27. Come assistere al più improbabile dei coming out
«Ti serve aiuto?»
«No, grazie. Ce la faccio.»
Replicò il licantropo, sistemandosi ancora una volta la mezzelfo sulla schiena, pronta a percorrere il lungo cammino che li separava dall'uscita della grotta.
«Come farete a uscire? Non mi pare che la scossa di prima abbia coinvolto anche l'ingresso.»
Chiese Moyra dal piccolo lago creatosi al centro del tunnel dopo che Moðguðr aveva distrutto il pavimento.
«Svein ha gli esplosivi.» Rispose Lillian con un'alzata di spalle, come se fosse qualcosa di ovvio e anche un po' banale. «In realta non c'è neanche bisogno di arrivare fin laggiù, ci basterà allontanarci un po' e piazzarli su una parete. Non sarà un'operazione chirurgica, ma sicuramente ci apriremo una via d'uscita.»
«E se venite coinvolti nella frana?»
«Dopo averli attivati ovviamente ci metteremo a correre. Ci allontaneremo abbastanza perchè non avvenga.»
«Nessuno di voi sembra essere in condizione da potersi mettere a correre.»
«Ovviamente lascerò Linn a debita distanza. Non me la porterò dietro fino al punto che decideremo di far esplodere.»
«E questo vale per voi ragazze...» Annuì la sirena. «Ma Svein?»
«Svein cosa?»
Replicò Lillian, voltandosi verso il satiro.
In un primo momento lo osservò interdetta, ma poi, non appena lui chinò lo sguardo verso il basso, spingendo anche lei a fare lo stesso, la situazione le fu chiara.
«Com'è successo?»
Chiese, adagiando frettolosamente Linn a terra per poi avvicinarsi a lui, allarmata alla vista di tutto quel sangue che gli scorreva a rivoli lungo lo zoccolo caprino a partire dalla caviglia.
«Non è niente.» Si schernì lui arretrando. «È successo fuori, mentre scalavamo la grotta. Salendo mi sarò graffiato con una roccia sporgente o qualcosa del genere. Ma non fa male, lì sul momento non me ne ero neanche accorto.»
Ma proprio mentre pronunciava queste ultime parole, continuando nel mentre a indietreggiare, posò il piede a terra in una strana posizione, che gli fece contrarre il viso in una smorfia di dolore.
«No, decisamente non sei in condizioni da poterti mettere a correre...» Sospirò Lillian, portandosi alle labbra un lembo della maglia per poi strapparlo con un gesto secco. «Vieni qui, ti fascio la caviglia, così poi puoi andare con Moyra.»
«È impermeabile quella maglia?»
Chiese la sirena.
«Senti, meglio che niente, no?» Sbuffò il licantropo. «Non possiamo mica lasciarlo così. Dai, mettiti giù, Svein.»
«Ma a te servono i miei esplosivi per uscire.»
Protestò il satiro, mettendosi a sedere di controvoglia.
«Infatti me li devi lasciare.»
«Ma tu non sai come si usano!»
«E quanto sarà difficile?» Replicò lei alzando gli occhi al cielo. «Non mi pare che ci siano timer da impostare o fili rossi da tagliare. Devo solo posizionarli, attivarli e darmi alla fuga.»
«Ma-»
Iniziò Svein, quando una fitta acuta di dolore, dovuta al fatto che Lillian stava stringendo la fascia improvvisata intorno alla sua ferita, lo mise a tacere.
«Qual è il problema?» Sospirò il licantropo mentre faceva un nodo. «Lo abbiamo fatto anche prima, non dovrai trattenere il fiato a lungo. Ammetto che questa fascia e un po' inutile viste le circostante, ma almeno fermerà il sangue. Lo prenderei anch'io il sottomarino, ma non possiamo certo lasciare Linn qui da sola.»
«A chi hai dato del sottomarino?»
Scattò Moyra, ma l'altra non le prestò attenzione.
«Ecco fatto.» Esclamò stringendo con forza il doppio nodo, per poi prendere l'esplosivo dalle mani di Svein, che glielo lasciò con evidente disappunto. «Ora potete andare. Aspettateci alla barca.» Ma prima che i due si allontanassero, il licantropo aggiunse: «Fenrir... È fuori gioco ormai, giusto?»
«A quanto mi risulta i lupi, mitologici o meno che siano, non sanno respirare sott'acqua e poi non mi risulta che siano nuotatori provetti.» La rassicurò Moyra. «Quindi... Direi di sì. Non c'è da preoccuparsi.»
Non appena il satiro e la ceasg se ne furono andati, Lillian si caricò Linn sulle spalle e iniziò a camminare.
Non si fidava a usare l'esplosivo lì nelle vicinanze, dato che in quel punto la grotta si trovava esattamente sopra il livello del mare, così decise che sarebbe arrivata fino al bivio prima di lasciare la mezzelfa a terra e da lì avrebbe camminato per almeno altri cinque minuti prima di posizionare l'esplosivo e darsi alla fuga. In questo modo non avrebbe dovuto avere problemi.
Queste chiaramente furono le cosiddette "ultime parole famose".
Perchè c'era in effetti un'eventualità che non aveva calcolato nel suo piano.
«L...Lillian.»
Nel momento in cui sentì quella voce si immobilizzò, colta da sentimenti contrastanti. Da un lato il sollievo che si fosse risvegliata, dall'altro il timore che fosse ancora sotto il controllo della guardiana degli inferi.
«Linn?»
Tentò, mentre aiutava la ragazza a mettersi seduta. Il fatto che l'avesse chiamata per nome era un buon segno, ma non poteva lasciare nulla al caso.
«Cosa...?» Mormorò la mezzelfo guardandosi intorno spaesata. «Cos'è successo?»
E nel momento in cui il licantropo riuscì a incrociare i suoi occhi cerulei, non riuscì a trattenere un sospiro di sollievo, fu come se un peso le si fosse improvvisamente tolto dal petto.
Era Linn!
«Per fortuna stai bene!» Esclamò abbracciandola di getto, per poi ridacchiare tra sè e sè. «Che déjà vu, eh? Speriamo solo che non vada come prima. Ti senti strana?»
«Oltre a un po' di mal di testa, direi di no.»
Rispose portandosi una mano alla tempia, costringendo così l'altra a lasciarla andare.
«Hai qualche ricordo di quello che è successo?»
«No, nulla. Però ho fatto un sogno davvero assurdo. C'era questo enorme lupo e mi parlava come se fossimo stati amici di vecchia data e.. E dalla tua espressione mi sembra di capire che non sia stato affatto un sogno.»
«Eh, già.»
Disse Lillian stringendosi nelle spalle.
«Ma quindi... Cosa stiamo facendo? Dov'è Svein?»
«È tornato alla barca con Moyra. Per uscire sono passati sott'acqua, quindi non potevamo portare anche te essendo svenuta. Ma non c'è problema, ho gli esplosivi, quindi ci creeremo una nuova via d'uscita in un battito di ciglia!»
«Ma non ti ricordi cos'è successo quando Svein l'ha piazzato all'ingresso? Ha raso al suolo tutti gli alberi circostanti! È troppo rischioso usarlo mentre siamo chiuse dentro la grotta.»
«E allora cosa proponi?»
«Userò i miei poteri.»
«No, grazie. L'ultima volta che li hai usati -senza contare quando l'ha fatto Moðguðr-, hai causato la frana che adesso ci tiene prigioniere qui dentro.»
«Ma è successo solo perchè in quel momento stavo cercando di combattere per non farle prendere il controllo del mio corpo! Ora che non c'è più sono perfettamente in grado di controllarmi. Anzi, visto che siamo al buio adesso i miei poteri saranno ancora più forti di prima!»
«Allora no a maggior ragione.»
«Ma che problema c'è?»
Protestò Linn.
«Ti sei appena ripresa, adesso sei troppo debole per fare una cosa del genere. Lascia che me ne occupi io.»
«Io non sono debole!» Replicò, alzandosi in piedi come per darle una dimostrazione. «Che ci vuole a buttare giù una parete?»
Quell'ultima esclamazione ebbe come un effetto profetico. Non appena Linn ebbe finito e tra le due cadde il silenzio, si iniziò a sentire un rumore, come un forte sciabordio, provenire da sotto i loro piedi.
Lillian, realizzando cosa stesse accadendo, fece appena in tempo ad afferrare l'altra per il polso e trascinarla via di lì, prima che il pavimento si infrangesse, facendo riemergere direttamente dai fondali del mare un lupo dagli occhi iniettati di sangue e folli di rabbia.
«Se usciamo vive di qui, ricordami che devo fare un discorsetto a Moyra.»
Sussurrò il licantropo, prima di voltarsi e darsi alla fuga, con la mezzelfo al seguito.
Fenrir ci mise un minuto abbondante per raggiungere l'argine del fosso che aveva appena formato al centro del tunnel e asciugarsi rapidamente il pelo scuotendosi energimante. Ma non appena fu pronto a mettersi all'inseguimento e iniziò a correre, le due capirono che non sarebbero mai riuscite a scampargli.
Lillian, pur avendo trasformato le gambe in quelle di un lupo, incrementando così di molto la propria velocità, era comunque rallentata da Linn, che era stata costretta a portare in braccio per impedire che fosse lasciata indietro.
Così, non appena giunsero nei pressi del bivio dal quale si poteva accedere all'antro in cui avevano trovato Fenrir, un'idea balenò loro in mente e senza perdere tempo vi entrarono.
Il lupo annunciò il proprio arrivo all'ingresso della sua vecchia prigione con un forte ululato, che fece accapponare la pelle alle due, in particolar modo a Linn, nascosta dietro le due rocce tra le quali era ancora conficcato il piolo con cui terminava la catena della bestia, ormai frantumata in mille pezzi.
«È inutile nascondersi. Sento il vostro odore.»
Ringhiò Fenrir, avanzando lentamente verso il centro dell'antro.
«Allora avrai riconosciuto anche quest'odore.»
Disse Linn, raccogliendo tutto il proprio coraggio per uscire allo scoperto. Un lungo filo trasparente e sottile stretto tra le mani.
Il lupo si paralizzò e il suo pelo grigio sporco gli si rizzò dalla paura.
La sua mente venne attraversata dalle parole che gli aveva rivolto Moðguðr poco prima, specie quando aveva accennato al fatto che la ragazza della quale stava possedendo il corpo fosse in parte una drow.
«Non può essere... Come conoscevi gli ingredienti?»
«Basta leggere un qualsiasi libro di mitologia norrena.» Replicò lei scrollando le spalle, ostentando una sicurezza che sicuramente in quel momento non le apparteneva affatto. «Pronto a tornare a cuccia?»
L'attenzione del lupo era in quel momento così catturata dai movimenti della mezzelfo, che non fece minimamente caso al fatto che ci fosse qualcuno in avvicinamento alle sue spalle.
Sobbalzò nel momento in cui sentì qualcuno montargli in groppa con un balzo e iniziò ad agitarsi come un toro imbizarrito nel momento in cui sentì quel filo sottile passargli davanti al muso e tirarlo indietro per la mascella, come le briglie di un cavallo.
«Adesso!»
Esclamò Lillian, conficcando gli artigli nella pelle del lupo per non cadere di sotto, mentre Linn correva ad avvolgergli le lunghe gambe con la catena, finchè non perse l'equilibrio e cadde a terra con un tonfo che fece tremare l'intera caverna.
«Un momento...» Mormorò Fenrir strabuzzando gli occhi. «Ma questo non è...»
Senza aspettare che finisse o che si liberasse da quello che non era altro che nastro adesivo sul quale era stato lanciato un debole incantesimo di contenimento, Lillian piazzò un esplosivo sul suo dorso e saltò giù con un balzo, mentre Linn faceva lo stesso posizionandone uno a terra al fianco della belva.
Consapevoli di non avere il tempo di mettersi al riparo, le due corsero dietro i grandi massi posizionati al centro dell'antro sperando che le riparassero almeno in parte e lì la mezzelfo, attingendo ai suoi poteri, fece appena in tempo a formare un campo di energia intorno a loro prima che avvenissero le due esplosioni, una subito di seguito all'altra.
Sentirono un lungo guaito di dolore, ma non ebbero modo di affacciarsi per controllare in che stato si trovasse Fenrir, perchè presto sentirono delle crepe formarsi sotto i loro piedi e per l'ennesima volta il pavimento si sbriciolò, facendole cadere in acqua insieme al lupo.
Lo videro dibattersi inutilmente nel tentativo di liberarsi dal nastro mentre precipitava sempre più in basso. Era ancora vivo, ma debole e, almeno per il momento, imprigionato. Certo, non se ne erano sbarazzate come avrebbero voluto, ma almeno avrebbero avuto tutto il tempo di tornare alla barca e lasciare l'isola prima che risalisse ancora una volta in superficie.
Tornare alla barca... Sembra facile detta a parole, ma la realtà era ben diversa. Non appena erano cadute in acqua, infatti, il campo di energia che le aveva protette dall'esplosione si era infranto e avevano iniziato ad affondare.
Prima che i suoi polmoni si svuotassero, Linn riuscì a formare un piccolo campo protettivo pieno d'aria intorno al capo, così da riuscire a respirare.
Lillian però non era stata altrettanto fortunata.
Sfinita dagli ultimi avvenimenti e incapace di compiere alcun tipo di magia, si stava lasciando trasportare verso il basso dalla forte corrente formatasi nel momento in cui Fenrir era caduto in acqua.
Senza perdere tempo, Linn iniziò a nuotare per raggiungerla, ma quando la riportò in superficie era già svenuta.
~
Gelo. Il freddo che penetrava sotto la pelle, avvolgendole le ossa con una sottile patina di ghiaccio.
Il mondo che ondeggiava davanti ai suoi occhi mentre portava le mani alla gola alla disperata ricerca di aria.
Venne circondata dal buio più totale.
Ma poi... Venne il calore.
Un calore delicato e confortevole che avvose il suo viso, o meglio, le sue labbra, e rapidamente si diffuse a tutto il resto del suo corpo, sciogliendo le sue membra dal loro intorpidimento.
Tutto d'un tratto il contatto si interruppe, lasciandola con un senso di vuoto, ma solo per poi riprendere pochi istanti dopo, con un calore ancora più intenso di prima. Si interrompeva e riprendeva, si fermava e ricominciava. Sempre così, ancora e ancora, finchè, sputando gli ultimi residui di acqua che le erano rimasti nei polmoni, la ragazza non si risvegliò di soprassalto.
La prima cosa che vide furono due occhi castani che la osservavano, ma sbattendo le palpebre un paio di volte, ecco che si fecero azzurri.
«Linn?»
«Dovremmo smetterla di fare così. Mi sembra che le ultime ore non siano state altro che un continuo svenire e risvegliarsi, non credi?»
Replicò la mezzelfo.
Guardandosi intorno, il licantropo capì di trovarsi sulla barca. Erano già ripartiti.
La mezzelfo stava alla sua sinistra, con una mano a sorreggerle la schiena per aiutarla a mettersi seduta, mentre a destra, in ginocchio per terra vide Svein, che la guardava come stralunato.
Moyra osservava il loro quadretto con i gomiti posati sul bordo dell'imbarcazione, il volto preso tra le mani.
«Hai perso conoscenza sott'acqua, quando abbiamo fatto crollare il pavimento e siamo cadute insieme a Fenrir.» Le spiegò Linn. «Ma nonostante questo, possiamo dire di aver vinto: lui non si è più fatto vedere.»
«Sei stata tu?»
«Come?»
«La respirazione bo- La respirazione artificiale.»
«Oh, ecco...»
«Sì, è stata lei. Ha continuato per un'infinità di tempo.» Rispose Svein. «Da quando siete arrivate sulla barca a quando non ti sei svegliata. Io facevo le compressioni.»
Sporgendosi, Lillian riuscì a scorgere l'isola. Era molto distante, dovevano aver continuato per almeno un dieci minuti.
«Io... Non so che dire. Grazie. Mi avete salvato la vita.»
«Figurati!»
Esclamò Moyra.
«Zitta tu, che non hai fatto un cavolo!»
Esclamò il satiro.
«Vi ho fornito supporto!»
«Cantare a ripetizione il motivetto di "Staying alive" non è fornire supporto!»
Ma mentre i due continuavano a bisticciare, Lillian si voltò verso Linn, sorridendole mentre prendeva la sua mano tra le proprie.
«Grazie.»
Disse nuovamente, ma a bassa voce, in un modo che lasciò l'altra interdetta.
«Risparmia questo "grazie" per quando ce ne sarà davvero bisogno. Oggi direi che ci siamo salvati la vita a vicenda tante di quelle volte che se iniziassimo con i ringraziamenti ne avremmo per tutto il viaggio.»
Il licantropo si lasciò sfuggire un risolino mentre annuiva leggermente con il capo. Ma continuava a tenerle stretta la mano.
Ricambiando con fare incerto il suo sorriso, la mezzelfo fece come per ritrarre la mano dalle sue, ma quel movimento ebbe come un effetto a molla, perchè non appena la tirò a sè, si sentì tirare verso al licantropo.
Il contatto tra le loro labbra fu rapido. Nessuno schiocco e labbra serrate. Un semplice scontro di labbra che ebbe la durata di un battito di ciglia.
Eppure, per quanto rapido, al licantropo non sfuggì che ci fosse qualcosa di strano.
«Ehi, questa barca non si guiderà da sola!» Esclamò Moyra, cercando di dare l'impressione di non aver fatto caso a quanto appena accaduto quando invece era evidente che lo stesse facendo a posta. «Dai, Svein. Alla sala di pilotaggio!»
Disse prima di scomparire tra le onde.
E il satiro, dopo un attimo di esitazione, fece come gli era stato detto.
Prima di richiudersi la porta alle spalle, rivolse uno sguardo a Lillian. E per qualche motivo, nel vedere i suoi occhi castani qualcosa scattò dentro la ragazza. Ma fu solo un istante, perchè poi la porta si richiuse alle sue spalle e tutta l'attenzione del licantropo venne attirata dalla mezzelfo, la quale era al momento intenta a sfiorarsi le labbra, come cercando di capacitarsi di quanto appena accaduto.
«Cos'era?»
«Ehm... Un bacio?»
Replicò Lillian con una breve risata.
«Sì, ma... Perchè?»
«Come sarebbe a dire? Quanti motivi ti vengono in mente?»
A quella domanda, Linn distolse lo sguardo con un profondo sospiro, continuando a sfregarsi delicatamente le labbra con le dita.
A quella vista, il licantropo aggrottò lo sguardo e sentì una stretta al petto.
Possibile che avesse frainteso, cogliendo segnali inesistenti?
«Oddio Lillian, io... Io non che dire.»
«Sì o no. Non è difficile.»
Mormorò con un filo di voce.
«Diamine, ma perchè mi stai mettendo in questa situazione? E in un momento del genere, poi... Io... Ne sono lusingata, dico sul serio. Tu sei una persona fantastica e sicuramente solo...»
«Mi stai friendzonando?»
Linn la guardò fisso negli occhi per qualche istante, quindi annuì leggermente con il capo.
«Mi dispiace.» Sospirò Lillian. «Devo aver frainteso, scusami.»
«Ma no, non hai nulla di cui scusarti. Ecco... In realtà anch'io ho sbagliato.»
Mormorò distogliendo lo sguardo.
«Cosa intendi dire?»
«Io... Capisco perchè tu potresti aver frainteso qualche mio atteggiamento amichevole, prendendolo per... Per qualcos'altro. La verità è che non sono stata completamente sincera con te. Con te, come con chiunque altro.»
«Non capisco... Di cosa stai parlando?»
«Kenneth ti ha detto che anni fa ho fatto coming out come omosessuale prima ancora che lui lo facesse come bi, giusto?»
«Sì, me ne ha parlato, ma cosa c'entra adesso?»
«Non avevo intenzione di dirlo a nessuno, ma sento come di doverti almeno questo. Però mantieni il segreto, ti prego. La verità... La verità è che ho sempre mentito. In realtà sono etero.»
Lillian non avrebbe mai pensato che assistere al coming out di una persona eterosessuale potesse essere tanto sconvolgente, ma quello la lasciò a dir poco senza parole.
«Ma... Cosa significa? Perchè avresti dovuto mentire? Forse all'epoca avevi dubbi e ti sei lasciata trasportare per poi pentirtene?»
«No, niente del genere. Anzi, è proprio questo il punto.» E di fronte allo sguardo perplesso dell'altra proseguì: «Quando ho detto ai miei genitori di essere lesbica, sospettavo che Ken fosse gay.»
«E allora?»
«Non capisci? Timido e insicuro com'è non sarebbe mai uscito allo scoperto da solo. Dato che in ogni caso non avevo interesse per nessuno, ho deciso di fare coming out per dargli una spintarella. Solo che poi lui ha detto di essere bi e io ormai mi ero dichiarata lesbica.»
«Non potevi semplicemente dire di aver mentito?»
«Certo che no! Avrebbero pensato che avessi semplicemente cambiato idea, rinforzando a discapito di Kenneth lo stereotipo del "è solo una fase"!»
Per quanto stesse facendo del suo meglio per prendere seriamente la faccenda e per quanto Linn le stesse parlando finalmente a cuore aperto, con uno sguardo grave e commosso, alla fine Lillian non resistesse e scoppiò in una fragorosa risata.
«Scusami!» Disse di fronte allo sguardo corrucciato dell'altra. «Te lo giuro, ci sto provando a prendere seriamente questa storia, ma non ce la posso fare. È talmente assurda!»
Esclamò per poi scoppiare nuovamente a ridere, presto seguita dall'altra.
«Kenneth è fortunato ad avere una sorella come te.» Disse non appena fu riuscita a darsi una calmata. «Ma... Sul serio, devi risolvere questa situazione appena possibile. Sono certa che i tuoi genitori capiranno, non devi preoccuparti per Ken fino a questo punto.» Quindi, dopo una lieve esitazione: «Ti posso dare un abbraccio? No homo.»
La mezzelfo scoppiò a ridere e subito la strinse a sè.
«Comunque...» Mormorò Lillian. «Anche se prima si è trattato di respirazione artificiale assolutamente no homo, ti devo confessare che ci sai fare. Sarà stato anche colpa della frenesia del momento, sai si sente una certa adrenalina quando si crede di essere sul punto di morte, ma ti assicuro che è stato uno dei baci migliori della mia vita.»
«Ne sono lusingata, ma non è me che devi ringraziare.»
«Vuoi forse dirmi che ho realizzato il sogno di una vita, venendo salvata da morte per annegamento dal bacio di una sirena?»
«Ehm... No. Su quello Svein aveva ragione: Moyra non ha fatto assolutamente nulla. Ha solo cantato. E fidati, non scherzava quando ha detto di essere stonata. Ti ho invidiato. In quel momento avrei voluto essere svenuta anch'io.»
«Ma se non sei stata tu e non è stata Moyra allora chi... Oh.»
• ~ •
È un UFO? È un antico elefante tandem psichico da guerra?
No! È YumeNoshi in compagnia di una specie in via d'estinzione: una ship etero!
*tan tan taaaaan*
(Se avete intenzione di segnalarmi al vostro spdc di fiducia, questa è la vostra ultima possibilità, vi avverto)
Anygay, concluso lo sfogo non ho altro da dire. Al prossimo capitolo,
Bye Bii!!!
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