XLII: Miss everything.
"Hostage" | Doncaster
[Bee Tomlinson's pdv]
Erano passati cinque giorni da quando io e Zayn avevano litigato ed erano trascorsi tre giorni da quando non lo sentivo.
Non mi aveva scritto un messaggio, non aveva provato a chiamarmi, né tanto meno aveva fatto qualcosa per tentare di riacquistare la mia fiducia.
Faceva male giungere a conclusioni, nonostante sapessi che poco gli importava di me, speravo che in qualche modo mi sbagliassi e che provasse a dimostrare che non era davvero così bastardo.
Poteva davvero avermi presa in giro per tutto quel tempo? Potevo essere stata così stupida?
'Vuoi muoverti!?' Sentii mio fratello strillare dalla cucina, così mi tirai su dal letto e mi sedetti sul bordo di esso, sbuffando.
Finii di infilarmi le converse nere ed afferrai il mio telefono sul comodino per metterlo in tasca.
Prima di andare diedi un occhiata al mio telefono, lo facevo sempre, ogni sera, ogni mattina... Prima di farmi la doccia r prima di mangiare.
Speravo sempre di leggere il suo nome sul display.
Mi aveva pregato per giorno di accompagnarlo da Harry e per giorni avevo rifiutato la proposta.
Ma alla fine finì per convincermi: secondo lui non c'era niente di male nell'andata a trovarlo, tuttavia lui non centrava niente con ciò che avevano progettato i loro fratelli e per di più disse che avrei fatto bene nell'andare a trovarlo, visto che non avevo potuto far niente per aiutarlo...
Inutile dire che l'ultima frase mi convinse.
Per quanto potessi odiare Zayn e suo fratello, in quel momento non potevo i certo mandare di mezzo Harry. Lui non mi aveva fatto niente e non meritava di star male per loro due.
Mi sentivo in colpa per non averlo aiutato, se soltanto mi avessero dato la possibilità di farlo, avrei trovato i soldi per curarlo.
***
'Louis' lo richiamai mente era intento ad uscire dal parcheggio della nostra casa.
Mi rispose con un semplice mugolio, senza staccare gli occhi dallo specchietto retrovisore.
'E se provassimo comunque a trovare quei soldi?'
Sapevo di star delirando ma all'idea che qualcuno potesse morire mi si contorceva lo stomaco e non potevo sopportarlo.
Lo vidi strabuzzare per un attimo gli occhi verso di me per poi aggrottare la fronte e tornare a guidare, come se fossi una cretina.
'Preferisci vedere il tuo amico star male?' Lo guardai con rimprovero e subito, le labbra di Louis si serrarono in una liana sottile.
'Voglio dire, potremmo trovare i soldi ed aiutarlo con le cure...ne ha bisogno e nostro padre ne ha le possibilità', cercai di spiegarmi.
Mio fratello non disse una parola, restò in silenzio con gli occhi sulla strada e con le sopracciglia inarcate; sapevo che teneva ad Harry e sapevo che ci avrebbe pensato.
Non rispondeva semplicemente perché gli faceva male farlo ma lo avrebbe fatto a breve, per questo restai in silenzio e tornai a guardare fuori dal finestrino per il resto del tragitto.
"Hostage" | Bradford
'Bee!' Harry sbarrò gli occhi quando mi intravide alle spalle di mio fratello.
Con un ampio sorriso feci qualche passo in avanti e lui ne approfittò per prendermi le spalle e per baciarmi le guance.
'Non ho ancora capito perché sei tornata ma per me è un piacere', i suoi occhi verdi mi ispezionarono il viso mentre io avevo già abbassato lo sguardo, imbarazzata.
Era stupido sentirsi a disagio con lui, d'altronde non avevamo mai perlato se non quelle poche volte con Louis...
Dopo aver salutato a me, passò a Louis.
Strinsero entrambi le loro mani in un pugno e poi lo trascinò all'interno della sua casa.
Avevo già visto quel posto, ricordavo quando Zayn mi prese per le spalle e mi spiegò le condizioni di suo fratello.
Non lo conoscevo bene, eppure ricordavo alla perfezione quella dolorosa voragine sul mio petto che mi trafiggeva ogni secondo di più.
Cercai di scrollarmi di dosso quei pensieri e feci il possibile pur di non pensare a lui, nonostante la difficoltà.
