XLIII: Apologies.
"Oh, I'm a mess right now, inside out.
Searching for a sweet surrender but this is not the end
I can't work it out, howgoing through the motions, going through us"
"Hostage" | Bradford
[Bee Tomlinson's pdv]
Zayn era davanti a me e i suoi occhi castani mi guardavano con pietà.
Non diceva una parola, soltanto, si limitava ad osservarmi.
Sinceramente, non volevo essere la prima a parlare e a rompere il ghiaccio; ma se non lo avessi fatto, probabilmente lui non avrebbe mai cominciato ed io non sarei mai riuscita a trattenermi a lungo.
Avevo un dannatissimo bisogno delle sue spiegazioni ed avevo provato ad andare avanti, a voltare del tutto pagina e a considerarlo un capitolo chiuso della mia vita; ma non era così.
Se continuavo a pensare a lui e a sentire quegli imminenti dolori al petto, ogni volta, costantemente, qualcosa doveva pur esserci.
Di colpo, decisi di prendere coraggio ed abbassare quell'immensa barriera d'orgoglio che mi rendeva silenziosa.
'Perché non ti sei fatto sentire?' Cercai di sembrare impassibile.
Zayn scattò non appena parlai, probabilmente preso di sprovvista. 'Perché io, beh...' Portò una mano dietro al suo collo e si massaggiò la nuca, impacciato.
E dopo qualche secondo perso a riflettere su come giustificarsi, abbassò gli occhi al pavimento: 'sei stata tu a chiedermelo', mormorò.
E non potei far a meno di aggrottare la mia fronte con confusione, quando la sua bocca pronunciò quelle parole.
Aprii rapidamente la bocca con lovvio intendo di ribattere, ma Zayn, ancor prima che potessi annullare ogni sua singola speranza, mi precedette, sembrando improvvisamente più convinto e sicuro di se stesso.
'Possiamo parlarne fuori?' Alzò per un attimo lo sguardo e guardò oltre alle mie spalle, dove sapevo ci fosse Louis.
D'impulso mi voltai per un attimo verso di lui e non appena individuai la sua figura nel soggiorno, potei notare il modo in cui con interesse ascoltava la nostra conversazione.
Decisi così di accontentare Zayn e, senza troppe storie c feci un rapido cenno a mio fratello e tornai poi a lui, annuendo semplicemente.
***
Chiusi attentamente la porta alle mie spalle e sospirai, prima di voltarmi completamente verso di lui.
Erano davvero tante le cose da chiarire e non sapevo come cominciare.
Volevo delle spiegazioni, avevo migliaia di domande in testa ed altrettante cose da urlargli contro, fino a qualche ora prima; ma in quel momento, come per dispetto, dimenticai tutto ciò che avevo deciso di tirar fuori una volta avuta l'occasione.
Alzai gli occhi ai suoi e, pronta per affrontare una discussione piuttosto imbarazzante, feci per aprir bocca.
Ma la rinchiusi in istante dopo, quando le mani di Zayn bloccarono letteralmente il mio respiro, afferrandomi il volto.
Con decisione mi spinse contro la porta e furono invani i miei tentativi di divincolarmi e di fare in modo che non capitasse ciò che probabilmente darebbe capitato.
Non feci nemmeno in tempo a batter ciglio, a riprendere aria o a dire una sola parola per evitargli quell'azione: le mie spalle toccarono il legno della porta dietro di me e nello stesso momento, come per azzittirmi, le labbra di Zayn combaciarono con le mie.
Le sue mani salirono e mi afferrarono il viso, mentre con il bacino si spinse contro di me, fino a schiacciarmi tra il suo corpo e la porta.
Ero completamente incastrata
Mi ci volle qualche secondo prima di rendermi conto di cosa stesse succedendo.
Ma quei secondi passarono rapidamente; giusto il tempo di assimilare il tocco familiare delle sue labbra che riconobbi all'istante il sapore dolce e familiare della sua bocca.
Nonostante fosse sbagliato, in quel momento, non osai nemmeno immaginare di spostarlo.
