XVII: Honey.
"Hostage" | Doncaster
Quella sera liquidai Zayn scrivendogli semplicemente che Louis era mio fratello e che comunque non avrebbe dovuto interessargli.
Quando tornò mia madre parlammo a lungo a tavolino, io, lei, papà e Louis.
Louis aveva lanciato svariate volte alcune frecciatine sul fatto del suo stipendio, momentaneamente assente, mentre io cercavo di raccontare a mio padre di come era nato lo scherzo con i miei amici...
O per lo meno, quello che gli avevo fatto credere fosse uno scherzo.
Gli avevo lasciato credere che erano miei vecchi amici delle elementari, di quando abitavo ancora qua in Inghilterra e lui si crucciò, ammettendo che non poteva conoscerli considerando che occupava tutte le sue ore a lavoro.
-
Mi alzai con il piede sbagliato quella mattina, o forse non ero io quella sbagliata, ma la giornata in se.
Scesi dal letto, ero stanchissima e se pensavo soltanto al fatto che sarei dovuta partire la sera stessa, non so cos'avrei fatto.
Avrei dovuto preparare le valigie con le cose che avevo in Inghilterra, visto che quelle che avevo portato dall'America erano andate perse da qualche parte mentre venivo rapita.
Controllai la sveglia sul comodino, segnava le 11:30: i miei genitori erano già a lavoro da un pezzo, ma udii comunque delle voci dalla cucina.
A parte quella di mio fratello ce ne erano altre, altre che non riconoscevo.
Decisi di vestirmi con una lunga canotta nera, scollata sulle maniche e con dei jeans chiari; ai piedi indossai soltanto dei calzini neri e legai i capelli in una crocchia piuttosto disordinata.
Non appena terminai andai verso l'uscita, ma mi bloccai ancor prima di aprir la porta.
'Louis?' Chiamai da dietro la porta della mia camera, aspettando che rispondesse.
'Louis cazzo!' Strillai più forte, e finalmente, al secondo richiamo la sua voce stridula interruppe il silenzio.
'Che vuoi!'
'Vieni qui!' Sbraitai, appoggiando una mano sulla maniglia.
Abbassai la maniglia della porta per guardare all'esterno. Osservai dal quello spiraglio: la casa era deserta ed illuminata dal sole.
Fu così per qualche secondo fino a quando non intravidi arrivare dalle scale mio fratello, con un passo svelto.
Spalancai completamente la porta. 'Chi c'è di sotto?' Domandai, facendogli un cenno col capo.
Louis quasi non cadde, quando mi vide spuntare da dietro la porta, ma poi riprese l'equilibrio.
'H-harry.' Balbettò.
Mi guardò da capo a piedi poi si accigliò, mostrando un'espressione divertita in volto. 'Sembra tu abbia scopato violentemente per l'intera notte!'
Mio fratello batté le mani e scoppiò a ridere da solo, ovviamente per la sua battuta priva di senso, e rimase lì a sghignazzare, fino a quando non decisi giustamente di sbattergli la porta in faccia.
Rientrai in stanza e andai verso la porta del bagno, visto che ne avevo uno minuscolo in camera, e mi osservai allo specchio.
Intuii immediatamente che l'unica cosa buona da fare era truccarsi, non potevo andare in giro così.
Soprattutto se nei paraggi vi erano i suoi amici.
Non appena finii di applicare un filo di eye-liner, decisi che era ora di scendere lentamente in cucina.
Molto lentamente.
Non appena varcai la soglia, trovai Harry seduto a capo tavola, con i gomiti appoggiati al tavolo, era occupato a conversare con Louis.
Notai maggiormente le sue occhiaie solcate sotto ai suoi occhi e quanto il suo corpo fosse snello e pallido, non appena alzò lo sguardo, vedendomi arrivare.
Sorrisi, alzando una mano in cenno di saluto e lui fece lo stesso, ampliando un'enorme sorriso.
'Buongiorno Bee' disse, con voce rauca.
Mi stupii di come aveva fatto a ricordare il mio nome, ma poi pensai che non era poi così difficile ricordarsi una b, e due e. Era il nome più stupido che potesse esistere!
'Ciao, come mai qui?' Domandai, entrando in cucina sotto allo sguardo attento di mio fratello.
