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XX: 'Inside my arms'.

'I've never had the word to 
but now i'm asking you to stay for a little while inside my arms'

"Hostage" | Bradford

Zayn era seduto accanto a me sul letto e intanto aveva acceso una sigaretta.

'Io non avrei riprovato a...' Si fermò per fare un tiro. 'A rapirti.'

Pareva non riuscisse a dire quella parola, sospirava ogni volta.

Annuii, invitandolo a procedere.

'Per me era conclusa questa storia ma per Niall no.' Spiegò, lasciò fuoriuscire il fumo dalle sue labbra.

'Ma l'ho convinto, quindi domani ti accompagnerò in aeroporto.' Lo vidi alzarsi per andare a spegnere il mozzicone sul posacenere, che giaceva sulla scrivania.

Soltanto al pensiero che Zayn stava facendo tutto quello, rinunciando alla vita di suo fratello, mi sobbalzò il cuore.
Bene o male, poteva fregarsene di me e della paura per tentare di avere un riscatto e salvare suo fratello; ma aveva deciso di non accettare e mi sentivo tirata in ballo.

'Perché hai deciso di non tentare?' Chiesi.

Lui si girò per guardarmi, caoticamente, poi riprese a spegnere il mozzicone. 'Perché sarebbe da ipocriti.' Affermò, alzando le spalle.

'E quello non sarei io.' Il suo tono era privo di emozioni, soltanto sincerità.

'Non sei tu a deciderlo' Intervenni, ansiosamente.

Intanto Zayn tornò a sedersi accanto a me e si morse nervosamente il labbro, guardandomi.

'Cosa vuoi dire?' Chiese, socchiudendo gli occhi come per analizzarmi.

Stranamente ero d'accordo con la mia mente e stranamente stavamo affrontando una conversazione senza gridarci contro come due psicopatici; la cosa sembrò far piacere ad entrambi ma il mio subconscio mi stava avvisando che tutto questo sarebbe durato davvero poco.

'V-Voglio dire che mi offrirò io come ostaggio.' Balbettai, non ero insicura di ciò che stessi dicendo.
L'unico problema era che avevo paura, paura di pentirmene.

Zayn si allarmò all'istante, sembrava avessi detto una delle cazzate più colossali del mondo.

'Cosa?' Improvvisamente alzò la voce, sobbalzando all'indietro.

'No senti...' Cercò di continuare con la calma, ma lo fermai.

Non avevo intenzione di essere la causa per la morte di qualcuno o per il male di un ragazzo.
Sapevo alla perfezione cos'era un cancro, sapevo alla perfezione il costo di una cura e sapevo anche come ci si sentiva a dover affrontare una situazione simile.

Non potevo accettare che lui rinunciasse a tentare per la paura di finire in carcere e per non farmi del male; lo avrei aiutato.

'Zayn, non rischierete niente.' Enunciai, posando una mano sul suo ginocchio, cercando di farlo ragionare.

Prima di parlare, notai Zayn perdere un attimo di tempo per osservare la mia mano con titubanza, poi gonfiò nervosamente il petto ed alzò lo sguardo al mio, per parlare.

'Ho detto di no.' Era fin troppo convinto, e la sua voce fin troppo arrogante.

'Cazzo, ti aiuterò ad avere il riscatto, che ti vada bene o no.' Scattai in piedi, e mi accorsi che la mia voce si stava alzando più del dovuto, quando gli occhi di Zayn si sbarrarono con stupore.

Mi guardò dalla testa ai piedi e sbatté ripetutamente le ciglia, disperso.

'Non farai niente di tutto ciò...' Mugolò, con convinzione.

Scossi la testa cercando di ammutolirlo e provai ad aprir bocca per dirgli anche che avrei fatto di tutto per aiutarlo nel caso qualcosa andasse storto, ma lui senza preavviso, si alzò in piedi e mi avvolse con le sue grandissime braccia.

Ero enormemente piccola a confronto, nonostante fossi alta, o per lo meno nella media... sembravo un pulcino, così stretta ed avvolta al suo corpo.

Non capii perché lo stesse facendo, ma il mio cuore si riempì di gioia nel sentirlo così vicino a me, il calore del suo petto nudo mi faceva mancare l'aria e la sua stretta, così potente, mi scollegava la mente.

Anche se in ritardo, avvolsi anche io le braccia attorno al suo torace e sorrisi contenta, come un ebete.

Sentii la porta della camera cigolare alle nostre spalle, e a quel rumore Zayn si staccò rapidamente da me.

'Cos'è questo sentimentalismo?' Commentò il biondo, osservando suo fratello con una smorfia di disgusto.

Zayn stava cercando di infilare le mani nelle tasche dei suoi jeans, ma quasi tremava; era agitato e il suo corpo non rispondeva alle azioni.
Forse questo dimostrava quanto, anche solo un abbraccio, fosse bizzarro e fuori dal normale per lui.