Harry ci accompagnò in soggiorno: vi era un enorme divano in pelle ed una televisione non troppo grande, che bastava per giocare con la Xbox.
'Siediti, vi porto da bere' Harry posò una mano sulla mia schiena e mi spinse delicatamente, invitandomi a fare ciò che aveva detto.
Mi accomodai accanto a Louis, che come se fosse a casa sua, si era già seduto comodamente sul divano.
'Tutti a posto?' Bisbigliò. Sentii il suo fiato sul mio collo ed intuii di averlo vicinissimo, con il vano tentativo di non farsi sentire.
Annuii leggermente e mi guardai intorno. Le mura di quella casa, se pur differenti dalla casa di Zayn, mi ricordavano quel breve ed intenso periodo trascorso a casa sua.
Era rattristante come ogni cosa mi riportasse a lui ma non potevo farci niente, non era colpa mia se mio fratello fosse il migliore amico di Harry.
'Eccomi'
Il riccio richiamò la nostra attenzione interrompendo quel silenzio che si stava creando in soggiorno, ed entrambi ci voltammo nella sua direzione.
Aveva le mani occupate da tre tazze e camminava attentamente, per non farle rovesciare.
'Ho preso del caffè per te...' Indicò Louis con il mento e gli porse una tazza, tremando sulle sue stesse gambe.
'E per te il succo... Umh...' Spostò incerto lo sguardo fra le due tazze che teneva in mano e poi me ne porse una 'spero ti piaccia'.
Cercai di non domandarmi per quale motivo avesse preso del succo per me ma sorvolai subito dopo, rassicurandomi all'idea che in ogni caso, avevo sempre detestato il caffè.
'Allora Bee, come stai?' Si sedette accanto a Louis e si affacciò per guardarmi in volto.
Portò la tazza fra le sue labbra ed io lo guardai con incertezza. Non poteva mettermi così tanto a disagio, non lui.
'Bene... Io, ehm...' Abbassai immediatamente lo sguardo. Sapevo di star facendo una pessima figura e se ne accorse persino Louis, che subito intervenne.
'È molto timida' avvolse un braccio attorno alle mie spalle e mi strinse leggermente contro il suo petto, ridacchiando.
'Non ha preso nulla dal fratello' continuò. Li sentii entrambi ridere di gusto.
Affondai il mio volto sul suo petto e strinsi gli occhi; per un attimo sperai di non essere lì.
Sentii le labbra di Louis posarsi sulla mia nuca e schioccare un sonoro bacio.
[Zayn Malik's pdv]
Lanciai il pacchetto di sigarette al centro del tavolo e sbuffai, mentre ne infilavo una fra le mie labbra.
'Che palle Niall' Infilai una mano all'interno della tasca dei miei pantaloni e cercai invano l'accendino, che sicuramente avevo lasciato in qualche parte nella camera.
'Che palle cosa?' Chiese, qua standomi.
'Mi sento...' Feci per parlare ma lui intervenne, ridendo. 'Vuoto?'
Alzai semplicemente le spalle abbassando lo sguardo. Era superficiale cercare di farsi capire da lui.
'Sei patetico' commentai, sbuffando.
'Sei tu quello patetico, non io!' Niall diede una manata al tavolo, strusciò la sedia sul pavimento e scattò in piedi, seccato.
'Io? Patetico?' mi indicai e sbarrai gli occhi.
Niall cominciò a camminare nervosamente per la cucina, evitandomi.
Dopo qualche secondo sbuffò e fece per uscire; lo seguii mentre con un passo svelto si affrettava ad uscire per chiudere quella stupida conversazione che andava avanti da giorni.
Varcò la soglia e camminò rapidamente lungo il corridoio, pur sapendo di aver me alle sue spalle.
'Cazzo, sono io o sei tu quello che ha praticamente urlato a suo fratello di quanto fosse brava a...' Non feci in tempo a concludere che il biondo davanti a me si fermò e si voltò verso di me, allargando le braccia.
'Merda Zayn, smettila' alzò gli occhi al cielo prima di procedere. 'Sono tre fottuti giorni che non fai altro che ripeterlo!' Lo vidi fissarmi con esasperazione e poco prima che potesse voltarsi con i suoi soliti modi di fare, lo fermai.
Afferrai il lembo della t-shirt che aveva addosso e lo strattonai verso di me, portandolo a pochi centimetri dal mio volto.
