XLVII: Love me, need me.
"Hostage" | Doncaster
'Qualcuno si sta lamentando!' Posai la cornetta sul mio petto cercando di non farmi sentire e Louis alzò un sopracciglio, confuso.
'Non hai intenzione di aprire, vero?' Lo vidi allungare una mano per strapparmi la cornetta dalle mani, ma per evitarglielo la nascosi dietro alle mie spalle.
'E se fosse qualcuno che sta cercando aiuto?' Presupposi. Lo vidi sbarrare gli occhi, sconvolto. 'E se fosse un pazzo?'
Scossi velocemente la testa e lui tentò ancora una volta di farmi ragionare e di lasciar perdere, ma fallì.
'Apriamo Louis', lo guardai diritto negli occhi con serietà.
La sua faccia assunse un'espressione di completo terrore: 'no'. Ed il suo tono di voce non lascò trapelare alcuna speranza.
'Apriamo, vediamo chi è e poi richiudiamo', insistetti.
'Ma sei pazza?' Louis fece una risatina nervosa ed io feci per aprir bocca e ribattere; quando lui scosse rapidamente la testa, facendomi ammutolire.
Da una parte ero io quella dalla parte del torto, sì, come biasimarlo. Ma dall'altra parte non sarebbe stata nemmeno una buona idea quella di lasciar perdere e di andar tranquillamente a dormire.
Avremmo potuto trovare chiunque alla ricerca di qualcosa o persino un malintenzionato, qualche pazzo con l'ovvia idea di fare chissà cosa; e noi saremmo dovuti andare a dormire sapendo di lasciare qualcuno là fuori?
Riappoggiai la cornetta al suo posto e mi passai le mani sul volto, prendendo un profondo respiro. 'Louis, ragiona', lo richiamai.
'Ma ragiona tu cazzo!' La sua voce così improvvisamente alta mi fece raddrizzare e per un attimo perso il controllo.
Mi fiondai addosso a lui ed afferrai il colletto della sua maglia, alzandomi sulle punte: 'potrebbe essere chiunque' ringhiai.
Lo vidi sbattere rapidamente le ciglia ed allontanare rapidamente il suo capo dal mio, sconcertato.
Subito dopo mi resi conto di aver letteralmente esagerato e lo lasciai lestamente, tornando silenziosamente al mio posto.
Louis si ricompose, sistemò attentamente la sua maglia stropicciata e mi guardò storto: 'appunto', borbottò.
'Cosa facciamo allora?' Chiesi, portando le mani ai fianchi.
Vidi mio fratello portare una mano fra i suoi capelli castani e tirarne alcuni, guardandosi intorno. 'Chiamiamo la polizia', affermò in fine, puntando gli occhi nei miei.
Detto ciò, si voltò e si incamminò verso il soggiorno, forse alla ricerca del suo telefono.
Aspettai davanti alla porta per qualche minuto e per un attimo mi ritrovai a sperare che il suo telefono fosse sparito nel nulla. Ma quando lo vidi ritornare verso di me con lo sguardo rivolto al display del suo telefono, il suono del campanello interruppe nuovamente il silenzio.
Mio fratello alzò lentamente lo sguardo dallo schermo e fissò i suoi occhi nei miei, come per cercare solidarietà.
Io non aspettai a lungo, non mi preoccupai nemmeno di sapere quale fosse il suo piano: mi voltai ed afferrai nuovamente il citofono, per ascoltare.
'Dimmi chi sei'. Dissi con fermezza.
Dall'altra parte udii un profondo sospiro e subito dopo, una voce frastornata pronunciò il mio nome.
Sbarrai per un attimo gli occhi e cercai di incidere nella mia mente quella voce così strana e a dir poco 'stonata'.
'Che ha detto?' Chiese mio fratello, venendo verso di me.
Di risposta gli lanciai un occhiata e riappoggia la cornetta al suo posto.
Posai la mano sulla maniglia e non lasciai a Louis nemmeno il tempo di intervenire e fermarmi, perché spalancai immediatamente quella cazzo di porta.
