XVIII: Hostage again.
"Hostage" | Doncaster
Sentii una scarica elettrica attraversarmi il corpo, ma non una scarica qualunque, una scarica elettrica particolare.
Strinsi le mani sul tessuto della sua maglia e mi avvicinai ancora un po' a lui, facendolo gemere.
Ma tutto il suo piacere svanì, quando piegai un ginocchio e lo scagliai fra le sue gambe.
Improvvisamente le sue mani mi lasciarono ed accorsero a coprire la parte da me colpita.
Ne approfittai per allontanarmi e per godere della visione, mentre si accasciava, contorcendosi dal dolore.
'Vedi tu cosa mi fai, invece?' Portai le mani ai fianchi, ridendo di lui.
In tutta risposta, il biondo imprecò qualcosa di incomprensibile, senza muoversi da quella posizione mentre io optai per scappare in cucina prima che potesse alzarsi su e farmela pagare.
Andai verso la porta ed afferrai la maniglia per abbassarla, ma qualcuno lo fece prima di me.
La porta mi si spalancò davanti e proprio difronte a me trovai Louis con alle spalle il riccio, notevolmente più alto di mio fratello.
Sobbalzai quando lo vidi e trattenni per un attimo il respiro. 'Dove andate?' Chiesi.
Sperai in tutti i modi che non notassero Niall, dolorante.
'Volevamo uscire e stavamo appunto cercando Niall...' Rispose Louis, cercando di sbirciare oltre alle mie spalle.
Mi mossi in base ai suoi movimenti e feci di tutto, cercando di coprirgli la visuale.
'Oh no, non vengo.' Sentii la voce del biondo alle mie spalle.
Doveva essersi ripreso, diamine.
Mi voltai a guardarlo e gli lanciai un'occhiata, facendogli capire che non era il caso di fare ciò che stava pianificando.
'Perché?' Chiese Harry, alzando le spalle.
'Perché beh... Me ne torno a casa...' Balbettò Niall, mordendosi nervosamente le labbra.
Sospirai quando disse quelle parole e spostai lo sguardo su mio fratello, che lo osservava perplesso.
'Come ti pare.' Ribattè con freddezza, il riccio.
Niall se ne andò subito dopo aver avvisato i suoi amici ed uscì di casa, senza farsi più vedere.
Louis ed Harry invece, giocarono alla Xbox per più di un'oretta.
Li sentivo commentare dalla camera, a volte urlavano al pallone ed altre si insultavano l'uno con l'altro per non essersi passati la palla.
Era abbastanza ridicolo, ma erano maschi.
Verso l'ora di pranzo uscirono; mi avevano chiesto più volte di andare con loro, promettendomi che avrebbero fatto qualcosa di divertente, ma ero riuscita a declinare l'invito.
Restai da sola a casa per finire di mettere a posto le mie cose e riordinai la camera, per lo meno le poche cose che avevo spostato in due gironi.
Cominciai poi a preparare le valigie, e non appena conclusi, le staccai dal terreno e le posai accanto alla porta, pronte per partire con me.
La partenza era sempre più vicina e quasi mi saliva l'ansia: erano pochi giorni che stavo a casa mia ma sentivo come se, svegliarmi la mattina e trovare Louis, mi sarebbe mancato.
Mi sdraiai sul letto, sfinita ed affondai la testa sul cuscino.
Afferrai il telefono sul comodino e lo accesi; lo accesi con uno scopo diverso, sta volta.
Non dovevo controllare i messaggi e niente andava male nel mio cervello, volevo soltanto scrivere a Zayn.
Me: Penso sia strano, ma credo che in qualche modo... Io non ti odio.
Inviai quel messaggio pensando che forse avevo fatto la cosa sbagliata.
Mi pentii immediatamente di averlo fatto anche se sentivo davvero quello che avevo scritto.
Avevo capito che sicuramente, tutto provavo nei suoi confronti tranne che l'odio.
Sì, mi irritava ma non fino a quel punto... A volte mi ritrovavo a pensarlo senza un motivo e tutto questo me lo aveva fatto capire.
Cosa diavolo c'era di sbagliato in me?
Ma quel che era fatto era fatto, la sua risposta arrivò circa cinque minuti dopo.
Zayn: Hai cambiato idea proprio qualche ora prima di partire per l'altra parte del mondo, woh.
Non capii esattamente il significato di quel messaggio, anzi, a dir la verità non avevo proprio capito niente di ciò che stava dicendo.