Mi era mancato quel tocco gentile e allo stesso tempo vorace che sembrava pregarmi di non staccarmi mai più e quella lingua umida che, come se lo facesse da sempre, sfiorava i miei denti, di volta in volta, chiedendomi il permesso di lasciarlo andare oltre.
Lui aveva gli occhi chiusi, io avevo gli occhi aperti.
Lui desiderava far pace, ed io ero totalmente annebbiata ed immersa in ciò che stava succedendo che, neppure i miei neuroni sembrarono rispondere alle mie azioni.
Rimasi lì impalata e con la bocca socchiusa, ascoltando i battiti del mio cuore che, rapidamente, pulsava e rimbombava nelle mie orecchie.
Lui non s'arrendeva, continuava ad insistere, finchè poi non vinse.
Permisi alla sua lingua di entrarmi in bocca e insieme alla mia, prese a muoversi in un bacio senza fine.
Le sue mani mi strinsero il viso come per impedirmi ogni minimo movimento ed io gli afferrai i fianchi.
Zayn non smetteva di baciarmi, io non smettevo di lasciarlo fare.
Intorno a noi l'aria sembrava esser cambiata: da tesa e piena di rabbia si stava trasformando in qualcosa che nemmeno io sapevo decifrare...ma qualcosa che potei considerare bello.
Non potevamo restare a baciarci ancora a lungo.
Se soltanto Louis o Harry fossero usciti sarebbe scoppiato un casino, e non era nemmeno il momento adatto per una dimostrazione d'affetto.
Era chiaro che nonostante il mio cuore mi avesse fregati ancora, quello che Zayn aveva fatto non lo avevo lasciato da parte.
Spalancai rapidamente gli occhi, schiudendo la bocca e lo spinsi leggermente, facendolo fermare all'istante.
Zayn restò per un attimo confuso, ma poi tentò di ribaciarmi.
Posai immediatamente le mani sul suo petto per evitare che ciò avvenisse: non potevamo continuare così.
'Non possiamo Zayn' sospirai, guardandolo con pietà.
'Perché no? Sono soltanto baci'. Disse con voce sommersa, chinandosi di nuovo verso di me, con l'ovvio tentativo di baciarmi.
'Zayn, no!' L'ammonii.
Lo spinsi leggermente più forte e lui sbuffò arreso, lasciando scendere le sue mani dal mio viso fino ai miei fianchi.
'Non ti piace?' Chiese lui, preoccupato.
Non smise per un attimo di guardarmi, tanto che non riuscii a sostenerlo.
Abbassai lo sguardo sul suo petto e feci salire le mani fino al suo collo, dove afferrai la catenina che era solito indossare.
'Non ho detto questo' borbottai, giocherellando con i ciondoli.
'Allora baciami' insisté, con calma.
Sentii le sue mani salire lungo i miei fianchi facendomi rabbrividire e quando inclinò il capo verso di me, mi opposi di nuovo.
'No!' Con una spinta leggermente più forte riuscii ad allontanarlo da me e mi staccai da lui, stringendo le braccia al petto.
Sapevo che si sarebbe arrabbiato ed infatti abbassai lo sguardo ancor prima che potesse tendere la mascella e venirmi incontro, seccato.
'Davvero non ti capisco! Prima accetti il mio bacio, e dopo ne rifiuti un altro' si fermò davanti a me e potei immaginare la sua faccia in quell'istante.
'Non possiamo continuare...lo sai' Borbottai, mordendomi nervosamente le labbra.
'Perché no?' Ribatté, sospirando.
'Perché abbiamo delle cose da chiarire, cazzo' alzai improvvisamente lo sguardo e lo fulminai con un occhiata. 'E non ha senso continuare a baciarci quando sono furiosa con te'
'E allora perché cazzo mi hai lasciato fare?' I suoi occhi erano iniettati di sangue, bastava guardarlo per capire quanto fosse incazzato, ma non mi importava niente, non era lui quello a doversi arrabbiare.
'Smettila, Zayn!' Urlai, 'Sai cosa provo per te ma non dimentico tutto in una settimana!' Dissi, passandomi una mano fra i capelli.
Mi sistemai una ciocca di capelli dietro all'orecchio e sospirai, abbassando lo sguardo.
'Quindi ancora mi ami' dalla sua voce intuii che fosse più sorpreso di me e per un attimo mi tranquillizzai all'idea che avremmo potuto parlare con calma.
Davvero credeva che avevo smesso di provare amore per lui in meno di una settimana?
'Ti prego...' Cercai di dire.
'Sono stato una merda senza di te...' Ah.
A quelle parole il mio cuore perse qualche battito: alzai lentamente lo sguardo al suo.
'Vorrei tanto crederti' socchiusi gli occhi cercando di non piangere e battei numerose volte le ciglia.
Era davvero stato male? E se sì, perché aveva fatto finta di niente, senza nemmeno tentare di richiamarmi?
Si era preoccupato di mandarmi un misero messaggio soltanto nel momento in cui me ne sono andata. E poi? Niente.
'Credimi Bee' lo vidi fare un passo verso di me. 'Ho bisogno di te, davvero, credimi' Zayn allungò disperatamente una mano verso di me, con il vano tentativo di toccarmi, ma mi scansai.
Alla mia azione lo sentii sospirare.
'In questi giorni non hai fatto niente per aggiustare le cose...' Puntualizzai. Non sapevo se continuare a guardarlo o se evitare il suo sguardo pesante. Faceva male vederlo così vulnerabile e non volevo lasciarmi influenzare.
'Lo so' si portò le mani tra i capelli 'merda, avevi tutte le ragioni per non parlarmi ed ho rispettato la tua decisione!' Lo vidi tirarsi leggermente i capelli e il suo tono si stava già alterando.
Non volevo litigare, non volevo urlare l'uno contro l'altro. Cercai di mettere bocca ma Zayn sembrò aver troppo da dire...
'E poi, cazzo, era l'unico modo per arrivare a capire come stavo senza di te'. A quelle parole, lasciò scivolare le mani sulla sua faccia e mugolò nervosamente.
'E cos'hai concluso?' Borbottai.
'Non ho concluso un cazzo!' Sbottò. Prese un profondo respiro e riaprì la bocca per parlare, ma nello stesso istante, la porta proprio dietro alle mie spalle si spalancò.
Mi girai di scatto, cerando di nascondere lo spavento; ma quando vidi Harry alle nostre spalle, non potei far a meno di sbarrare gli occhi, vista la gravità della situazione.
'Harry?' Sospirai.
Il riccio mi guardò per un istante ma poi il suo sguardo accorse immediatamente a quello di suo fratello. 'Zayn?'
'In persona', commentò il moro, con un falso sarcasmo.
'Che coglione', Harry ridacchiò mostrando le fossette ai lati della sua bocca e scosse la testa, 'piuttosto, cosa ci fate qui fuori voi due?' Guardò prima suo fratello, poi me.
'Noi...ecco...' Mi guardai intorno spaesata, fino a quando non incontrai lo sguardo di Zayn, leggermente più sicuro del mio
'Stavamo parlando e...' Cercò di giustificarsi, ma capii che avrebbe fallito anche lui quando prese a gesticolare, non sapendo cosa dire.
Il riccio aggrottò caoticamente la fronte e storse il naso, disperso.
Prima che Zayn potesse continuare a lungo però, Harry sembrò spazientirsi e lo interruppe con divertimento: 'urlando, vuoi dire', lo corresse.
'Cazzo Harry...lascia stare' Zayn concluse freddamente quell'imbarazzante situazione nella quale ci eravamo cacciati, scuotendo la testa.
Lo sorpassò ed entrò rapidamente dentro all'appartamento, liquidandolo completamente.
Potei notare lo sguardo sbalordito e nello stesso istante confuso di Harry, seguire le azioni di suo fratello per poi posarsi su di me.
'Come va fra voi due?' Chiese, incurvando perfettamente un sopracciglio.
'Noi?' Ripetei, sentendomi mancare il fiato.
Cosa avrei dovuto dire di noi due?
Oh, beh, sarebbe andata bene se tuo fratello non avesse speso cinquanta sterline per una puttana.
E soprattutto, cosa diavolo ne sapeva Harry di noi due?
Sarebbe stato meglio scappare di nuovo in America e nascondermi in uno dei tanti quartieri sconosciuti di quest'ultima, piuttosto che rispondere a quella domanda.
'Si voi...' Si fermò.
Improvvisamente lo vidi mutare in una espressione più seria e preoccupata: 'v-voglio dire, vi ho sentiti urlare...va tutto bene?' Si corresse. Subito dopo tornò a sorridere ed io non potei far altro che annuire, confusa.
Il resto del pomeriggio passò più o meno bene: Zayn se ne andò quasi subito da casa di Harry, fingendo di avere delle cose da sbrigare.
Per tutto il tempo non aveva fatto altro che lanciare occhiatacce a Louis e a fulminarlo con lo sguardo ogni volta che apriva bocca.
D'altronde, non potevo biasimarlo.
Io e Louis ce ne andammo verso l'ora di cena: mio fratello rifiutò ogni proposta di Harry e concluse per voler cenare al mc'donalds con qualche schifezza.
Tornammo a casa verso le dieci di sera.
A parte l'episodio con Zayn, non potevo dire di non essermi trovava bene.
Con Louis avevamo parlato per tutto il tempo, se pur di cose stupide, non aveva osato chiedermi niente di Zayn, niente di noi e niente che potesse arco entrare in quel discorso.
"Hostage" | Doncaster
Sputai l'acqua nel lavandino e misi a posto lo spazzolino da denti nel bicchiere, insieme al dentifricio.
Come sempre, non avevo assolutamente niente da fare a meno che Louis non avesse deciso di andare da qualche parte e di portarmi con se, per pietà.
Chiusi il rubinetto e guardai per un attimo il mio riflesso allo specchio: i capelli legati in una coda disordinata ed arruffata, gli occhi solcati dalle occhiaie e l'unica cosa a posto erano i vestiti che indossavo. Stirati e ben piegati da mia mamma prima che andasse a lavorare come ogni mattina, insieme a mio padre.
Non avevo dormito bene. Inutile nasconderlo. Avevo ripensato quasi per l'intera notte alle parole di Zayn, a quanto fossero belli i suoi occhi mentre mi parlava e soprattutto... A quante possibilità ci fossero che non mi stesse mentendo.
Uscii dal bagno e mi diressi in soggiorno per preparare la colazione.
Non avevo visto Louis e non aveva occupato il bagno per tre ore e questo significava che, sicuramente, stava dormendo.
Non feci in tempo ad arrivare in cucina che fui bloccata da qualcuno, dalla voce di qualcuno.
Mi fermai immediatamente ed accorciai il respiro per poter ascoltare al meglio.
Era Louis? Non stava dormendo?
Bastò per un attimo ascoltare e la risposta a tutte le mie domande arrivò, smentendo la voce squillante e seccata di mio fratello.
'Pezzo di merda, sei in casa mia non permetterti di...' La sua voce si interruppe all'istante in un forte gemito e subito dopo dei rumori presero il posto.
'Ricordati chi cazzo sono!' Urlò, prima di sopraffatte tutti i suoni udibili con un enorme colpo, simile ad un pugno.
Stava demolendo la casa e ci stava riuscendo alla perfezione sentendo i rumori.
Ma ancor prima non era da solo e la cosa mi preoccupava abbastanza; rabbrividii alla sola idea.
Presi e cominciai a correre verso la cucina, dalla quale provenivano i rumori.
Spalancai la porta, ma all'interno non vi era nessuno: soltanto un vaso di cristallo e dei fiori ben ordinati sul tavolo.
Rinchiusi velocemente e mi recai verso l'ingresso.
Purtroppo o per fortuna, quest'ultima era la meta giusta.
Quando arrivai in soggiorno buttai immediatamente lo sguardo intorno a me, ma nel giro di qualche secondo mi ritrovai a fissare mio fratello, proprio davanti alla porta d'ingresso, seduto a cavalcioni su di qualcuno, intento a spaccargli la faccia.
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