Anche quest'ultimo era seduto sul tavolo, ma non aveva aperto bocca da quando avevo messo piede in cucina. Sapevo che stava zitto, evitando di ridere per il mio aspetto e per la battutina squallida di poco prima; forse era meglio così.
'In realtà vengo qui spesso...' Insinuò, facendo spallucce.
Aprii bocca per rispondere, ma lui parlò ancora. 'Ma stavolta non sono da solo' aggiunse, con un sorriso stampato in volto.
Posai le mani sullo schienale della sedia e mi guardai intorno cercando di capire a chi si riferisse con 'non sono da solo'. Ma in quella stanza ci eravamo solito io, Louis ed Harry.
'C'è mio fratello, mi son fatto accompagnare e ne ho approfittato per farli conoscere...' Disse, spaesato. Si guardò alle spalle, forse alla ricerca di suo fratello e sembrò preoccuparsi quando non lo vide.
'C'era fino a poco fa, comunque.' Esclamò, tornando a guardarmi.
Sorrisi lievemente cercando di non fargli capire che comunque, sapere che oltre a loro vi erano altri ragazzi all'interno della casa, mi metteva piuttosto in soggezione.
Strusciai la sedia sul pavimento e feci per mettermi a sedere, ma qualcosa... Qualcuno mi interruppe.
'Eccomi qua!' Disse qualcuno.
Rimasi bloccata, paralizzata.
Quella voce mi fece contorcere lo stomaco, sentii la fame passarmi e la mia mente andare in subbuglio.
Conoscevo quell'accento, assolutamente.
Avevo capito chi fosse, ma alzai lentamente lo sguardo difronte a me per assicurarmi che tutto ciò non fosse un incubo.
I miei occhi si spalancarono gradualmente; quando oltre a delle larghe spalle coperte da una largha maglia grigia scura, trovai un ragazzo dagli occhi azzurri e dai capelli alzati in un ciuffo biondo, con striature castane.
Non tentai nemmeno di aprir bocca e restai a fissarlo, con un espressione esterefatta.
Potevo svenire da un momento all'altro.
Fui in grado di intuire quanto fossi stupida da non esserci arrivata, ovvio che erano loro... Harry, malato di cancro, soldi mancanti e due fratelli.
Tutto coincideva alla perfezione, mi sarei presa a sberle.
Potei credere che lui, Niall avesse fatto a posta a venire lì, sapedo che fossi lì, con lo scopo di farmi un cattivo scherzo.
Per un attimo potei anche collegare il fatto che Harry e Louis fossero amici, al motivo per il quale Niall e Zayn avevano scelto proprio me come ostaggio.
Niall e Zayn erano probabilmente a conoscenza della loro amicizia e del fatto che nostro padre non se la passasse così male, nonostante non avessero mai avuto contatti con Louis.
Ma ogni mio pensiero risultò sbagliato, quando fui capace di accorgermi che il biondo aveva uno sguardo stupito quanto il mio.
Era una dannata coincidenza, uno scherzo del destino.
Era ancora fermo dietro di Harry ed aveva le labbra socchiuse.
Tutti lo guardavano, Louis compreso.
Lo vidi portare una mano alla sua testa e si strofinò la fronte, come per trovare qualcosa di concreto da fare.
'Oh bene, piacere Niall' venne fuori con quella frase, e si diresse immediatamente verso di me, dall'altra parte del tavolo, con il braccio teso.
Mi porse la mano e sorrise dolcemente, aspettando che gliela stringessi.
Era così dannatamente falso...
'Avanti Bee, non è un alieno!' Commentò Louis, ridacchiando insieme ad Harry.
Riscossi la testa dai miei pensieri e la finii di guardarlo come se avessi difronte a me l'ottava meraviglia del mondo; peccato che il mio sguardo stesse a significare tutt'altro.
'Bee' dissi a bassa voce, stringendogli la mano.
Mi affrettai a ritirarla ed indietreggiai di qualche passo, fino a quando non sentii il rigido legno della sedia toccare le mie gambe.
Poco dopo, Niall si andò a sedere difronte a Louis, mentre io ero a capo tavola ed avevo davanti Harry.
Parlarono di tantissime cose, Louis e Niall fecero conoscenza e scoprirono di avere passioni in comune, nonché il golf e il calcio.