Mi chiesi come avesse fatto ad entrare, ricordandomi che Zayn aveva chiuso a chiave, ma scacciai i miei pensieri quando Zayn parlò.

'Adesso veniamo a cena.' Lo informò , lanciandogli un'occhiata fulminea.

Niall rise malignamente e ci osservò ad entrambi, prima di cominciare a girarsi, per uscire.

'Coglione.' Borbottai, fra me e me.

Non sapevo pensare senza aprir bocca? Dannatissimo Louis, lui mi aveva attaccato quel vizio, o per lo meno, ce lo aveva anche lui e lo avevo ereditato.

Ma come al solito, il mio nervosismo e il tono della mia voce non mi aiutò affatto.
Sperai profondamente che nessuno mi avesse sentito, ma tutte le mie paure più grandi si confermarono quando vidi il biondo venire verso di me.

'Come scusa?' Mi incitò il biondo, con prepotenza.
Stava arrossendo evidentemente in volto.

Niall mi prese le spalle e mi strattonò all'indietro. 'Ripetilo' mi provocò, ripetendo la spinta.

Notai Zayn di fianco a me, cominciare a muoversi mentre io tenevo lo sguardo abbassato; non volevo provocare maggiormente il ragazzo... Speravo la smettesse e tornasse a fare cosa stava facendo poco prima.

'Smettetela entrambi.' La voce di Zayn intevenne con freddezza, e le sue mani tatuate, si posarono una sul petto di suo fratello e l'altra su di me, dividendoci.

Una volta divisi, Zayn si concentrò sul biondo e lo invogliò ad uscire fuori dalla sua camera. I tentativi ne furono vari, considerando che Niall provava in tutti i modi di divincolarsi per venire da me e farmela pagare, ma poi ci riuscì.

'Non devi provocarlo' mi rimproverò, tornando verso di me.

Alle sue parole assunsi più che altro uno sguardo offeso, insomma, gli avevo dato del coglione, ma con tutto ciò che era successo fino a poco prima, come prendersela con me?
Sorvolai quell'aspetto e spostai lo sguardo su di Zayn che si era sdraiato sul letto, dietro di me.

I suoi addominali ben definiti erano ancor più evidenti, quando si trovava in posizione supina e i suoi infiniti tatuaggi, in qualche modo sembravano nasconderlo.

Di certo era un pensiero stupido; infondo erano dei semplici tatuaggi.

Osservai i suoi occhi fermi sul soffitto e le sue labbra leggermente suocchiuse, mentre faceva dei lenti e silenziosi respiri.

'Farai cena?' Domandai con incertezza, spostando lo sguardo sul suo volto.

Lui si limitò a scuotere la testa distrattamente, prima di girarsi verso di me. 'Tu?'

Ci pensai su prima di rispondere: se lui avrebbe deciso di non venire con a far cena, io avrei dovuto cenare con Niall, da sola.
E tuttavia, bastò pensare a quella situazione, per chiudermi totalmente lo stomaco.

Così scossi anche io la testa ed andai a sedermi sul bordo del letto, dando le spalle al moro e rimanendo in silenzio a fissare il vuoto.

'Vuoi dormire?' Chiese, interrompendo quell'imbarazzante silenzio.

Non seppi esattamente cosa rispondere, sì, ero stanchissima ma magari lui non voleva dormire e lo avrei obbligato a farlo.

'Domani mattina andremo prima a casa tua per prendere le cose e poi in stazione...' Aggiunse, con voce bassa. Si interruppe per sbadigliare, poi riprese a parlare con un tono rauco e quasi snervante.

'Ti aspetterà un lungo viaggio.'

Lo girai a guardarlo e lo trovai con le braccia incrociate sul suo volto, intento a coprirsi gli occhi.

Intuii immediatamente che forse, lì dentro, era lui il più stanco; così smisi di farmi migliaia di paranoie ed accettai con un semplice 'okay'

Decisi di non cambiarmi, avrei dovuto spogliarmi davanti a lui e no, non era affatto una buona idea.
Poi, anche lo avessi fatto, cosa avrei indossato? Non che me lo aspettassi o che fosse d'obbligo, ma Zayn non si sprecò nemmeno ad offrirmi una sua t-shirt per la notte.

Mi sdraiai dall'altro lato del letto, abbastanza lontano da lui e presi il telefono fra le mani, sperando che Louis non mi avesse cercata.
Non avevo voglia di sapere cosa stesse pensando, ma non potevo contraddire la realtà; sul display compave un messaggio da parte sua.

Louis: Com'è Niall? Sei già partita? Perché le valigie sono qui? Mi stava venendo un infarto quando non ti trovavo a casa, la prossima volta lascialo sopra al tavolo il biglietto, demente.