Quando aprii la porta, Louis smise di tentare invano di fermarmi e il mio cuore perse qualche che battito.
Sentii il fiato mancarmi in gola e la mia bocca si aprì più e più volte, cercando di dire qualcosa.
Zayn.
Era appoggiato con una spalla e con la testa contro lo stipite della porta e i suoi occhi erano rossi, rossi e frastornati come non li avevo mai visti.
Mi guardava diritto negli occhi ma non faceva una mossa, sembrava fosse ipnotizzato o in qualche modo non trovasse le forze di far qualcosa.
'Zayn...' Chiamai il suo nome cercando una reazione da parte sua.
Il moro inarcò le labbra e sembrò accennarmi un sorriso, mentre con difficoltà veniva verso di me.
Fece qualche passo, subito barcollò, ma non appena cercò di sorpassare la soglia, mi cadde praticamente addosso.
'Merda!' Lo presi per le spalle e cercai di reggerlo. 'Louis, aiutami!' Sbraitai.
Alla mia richiesta, mio fratello si precipitò su di Zayn, si posizionò davanti a me e lo prese anche lui per le braccia, regredendo lo in piedi.
Lo spinse contro il muro ed io mi affrettai a chiudere la porta.
'Che coglione!' Lo sentì esclamare con disgusto.
Così, prima che le cose degenerassero, decisi di accorrere a loro.
Louis guardava Zayn e Zayn guardava Louis.
Il moro sembrava osservarlo con interesse e per un attimo, mentre Louis era impegnato a convincersi di quanto fosse stupido, potei giurare di vedere un sorriso sul suo viso.
Era palese che fosse fuori, quando mai lo Zayn che conoscevo, avrebbe sorriso con così tanta gentilezza a mio fratello?
Louis scosse la testa poi si girò a guardarmi. 'È ubriaco fradicio, davvero vuoi perdonare questo imbecille?'
'Louis, non è il momento' gli andai incontro e lo allontanai da Zayn.
Mi piazzai io davanti a lui e quando posai le mani sul suo viso piuttosto che sulle sue spalle, il suo corpo pesante cadde nuovamente su di me.
'Merda, vuoi tenerti?' Lo ripresi e quando le sue spalle tornarono a toccare il muro, Zayn scoppiò a ridere.
Era carino il modo in cui rideva, era carino il modo in cui increspava gli occhi divertito...se non fosse stato ubriaco.
Già dalla sua risata si poteva sentire l'odore di alcol.
'Come ti è venuto in mente?' Gli chiesi.
A quella domanda, smise immediatamente di sghignazzare come una puttanella e tornò improvvisamente serio.
'Forse perché è abituato a farlo?' Mio fratello alle mie spalle non faceva altro che intervenire e feci di tutto per far finta che non ci fosse.
'Cos'hai fatto per ridurti così?' Domandai ancora, deglutendo.
Si leccò le labbra e socchiuse gli occhi in due fessure, osservandomi in silenzio.
'Ha bevuto', rispose l'altro, con sufficienza.
'Ho visto le stelle'. La voce impastata di Zayn mi fece quasi spaventare. Sembrava essere un altra persona a parlare, un'altra timbro totalmente opposto a quello che conoscevo.
Ma il suo sorrisetto sghembo mi fece subito riprendere, lasciandomi riconoscere il lontano ricordo dello Zayn che conoscevo.
'Sì, nei tuoi sogni', commentò qualcuno alle mie spalle.
'Louis piantala!' Lo ripresi, girandomi per un attimo a guardarlo.
Lo trovai con le braccia conserte e con un espressione soddisfatta in volto. 'Piuttosto, dove lo mettiamo?' Domandai.
'In strada', rispose, guardando Zayn di traverso.
'Louis!' lo richiamai.
'Bee, dove vuoi metterlo?' Mi guardò con gli occhi sgranati ed allargò le braccia. 'Ci sono mamma e papà in camera, vuoi metterlo in mezzo a loro?' Mi fissò con esasperazione ed io restai in silenzio, non sapendo cos'altro dire.
'Sarebbe una buona idea!' Zayn esultò dietro di me e gli lanciai una rapida occhiata per ammutolirlo.
