verso di me, le mani nelle tasche dei jeans, un leggero sorriso sulle labbra. Un sorriso sincero, non di quelli spavaldi o strafottenti, ma uno tranquillo, libero, leggero. Il vento gli scuote i capelli castani, sparandoli in ogni direzione. Si siede accanto a me, io continuo a guardarlo. Lui fissa l'orizzonte, poi, il suo sguardo si allaccia al mio. Ci fissiamo negli occhi, i suoi hanno uno sguardo intenso, il cuore mi batte un po' più forte.

È con grande forza di volontà che distolgo lo sguardo, puntandolo di nuovo verso il paesaggio:"Sarah..." Luca sussurra il mio nome. Mi volto verso di lui, di nuovo:"Mi dispiace." Mormora. Trattengo il fiato, controllando la rabbia. È così che sono stata abituata a fare, tranquillizzarmi per non essere scortese:"Per cosa?!" domando, forse un po' più incavolata di quanto dovrei apparire. Luca scuote la testa:"Per tutto." Mi risponde, spostando di nuovo lo sguardo sull'orizzonte:"Per tutto, cosa?" domando, un po' confusa dalla sua risposta. Luca sospira:"Tu sicuramente non lo sai, però...vedi, io ti conosco. Fin da quando sei entrata negli hugs. Un giorno, eri venuta insieme agli altri, e...mi hai abbracciato. Avevo dodici anni, tu undici. Da quel giorno non ti ho più dimenticata." Mi confessa, a bassa voce. Io sono sbalordita dalla parole che sento:"Da allora...mi vergogno ad ammetterlo...ti ho seguita. Sempre. Senza farmi vedere. E ieri, quando gli haters stavano per prenderti...sono intervenuto. Perché non posso perderti." Spalanco la bocca. Luca fissa l'orizzonte, io guardo lui, stupita:"Tu mi h-hai seguita? Ma questo è...stalking." Affermo, profondamente scossa. Come dovrei interpretare le sue parole? Lo conosco da solo un giorno, non è abbastanza, lo so. Perché mi dice queste cose? Conosce il giuramento, in ogni caso...noi non potremmo mai stare insieme. Io sono troppo fedele al giuramento. Non so cosa dire. Luca fa un piccola risata, lo sguardo perso:"So cos'è, Sarah. Ma non ne potevo fare a meno. Pensavo che avrei potuto mantenere a bada i miei sentimenti, ma ora che collaboriamo... non ci riesco più." Afferma. Sul serio, non ho la più pallida idea di cosa dire. Luca si gira verso di me, mi si avvicina, e io non mi muovo. Cosa faccio? Luca mi posa le mani sui fianchi.

E io, contro ogni ragione, perché un ragazzo fighissimo di fronte a me sta per baciarmi, mi separo. Lo vedo impallidire:"Io...non posso. Sono un'hug, Luca. Lo sai. Rispetto il giuramento. Non possiamo." Lui resta immobile, a guardarmi negli occhi. Qualsiasi autocontrollo abbia perso in questo tempo, lo riacquista, si alza, si spazzola i pantaloni, mi guarda negli occhi, duro, e poi se ne va. Resto ferma, seduta a terra, vedendolo allontanarsi. Poco prima di scendere, si ferma, girando la testa:"Mi sono sbagliato prima." Afferma, da sopra la spalla, senza guardarmi direttamente:"Quando sorridi sei bellissima." Mi dice. Arrossisco, ma lui non mi vede. Se ne va, e io resto sola, sconvolta.

Perché? Come è potuta accadere una cosa del genere? Non sono quel tipo di persona della quale si innamora la gente...cioè, sono un'hug, e gli hugs sono nati per piacere alle persone, ma addirittura innamorarsi di me. E poi, qualcuno come Luca, spavaldo, sicuro di sé, bellissimo, palestrato, capace. Qualcuno come Luca Hug, l'equilibrio in persona. Sono senza parole.

Il giuramento. Mi ripeto.

Ma se rispettassi la regola che impedisce agli hugs di stare con qualcuno che non è un hug, non lo ferirei, tradendo la regola che ci impone di essere buoni e disponibili con tutti?

Sospiro. E per una volta, sposando di nuovo lo sguardo al cielo, non sorrido.

