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XXVIII: I hate you boy.

"Hostage" | Doncaster

'Sei sicura di voler stare qua stanotte?'

Zayn camminava accanto a me con una sigaretta fra le dita, dalla quale aspirava del fumo ogni tanto, e guardava perplesso il vecchio Bed&breakfast che avevamo davanti.

L'aspetto non era dei migliori, ma se volevo risparmiare qualche soldo non potevo di certo alloggiare in un albergo a cinque stelle.

Gli lanciai una semplice occhiata con la coda dell'occhio prima di sbuffare: 'non solo questa notte Zayn e spegni quella sigaretta se vuoi proprio accompagnarmi dentro'

Arrivai davanti all'entrata e sentii Zayn ridacchiare, intanto che posavo una mano sulla maniglia, osservandolo scocciata.

Fece un ultimo tiro e la gettò a terra, pigiando i il piede sopra, e nemmeno il tempo di lasciargli buttare il fumo dal naso che spalancai la porta e mi diressi con un passo rapido verso un giovane ragazzo che era appoggiato al bancone, con le braccia conserte.

'Salve' sorrisi e lui ricambiò, porgendo la mano e guardando nel frattempo Zayn, avvicinarsi alle mie spalle.

Strinsi la sua mano, 'sono Kip, come posso aiutarvi?' Domandò cordialmente, sorridendoci.

'Bee, vorrei prenotare una stanza per almeno due notti...'affermai vagamente, seguendo con lo sguardo il giovane dai capelli biondi e tirati indietro dal gel.

Arrivò dietro al bancone e digitò qualcosa su una tastiera, fissando il monitor del computer. 'La camera 12 dovrebbe essere libera...' Commentò, scorrendo con gli occhi sullo schermo.

'Ah, e posso andarci io?' Intervenni.

'Si, certo... Allora a nome di chi la metto?' Il ragazzo spostò i suoi occhi azzurri dal computer e guardò prima me, poi Zayn che sicuramente stava dondolando sui talloni alle mie spalle.

'Bee Tomlinson', 'Zayn Malik' la mia voce e quella di Zayn si mescolarono creando confusione sullo sguardo del ragazzo.

Mi girai e lo trovai spazientito con gli occhi fermi su Kip, sembrava fosse lui quello stupido quando in realtà eravamo io e lui quelli in disaccordo.

'Zayn Malik' ripeté, annuendo al ragazzo con complicità.

'Perché cazzo dovrei mettere la stanza a tuo nome?' Lo ripresi, aggrottando la fronte.

Zayn si limitò ad alzare le spalle scuotendo la testa verso di Kip, come per dirgli di non darmi retta. E in me sentii ribollire il sangue; odiavo essere presa per una stupida.

'Non le dia retta, mettilo a nome di Bee Tomlinson' alzai la voce, girandomi verso il ragazzo che a questo punto era evidentemente a disagio.

Muoveva il suo sguardo fra me Zayn e i suoi occhi chiari sembravano chiedere disperatamente aiuto.

Feci per parlare ancora e non volevo far altro che convincerlo a darmi retta e a tralasciare Zayn, ma qualcosa mi interruppe. Zayn fece un passo in avanti e il suo braccio mi circondò delicatamente i fianchi.

Quell'azione mi rese mentalmente instabile. Sentii il mio corpo intirizzirai e sbarrai gli occhi davanti al povero ragazzo, che cercava di comprenderci.

'Sto in camera con te' affermò, chinandosi per stamparmi un bacio sulla guancia.

'Non le dar retta, abbiamo soltanto litigate e sai...le donne' Zayn fece una risatina sarcastica e strizzò un occhio a Kip, facendogli cenno di procedere.

Quest'ultimo rise di contraccambio, anche se in realtà la sua sembrava più una risatina confusa e falsa, riabbassò gli occhi al monitor e scrisse qualcosa sulla tastiera.

'La camera 12 è vostra' un tenue sorriso si stampò sulla bocca di Kip e finalmente Zayn scivolò via con le sue mani dal mio corpo, facendomi quasi riprendere il respiro.

***

Zayn chiuse la porta dietro di me ed io andai diritta a sedermi sul letto, stringendo le braccia al petto.

'Perché!?' Domandai, osservandolo venirmi in contro dopo aver chiuso attentamente la porta.

'Perché non mi piace questo posto' rispose, sedendosi accanto a me, sul letto.

'Ah, e da quando ti preoccupi di cosa mi possa succedere?' Domandai con arroganza, vedendolo alzare gli occhi al cielo.

Non rispose, così continuai. 'Ah giusto, da quando Niall ne ha fatto di me ciò che voleva, drogandomi'. Risi irritata e spostai lo sguardo alle mie mani, ferme sulle mie ginocchia.

'A parte questo...' disse Zayn, la serietà nella sua voce mi fece subito preoccupare.

'Voglio che continui a fidarti di me.' aggiunse, lasciandosi scappare un profondo sospiro in fine.

Lo guardai con la coda dell'occhio ma non riuscì a vedere un granché.
Tutto quello che fui capace di fare fu calmarmi; calmarmi perché sapeva benissimo cosa mi aveva detto subito dopo ciò che era successo e non poteva pretendere che io continuassi a fidarmi di lui.

Avevo sbagliato ad accontentarlo, ma se l'avevo fatto un motivo c'era, no?

Nemmeno io sapevo il motivo preciso ma di certo non volevo sentirmi dire che era stato tanto per fare qualcosa e che per lui non aveva alcuna importanza.

'Non continuerò a fidarmi di te, Zayn' affermai, stringendomi nelle spalle.

Sentii il suo sguardo fisso su di me, tanto che non ebbi nemmeno il coraggio di voltarmi e continuare a parlargli in faccia.

'Perché non...non ti fidi?' La sua voce era quasi un sussurro e potei sentire quanto fosse nervoso, perché subito dopo la sua mano si posò sulla mia coscia e mi strinse.

'Perché sono delusa, Zayn' sospirai, calmandomi. Non dovevo piangere ancora.

'Già non mi aspettavo quel gesto da te, ma poi non credevo che una volta fatto, arrivassi a definirlo 'superficiale'', affermai, cominciando a mordicchiarmi le unghie.

Ero già in ansia di mio e la sua mano non era di certo lì per aiutarmi. Il suo pollice cominciò ad accarezzarmi la coscia con dolcezza, forse in quel gesto cercava qualcosa da dire, o forse, semplicemente lo rilassava.

Tutto sta che non erano problemi miei se per lui quella situazione era snervante, non ero stata io a cacciarmici, non ero io a considerare tutto uno scopo di divertimento; così scansai la gamba mi feci più in là, procurando un sospiro da parte sua.

'N-non è stato superficiale per me...' Mi corresse, insicuro.

Aveva già cambiato idea?

'O meglio, forse non è stato chissà cosa ma...' La frase rimase a metà e la sua voce si spezzò lasciando spazio al silenzio. 

Lo guardai senza farmi vedere e lo trovai con la testa fra le mani e con il suo labbro inferiore nascosto sotto al morso dei suoi denti.
Doveva smetterla di balbettare, doveva smetterla di fare tutto.

Per me poteva anche morire dalla vergogna, non ero lì per parlare con un bambino, ne tanto meno lui era un bambino, quindi non mi faceva di certo pena.

Non avevo niente da dire, per lo meno io; così tornai con lo sguardo sulle mie mani e le osservai a lungo, senza un senso... Fino a quando lui, con grande sforzo non ricominciò a parlare.

'Perché devo dirti come la penso, non puoi tralasciare questa storia?' La sua voce era carica di coraggio, era tornato il solito Zayn.

'No, non tornerò a casa con te...non se la pensi così su cosa è successo' alzai le spalle incurante, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo.

'Che palle, Bee'. Il suo risultò più un verso di lamento, ma non gli diedi nemmeno peso. 

Mi voltai verso di lui e lo guardai nel peggior dei modi: aggrottai la fronte e gli puntai un dito contro.

'Che palle!?' Alzai la voce, imitandolo.

Aprii la bocca perché davvero, tutto ciò che stavo per sbattergli in faccia lo avrebbe fatto uscire dalla stanza con la coda fra la gambe; ma prima che potessi continuare ad urlare, Zayn mi afferrò il polso e mi attirò a se, posando le sue labbra sulle mie.

Cominciò a baciarmi intensamente, come sempre era abituato a fare, e non ricevendo alcun'azione da parte mia, addentò il mio labbro inferiore e lo tirò verso di se, continuando a modellare le nostre labbra.

Non avevo mai sentito nessuno, o meglio...non avevo mai sentito Zayn baciarmi in quel modo.
Non avevo mai assaporato le sue labbra con così tanto bisogno da parte sua, nè lo avevo mai sentito gemere e stringere più forte la pelle del mio polso, bisognoso delle mie labbra.

Non appena ne fui mentalmente capace, strappai via il mio braccio dalla sua presa ed impugnai il tessuto della sua maglia, allontanandolo da me.

I suoi occhi erano storditi ed osservavano il mio volto: le sue labbra rosse e quasi gonfie erano socchiuse, mentre il suo petto si alzava ed abbassava fin troppo velocemente, sotto alle mie mani.

'No, non l'ho fatto tanto per provare Bee'. Sussurrò.

Un profondo respiro riempì i suoi polmoni, alzando il suo torace.

'E perché?' Restai costante, o per lo meno la mia voce continuo ad essere fredda mentre dentro di me stavo praticamente morendo.

Morendo dal rimorso di averlo staccato da me e dalla voglia di baciarlo, baciare quelle labbra fino a farmi mancarmi l'aria.

'Per...' i suoi occhi vagarono nella stanza, vagarono attorno a se con dispersione e sembrarono cercare disperatamente qualcosa su cui aggrapparsi pur di non affrontare materialmente quella conversazione: 'l'ho fatto per gelosia, va bene?' Sbraitò in fine, puntando i suoi occhi nei miei.

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