'So quel che dico.' Ringhiai, i suoi occhi si sbarrarono all'istante e finalmente potei dire di avere il pieno controllo su di lui; detestavo doverlo sopportare, doveva darmi retta.
'E ti conviene star zitto la prossima volta.' Lo sentii deglutire rumorosamente non appena finii di parlare.
'Sennò?' Odiavo il suo modo di fare. Nonostante morisse di paura non lasciava da parte la sua sfacciataggine.
'Sennò un cazzo'
Mollai la presa sulla sua maglia e lo scaraventai a terra con una spinta. Niall portò i palmi delle mani dietro alla sua schiena ed indietreggiò, cercando di allontanarsi da me.
Conclusi così quella discussione. Alzai le spalle e scossi la testa, guardandolo con disgusto.
A volte, la voglia di picchiarlo e di vedere il suo volto macchiato di sangue, superava il limite. Mi dava soddisfazione farlo, cazzo, aveva un carattere che nessuno avrebbe sopportato.
Ma ricordai la sua lettera, le sue parole... Lui era fatto così e dovevo tollerarlo.
Girai i tacchi e me ne andai in silenzio, sorvolando le sue risatine e i vari modi di provocarmi con frasi del tipo: 'sei impazzito Zayn' o 'A forza di succhiarti il cazzo, ti ha risucchiato anche il cervello'
Non volevo finire la discussione in una rissa e non avevo nemmeno voglia di sentirlo lamentarsi, era così opprimente!
Gli avevo parlato della puttana, di cosa c'era stato fra noi, del nostro litigio e di ogni particolare ed aveva scherzato su tutto.
Aveva scherzato fin troppo con Louis, aveva parlato di quella fottuta volta nella quale per poco non la scopava, provocandomi, ed aveva provato in tutti i modi a farmi incazzare, scherzando e dandogli a capire cosa c'era stato fra noi.
E non doveva farlo, non con lui. Sapevo com'era fatto, ma non doveva fare il coglione e parlare di quelle cose così sarcasticamente davanti a lui.
Non osai immaginare se Louis lo avesse raccontato a sua sorella, facendole credere ancora una volta che avevo fatto tutto per divertirmi, per portarla a letto e... fanculo.
Ultimante ci avevo pensato molto, pure troppo. Persino la notte.
Avevo confrontato la mia vita con Bee e quella senza di lei; qualche mese prima avrei pensato fosse una vita invidiabile la mia...
Ma in quel momento pensai che persino un morto se la passasse meglio di me.
Finii per capire che senza di lei, stavo male. Inutile portarla per le lunghe, inutile fare prove su prove per capire quali erano realmente i miei sentimenti perché non serviva a niente.
Niente era capace di far chiarezza nella mia mente, sentivo soltanto la sua mancanza e questo bastava per rivolerla indietro.
Dovevo assolutamente programmare un modo per farmi perdonare, per riaverla... Sarei voluto andare a casa di Harry, parlarne con lui, parlare di Bee, chiedergli cos'avrei dovuto fare per capire cosa fosse quella tanta malinconia che provavo soltanto nel pronunciare il suo nome.
Ma lui non ne sapeva niente.
Bee era semplicemente la sorella del suo migliore amico, una perfetta sconosciuta per me, ai suoi occhi.
Se soltanto Harry avesse saputo tutto sarebbe stato per cento volte migliore di Niall, lui avrebbe mantenuto i miei segreti e si sarebbe comportato civilmente, evitando di mettermi in ridicolo.
Era stupido andare da lui, non avrei fatto altro che parlare del mio odio nei confronti di Niall ed avrei passato il tempo a fissare il muro.
Ma cedetti, mi ritrovai a pensare a tutto quanto mentre ero già in macchina, con le chiavi inserite.
Girai la chiave e partii.
-
Prima di scendere lasciai un occhiata allo specchietto retrovisore e quasi non mi spaventai, guardando la mia immagine riflessa.
Ero notevolmente cambiato, e in peggio: la barba incolta scavava le mie guance già magre e i miei occhi erano in qualche modo contornati da delle splendide occhiaie che mi preparavano alla perfezione per halloween.
Fantastico. Pensai.
Scossi la testa ed evitai di commentare i miei capelli, ormai sparsi ovunque, ed altri particolari sulla mia faccia che sicuramente mi avrebbero innervosito.
Spalancai lo sportello e scesi di corsa, non volevo cambiare idea e tornarmene a casa.