***

Luca

Sono le otto del mattino. Siamo in uno dei negozi più grandi, il capo degli hugs, mi sembra si chiami Jhon, è in piedi su una panchina. Noialtri lo circondiamo. Io, al solito, sto con le braccia incrociate al petto, l'espressione spavalda in faccia.

Non guardo Sarah.

Questa mattina ho perso il controllo, non so cosa mi sia preso. Mi ero promesso che non avrei mai fatto parola con nessuno, dei miei sentimenti. Ma lei era lì, sotto il chiaro di luna, i capelli biondi che brillavano d'argento, gli occhi accesi che sembravano viola, e un sorriso sulle labbra. Era bellissima, e non ho potuto controllarmi, mi sembrava fragile e importante, come l'Hug. E così ho vuotato il sacco. Forse ho sperato pure che contraccambiasse...ma avrei dovuto sapere che è troppo hug per infrangere il giuramento per qualcosa che non è sicuro. Non sono arrabbiato con lei, e come potrei. La mia mente, automaticamente, va ai giorni che ho passato a spiarla, con discrezione, in segreto, impedendomi di avvicinarla troppo.

Mi sono innamorato di lei, ok, lo ammetto.

Ho visto i suoi comportamenti, le sue reazioni, i suoi atteggiamenti, ho colto nella mia mente i suoi sorrisi e le sue parole, e ho raccolto tutto nel mio cuore. Ma lei non vuole infrangere il giuramento, e, sicuramente, non per me. Per me, che conosce da poco più di un giorno, per me, che quando mi sono presentato agli hugs l'ho guardata con disprezzo, per me, che l'ho sgridata bruscamente, trattandola come la tratta il capo, anche se mi ero promesso che non l'avrei fatto mai, per me, che l'ho picchiata come con nessun altro, facendola svenire e andandomene senza averle prestato attenzione.

Per me, che significa tutto semplicemente guardarla.

Le lancio un'occhiata, ma lei sta ascoltando le parole di Jhon con aria attenta e sottomessa. Ha il labbro spaccato, le mani fasciate. Mi fa male vederla così, perché l'ho ridotta io in questo stato.

Alzo lo sguardo anch'io verso Jhon:"Tutto chiaro?" domanda:"Sì." Esclamiamo noialtri. No, non ci ho capito una mazza. Vedo gli hugs dirigersi verso il piano di sopra, e li seguo, cercando di capire. Quando si infilano nel negozio dei vestiti, comprendo che a quanto pare dobbiamo fare shopping, prima di fuggire.

Le ragazze vanno verso il reparto Donna. Noi maschi, ci dirigiamo verso la parte opposta. Prendo un paio di jeans, e dopo un po' di ricerche, afferro una maglietta nera con una striscia rossa sulle maniche. Indosso il tutto, e sto per uscire:"Hey, Luca!" mi chiama il ragazzo che si era ferito alla caviglia e che Sarah si era fermata d aiutare. Credo si chiami Geremia o qualcosa del genere. Mi fermo, voltandomi nella sua direzione, si ferma a pochi passi da me, posandomi la mano sulla spalla e sorridendomi. I sorrisi degli hugs mi sembrano troppo allegri e fuori luogo. Quelli di Sarah, però, sono differenti. Sorrisi dolci e liberi, in cui si percepisce anche un po' di tristezza. Non ricambio il sorriso:"Che c'è?" domando, forse troppo bruscamente. Forse-geremia non si scoraggia:"Niente, volevo solo chiedere il tuo aiuto. C'è una ragazza, tra le hugs, che mi piace da morire, e così pensavo...non è che magari ci puoi mettere in coppia agli allenamenti?" ci penso su:"Chi è lei?" domando, pensando alla bionda Maira o alla delicata Miriam. Forse-geremia fa un sorriso malizioso e speranzoso, si china verso di me, sussurrandomi all'orecchio:"Sarah." Riesco a non indietreggiare, o a trasalire. Riesco perfino a non mandarlo a quel paese. Mi separo solamente, deciso, poi scuoto la testa:"Spiacente, sta a voi formare le coppie. E credo che...Sarah, giusto?...preferisca stare con Andy." Dico, in tono formale, e sarcastico.