Non ci feci caso e mi affrettai a rispondere.
Me: Tuo fratello è amico di mio fratello.
Sentii che dovevo dirglielo.
Zayn: Chi Harry? Sì ha molti amici.
Pensai di rispondergli dicendo che no, non era soltanto Harry l'amico di Louis ma anche l'altro suo fratello. E che se non si sbrigava a togliermelo di dosso, avrei fatto una strage; ma lui scrisse ancora.
Zayn: Comunque ora ho altro da fare, ci si sentirà Bee. X
Mi sentii automaticamente umiliata dalle sue parole.
Per una volta che lo avevo cercato io, mi aveva mandata gentilmente a quel paese.
Decisi di andare in cucina per andare a prendere un bicchiere d'acqua, forse mi avrebbe aiutata a distogliere l'attenzione da quel ragazzo.
Era strano come un ragazzo così strano, mi stava tenendo occupata la mente.
Arrivai in cucina e notai un bigliettino sopra al tavolo.
Decisi prima di andare a bere l'acqua, poi lo avrei letto.
Sicuramente lo aveva lasciato Louis ed aveva scritto qualche cazzata come al suo solito.
Presi un bicchiere dalla credenza, alzandomi sulle punte, vista la mia altezza... e lo lasciai sotto al getto d'acqua.
Nel frattempo lo portai alle mie labbra ed andai a prendere il bigliettino, e non appena lo squadrai, notai subito che no. Quella non era la scrittura di mio fratello.
"Louis, io e Niall siamo andati a fare un giro in città poi ha deciso di accompagnarmi lui in areoporto...Chiamami appena leggi il messaggio, ti voglio bene."
Ed io avrei scritto quella roba? alzai lo sguardo dal bigliettino e posai con cura il bicchiere, guardandomi intorno.
Qualcosa in me mi diceva che stava per succedere qualcosa, e visto ciò che avevo appena letto...
'Allora, possiamo andare tesoro?'
Il mio cuore non sarebbe sobbalzato tanto se solo non avessi sentito quel 'tesoro', così tetro e familiare.
Delle mani afferrarono i miei fianchi da dietro, ed involontariamente, dei brividi di terrore percorsero la mia spina dorsale.
Accartocciai il biglietto e lo lasciai cadere a terra.
Non avevo alcuna intenzione di voltarmi, non volevo incontrare i suoi occhi di ghiaccio ne tanto meno, volevo minimamente rischiare che le sue labbra sfiorassero le mie.
Abbassai lo sguardo, guardando le mani del biondo.
Notai le sue mani grandi e bianche salire lungo i miei fianchi e poi scendere ancora, tornando al loro posto. Afferrò il bordo della mia maglia ed infilò due dita sotto di essa, sfiorando la mia pelle.
Neanche in tempo di parlare o di fermarlo, che il suo mento si appoggio su la mia spalla, mentre il suo folto ciuffo, solleticò il mio collo.
'Niall staccati immediatamente, oppure...' Cercai di minacciarlo, visto che non sapevo come muovermi, ma la sua voce mi interruppe.
'Lo sai che mi eccitano le tue minacce?' Il suo tono di voce era facilmente paragonabile ad un gemito.
Sospirai seccata e posai le mie mani sulle sue, cercando di staccarle dal mio corpo.
Non appena riuscii a scaraventare via le sue mani e a farlo staccare dal mio corpo, mi allontanai rapidamente da lui e mi girai per guardarlo faccia a faccia.
'Dai, lasciati andare...' Si lamentò, allargando le braccia.
Con qualche passo cercò di raggiungermi, ma man mano, i miei piedi indietreggiavano, tremolanti.
'Niall, n-non avvicinarti.' Per qualche motivo balbettai.
Alzai le mani davanti a me sperando di fargli pena e di convincerlo a smetterla, ma quest'ultimo ridacchiò soltanto prima di aumentare la velocità dei suoi passi.
'Cosa vuoi fare?' Domandai, impaurita.
Mi guardai intorno alla ricerca di una via di fuga e sì - la porta era accanto a me - ma Niall era praticamente arrivato ad un metro di distanza e mi avrebbe presa.
Sospirai arresa e guardai negli occhi il biondo, che ormai non la smetteva di sghignazzare.
'Non qui, a casa mia.' Il biondo mi afferrò il polso e mi strinse saldamente, cominciando a camminare e a tirarmi nella sua direzione.