Non mi preoccupai nemmeno di chiudere a chiave la macchina, i vicini di Harry erano delle brave persone e praticamente mezzo palazzo lo conoscevano per la sua simpatia.
Presi l'ascensore fino al quinto piano, dove finalmente mi liberai di quella noiosa vecchietta che mi fissava i tatuaggi e che faceva languide smorfie.
Non appena le porte automatiche si spalancarono, mi guardai intorno alla ricerca del suo appartamento.
'Harry' lo chiamai, bussando alla porta.
Sentivo la mia voce rimbombare nel pianerottolo e sperai che si sarebbe sbrigato ad aprire, prima che i suoi vicinati venissero a picchiarmi.
Quando la porta davanti a me si spalancò immaginai di trovarmi davanti Harry, il suo sorriso sornione che mostrava sempre nel vedermi e quelle fossette che gli si formavano ai lati della bocca...
'Zayn'. La sua voce era bassa e pacata, i suoi occhi azzurri stretti come per scrutare i miei movimenti.
'Dov'è mio fratello?' Chiesi, ignorandolo.
Cercai di guardare oltre alle sue spalle ma quel cretino non me lo permise, spostando le spalle in base ai miei movimenti. 'È in bagno e...' Cercò di liquidarmi.
Deglutii rumorosamente e non lo lasciai terminare: lo spinsi via senza troppa violenza e varcai la soglia.
Mi guardai intorno alla ricerca della chioma riccia di mio fratello; pensai non volesse lasciarmi entrare e di trovarlo davanti alla TV, ma non fu così.
Al posto di Harry trovai chi non avrei mai voluto trovare.
I suoi capelli castani erano lisciati e cadevano leggeri lungo le sue spalle.
Con concentrazione fissava lo schermo del suo telefono. Teneva il volto sul palmo della sua mano e digitava qualcosa con l'altra mano, con i gomiti appoggiati sulle ginocchia.
'Merda' addentai il mio labbro inferiore ed indietreggiai involontariamente di qualche passo.
Mi era mancato vederla, soltanto osservarla a distanza. Non fui capace di descrivere cosa accadde dentro di me in quell'istante.
Non seppi distinguere quell'enorme dolore sul mio petto, sembrava volessi scoppiare. Era dolore? Gioia? Amore?Tristezza?
Non lo sapevo. L'unica cosa certa era che in quel momento, l'unico mio desiderio era prenderla in braccio e riportarmela a casa per non lasciarla mai più.
Quando Bee si accorse della mia presenza, si girò di scatto verso di me: i suoi occhi marroni si sbarrarono e si incatenarono con i miei mentre con una mano si coprì la bocca.
'Faresi bene ad andartene' Louis alle mie spalle mi sorpassò ed andò diretto verso sua sorella.
Non sapevo cosa le aveva raccontato, ma l'unica cosa certa era che sicuramente non le aveva detto niente di buono dal modo in cui si atteggiava e da come me lo ero ritrovato in camera.
'Ce ne andiamo noi?' Si sedette accanto a lei e le circondò il bacino con le braccia, stringendola forte.
Bee scosse rapidamente la testa ed afferrò le mani di suo fratello che si cingevano proprio sulla sua pancia. 'Lasciami' bisbigliò, cercando di divincolarsi.
Non sapevo se voleva venire da me e picchiarmi, se voleva scappare o se, come aveva fatto poco tempo prima, voleva corrermi incontro ed abbracciarmi. Ma pensai fosse difficile optare per l'ultima.
Suo fratello fece come disse e lei si alzò dal divano per venirmi incontro.
Si fermò davanti a me e per un attimo sperai di svanire, scomparire, scappare... Ma non essere lì.
Non avevo idea di come comportarmi, cosa fare... Non avevo calcolato minimamente un discorso con lei e non immaginavo di trovarla lì, difronte a me.
Era fottutanente bellissima se pur impassibile: aveva gli occhi spenti e le labbra strette in una linea sottile.
La sentii sospirare e portare le braccia conserte al petto, mi mancava.
Il mio cuore batteva fortissimo e le mie mani si strinsero involontariamente in due pugni, sudavo.
Mi era mancata dannatamente tanto e ne ero certo, ma rivederla: rivederla cazzo, mi aveva devastato completamente.
La volevo con me ancora, ancora e ancora, e la volevo più di quanto potessi pensare.
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