Il cuore mi batte veloce, al suono del suo nome, e il solo pensare a lei con questo tizio di fronte a me, fa male. Ma dopotutto, perché non dovrebbe? Lui è un hug, lei anche. Non infrangerebbe il giuramento, e farebbe felice una persona. Se si mettesse con Forse-geremia dovrebbero darle più stelline rosa per Miglior hug. Evito di pensarci. Il sorriso di Forse-geremia vacilla:"Ok...capisco. Be', grazie per non aver detto no a priori." Mi ringrazia. Evito di dire che mi sarebbe piaciuto tanto scaraventarlo fuori da quest'edificio. Non sopporto gli hugs, non so perché.

Forse, a parte Sarah, l'unica che mi va a genio è Andy.

Sto di nuovo per uscire, quando sento delle risate. La riconosco subito, quella di Sarah. Mi avvicino al reparto donne, e sbircio attraverso una pila enorme di vestiti colorati: le vecchie abitudini non si dimenticano.

Sarah sta camminando su dei tacchi altissimi, vacillante. Si è tolta i vestiti di prima, e ora sta sfilando come una top model con addosso un vestito corto e giallo. Forse troppo corto, per alcuni, ma per me va benissimo. Le arriva a metà coscia, e quando alza le braccia per fare una piroetta pericolante, si alza ancora di più. Aila applaude, soffocando una risata, Miriam fa un fischio:"Sei uno schianto, ragazza!" grida Maira. Sarah le fa l'occhiolino. Andy spunta da non so dove, lanciandole un altro vestito:"Vai con questo!" le dice, Sarah lo afferra al volo, e con una risata sparisce nel camerino. Dopo un po' ne riesce fuori con un vestito attillato, che le fascia tutte le curve, color fucsia, si infila un paio di ballerine nere, e va avanti e indietro:"Dovresti iscriverti ai concorsi di bellezza!" esclama Miriam, Sarah ride, quella risata che ho ascoltato così tante volte di nascosto, pura e sincera:"Sì, certo. Quando tutto questo casino sarà finito, i concorsi di bellezza saranno la mia priorità." Ribatte. Le altre ridono:"Sarah!" la chiama Aila, porgendole altri vestiti:"Vai!" la incita, spingendola verso il camerino:"Ragazze..." Sarah esita:"Perché state facendo tutto questo per me?" domanda. Le altre si guardano, Andy le posa una mano sulla spalla:"Perché ci sembri giù. Tu sei la più piccola, fra noi, e sei stata ferita più di tutti gli hugs, hai sempre vissuto in momenti difficili, prima all'orfanotrofio, e ora..." allarga le braccia, come per racchiudere il mondo che ci circonda:"Questo guaio dell'Hug. E ci sembrava giusto farti divertire almeno un po'." spiega. Faccio quasi un sorriso affettuoso, pensando che tutte quelle ragazze sono come sorelle, e si vogliono bene allo stesso modo, con un po' di sollievo, penso che non sono l'unico a voler proteggere Sarah.

Lei annuisce, abbracciando con slancio Andy, dopo un po', Aila picchietta sulla spalla di Sarah:"Hey! Devi provarti anche i miei vestiti, chicca!" le dice, scherzando, con un sorriso sul viso. Sarah si separa da Andy, gli occhi rosa luccicanti di lacrime, e si ritira nel camerino. Quando ne esce, a momenti sbavo.

Sarah indossa un top viola che le lascia scoperto l'ombelico ha un ampio scollo sulla schiena a V, la gonna è nera, stretta e corta, Miriam le lancia degli stivali neri scamosciati, che lei indossa, si lega i capelli biondi in una treccia, col nastro degli hugs, e si guarda allo specchio.

Andy fa un fischio:"Sei meravigliosa!" esclama, e posso solo concordare. Miriam ridacchia:"O sì! Oddio, e se andassi a chiamare i ragazzi?!" esclama. Sarah alza gli occhi al cielo:"Però, sul serio! Vado a chiamare Jeremy" insiste Maira, credo alludendo a Forse-geremia-che-invece-è-jeremy. Sarah scuote la testa:"Smettetela!" esclama, ridacchiando e lanciando a Maira dei vestiti a caso:"Oppure Luca!" suggerisce Aila, ridacchiando.

