XLV: Liam Payne.
"Hostage" | Doncaster
Nel giro di qualche secondo Zayn mi prese il viso e si allontanò da me per guardarmi negli occhi.
'Sono disposto a ciò che vuoi per non passare un altro giorno così', i suoi occhi lucidi e le sue pupille dilatate, immobili, ferme a fissare i miei occhi.
Sembrava come se mi avesse intrappolato con il suo sguardo, come se non riuscissi a staccare gli occhi dai suoi.
'Sei stato tu a non cercarmi...' Feci per continuare, ma lui sopraffece la mia voce con la sua: 'ti ho già detto che perché lui fatto, Bee', si giustificò.
La sua voce così roca e spezzata mi lacerava il cuore, mentre ignaro mi pregava di ascoltarlo.
Con i pollici mi accarezzò le guance e poi prese un profondo respiro.
'E che cosa hai capito?' Chiesi.
'Un cazzo', alle sue parole abbassai lo sguardo e guardai per un attimo il suo petto alzarsi ed abbassarsi ansiosamente.
'E allora cosa vuoi Zayn, cos'altro posso fare?' Domandai, con un cenno di delusione nella mia voce.
Non mi importava dell'esplicità della domanda, dovevo sapere come stavano le cose e cosa voleva lui, da me...da noi.
'Dammi una possibilità di riaverti accanto!' Cercò di convincermi con una espressione piuttosto devastante.
Lo sentii tentare di alzare il mio viso con le mani, ma invano, perché per me era davvero troppo guardarlo mentre diceva certe cose.
'Sono stato male Bee...'
Annuii soltanto e lui sospirò.
Si chinò verso di me e sentii le sue labbra sfiorare la mia fronte in un sonoro bacio.
'Per favore Bee, non posso stare altro tempo così...' Sussurrò, potei sentire i movimenti della sua bocca sulla mia pelle.
A quelle parole alzai lo sguardo al suo e sorrisi lievemente: era a pochi centimetri da me.
'Sì ma, Zayn...' Non riuscii a concludere la frase che lui intervenne di nuovo, supplicante.
'Non voglio ancora starti lontano, ascoltami...'
Non potei far a meno di guardare le sue labbra ferite pronunciare quelle parole.
Era strano come quel ragazzo superficiale e menefreghista si ritrovasse a supplicarmi e per me era davvero difficile respingerlo.
Era bellissimo, era bellissimo come lo era quello che aveva appena detto.
Qualche girono prima gli avrei urlato in faccia e gli avrei rinfacciato tutto quello che aveva fatto, fino a renderlo uno straccio. Ma non era più così, non poteva essere così se la persona che avevo difronte era quasi arrivata a supplicarmi e il mio cuore fosse già pronto ad accoglierlo nuovamente, indipendentemente da tutto.
Quei giorni senza di lui mi avevano distrutta e resa la persona più insopportabile al mondo.
'Se dovessi perdonarti e ridarti una possibilità...' parlai con tutto il coraggio che riuscii a trovare, ma con davvero poca convinzione.
Lasciai così la frase a metà e cercai di riordinare tutti i pensieri nella mia mente, mentre Zayn aggrottò la fronte, naturalmente confuso.
'Cosa ci sarebbe tra noi?' Domandai di colpo.
Distolsi per un attimo lo sguardo dalle sue iridi e strinsi nervosamente le labbra.
'Tesoro, ascolta' cercò di dire, 'non chiamarmi così', lo ammonii subito.
Non ero affatto pronta ad avere così tanta confidenza con lui.
Lasciò il mio viso e lo vidi passarsi le mani sul volto, prendendo un profondo respiro.
'Porca puttana', imprecò, 'perché continui a trattarmi così!?' I suoi occhi si sbarrarono con disperazione, con la palese espressione di chi era stanco e voleva cancellare ogni traccia del passato, una volta per tutte.
Lo guardai per un attimo, stringendo gli occhi in due fessure.
Era ovvio che per entrambi fosse complicato, ma non poteva di certo credere che in un istante avrebbe riaggiustato tutto e che fossi passata sopra a ciò che aveva fatto.
'Io...io ci ho provato a capire', cercò di spiegare. Nuovamente sembrò riacquistare la calma e prendere un profondo respiro, prima di concludere: 'ma è impossibile standoti lontano'.
Zayn restò zitto per pochissimi secondi e mi osservò attentamente per tutto il tempo, probabilmente cercando di capire quale fosse stata la mia reazione, mentre il suo petto si alzava ed abbassava irregolarmente.
Ma, quando a causa della mia impassibilità difronte ai suoi occhi perse la pazienza, lo vidi aggrottare la fronte e scuotere caoticamente la testa: 'io non ti manco?' Domandò, incerto.
Mi piaceva sapere che anche lui sapeva perdere tutta quella sicurezza che aveva, nel caso fossi restata in silenzio e priva di emozioni.
'Non ho detto il contrario', alzai le spalle con noncuranza, come lui era solito fare.
Il moro restò in silenzio ed abbassò lo sguardo al letto. Lo vidi giocherellare nervosamente con le dita e leccarsi più volte le labbra ferite.
Restò così per qualche minuto, fino a quando non posai una mano sulla sua spalla, lasciandomi scappare una risatina.
'Stavo scherzando', mormorai.
Se si fosse arrabbiato avrei potuto considerarmi abbastanza stupida per aver tirato troppo la corda con chi sapevo non fosse il caso di farlo.
Zayn scattò immediatamente a guardarmi ed iniettò le sue iridi nelle mie, con incomprensione.
'Non saprai mai quanto mi sei mancato e quanto io, adesso, muoia dalla voglia di baciarti', all'ultima frase sentii le mie guance prendere fuoco ed uno stupido sorriso stamparsi sulle mie labbra impercettibilmente, senza che io potessi controllarlo.
E non potei far a meno di tornare a guardare il basso, imbarazzata.
'Baciami allora', lo sentii dire, e quasi non risi per la sua ovvietà.
'No Zayn', scossi rapidamente la testa e morsi il mio labbro inferiore, trattenendo quella che sarebbe stata una risatina nevrotica, 'non è così che funziona', aggiunsi a bassa voce.
'Non baciarmi, va bene', ammiccò, 'ma almeno lasciami riprovare' lo ripeté per la millesima volta, senza cambiare minimamente tono.
'Riprovare a fare cosa?' Chiesi.
Da una parte sapevo cosa intendesse ed ero consapevole di ciò che avrebbe risposto, dopo averglielo già chiesto centinaia di volte; dall'altra volevo sentirlo esplicitamente dire dalla sua bocca.
Lo intravidi stringere le sue labbra e portare lo sguardo sul muro alle mie spalle, cercando la soluzione nel vuoto.
'A stare con te', mormorò.
'Ci devo pensare'. A quelle parole sentii di aver le cose a posto. Dentro di me avevo detto tutto, avevo confessato cosa volevo da lui e di cosa avevo bisogno.
Mi piaceva il fatto che in quei giorni fosse stato male per me e che mi avesse pensata.
Stavo malissimo anche io ma volevo delle certezze, volevo di più ed anche dell'altro tempo.
Non era niente ciò che aveva fatto è difficilmente me lo sarei scordata.
Mi alzai dal letto senza aggiungere altro e mi diressi verso la porta della mia camera. Sentii il suo sguardo bruciarmi addosso, sapevo quanto mi stava odiando in quel momento.
Afferrai la maniglia ed aprii la porta, accostandomi di lato. 'Prego' indicai l'uscita e gli sorrisi.
Lo vidi sbarrare gli occhi incredulo ed aprire la bocca per dire qualcosa, ma subito intervenni: 'le ferite sono a posto, puoi andare e tornare quando è ora'.
Detto ciò, Zayn si alzò dal letto e camminò lentamente fino alla porta. Lì si fermò, mi guardò per un attimo e si accarezzò il labbro inferiore con le dita prima di dire: 'sei stronza'.
"Hostage" | Bradford
[Zayn Malik's pdv]
Gli squilli del telefono suonavano a vuoto da ormai qualche secondo, stavo per riattaccare e spegnere il motore quando la voce cristallina del mio amico rimbombò nelle mie orecchie.
'Zayn...' Mugolò con voce impastata.
Non era normale dormire alle nove di sera, ma da parte sua potevo aspettarmi di tutto.
'Liam, sei a casa?' Chiesi, girando le chiavi.
'No, sto scopando con il letto' dal suo tono capii che stesse scherzando, così feci una risatina sarcastica e dissi: 'posso venire da te?'
'Stasera?' Potei immaginarlo sbarrare gli occhi.
'Stasera, devo parlarti' ammiccai. Esitò un attimo prima di rispondere e poi mi azzittì con un 'va bene' piuttosto lamentoso.
Prima di poterlo ringraziare per l'ospitalità mi preoccupai della sua risposta forzata e chiesi se avessi disturbato; lui rispose dicendo 'non disturbi Zayn, soltanto stavo dormendo'.
Non che me ne fregasse qualcosa, anche in caso contrario sarei andato, per questo riattaccai ringraziandolo e partii.
"Hostage" | Wolverhampton
Guidavo ormai da due ore ed erano ormai le undici di sera: il cielo era scuro, devastato da migliaia di stelle e le strade erano troppe affollate per l'orario.
Non pensavo che alle undici potessero prendere l'autostrada così tante persone, né tanto meno, credevo che ci sarebbero state così tante prostitute.
Quella volta in cui andai con la puttana erano soltanto tre, un gruppetto di tre ragazze alla ricerca di soldi.
Il mio stomaco si contorse soltanto al ricordo di quella mattina... chiese Ripensandoci qualche giorno dopo, potevo costatare la mia stupidità.
Mi fermai al primo autogrill che incontrai lungo la strada e parcheggiai al lato del bar.
Non appena entrai, un mix di odori mi invasero le narici.
Non mettevo niente sotto ai denti da ormai una giornata ed avevo troppa fame.
Comperai un panino con non so quale sostanza all'interno, era salato ma non era male per qualcuno che aveva troppa fame. Presi anche una bottiglietta d'acqua e poi ripartii per arrivare da Liam.
-
Non appena suonai, la porta davanti a me si spalancò e comparve il solito Liam con un sorriso stampato in faccia e con un'enorme felpa bianca.
'Eccoti qui!' Mi diede una pacca sulla spalla e poi si spostò di lato, lasciandomi entrare.
Liam chiuse la porta alle mie spalle e poi mi guidò in una grande stanza arredata da due divani, un tavolino ed un camino.
Conoscevo quella casa ma non andavo spesso a trovarlo, era distante e poi Liam lavorava spesso, gran parte del tempo per la precisione.
'Cosa ti serve Malik?' Chiese il castano, ridendo ed andandosi a sedere su uno dei due divani.
Lo seguii rimanendo in silenzio e mi sedetti accanto a lui. 'Cosa vuoi dire?' Domandai. Posai le mani sulle mie gambe e mi guardai intorno.
'Vieni sempre quando c'è qualche problema...' Mi ricordò. Dal suo tono capii che non era poi così serio e feci una risatina. Ma non nascosi che infondo ci rimasi un po' male.
D'altronde aveva ragione, per me Liam era un grande amico, lo adoravo a dir la verità, ma per qualche motivo mi ritrovavo sempre a corrergli dietro quando ne avevo bisogno e non per chiedergli come stava.
'Come stai?' Guardai la finestra che, di sorpresa, trovai accanto a me e che considerai anche piuttosto interessante in quel momento.
'Bene Zayn, tu?'
'Bene' restai un attimo in silenzio ed osservai le numerose stelle in cielo, per la seconda volta in quella sera.
Stavo delirando.
'In realtà va tutto male Liam' subito dopo chiusi gli occhi e presi un profondo respiro. 'Va tutto di merda, dalla malattia di Harry al piano, alla mia vita all'amore a...' Il mio elenco sarebbe durato a lungo se solo non fosse intervenuto.
'L'amore?' Ripeté, scettico.
'Sai quando ti chiesi di lasciarmi solo nell'albergo dove lavori per rapire la ragazza...?' Sembrava essere passato così tanto tempo, ricordavo ogni istante di quella giornata.
'Bee Tomlinson' affermò.
'Sì, lei' feci una pausa 'penso di essere impazzito'.
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