XXV: Fight.
"Hostage" | Bradford
Ero stesa su un grande letto; sentivo il corpo intorpidito e un dolore pulsante dietro la nuca. Il tutto corredato da un odore familiare.
Prima di riuscire a mettere a fuoco la vista, pensai di essermi addormentata o... Immediatamente riconobbi la stanza di Zayn; tutto quel disordine, il suo letto e l'odore tenue del suo corpo, inondava quella camera.
Ancor prima che potessi muovermi da sotto quella coperta che stava praticamente mandando a fuoco il mio corpo; una voce si fece largo nel silenzio: 'Niall, dove cazzo sei!?'
Riconobbi la voce di Zayn e cercai di diminuire la regolarità dei miei respiri per riuscire a sentire ancora.
'In camera, cosa cazzo vuoi!?' Sbraitò il biondo, di risposta.
'Dove sta l'asciugamano?' distinsi la voce del moro che forse proveniva dal bagno e ridacchiai, non appena capii quale era il suo problema.
'Arrivo' cantilenò Niall, con un timbro piuttosto seccato.
Ma il mio divertimento svanì all'istante, non appena abbassai lo sguardo al mio corpo e trovai la mia maglia più che stropicciata: scaraventai via le coperte, in preda al panico e mi accorsi di aver i pantaloni abbassati.
Ripensai immediatamente a cosa fosse successo ma la mia mente era ferma su di Zayn, sulla sua voce che mi chiedeva di parlare con Niall e nient'altro.
Portai le mani al mio volto e tastai i miei capelli tutti scombinati, stavo praticamente per scoppiare in lacrime ed urlare come una pazza ma la porta della camera di Zayn si spalancò, e la mia mente fu occupata da ben altro.
Alzai i miei occhi lucidi alla soglia della porta e trovai Zayn, con un asciugamano stretto sulla vita e con una mano stretta sulla maniglia. Aveva gli occhi fissi su di me ed apriva continuamente la bocca, finendo per chiuderla senza sapere cosa dire.
'Bee?' Improvvisamente quel coglione fu capace di dire qualcosa.
Stavo per urlargli contro ma parlò ancora, balbettando. 'C-cosa ci fai nel mio letto?'
Si stava riferendo proprio a me? Mi stava davvero chiedendo che cosa stavo facendo lì? Con quale faccia tosta?
Non osai immaginare cosa mi avessero fatto, forse ci arrivai ma ero troppo arrabbiata per pensare a quello; mi alzai barcollante dal letto ed alzai i pantaloni, cercando di tenermi in equilibrio.
'Cosa ci faccio!?' Sbraitai, andandogli incontro.
Soltanto camminando mi resi conto di quanto fossi conciata male, mi reggevo a malapena in piedi!
Puntai un dito contro di lui e gli arrivai a pochi centimetri di distanza, minacciosa. 'Cosa mi hai fatto tu!' urlai, spingendolo per il petto.
Zayn sembrò rimanere spiazzato dal mio atteggiamento, rimase tutto il tempo fermo con la bocca socchiusa ad ascoltarmi e soltanto quando si ritrovò traballante per la mia spinta, si riprese, tornando in equilibrio e portando una mano sul suo asciugamano per evitare che cadesse.
Sbatté numerose volte le ciglia, confuso 'Bee, cosa cazzo stai dicendo?' Domandò, ancora con fin troppa calma.
Feci un altro passo verso di lui e di rimando, il moro indietreggiò, inclinando il volto come per cercare di giustificare il mio comportamento.
Ma era scemo o cosa? Lo avrei preso a calci da lì a poco se continuava a fare il finto tonto.
Camminai verso di lui velocemente, mentre lui continuava ad indietreggiare, da lì a poco sarebbe andato a sbattere contro al muro, così continuai fino a quando le sue spalle nude non toccarono la parete.
Zayn aggrottò le sopracciglia e non staccò gli occhi dai miei, cercando di sembrare il meno imbarazzato possibile; era ovvio che essere sottomesso non era nei suoi piani ne tanto meno nei suoi più remoti ricordi.
Senti il sangue correre lungo il mio corpo come non lo aveva mai fatto ed il nervoso si impossessò del mio corpo, scagliai la mia mano sul suo volto e gli colpì la guancia tanto brutalmente da fargli girare il volto.
A quell'azione capii di aver davvero esagerato e riguardai incredula la mia mano, prima di riportare il mio sguardo ai suoi occhi.