Dopo qualche istante di silenzio perso a guardare Louis, sentii la mano di Zayn posarsi sulla mia guancia ed io scattai verso di lui.
'Non pensare di portarlo in camera tua in quello stato'. Il tono di mio fratello alle mie spalle non lasciava trapelare alcuna emozione, soltanto irascibilità.
Non gli risposi.
Mi concentrai sul tocco di Zayn, sul tocco delle sue dita che con delicatezza mi accarezzarono la pelle.
'Hai capito?' Insistette.
Da una parte volevo rispondergli, ma dall'altra volevo soltanto approfittarne della sua dolcezza, dei suoi occhi seppur rossi, della sua delicatezza...
'Mi manchi tanto', sussurrò.
'Oh, anche tu tesoro!' Louis imitò una voce femminile ed abbastanza ridicola, prendendolo in giro.
Esasperata sospirai e mi girai verso mio fratello, senza lasciare Zayn.
Lo guardai seccata e lui fece un ghigno.
'Finiscila e dammi una mano a portarlo da qualche parte' dissi, facendogli un cenno col capo.
Facemmo sedere Zayn sul letto di Louis per potergli togliere i vestiti di troppo e poi lo avremmo dovuto far sdraiare lì; d'altronde era un materasso matrimoniale e potevano starci benissimo in due.
Louis si sedette accanto a lui e mi aiutò sorreggendolo, mentre io cercai di costringerlo a togliersi la maglia di dosso.
'È mia!' Protestò, stringendo le braccia al petto. Mise il broncio come un bambino ed io non potei far altro che ridere mentre mio fratello sbuffava sonoramente, irritato.
'Zayn, togliti questa maledetta maglia e vai a dormire!' Cercai di sembrare minimamente seria, afferrando i bordi della sua t-shirt.
'No', cantilenò, ancora con le braccia strette al petto.
'Zayn, dai', lo guardai con serietà per un attimo e lui sospirò, girandosi verso mio fratello.
'Non dormirò nudo con lui', lo indicò col capo e gli fece una smorfia, tornando nuovamente a guardarmi.
'Zayn...' Sospirai, portando le mani ai miei fianchi.
Era incredibile di come potesse cambiare il suo carattere, a causa di qualche bicchierino in più.
In altre circostanze, avrebbe serrato la sua bocca e si sarebbe ostinato a non parlare fin quando Louis non avrebbe lasciato la stanza.
Mio fratello, di tutta risposta alzò una mano e gli mostrò il dito medio; dito medio che per fortuna il moro non vide, altrimenti avremmo continuato ancora lungo.
'Se vuoi che la tolgo, voglio dormire con te', mi prese i polsi e mi tirò verso di se, come per implorarmi.
'Che testa di cazzo', borbottò mio fratello.
In conclusione, era davvero tardi per poter passare un'alta ora a pregarlo di togliersi una maglia ed avrei rischiato di svegliare qualcuno, mettendomi seriamente nei guai.
Così lo lasciai stare con i suoi vestiti addosso e lo feci dormire nel letto di mio fratello, senza troppe storie.
Louis non apprezzava affatto averlo accanto, soprattutto se ubriaco e pronto a bisticciare con lui; ma non lo avrebbe mai lasciato dormire con me, figuriamoci in quelle condizioni, così stette ai miei piani ed accettò di dormire con lui, seppur disgustato.
***
Era piena notte e stavo dormendo, finalmente Louis e Zayn avevano smesso di parlare e di insultarsi nei peggiori modi ed io ero riuscita a chiudere occhio.
'Ehi?' Sentii qualcuno chiamarmi, ma mugolai qualcosa e mi rigirai nel letto.
'Svegliati, ehi!' A quel l'ennesimo richiamo spalancai gli occhi nel buio ed allungai una mano verso il comodino, alla ricerca della luce.
Non appena trovai l'interruttore e la luce illuminò la stanza, premetti il tasto al centro del telefono per vedere l'orario: le sei di mattina.