Vedo Sarah irrigidirsi, e il suo sorriso vacillare.

Mi schiafferei la mano sulla fronte cento volte. Indirettamente, l'ho messa a disagio, e ho infranto questo raro momento di pura allegria.

Sapevo che avrei dovuto tenere i mei segreti per me.

Sarah si riprende, nessuna delle altre l'ha notata, erano impegnate a ridere:"Sì, certo, così può stendermi un altra volta. Ma non volevate proteggermi?" ci scherza su, con una risata finta. Le sue parole mi feriscono, perché, in un certo senso, significano anche che io le faccio del male, che sono una persona dalla quale lei si deve proteggere. Andy scuote la testa, smettendo di ridere. Miriam si asciuga un lacrima, il sorriso sul viso, Maira guarda l'orologio, sospira:"Ragazze, è ora. Ce ne dobbiamo andare." Dice. Il sorriso scompare lentamente sul viso delle hugs. Sarah annuisce, il viso serio:"Sì, vado a cambiarmi, e arrivo." Rientra nel camerino, le altre escono fuori. Io aspetto Sarah, quando spunta dal camerino, i vestiti provati in mano, e fa per gettarli via, esco fuori dal mio nascondiglio:"Tienili." Mi esce, mi maledico in silenzio.

Sarah trasalisce, lasciando cadere a terra gli abiti:"Tu cosa...come...?" sta per domandarmi, poi si rende conto di ciò che ho appena detto, come se sapessi come sta con i vestiti, e la sua espressione si indurisce, gli occhi rosa mandano scintille, tuttavia, la sua voce è calma e controllata quando mi domanda:"Mi hai spiato?"

Come fa a rendere il suo tono di voce così tranquillo, quando i suoi occhi mandano lampi di furia nei miei confronti? Come hanno fatto gli hugs a insegnarle a controllare le proprie emozioni? Mi viene quasi da ridere:"Perché stai sorridendo?" mi domanda. Non rispondo. Sarah chiude gli occhi, prende un respiro profondo, riapre gli occhi. E mi sorride:"Devi smetterla di seguirmi." Mi dice, molto semplicemente, poi abbandona gli abiti a terra, e se ne va saltellando. Io resto immobile, sbalordito, a pormi un'unica domanda: come fa?

***

Sarah

"ATTENTA!" mi grida Luca, e io mi abbasso, di scatto, facendo lo sgambetto a l'hater che incombe su di me.

Stavamo camminando tranquillamente, quando siamo incappati negli haters. Mi asciugo una lacrima, rialzandomi in piedi.

Jhon mi scaraventa per terra, gli rifilo un calcio al petto, scagliandolo lontano.

Ormai, lui è un hater, e anche Diego, che sta lottando contro Luca.

Vedo Andy e Aila combattere schiena contro schiena, Maira e Miriam sono distanti. Io sono circondata da tre haters.

E so che non ce la farò mai.

Un hater mi blocca le braccia, Jhon si sta rialzando, un terzo hater mi si para di fronte, con due dita gelide e pallide mi prende il mento, alzandomelo e fissandomi negli occhi. Fa una smorfia:"Tu hai gli occhi dell'Hug." Dice, con voce fredda come il ghiaccio. Scalcio, inutilmente. Sento la voce dell'hater dietro di me sibilarmi all'orecchio:"Gli hugs ci disprezzano, ma noi sappiamo vedere la verità negli occhi degli altri. E nei tuoi, c'è l'Hug, la gemma dell'equilibrio." A questa notizia mi blocco, istintivamente. Che significa? L'hater di fronte a me sorride:"Se vuoi, posso farti vedere la verità." Non rispondo, mi limito a fissare l'hater negli occhi:"C'è solo un tipo di contatto che potrà farti vedere la verità senza che ti trasformi." Ingoio a vuoto:"E qual è?" domando, la voce poco più che un sussurro. Sono curiosa e terrorizzata. L'hater fa un sorriso pirata. Si china su di me, mi posa le mani sui fianchi, e preme le sue labbra sulle mie.

In pratica, mi bacia.