O forse non avevo esagerato? In ogni caso, ci rimase peggio del dovuto.
Era ancora girato, ma la sua mano tatuata teneva il punto da me colpito: notai i suoi denti addentare il suo labbro inferiore, e poi, si girò verso di me, squadrandomi.
'Ma che cazzo fai!' Urlò. Le sue narici divaricate, i suoi occhi marroni sbarrati ed impassibili, la sua mascella tesa come una morsa mi lasciarono intuire che forse non centrava assolutamente niente o forse che c'entrava ma era offeso ed incazzato soltanto per il mio gesto.
Indietreggiai e lui avanzò, senza staccare i suoi occhi iniettati di sangue dai miei, ormai intimoriti.
'Adesso ti allontani?' Domandò, con freddezza.
A quelle parole mi sentii in qualche modo sfidata, e nonostante qualcosa di stupido in me mi stava facendo divorare dal rammarico di averlo picchiato, ero comunque sovrastata dalla rabbia; così impuntai i talloni e socchiusi gli occhi, sfidandolo.
Portai le mani ai fianchi e quando unii i piedi, sentii la mia testa girare.
Traballai sulle mie stesse gambe e per poco non caddi, incapace di sorreggermi; se non fosse stato per le mani di Zayn, che con potenza mi presero gli avambracci.
'Cosa hai preso?' Domandò, con rimprovero.
Mi guardò talmente male che la mia rabbia in qualche modo andò a farsi fottere, e i miei occhi andarono a guardare il basso, incapaci di reggere ancora la sua attenzione
'N-niente... io...' Farfugliai, sovrapposta dalla sua voce, 'Bee, le tue pupille sono così dilatate...' Osservò, scuotendomi leggermente, come per richiamare la mia attenzione.
Ma non mollai e non lo guardai affatto. 'Non mi drogo, Zayn'. Affermai con decisione, girando il capo, offesa.
'Oh certo' Ironizzò, con un cenno di divertimento sul suo tono.
Alzai gli occhi per vedere di nascosto il suo volto, ma lui mi precedette, posando due dita sul mio mento e costringendomi ad incatenare le mie iridi nelle sue, marroni.
'Non provare mai più a mettermi le mani addosso'. Ringhiò Zayn, squadrandomi il volto.
L'arroganza di quella frase fece tornare in me la rabbia di poco prima e in qualche modo mi fece ricordare i vari motivi per i quali ce l'avevo tanto con lui.
Afferrai saldamente il suo polso e scaraventai via la sua mano dalla mia faccia, indietreggiando.
'Non dirmi cosa devo o non devo fare!' Gridai, sbarrando gli occhi. Ero sconcertata dal suo comportamento.
Alle mie parole, Zayn alzò un sopracciglio stranito, e fece un passo verso di me.
'Non devi toccarmi.' Aggiunsi, con disgusto.
Spostai lo sguardo lungo il suo corpo e per qualche secondo mi persi con gli occhi fra i suoi muscoli dipinti dai numerosi tatuaggi.
'Cosa cazzo hai?' La sua voce mi richiamò, facendomi tornare alla realtà.
'Cos'ho?' Ululai quasi inorridita, la rabbia era la parte peggiore del mio carattere, davvero, diventavo intrattabile.
Zayn mi guardò confuso e allo stesso tempo furioso.
'Cosa mi hai fatto tu? Eh?' Insistei, tornando a fare un passo verso di lui.
Puntai un dito su di lui e lo premetti sul suo petto, alzandomi sulle punte per raggiungere la sua altezza. 'Non ti fai pena?' Domandai ancora, fra i denti.
Il moro non fece una mossa, si limitò ad abbassare lo sguardo al mio dito che premeva sulla sua cassa toracica e a rialzarlo poi su di me, con preoccupazione.
'Sei fuori'. Affermò, spiazzato.
Non sapevo fino a che punto Zayn sapesse fingere, l'unica cosa di cui ero sicura era che sapeva farlo bene. Se era stato lui a farmi qualcosa, al quale non volevo nemmeno pensare, sapeva davvero recitare la parte dell'innocente.
Così cercai di calmarmi ed adottare alte maniere per capire la verità.
Con lentezza gli tolsi le mani di dosso e portai le braccia conserte al petto. 'Zayn, ero seminuda nel tuo letto, vuoi dirmi che non mi hai toccata?' Feci, con più calma possibile.
