Primo incontro
La macchina si ferma e questo per lui é un brutto segno. Vuol dire che sono arrivati in quella maledetta casa e la cosa lo rende parecchio agitato e anche un pò incazzato. Lui non voleva andarci, ma lo hanno costretto perché credono che possa essere una buona esperienza e potrebbe essere utile pe fargli mettere la testa a posto.
Che stupidi!
In che modo vivere con sette persone potrebbe essere per lui una buona esperienza di crescita? Sicuramente si ritroverà dei rompi scatole che gli renderanno la permanenza un inferno e gli faranno salire istinti omicidi che lo porteranno a commettere un reato. E poi...ci saranno delle ragazze? Spero vivamente di sì, altrimenti scappo via!
L'autista gli dice che sono arrivati, e sbuffando si alza per prende i bagagli. Il signore lo aiuta anche se non é stato di buona compagnia durante il viaggio dato che si é lamentato tutto il tempo e mandato maledizione ai suoi genitori.
Trovano la porta già aperta e quindi entrano senza bussare o suonare il campanello. L'autista lascia le valigie a terra, saluta e poi se ne va, lasciandolo lì.
Questo posto mette un pò di brividi, pensa guardandosi intorno.
-C'è nessuno?!-grida e la frase si ripete per due volte. E questo lo preoccupa un pò
Fa alcuni passi in avanti per controllare. Alla sua sinistra trova il soggiorno con annesso la sala da pranzo e la cucina. Vuota. Forse é il primo ad arrivare, e se ci pensa non é male ha tempo per memorizzare il posto e scegliere per primo la stanza. Deve avere la migliore. Controlla il piano terra, trovando il bagno e due stanza. La prima non gli piace, anche perché ha visto due letti e lui non ha intenzione di dividere la stanza con nessuno che russi o disordinato.
Apre la seconda porta e vede che é come quello di prima. Non sarà mica come stare in un dormitorio scolastico, spero.
Sobbalza nel sentire un rumore. Nota solo ora due borsoni sul letto di fianco alla porta ed esce di corsa.
-Chi c'è?!
-Due ladri!-grida una voce femminile-E siamo disposti ad uccidere, quindi fai attenzione!
-Non parla sul serio!-grida qualcuno
Esce per il corridoio, incrociando così i due che scendono le scale. Sorride felice quando vede la ragazza che deffinire bella é poco. E anche il ragazzo accanto non sembra male, e perdona il brutto scherzo.
-Scusale, é sempre così.-si scusa il ragazzo
-Quando fanno delle domande stupide che vuoi rispondere?-dice lei
-Non sapeva se ci fosse qualcuno, che cosa doveva chiedere?-la riprende il ragazzo
-Non fa niente, é anche colpa mia in parte. Voi siete i primi?
-Siamo arrivati cinque minuti fa e stavamo facendo un giro. Io sono Edison Miller, ma preferisco essere chiamato Eddie.-si presenta porgendogli la mano.-Lei é...
-Bella. Ma mi chiamano Bell o Ella.
-Carino. Io sono Jerome Clarke.
Bella lo scruta con cura, guardandolo dalla testa ai piedi e l'ego grande del cappellone biondo si ingigantisce sempre di più. Lei storce il naso.
-Hai qualcosa che non mi convince...
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