Tuttavia erano ragazzi e non potevo aspettarmi altro; restai in silenzio per tutti il tempo, con le mani sul tavolo e con gli occhi fermi sulle mie unghie.
Non la smettevo di pensare.
Pensavo a come tutto quello era possibile e pensavo a per quale assurdo motivo dovessi capitare proprio io, in quella situazione.
Ma alla fine dei tanti pensieri, mi ritrovai ad immaginare Zayn su quella sedia, al posto del biondo.
Dovevo essere impazzita.
Alzai di scatto la testa e guardai Niall, poco distante da me. 'Possiamo parlare un attimo?!' Domandai, con un tono di voce più alterato del previsto.
Quest'ultimo si girò verso di me con stupore; da una parte non si aspettava che avessi detto una cosa simile davanti a tutti, visto che dovevamo fingere di non conoscerci, e dall'altra doveva mostrarsi sorpreso, per non lasciar capire niente.
'da soli' aggiunsi.
E non appena focalizzò le mie parole, si lasciò scappare una risatina malvagia.
'Certo' disse, fin troppo dolcemente.
Mi alzai velocemente dalla sedia e mi diressi con sveltezza fuori dalla cucina, sperando mi seguisse.
Sorvolai i vari 'oh oh' cantilenati da Louis e non appena fui fuori, chiusi la porta e mi appoggiai la muro con le braccia conserte, aspettandolo.
Sentii il sangue ribollirmi nelle vene non appena lo vidi uscire dalla cucina, e chiudere beatamente la porta alle sue spalle.
'Cosa cazzo hai un mente?' Ringhiai, andandogli incontro ed afferrandogli contemporaneamente il colletto della sua camicia.
Lo sbattei son le spalle contro la porta e mi alzai sulle punte, cercando di torreggiare su di lui.
Niall sembrò ridere alle mie azioni, voleva provocarmi e ci stava riuscendo alla perfezione.
'Io niente, non credevo di ritrovarti a casa del migliore amico di mio fratello, tesoro' sussurrò, con tanta di quella malizia che mi venne quasi voglia di sbattergli la testa al muro.
Quel 'tesoro' mi aveva scosso la testa di tanti di quei ricordi... Mi tornarono in mente tutti gli attimi passati a casa sua.
Mi limitai ad alzare gli occhi al cielo e a sbuffare rumorosamente mentre lui mi osservava, divertito.
Tirai il colletto della sua camicia verso di me, avvicinandolo e lo guardai diritto nei suoi occhi chiarissimi.
'Non voglio vederti più, Niall' cercai di urlare a bassa voce, con i denti stretti; ma comunque provai ad essere il più minacciosa possibile.
Il biondo si lasciò scappare una risatina, poi, quelle mani che fin troppo a lungo restarono immobili, si mossero e mi afferrarono i fianchi, avvicinandosi a me.
'Sei sicura?' Sussurrò, sentii il suo fiato sulle labbra.
Le sue labbra erano troppo vicine alle mie, così lasciai il suo colletto per allontanarmi; ma ormai la sua stretta scese sui miei fianchi, mi tenevano troppo vicina.
Eccessivamente vicina.
Provai a posare le mani sul suo petto per divincolarmi da lui, ma tutto sembrò inutile.
Spinse il mio corpo ancora verso di se, e il mio bacino si attaccò al suo, senza il mio volere.
Le sue mani scesero sul mio sedere ma questa volta mi strinse, inclinando il suo bacino.
Sentii qualcosa di duro premersi sulla mia coscia e nello stesso istante, notai i suoi occhi osservarmi con piacere.
I suoi denti afferrarono contemporaneamente il suo labbro inferiore, cercando di mascherare quello che doveva essere un sorriso compiaciuto.
Poteva essere una cosa eccitante, ma soltanto l'idea di avergli provocato un'erezione, mi fece venir voglia di prenderlo a calci.
Lo guardai male, ma lui mi evitò radicalmente: inclinò il suo volto e il suo naso sfiorò la mia guancia, mentre le sue labbra si diressero verso mio orecchio.
'Senti cosa cazzo mi fai'. Mugolò.
Le sue labbra sfiorarono la mia pelle e il suo fiato emanò del calore rabbrividente...
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