"Hostage" | Bradford
'Dove cazzo stiamo!' Urlai, guardandomi intorno.
Conoscevo quel dannatissimo posto ma non potevo credere di essere finita lì ancora una volta. Non era assolutamente nei miei piani e non mi sarei aspettata una mossa simile da parte sua.
Louis mi avrebbe presa per pazza.
'Non lo vedi? A casa mia.' Sdrammatizzò il biondo, aprendo con disinvoltura la porta davanti a se.
Portai le mani sulla mia faccia, sospirando e rimasi immobile sull'uscio della porta cercando di calmarmi.
'Ho l'aereo alle sei, Niall.' Sbuffai, seccata.
'Oh, tesoro...' Mugolò. Nella sua voce c'era una falsa pietà che mi lasciò intuire cosa aveva in mente di dire.
Tornò indietro e mi guardò per qualche secondo, prima di parlare ancora.
'Alle sei avrai un altro aereo con cui giocare.' Rise, prendendomi in giro.
Sentii un formicolio correre lungo le mie mani, volevo davvero picchiarlo con tutta me stessa.
Niall mi prese il polso e mi trascinò oltre la soglia, poi chiuse la porta alle mie spalle.
Non la smetteva di stringermi il polso e camminava per la casa con un passo svelto.
Quella casa, non me la ero affatto dimenticata, capii che stava cercando di portarmi in camera, infatti, non appena arrivò davanti alla camera di Zayn, puntai i talloni strappai via la mia mano dalla sua.
Niall scattò verso di me, per assicurarsi che non stessi scappando e mi guardò diritto negli occhi.
'Non verrò con te.' Dissi con tono serio, raccogliendo tantissimo coraggio.
Il biondo mi guardò quasi ridendo, sapeva che stavo tremando dalla paura e che stavo raccogliendo tutta la forza di questo mondo per oppormi a lui.
'Ah no?' Rise, facendo un passo verso di me.
Arrivò poco distante dal mio corpo, ma stranamente mantenne le distanze.
Lo vidi tornare serio in volto, i suoi occhi erano di un blu leggermente più scuro e le sue labbra erano strette in una linea sottile.
'Voglio scoparti Bee, non so se ti è chiaro.' Sul suo tono non c'era alcuna sfumatura di ironia e ne tanto meno di rabbia, forse era la prima volta che lo vedevo così.
Quasi non gli scoppiai a ridere in faccia, le sue parole avevano eliminato la paura in me e quel suo modo di diventare improvvisamente serio, mi stava dando sicurezza.
'Quali cazzo di problemi hai!?' Mi ritrovai ad urlare, con un sorriso di nervosismo stampato in faccia.
Notai come i suoi lineamenti si indurirono, era fin troppo serio e stava andando fuori di se.
'Cazzo, stai ridendo di me?!' La sua non sembrava affatto una domanda, anche se sarebbe dovuta esserlo.
'Sei pazzo?' Continuai, indietreggiando. 'Pretendi che io venga a letto con te?' La mia voce si stava facendo sempre più stridula e quasi mi infastidii da sola.
'E poi, vi ho tirato fuori dalla galera ed ora mi rapisci per cercare di scoparmi!' Esclamai, inorridita.
Improvvisamente fermai i miei piedi, notando che il biondo non aveva fatto una mossa; mi guardava soltanto.
'Tanto ti avrei rapita comunque...' Commentò, alzando semplicemente le spalle.
'Cosa, scusa?' Mi mancò l'aria sentendolo dire quelle cose.
'Ti avrei rapita stasera ma la voglia di te mi ha costretto ad accorciare i tempi...' Mi spiegò, con disinvoltura.
Questa volta cominciò a camminare, i suoi passi non erano spaventosi e lenti, erano veloci e rimbombavano nel corridoio.
Ero praticamente rimasta immobile, le ciglia non facevano una mossa e per poco, non fermai anche il mio respiro.
Quelle parole, in qualche modo, mi colpirono.
Non so di preciso per quale motivo; forse perché avevo capito che non avevo scampo, oppure perché pensai a Zayn...
Deglutii rumorosamente ed arrivai alla conclusione, che, quello che mi aveva scioccata era il fatto che Zayn fosse di nuovo coinvolto per farmi del male, e che io gli stavo scrivendo, illusa che non avesse cattive intenzioni.
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