Risi di gusto alle sue parole, era ovvio che non ci stava capendo niente, ma da una parte ero sollevata di non aver trovato insulti e parolacce da parte sua, per non averlo aspettato.

Me: Niall è okay, partirò domani mattina...Passo a prendere le cose e ti saluto.

Mi sentii abbastanza stupida soltanto nello scrivere 'Niall è okay', ma lasciai stare, non avrei potuto dirgli comunque la verità.

Posai il telefono sul comodino che avevo accanto e mi girai su un fianco, verso di Zayn, per osservarlo.

Zayn era ancora supino ma guardava dall'altra parte della stanza, silenziosamente.

Ormai la situazione non era più tesa come prima. Quindi, spinta dal coraggio e dal desiderio di sentire ancora le sua braccia stringermi: mi avvicinai a lui e posai la testa sul suo petto, circondandogli la vita con le braccia.

Solo quando lo abbracciavo o quando semplicemente era lui ad avvolgermi, mi sentivo incredibilmente piccola.
E quell'aspetto, seppur potesse sembrare imbarazzate, mi piaceva.

Alla mia azione notai come il suo capo scattò verso di me, forse incredulo. Sentii il corpo del moro diventare immediatamente rigido e fuori di se, ma non ci mise molto a controllarsi; qualche istante dopo, percepii il suo braccio circondare impacciato le spalle.

Alzai lo sguardo al suo volto.
'Ci scriveremo?' Domandai, con un filo di imbarazzo nella mia voce.

'Sì, dai...' Farfugliò. 'Credo, quando ci sarà tempo.' Morse il suo labbro e mi sorrise, impacciato.

Mi accorsi di quanto il suo sorriso fosse falso e tirato, ma sorvolai, considerando che quelle parole mi ferirono più del dovuto.

Una voragine si era appena aperta dentro di me.

Annuii soltanto e tornai con il capo sul suo petto, in silenzio, cercando di nascondere quanto le sue parole mi avessero colpita.

Era ovvio che mai mi avrebbe detto un con entusiasmo, infondo era un ragazzo molto strano e non avrebbe mai fatto o detto qualcosa di sua spontanea volontà.

Ma in qualche modo, ci rimasi male.

'Non fa freddo...' Commentò il moro, richiamando la mia attenzione.

Mi sentii una stupida, per la precisione una cogliona.

Aveva uno strano talento nel fare sentire così le persone, soltanto con tre parole.

Tolsi il braccio che avvolto intorno al suo corpo e feci per girarmi, evitando così ogni contatto con lui.
Ma quando tentai di farlo, Zayn strinse ancora più forte il braccio sulle mie spalle, impedendomi ogni movimento.

'Nemmeno così caldo', aggiunse.

L'altra sua mano prese la mia e guidò il mio braccio nuovamente intorno al suo torace.

Non potevo vedere la sua faccia ma immaginai la confusione incorniciare il suo volto; nemmeno lui sapeva cosa voleva e questo lo rendeva ancora più strano.

Questo era, un ragazzo dannatamente incomprensibile.

-

Mi risvegliai nel pieno della notte, sentendo un profondo e strozzato gemito rimbombare nella stanza.

Alzai leggermente il capo dal petto di Zayn, ed avrei pensato provenisse da qualche altra parte, soltanto se nella poca luce dei lampioni, non avessi intravisto la mano di Zayn, stringere disperatamente il lenzuolo sotto di se, mentre con l'altro braccio ancora mi abbracciava.

Non volevo parlare, ne tanto meno guardarlo negli occhi, così cercai di capire da sola cosa gli fosse preso.

Tornai al mio posto e spostai nervosamente lo sguardo intorno a me, senza alcun risultato.

Quando stavo per rinunciarci, le mie gambe si mossero involontariamente cercando di tornare a dormire ed improvvisamente, un altro mugolio soffocato scappò dalle sue labbra, rimbombando nel suo petto.

Ciò mi premise di accorgermi di essere praticamente aggrappata al suo bacino e capii all'istante che ero io la causa dei suoi gemiti, non appena riuscii a percepire qualcosa di duro premere sulla mia coscia.

Arrossii e sentii il volto andare completamente in fiamme.

Tolsi immediatamente la gamba che lo toccava, imbarazzata e il mio sguardo venne attirato da un gonfiore sospetto all'altezza del cavallo dei suoi jeans.
Si era eccitato evidentemente a causa mia e quell'erezione che aveva nei pantaloni lo denotavano.

Scappare da qualche parte o far finta di niente? Quale delle due era l'idea migliore?
Staccarmi da lui gli avrebbe fatto capire che io lo avevo notato, ed era ancor più imbarazzante del dovuto.

Così restai immobile, maledicendomi mentalmente ed imprecando che quell'aria così critica cessasse al più presto...

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