23. Come passare il tempo in barca
«Nome?»
In risposta, due sussurri appena percettibili.
«Quali sono le tue intenzioni?»
Un mormorio confuso.
«Puoi passare.»
L'anima le sfilò accanto in tutta fretta, incespicando nei suoi stessi passi.
Lo sciabordio del fiume rese incomprensibili alle orecchie della guardiana le parole che stava pronunciando tra sè e sè mentre si allontanava. Non che le interessasse. Sicuramente si trattava di una preghiera o di semplici singhiozzi.
Fece passare una mano sull'alto muretto che affiancava il ponte da entrambi i lati, perdendosi nei riflessi che l'acqua creava su quelle piastrelle dorate.
Un guaito improvviso le fece sollevare lo sguardo verso la grotta.
Da dove si trovava riusciva a scorgerne solo l'uscita, ma per quanto assottigliasse gli occhi, non riusciva a scrutare cosa stesse accadendo in mezzo a quell'oscurità.
La sua mano si strinse intorno all'impugnatura della lancia e ogni muscolo del suo corpo si mise in tensione.
Lasciare la sua postazione era fuori discussione, ma se fosse successo qualcosa?
Forse si sarebbe potuta affacciare. Giusto per un istante, il tempo di controllare che fosse tutto a posto e...
Uno scalpiccio le fece chinare bruscamente il capo. Si era così concentrata sulla grotta, da non aver notato che un'anima ne era appena emersa, giungendo in prossimità del ponte.
«Nome?»
Neanche sentì la risposta. Tutta la sua attenzione continuava ad essere concentrata altrove.
«Le tue intenzioni?»
L'anima rispose in tono fermo e conciso, quindi la superò, incamminandosi per il ponte dorato.
La guardiana ci mise alcuni istanti per realizzare cos'avesse appena detto.
«Come? Ti ordino di ripetere!»
Domandò imperiosa, voltandosi alle proprie spalle e sbattendo la lancia per terra, facendo tremare il terreno.
L'anima si fermò e, senza voltarsi, disse:
«Le mie intenzioni, dici? Adesso sono di fretta, mi spiace, non ho proprio tempo di ripetermi. Ma stai tranquilla, quando sarò di ritorno mi fermerò sicuramente a parlare un po' con te.»
Detto ciò iniziò a correre e, dopo un attimo di esitazione, la guardiana capì di non avere altra scelta che mettersi al suo inseguimento.
Dall'inizio dei tempi, quella fu la prima volta che il ponte dorato rimase incustodito.
E mentre la guardiana ne calpestava di corsa le preziose mattonelle, mai avrebbe pensato che di acqua sotto i ponti ne sarebbe dovuta passare a volontà prima che giungesse il momento in cui avrebbe potuto ammirare nuovamente i riflessi delle acque del fiume sulle piastrelle dorate del ponte degli Inferi.
«Ehi, tu! Cos'hai intenzione di fare? Non osare avvicinarti alla-»
~
«La barca!»
Con questa improbabile esclamazione, la mezzelfa si ridestò di soprassalto. Il cuore che le batteva a mille, come intenzionato a balzarle fuori dalla gabbia toracica da un momento all'altro.
«Tutto bene?»
Le chiese Lillian, seduta al suo fianco a gambe incrociate sul pavimento del piccolo motoscafo.
«Come?» Mormorò Linn guardandosi intorno spaesata per qualche istante, prima di ricordare dove si trovasse e rilassare le spalle con un sospiro di sollievo. «Sì, scusa... Tutto a posto. Ho solo fatto un brutto sogno.»
«In questo caso vai, ti ascolto. Sai, io mi intendo di interpretazione dei sogni.»
«Sul serio?»
Chiese la mezzelfa meravigliata.
E nel vedersi rivolgere quello sguardo, così speranzoso e pieno di ammirazione, il licantropo non potè che cedere.
«Ok, in realtà... No, lo confesso. Sono solo curiosa. Scusa.»
«Ma no, figurati. Tanto ormai me lo sono dimenticato.»
Replicò Linn ridendo e stringendosi brevemente nelle spalle.
«Oh, peccato. E se si fosse trattato di un sogno premonitore?»
«Perchè dovrebbe?»
«Ti sei svegliata urlando "la barca", no? Al momento noi ci troviamo su una barca... E se avessi predetto il nostro naufragio? Io devo ancora incontrare il mio Jack o la mia Rose prima di poter affondare!»
Aggiunse poi, in tono così serio che per un istante la mezzelfa quasi dubitò che si trattasse solo di una battuta.
«Ecco... Non so che dirti sulla persona che vorresti vedere morire assiderata davanti ai tuoi occhi mentre tu te ne stai ad ammirare lo spettacolo da una zattera sulla quale stringendovi un po' sareste potuti benissimo stare in due... ma se può rassicurarti, non ho mai avuto sogni premonitori in vita mai.»