Notai come Zayn strabuzzò immediatamente gli occhi, per poi guardarmi con più interesse 'seminuda?' ripeté, aggrottando la fronte.
Annuii e lo guardai severamente, 'e non ricordo niente', aggiunsi.
'I-io sono tornato ora da casa Harry, Bee, tu sei arrivata qui con Niall' spiegò gesticolando, sconcertato.
Alle sue parole, la rabbia che poco prima mi persuadeva aumentò a dismisura; forse poco prima credevo fosse stato Zayn ed ero enormemente delusa da lui, quanto incazzata.
Mentre sapere che in realtà, Niall era l'artefice di tutto ciò mi mandava del tutto fuori di testa; odiavo quel ragazzo con tutta me stessa e non potevo credere che era riuscito a vincere, assolutamente.
Un sospiro scappò dalle mie labbra quando la trovai lì, sdraiata sul mio letto. Ma non stava dormendo, era impegnata a giocherellare con il suo telefono. La guardai senza dire nulla e lei non mi degnò di uno sguardo, come se non fossi entrato.
Stavo diventando estremamente deficiente, e mi accorsi di tutto questo quando guardandola, un vuoto cosparse il mio corpo al pensiero che io, in prima persona l'avevo invitata ad andare da Niall, pur sapendo come si divertiva a farle del male.
Mi avvicinai lentamente al letto per poi sedermi sul lato del letto, al suo fianco. Bee mi osservò quasi incredula, più per il mio gesto che per la vicinanza, e si girò verso di me.
'Lasciami da sola' sussurrò, tornando a fissare il display del telefono.
'Volevo soltanto chiederti scusa...' Mugolai, girandomi a guardare il mio armadio, che tanto amavo.
'Perché?' la sentii domandare, con sorpresa.
'Perché ti ho lasciata andare con lui, da sola' affermai, con ovvietà.
Strofinai nervosamente le mani sulle mie cosce e cercai di eliminare un minimo di orgoglio, per girarmi a guardarla negli occhi mentre parlavo.
Sospirò prima di rispondere, 'non sei costretto a starmi attento, non sei mio padre' affermò, alzando le spalle, disinteressata.
Ma in realtà sapevo che lo voleva, si fidava di me, almeno credo, e preferiva comunque avermi di fianco quando c'era Niall, non voleva star da sola con lui mentre con me... Beh, sì.
Mi avvicinai di più a lei, strisciando sul letto e la osservai mentre faceva finta di fregarsene, rivolgendo l'intera attenzione a quel dannato telefono; allungai una mano e senza nemmeno ragionare, le afferrai un ciuffo di capelli, spostandolo dal suo volto.
La vidi alzare gli occhi dal telefono e girarsi di scatto verso di me, sorpresa.
Cosa diavolo stavo facendo?
'Perdonami piccola... Non avrei dovuto lasciarti con lui...' Aggiunsi, con tono supplicante.
Io stesso mi sarei stupito delle mie stesse parole, se solo fossi stato lucido; non stavo parlando io, posso giurarlo.
La vidi sbarrare gli occhi mentre mi guardava, quel 'piccola' l'aveva fatta diventare completamente rossa in volto ed io, arrossii altrettanto per qualche motivo a me sconosciuto.
Il problema era che in quel momento, pure il motivo delle mie parole, della mia... dolcezza? Sì, credo quella; era sconosciuto.
'Non è colpa tua.' Affermò, cercando di sembrare impassibile dal mio gesto.
'Però spiegami cosa cazzo ti ha fatto... Perché io gli ho rotto qualcosa e non vorrei...'
Bee sgranò gli occhi, scattando in avanti. 'Tu hai fatto cosa?!' Urlò, guardandomi come se improvvisamente mi fossi trasformato in un cane.
Sospirai, 'Lui è abituato' mi giustificai, alzando le spalle.
Lei alzò gli occhi al soffitto, poi sospirò arresa, riaffondando la schiena sulla spalliera del letto 'non ricordo niente' spiegò, non curante.
'Uhm, okay...' cercai di resettare il mio cervello, cercando di mettere bene in chiaro la situazione.
Mi alzai di scatto dal letto e camminai verso l'armadio. 'Le tue valigie sono in macchina', le ricordai con freddezza, accosciandomi per aprire un cassetto e per tirare fuori una canottiera per la notte.
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