Sto per ritrarmi, ma ad un tratto, il mondo attorno a me diventa una macchia indistinta, gli haters, gli hugs, Luca.

Scompare tutto. Sono sola.

C'è una bimba, di fronte a me, una bambina di qualche mese, in una cesta decorata da un fiocco bianco, la bimba ha qualche riccio biondo, gli occhi grigi e dolci. Sta piangendo.

Mi si stringe il cuore, mi precipito da lei, quando mi rendo conto di dove sono.

Un enorme edificio nero incombe sulla bimba, un'insegna grigia recita: Orfanotrofio del silenzio.

Il mio orfanotrofio. Mi immobilizzo, lanciando sguardi esitanti alla bimba, e all'orfanotrofio: non capisco. La bimba si dimena, ad un tratto, dalla sua cesta cade una pietra rosa, una gemma brillante e perfetta. Trasalisco: l'Hug. Mi precipito dalla bimba prima che l'Hug tocchi terra. Lo afferro prima che si frantumi. Ma la gemma passa attraverso le mie mani, e cade a terra, rompendosi in minuscole schegge rosa.

Inorridisco.

Ora capisco perché gli hugs non l'hanno mai trovato: è andato distrutto. Non c'è più alcuna speranza di riportare l'equilibrio.

Poi, accade qualcosa di strano. Molto strano.

Dall'Hug distrutto si leva una nebbiolina rosa, che aleggia nell'aria. La bimba smette di piangere, e fissa la nebbiolina. Ride. Gli occhi gonfi di lacrime, le guance rigate, ride. E la nebbiolina va addosso alla bimba, entrandole dentro. Lei ride ancora di più, come se le avessero fatto il solletico. Ride, contorcendosi, e pian piano, gli occhi, da marroni e morbidi, diventano rosa, brillanti e accesi.

Dello stesso rosa dell'Hug. Del mio stesso rosa.

E capisco che la bimba ha ricevuto l'Hug, e che quella bambina, sono io.

Il contatto si interrompe di colpo. Riapro gli occhi di scatto, appena in tempo per vedere l'hater di fonte a me essere scaraventato a terra. La faccia infuriata di Luca appare nella mia visuale.

L'hater che mi tiene le braccia bloccate, mi sibila all'orecchio:"E ora che sai la verità, prova dolore quando penserai cosa stanno perdendo gli hugs, diventando tu un'hater." Mi fa voltare, e mi afferra per le spalle.

Sobbalzo, mentre la rabbia e l'odio mi invadono, mentre la tristezza e la disperazione mi assalgono. La stretta dell'hater è fredda e ferrea. Mi immobilizzo, incapace di muovermi mentre il gelo mi invade:"NO!" sento il grido di Andy a malapena.

Luca assesta all'hater un pugno molto forte, che lo stende a terra, lasciandomi. Cado a terra anch'io, in balia dei pensieri d'odio e di bontà che lottano nel mio cervello. Luca si inginocchia accanto a me, lo vedo sfocato, una massa di capelli castani e nient'altro.

Io ho l'Hug? Com'è possibile?! Sento la voce di Luca mormorarmi qualcosa, distinguo uno scalpiccio, che si fa sempre più lieve, percepisco delle mani calde sulle mie spalle, e la terra dura e fredda sulla quale sono sdraiata.

Pian piano, i colori tornano vividi, e metto a fuoco i visi delle persone che mi circondano, primo fra tutti, Luca.

Mi metto seduta di colpo, sentendomi di colpo meglio. Vedo gli hugs tirare un sospiro di sollievo. Andy mi dice, sollevata:"Pensavamo fosse troppo tardi." Scuoto la testa:"No...sto bene, tutto ok." Affermo, alzandomi in piedi e spazzolandomi la polvere dai pantaloni. Con la coda dell'occhio, noto che Luca mi sta fissando, in disparte, ma non oso incrociare il suo sguardo. Andy mi abbraccia, di slancio. Mi lascio soffocare dalla sua stretta, ricambiandola, ho le guance rigate dalle lacrime.