Avevo dormito due ore e mi ero svegliata per uno stupido sogno. Sbuffai e decisi di spegnere ancora la luce, sperando di riaddormentarmi e di non risvegliarmi entro due ore.
Ma quando allungai una mano verso l'interruttore per poter ritornare a dormire, percepii qualcosa afferrarmi la spalla.
'Bee?'
Sbarrai gli occhi e riempii i miei polmoni d'aria, rendendolo capaci di rimediare ai pochi istanti in cui trattenni il respiro, prima di girarmi.
Zayn, ancora lui.
Notai subito che era a torso nudo, disteso e con le braccia dietro alla testa; e non ci volle molto a capire quanto fosse ancora stordito dal modo in cui i suoi occhi osservavano il soffitto.
Improvvisamente si voltò nella mia direzione e sbarrò gli occhi, indicando la sua pancia: 'hai visto?' Domandò, 'ho tolto la maglia', esclamò.
Fece una faccia piuttosto soddisfatta ed io mi portai una mano sulla faccia, disperatamente.
Davvero era capace di diventare così tremendamente stupido con soltanto qualche bicchiere di troppo?
Tornai a sdraiarmi sul letto e sospirai, prima di parlare.
'Perché sei venuto qui?' Chiesi, girando il capo verso di lui, per guardarlo.
'Tuo fratello ci provava con me', affermò velocemente, con convinzione.
A quelle parole alzai un sopracciglio e lui mi guardò come un bambino guarda sua mamma quando deve per forza farle credere qualcosa del quale lui è convinto.
'Zayn...' il suo nome mi scappò in un sospiro di frustrazione e non riuscii a trattenere una risatina, mentre arresa tornai a guardare il soffitto, 'sei così stupido', gli feci notare.
'Stupido? Perché!?' Lo sentii protestare animatamente e rigirarsi nel letto, probabilmente sconvolto dalle mie parole.
'Sì', dissi fremente, 'e non urlare', aggiunsi un istante dopo, con rimprovero.
'Perché?' Perché chiedermi il motivo di ogni cosa? Non urlare e basta considerando che dormono tutti e che nessuno sa della tua presenza.
'Perché i miei dormono' lo guardai con la coda dell'occhio e dopo essermi assicurata che stesse ancora al suo posto, tornai a fissare il vuoto.
'Se urlo penserebbero che stessimo scopando' Sghignazzò.
Scattai a guardarlo e sul suo volto comparve un enorme sorriso che forse potevo dire di non aver mai visto.
Di tutta risposta, non dissi niente, mi girai di un lato, dandogli le spalle, e spensi la luce per evitare che potessi incrociare di nuovo il suo sguardo e magari, sperando che non parlasse più.
Ma le mie aspettative si distrussero quando sentii il materasso scricchiolare ed un forte braccio circondarmi il bacino.
'Mi ami?' Parlò piano, quasi come un sussurro.
'Sei ubriaco Zayn, dormi'. Non volevo confessare i miei sentimenti mentre il suo stato non era dei migliori per ricordarsi di ciò che avevo detto poche ore dopo e comunque, faceva un certo effetto sentirselo chiedere da lui, dopo tutto ciò che era successo.
'Non sono ubriaco' ribatté.
Non risposi, sperai che così facendo la conversazione si chiudesse lì.
'Che ne dici di darmi la mano?' Sentii la sua mano muoversi dal mio fianco e cercare la mia, sul materasso.
Gli semplificai la cose afferrandogli la mano e soltanto allora potei accorgermi di quanto fosse freddo.
Le sue dita cominciarono a ricalcare delle leggere linee sul mio palmo e sentii la sua testa insinuarsi ancora più a fondo, sull'incavo del mio collo.
'Ti piace se ti abbraccio?' Dopo qualche minuto, la sua voce mi fece sobbalzare il cuore, di nuovo.
Diamine se mi piace Zayn, starei tra le tue braccia per più di quanto tempo tu possa immaginare.
Mi era mancato il suo corpo durante la notte, le sue braccia forti stringermi, il suo fiato caldo sul mio collo...
'Sì, mi piace' ammisi. 'Ma ora smettila di far domande e dormi'.
'Anche a me piace'.
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