«Non mi consola granchè, ma grazie lo stesso per aver dato per scontato che tra i due sarei stata io quella che se ne sarebbe stata al sicuro sulla zattera.»
Aveva appena finito di parlare, quando si sentì uno sciabordio provenire dal mare alla loro sinistra, come se qualcuno si stesse avvicinando a nuoto. Anche se potevano immaginare di chi si trattasse, le due ebbero comunque un sussulto quando la ceasg riemerse dall'acqua con uno slancio, aggrappandosi al bordo dell'imbarcazione per affacciarsi al suo interno.
«Ehi, ragazze! Scusate, ma per caso ho origliato la vostra conversazione e... Sbaglio o vi siete dimenticate che in caso di naufragio avete qui una sirenetta in carne e ossa pronta a nuotare in vostro soccorso?»
«Oh, grazie Moyra.» Sorrise Lillian. «È molto gentile da parte tu-»
«Purtroppo però essendo in mare aperto e non avendo esattamente un fisico da palestrata... Temo che se accadesse davvero un incidente, sarei in grado di salvare solo uno di voi. Quindi, per il vostro bene, d'ora in poi vi consiglio di fare molta attenzione a come vi comportate con me.»
Concluse rivolgendo loro un sorriso che, isolato da quelle parole, sarebbe quasi potuto sembrare amorevole.
«Ehi, coda di salmone!»
Esclamò tutto d'un tratto il quarto componente del loro gruppo dalla cabina di pilotaggio.
«Che vuoi, capra?»
Replicò a gran voce la sirena.
«Smettila di sparire senza dire nulla! Altrimenti come faccio a sapere dove devo andare?»
«Ti ho detto di proseguire per altri cinque nodi con andatura portante!»
«Come se sapessi cos'è un nodo o un'andatura portante!»
Moyra schioccò la lingua spazientita e, prima di lasciare la presa e rituffarsi in mare, borbottò a denti stretti:
«Ecco chi sicuramente non salverò.»
«Tra quanto è previsto l'arrivo?»
Le chiese Linn prima che si allontanasse troppo.
«Tre ore credo... Sempre se qualcuno non sbaglia la rotta!»
Rispose la ceasg, alzando di molto la voce nel pronunciare quel "qualcuno" e ricevendo in tutta risposta dal diretto interessato uno: "smettila di parlare di te in terza persona e vieni subito qui!".
«Forse è meglio se gli vado a dare il cambio, prima che Moyra lo strangoli.»
Decise Linn alzandosi in piedi.
«Sai guidare un motoscafo?»
Le chiese il licantropo sorpreso.
«Mio padre oltre che un locandiere è anche un pescatore, ricordi?»
«Che c'entra? È anche il padre di Kenneth, se è per questo, ma lui mica lo sa fare. Quando l'estate scorsa l'ho portato con me a fare sci nautico avevo dato per scontato che lui avesse la patente nautica e invece proprio all'ultimo, mentre mi stavo sistemando sullo sci, ha realizzato quale fosse il suo compito e mi ha dato il ben servito. Voglio dire, ce l'ho addirittura io quella patente, come fa a non avercela lui? Vostro padre passa il novanta per cento della sua vita in mare!»
«Questo perchè da piccoli ero sempre io ad accompagnarlo a pesca, mentre Ken se ne rimaneva in casa con la mamma. Ma piuttosto... Com'è che Svein sa come si guida una barca? Quando siamo partiti, non c'eri tu al timone?»
«Sì, ma poco dopo che ti sei addormentata, è venuto a darmi il cambio. Gli ho spiegato a grandi linee le basi e al resto ci ha pensato Moyra. La prima mezz'ora è stata un vero inferno, un continuo urlarsi a vicenda, come hanno fatto poco fa. È incredibile che tu non ti sia svegliata. Ovviamente ci ho provato a convincerlo a farmi tornare alla guida, ma ormai si era intestardito e non c'è stato verso di fargli cambiare idea.»
«Ma ormai sarà lì da almeno un paio d'ore, no? Secondo me a quest'ora si è stancato, solo che è troppo orgoglioso per venire a chiederci il cambio. Vado a fare una prova. Augurami buona fortuna!»
«In bocca al lupo!»
Esclamò il licantropo, facendo alzare gli occhi al cielo alla mezzelfo.
«Viva il lupo.»
Rispose prima di aprire la porta della cabina di pilotaggio e richiudersela alle spalle.
Con somma sorpresa di Lillian, il satiro uscì solo un minuto dopo.
Linn doveva averci visto giusto. Se non di guidare, allora doveva essersi almeno stancato di litigare con Moyra ogni cinque secondi.
Dopo aver richiuso la porta, Svein si guardò intorno per qualche istante, come indeciso su dove sedersi. Non che ci fosse tanta scelta, considerando che si trattava di una superficie di tre metri quadri scarsi.
Alla fine, dopo giusto un attimo di esitazione, si andò a sedere di fianco al licantropo, a circa mezzo metro di distanza.
Senza dire una parola piegò le gambe e se le strinse al petto, mettendosi a guardare il mare.
Chiunque altro in una situazione del genere, in compagnia di qualcuno così silenzioso eppure al tempo stesso facilmente irritabile -una sorta di mina vagante, insomma-, si sarebbe sentito almeno un po' a disagio. Rimanere in silenzio e godersi quell'insolita situazione di pace apparente o provare a combattere il disagio intavolando una conversazione che però sarebbe potuta facilmente sfociare in una catastrofe? Una persona normale si sarebbe presa almeno un paio di minuti per prendere una decisione di tale portata: tagliare il filo rosso, il filo blu o scappare dell'edificio prima della detonazione?
Tuttavia Lillian non era sicuramente il tipo da farsi certi problemi.
Certo, rimase in silenzio per qualche minuto dopo l'arrivo del satiro, ma questo solo perchè era distratta da altre questioni, certo non per disagio dovuto alla sua presenza. Infatti, non appena riuscì a stabilire una sorta di tregua con i pensieri che la stavano assillando al momento, distolse lo sguardo dalla porta della cabina di pilotaggio e...
«Senti, Svein.» Proruppe allegramente, come se si trovasse in compagnia di un suo amico di vecchia data. «Posso chiederti un consiglio?»
Il ragazzo ebbe un sussulto.
Se non ci fossero stati solo loro due lì (e se lei non avesse esplicitamente fatto il suo nome), non avrebbe potuto credere che lei gli avesse davvero fatto una richiesta del genere.
Era abbastanza sicuro che quella fosse la prima volta che gli capitava una cosa del genere.
«C-certo.» Rispose, cercando di controllare il tono della voce per non dare a vedere quanto la sua domanda lo avesse colto di sorpresa. «Di che si tratta?»
«Ipoteticamente parlando, se un tuo carissimo amico, maschio o femmina è indifferente, si prendesse una cotta per tua sorella... Te la prenderesti?»
«Non ho nè un amico, nè una sorella.»
Replicò piattamente il satiro.
«Infatti ho detto "ipoteticamente parlando".» Insistette Lillian. «Prova a immedesimarti nel personaggio e dammi un tuo parere.»
«Perchè non lo fai tu se è così semplice?»
«Perchè io mi occupo già di impersonare un altro personaggio della vicenda.»
«E Linn impersona l'ultimo rimasto, giusto?»
Chiese Moyra, inserendosi nella conversazione come se nulla fosse.
«Oh, stavi ascoltando?»
Chiese subito il licantropo, voltandosi alle proprie spalle.
«Certo. Dopotutto al momento voi tre siete la mia unica fonte di intrattenimento.»
«Allora cosa ne pensi?»
«Beh... Secondo me non dovresti farti troppi problemi.» Disse con un'alzata di spalle. «Insomma, Kenneth non mi sembra il tipo di fratello super protettivo nei confronti della sua sorellina. Al massimo è il contrario. Secondo me all'inizio gli farebbe un po' strano, ma poi sarebbe felice per voi.»
«Piuttosto...» Aggiunse Svein in poco più di un borbottio, ricordando improvvisamente le due della sua presenza. «Sicura che lei sia interessata?»
«Effettivamente ancora non ne ho la certezza...» Ammise Lillian. «Però almeno ho una possibilità, dato che è lesbica.»
«Non puoi averne la certezza.»
«Sì invece: ha fatto coming out anni fa, perfino prima di Kenneth.»
Rispose prontamente.
«Ma l'hai mai vista uscire con una ragazza?»
«Da quanto ne so, non è mai stata fidanzata, me che c'entra?» Chiese, per poi inclinare leggermente il capo. «Piuttosto... Come mai tutto questo pessimismo?»
«Non sono pessimista!» Si difese, per poi distogliere lo sguardo e aggiungere più a bassa voce: «È solo che è sempre meglio essere sicuri quando si ha a che fare con queste cose...»
Gli occhi della sirena si illuminarono.
«Non dirmi che tu...»
«No!» Esclamò lui all'istante. «Io sono etero.»
«Wow.» Commentò la ceasg fingendo di aggiustarsi gli occhiali. «Era da almeno una settimana che non ne incontravo uno.»
«Comunque...» Riprese il satiro, ignorando il commento della sirena. «Vi sembra questo il momento di pensare a certe cose? Vi ricordo che presto moriremo tutti.»
«Appunto!» Replicò Lillian sorridendo raggiante. «Proprio perchè non ci rimane molto tempo, non pensi che sia il caso di correre il rischio e buttarsi?»
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