"Dobbiamo proseguire." Afferma Luca, burbero. Andy si separa, lasciando la mano sulla mia spalla, io mi mordo il labbro, annuendo. Aila, timidamente, dice:"Sì, certo...solo che...oggi potremmo saltare gli allenamenti?" domanda. Luca posa il suo sguardo su di lei, incrociando le braccia al petto:"E perché mai?" ribatte. Miriam, guardando Luca dritto negli occhi, quasi sfidandolo, risponde:"Perché abbiamo perso altri due hugs. Dobbiamo fare l'Addio." Luca non cambia espressione, sono sicura che non sa neanche cosa sia, l'Addio. Fa spallucce:"Ci penserò su." Decide infine. Jeremy interviene:"Con tutto il rispetto...tu non puoi decidere per noi. E ora il capo sono io. Farete l'Addio ragazze, statene certe." Luca lo fulmina con lo sguardo:"Perché sei automaticamente tu, il capo?" Andy, la mano ancora posata sulla spalla, risponde:"Perché i capi degli hugs possono essere solo maschi." Afferma. Luca alza gli occhi al cielo, mormorando qualcosa che assomiglia a "maschilismo". Ci guarda un attimo, poi solleva le mani, come in segno di resa:"E va bene. Io non ho il potere di decidere e stasera farete l'Addio. Ora andiamo, però." Ci concede. Ci rimettiamo subito in marcia.

Devo ammetterlo, non mi sento tanto bene. Se ne accorgono tutti, persino Luca, che durante il tragitto, ad un tratto si accosta a me:"Come stai?" mi domanda, in tono distaccato. È da questa mattina che non mi parla, dallo shopping, se così vogliamo chiamarlo. In quel momento, mi sono arrabbiata con lui, devo ammetterlo. Sono riuscita a controllarmi a stento.

Serro le labbra, ancora spaccate e doloranti:"Tutto bene, grazie." Rispondo. Continuiamo a camminare. È dopo un po', che domando:"Pensi che l'Hug possa essere...dentro uno degli hugs?" domando, innocentemente. Lui mi lancia uno sguardo in tralice, poi, risponde con cautela:"Non lo so, ma non credo. Perché me lo domandi?" ci rifletto su un attimo: posso dirglielo? Luca mi guarda negli occhi. So per certo, che se rispondessi "Niente, era solo per conversare." Insisterebbe. Perciò dico:"È che l'hater prima..." comincio, ma lui mi interrompe:"Perché ti ha baciata?" è un'impressione mia, ho ha veramente contratto un muscolo della mascella? Rispondo, prudentemente:"Se mi lasci parlare, te lo dico." Lui chiude la bocca:"L'hater mi ha detto che può vedere l'anima di chiunque, e che nella mia vede la gemma dell'equilibrio, poi mi ha baciata per non trasformarmi, e io ho visto una bambina che...ingeriva...la polvere dell'Hug. E il fatto è, che quella bambina, ero io." Spiego. Luca rimane interdetto:"Oh..." dice infine, mi mordo il labbro:"Quindi?" domando infine. Lui sospira:"Senti...proveremo a fermarci in un ospedale abbandonato, lì ti farò degli esami dove potremo vedere se l'Hug è dentro di te, oppure no." dice. Io annuisco, più tranquilla:"Ok, grazie." Lui mi sorride, uno di quei rari sorriso che gli ho visto fare, sinceri e puri. Mi viene automatico sorridergli anch'io.

Continuiamo a camminare, fianco a fianco. Ad un tratto, vedo l'attenzione di Luca spostarsi su un edificio, corre verso Jeremy, a capo del corteo e gli dice qualcosa, vedo Jeremy annuire, e ci dirigiamo in direzione dell'enorme edificio, bianco e intatto. In verde, noto la scritta OSPEDALE e capisco. Entriamo nell'ospedale, e mi sento a disagio per un attimo, circondata dal bianco e dai lettini.

Andy appare alle mie spalle, mettendomi la mano sulla spalla:"Ok, ragazze. Troviamoci una stanza grande dove fare l'Addio." Annuiamo, dirigendoci in massa verso le camere. Luca mi afferra per il braccio:"Sarah...mi dici cosa diavolo è quest'addio?!" mi domanda. Mi libero dalla stretta, un sorrisetto sulle labbra. Me ne vado, lasciandolo solo e confuso.

$|

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro