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XXVI: Mess.

||Questa parte contiene scene e parti non adatte ad un pubblico sensibile o facilmente impressionabile.||

"Hostage" | Bradford 

Per una lunga parte della mattinata riuscii a lasciar da parte Niall.

Sapevo che lui me l'avrebbe pagata e preferivo non pensare alle sue squallide mani lungo il mio corpo in un momento in cui, probabilmente stordita da chissà cosa, gradivo il sporco tocco.

Non poteva averlo fatto davvero, soltanto all'idea delle sue mani su di me, potevo sentire il mio stomaco attorcigliarsi dal disgusto.

Poi ovviamente avrei voluto saperne di più: certo, ero consapevole del fatto che non mi avrebbe fatto bene, ma volevo venire a conoscenza di ogni minima cosa mi aveva fatto, nei dettagli.

Mi svegliai a causa dei rumori che provenivano dalla cucina; subito mi preoccupai, ma poi ricordai che lo stesso Zayn era andato a dormire sul divano, lamentandosi del fatto che in due sullo stesso letto faceva troppo caldo.

Non volevo farne una tragedia, sapevo che fondamentalmente fosse soltanto che un bene, ma qualcosa mi lasciava intuire che forse l'accaduto dell'ultima notte in cui avevamo dormito insieme aveva messo a disagio entrambi.

Saltai giù dal letto e lanciai un'occhiata all'orario sul comodino; erano quasi le undici e pensai che sarebbe stato il caso di alzarsi e cercare il coraggio necessario per affrontare un'ennesima giornata nella casa sconosciuta dei miei rapitori, in chissà quale città.

Feci la doccia e scelsi dei pantaloncini corti con una maglia larga e piuttosto copriente; volevo evitare ogni occhiata da parte di chiunque e se non fosse stato così caldo, avrei messo anche dei pantaloni più lunghi.

Prima di entrare in cucina udii delle voci provenire da dietro la porta e pensai fosse la televisione o forse Zayn e suo fratello che stavano bisticciando; ma non appena spalancai la porta, mi accorsi che in realtà sì, le voci provenivano dalla televisione, ma quello fisso a guardarla era soltanto il biondo.

Scattò non appena mi sentì entrare e mi osservò a lungo, senza dire una parola.

Indossava una larga canottiera bianca e notai il suo occhio nero e l'espressione furiosa sul suo volto.

Il mio subconscio intuì che forse se la stava per prendere con me, considerando che il giorno prima Zayn lo aveva picchiato a morte per colpa mia.

Indietreggiai presa dall'ansia e feci per uscire, ma improvvisamente la sua voce mi fermò.

'Dove vai?' Domandò, cercando di nascondere una risatina.

Non risposi, spostai nervosamente gli occhi da qualche parte, disgustata soltanto dal suo sguardo così prepotente e spudorato.

'Cazzo, vorrei parlarti di ieri', affermò con entusiasmo, senza che quell'irritante sorriso abbandonasse le sue labbra, 'oh, non godevo così da tempo'. Mugolò, in un verso di piacere.

Mi girai subito a guardarlo e sbarrai gli occhi.

Non potevo credere che lo stesse dicendo davvero ed ero totalmente priva di risposte.
Era la persona più sfacciata e disgustosa che avevo mai conosciuto sulla faccia della terra e visto il suo comportamento inaspettato, non sapevo nemmeno cos'altro aspettarmi da lui.

Mi agitai all'istante ed impulsivamente mi guardai intorno, domandandomi dove fosse finito suo fratello e quali fossero i suoi propositi quotidiani.
Le sue intenzioni di tenermi lontana dalle grinfie di quell'eccentrico biondino erano già andate a puttane assieme alla sua simpatia?

Mi guardai intorno nuovamente e un sospiro di sollievo sfuggì rumorosamente dalle mie labbra quando trovai il moro, concentrato sui fornelli per cercare di cucinare qualcosa.

'V-vuoi una mano?' Domandai di colpo, andando verso di lui.

Evitai completamente Niall che persisteva nel guardarmi; feci come se non avesse mai aperto bocca ed io non fossi mai rimasta ad occhi spalancati a fissarlo, considerando spropositatamente esagerata la sua maleducazione.

Zayn scosse silenziosamente la testa e girò un bottone, spegnendo i fornelli.

'Questo è il tuo pranzo, noi andiamo in un posto'. Affermò, rivolgendosi a suo fratello.

Mi evitò completamente, camminò verso la porta d'ingresso e si fermò per afferrare delle chiavi appese; soltanto in quel caso notai che per la prima volta forse, indossava dei semplici pantaloni di tuta ed una maglietta a mezze maniche, stropicciata.

'E dove andrete?' Niall si alzò su, ridacchiando e camminando contemporaneamente verso di me.

Sinceramente ero rimasta spiazzata da Zayn e dal fatto che avesse intenzione di portarmi da qualche parte; ma Niall, Niall ed ogni sillaba pronunciata da lui attiravano tutta la mia attenzione e mi preoccupavano più di qualsiasi altra cosa al mondo.

Arrivò accanto a me e mi afferrò i fianchi da dietro, posando il mento sulla mia spalla, 'perché non me la lasci scopare per bene?' Sentii la sua risata vibrare dal profondo del suo petto, a causa della vicinanza al mio corpo.

Improvvisamente mi venne una voglia immensa di allontanarmi da quel ripugnante corpo, ma restai zitta ed evitai mosse, sperando che fosse Zayn ad azzittirlo e a togliermelo di dosso.

'Perché non posso permettertelo, Niall' commentò il moro con calma, infilando le chiavi nella tasca dei suoi pantaloni e venendo frettolosamente verso di noi.

Sentii il respiro del biondo solleticarmi il collo: era troppo vicino a me e le sue mani sul mio corpo, ancora, mi facevano rabbrividire nonostante non ricordassi niente della notte trascorsa.

Zayn arrivò difronte a noi e senza dire una parola, come già speravo da quando il biondo mi aveva sfiorata: mi afferrò il polso e mi attirò verso di se, con noncuranza.

'Non è qui per questo', lo freddò.

***

Da quando Niall aveva aperto quella discussione con suo fratello, in Zayn era calato uno strano ed irritante senso di rabbia e serietà mai vista prima; o forse sì.

Lui era sempre stronzo, pensandoci bene, ma quella volta toccò il fondo.
Non parlò per l'intero tragitto e non disse nemmeno quale sarebbe stata la destinazione.

Mi aveva lanciato più volte occhiate mentre gli chiedevo semplici cose a caso pur di sentirlo parlare e di tranquillizzarmi, ma non aveva nemmeno osato guardarmi con la coda dell'occhio, quando senza troppi giri di parole arrivavo a chiedere dove fossimo diretti.

Improvvisamente, Zayn imboccò una strada stretta e leggermente più isolata dalle altre vie di quella città.

La strada ricoperta dalla ghiaia e le numerose piante mi lasciava intendere che fossimo diretti in una campagna o forse in un parco...

Ma in ognuno dei casi, i suoi occhi fermi sulla strada e le sue mani strette sul manubrio non facevano altro che agitarmi.
Teneva talmente forte quel volante che le sue nocche erano sbiancate e i muscoli delle sue braccia sembravano tendersi sotto la sua pelle.

Arrivammo alla fine di quella lunga strada circondata da enormi alberi fioriti e Zayn sfrenò a secco.

Mi accorsi all'istante che quel posto non era affatto un luogo dove poter fare qualcosa, un luogo pubblico o qualsiasi altra cosa simile.
Era soltanto un silenzioso e tetro viale deserto, illuminato dal caldo sole che penetrava fra le foglie degli alberi.

Deglutii e spostai lo sguardo sul moro, con occhi preoccupati.

'Perché siamo in un campo?' Cercai di sembrare impassibile e coraggiosa, ma in me stavo praticamente tremando dalla paura.

Lui girò la chiave e posò le mani sulle sue cosce, girandosi verso di me.

Soltanto allora potei accorgermi di quanto il suo sguardo fosse indecifrabile mentre i suoi occhi marroni mi osservavano silenziosamente, senza lasciar trasparire alcuna emozione.

I suoi denti morsero rapidamente il suo labbro inferiore, con tensione, e quando sembrò essere abbastanza preparato da poter aprir bocca, prese un profondo respiro.


'Dammi la mano'.
Il braccio tatuato di Zayn si allungò nella mia direzione e la sua mano aperta si fermò esattamente sotto ai miei occhi, ad aspettare la mia.

Abbassai la vista alle sue dita e presi un profondo respiro.

Non riuscii a domandarmi cosa volesse da me, per l'esattezza.

Pensai soltanto al fatto che solitamente quella mano mi trascinava lontano da suo fratello e dalle sue torture.

Pensai che non avrebbe potuto farmi del male e me ne convinsi quando posai delicatamente la mia mano sulla sua e rialzai lo sguardo al suo volto, incatenando le nostre iridi.

Zayn sembrò sorridere dolcemente prima di stringere le sue dita introno alla mia mano e di guidarmi verso di lui, con lentezza.

Potei sentire l'ansia crescere in me ad ogni mossa ed il suo sguardo mutare in qualcosa di sempre più pesante, tanto che, incapace di sorreggerlo, andai a guardare i movimenti delle nostre mani.

Posò il palmo della mia mano sul cavallo dei suoi pantaloni ed improvvisamente il mio cervello si annebbiò letteralmente, lasciandomi dispersa nel bel mezzo del vuoto più totale.

'Ecco cosa voglio', bisbigliò. La sua voce era rauca, sommersa da uno strano timbro che mai avevo udito da parte sua.

Trasalii quando percepii cosa stava accadendo sotto al tessuto dei suoi pantaloni.

Non sapevo per certo cosa significassero le sue parole, il suo gesto, tutto...ma sapevo che qualunque cosa stesse accadendo, non sarebbe dovuta succedere.

Non seppi esattamente cosa dire: la mia vista era appannata, la mia mente era offuscata dalla confusione, dal panico, dall'ansia...e i miei occhi non si staccavano dai suoi pantaloni e da quell'erezione che riempiva la mia mano.

Lentamente Zayn giudò la mia mano sul bordo dei suoi pantaloni e non appena raggiunse l'elastico, introdusse le nostre mani unite al loro interno, entrando lentamente nei suoi boxer.

Percepii il calore del suo corpo sotto alla pelle delle mie dita e le labbra di Zayn rilasciarono contemporaneamente un gemito.

Alzai così il mio sguardo, incapace di capacitarmi di quella situazione, ed incontrai i suoi occhi persi.

Il moro strinse forte la mia mano, guardandomi con pietà, e l'avvolse intorno al suo membro eretto, facendomi percepire la sua eccitazione.

Istintivamente la sua testa si piegò  all'indietro, serrando gli occhi e lasciando che i suoi denti mordessero il suo labbro inferiore.

Mentre ero attenta ad osservare il suo viso colmo di piacere ed ogni mossa capace di lasciarmi capacitare di quella situazione, Zayn cominciò a muovere la mia mano sotto alla sua e a percorrere lentamente la sua lunghezza.

Lo vidi socchiudere più volte gli occhi ed aprire leggermente la bocca ad ogni nostro movimento, ad ogni mia singola azione.

Il suo divenne l'esatto ritratto del piacere.

gratificante Bee', gemette lui, stringendo l'altra sua mano sulla pelle del sedile, 'sei gratificante', precisò, serrando in fine i suoi denti.

I suoi movimenti divennero man mano più rapidi e la mia mano seguiva la sua, donandogli piacere.

Non seppi di preciso cosa accadde in me in quel momento: la mia mente era fuori controllo, abbastanza distratta da non rispondere ai miei invani segnali si accensione e i miei occhi erano completamente attratti ed occupati ad osservare le contrazioni di quel viso così vulnerabile.

Tutto in me regnava intorno a lui e attorno ai suoi profondi ansimi di piacere, come una dannatissima ipnosi.

Sentirlo pronunciare il mio nome in maniera così sporca mentre le mie mani lo toccavano doveva irritarmi, doveva portarmi ad urlargli contro e ad allontanarmi totalmente da lui, ed invece?
Invece la mia mano continuava a percorrere la sua eccitazione con fervore, quasi presa da ciò che stava succedendo, guidata dalla sua.

Di colpo i nostri palmi scivolarono sulla punta della sua erezione e mi strinse maggiormente, invitandomi a sentire la sua erezione pulsare sotto al tocco della mia mano.

Cogliendolo di sorpresa, spostai il pollice e lo accarezzai delicatamente, facendolo ansimare.

'Bee, oh cazzo'. Strinse le sue dita intorno alla mia mano, disperatamente.

I suoi occhi si spalancarono improvvisamente verso il soffitto e subito percepii il suo calore invadere completamente le nostre mani, prima di quanto immaginassi.

Notai come delle goccioline di sudore scesero cautamente sulla pella ambrata della sua fronte, assieme alle ciocche corvine dei suoi capelli, quando arrivò all'apice del piacere.

E come i suoi muscoli si contrassero spietatamente, portandolo a gemere profondamente.

Era al limite e lo avevo appena portato al limite.

Zayn prese un profondo respiro e si sforzò a non gemere ancora quando la sua mano abbandonò con molta cautela la mia ed uscì dai suoi pantaloni, andando anche essa ad aggrapparsi al sedile.

Decisi anche io di togliere la mano a quel punto, seppur con incertezza, ed andai a posarla sulla sua, ancora tremolante.

E subito dopo lasciò scappare dalle sue labbra tutta quell'aria che aveva accumulato, così che i suoi polmoni potessero liberarsi di quel pesante piacere che aveva addosso.

Fu come se il mio tocco avesse dato il colpo finale e Zayn rilassò completamente i suoi muscoli contro il sedile, lasciando chiudere i suoi occhi.

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