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99- Stay

"Hostage" | Doncaster

'Non è assolutamente una buona idea!' Sentii Harry lamentarsi nei sedili posteriori mentre, con una mano agganciata alla maniglia sopra di lui, tentava di reggersi nella macchina.

La velocità con la quale Liam stava guidando, onestamente, spaventava anche me che avevo fatto le mie esperienze con l'andatura di Zayn.

Afferrai anche io la maniglia sul tetto della macchina ed ingoiai la pochissima saliva che mi restava in bocca, proiettando il mio sguardo spaurito su di Liam.

Quest'ultimo non aveva alcuna intenzione di parlare o di rivolgere parola a chiunque lo stesse supplicando di darsi una calmata.

Io avevo smesso di insistere da un po' ormai; visto che da quando avevo messo piede in quella macchina, Liam aveva semplicemente acceso il motore ed era partito senza dirmi nulla.

Avevo chiesto più volte quale fosse la meta e cosa fosse successo, di così preoccupante.

Ma come di copione, nessuno dei due sembrò aver voglia di spiegarmi il motivo di tanta fretta.

'Okay, c'entra qualcosa Zayn', dissi, credendo davvero di aver appena detto una cosa intelligente.

Guardai fuori dal finestrino e i miei occhi si intrecciarono immediatamente, non appena videro la strada correre così velocemente sotto di noi.

'Non credevo fossi così furba, Bee'. Sghignazzò. Harry parlò a malapena, ma le sue pochissime parole bastarono per prendermi in giro.

Alzai gli occhi al cielo e dopo aver riportato lo sguardo ad un punto fermo nella macchina pur di non sentirmi male, sospirai.

'Scusa se non so le cose, visto che non mi avete detto niente', sbottai, irritata.

Sentii accanto a me il brusco rumore che faceva la macchina, ogni volta che Liam cambiava marcia, indignato.

E mi obblighi a non spostare lo sguardo e a non leggere a quanti chilometri orari stessimo andando; giusto per non vomitare il pranzo.

'Scusa se non sono io quello a progettare dei piani da psicopatico, qui!' Ribatté Harry, con tanta lotta ironia.

Cercai di non dar il giusto peso alle sue parole e di non menzionare il passato; nonostante avessi davvero voluto farlo.

Ma mi concentrai più alle sue parole, al 'piano da psicopatici' e al fatto che Liam, in quell'istante, poteva davvero sembrare un pazzo in fuga dall'ospedale.

'Stiamo andando da Zayn'. La voce ferma di Liam, mi lascio intendere che non aveva intenzione di darmi ulteriori spiegazioni.

Per questo cercai di farmelo bastare e presi un profondo respiro, cercando di concentrarmi e di non pensare a quale assurdo motivo li avessero spinti ad andare lì.

Voltai appena il capo e guardai il suo viso serio, cupo e freddo.
Qualsiasi aggettivo negativo sarebbe stato necessario per descrivere la sua faccia, in quel momento.

E tutto ciò mi spaventava tremendamente tanto.

***

'Perché avete le chiavi?' Domandai, salendo dietro di loro le tante scale che conducevano all'appartamento di Zayn?

In realtà non mi interessava affatto saperlo, ma quel silenzio smorzato soltanto dai suoni dei nostri passi, era piuttosto inquietante.

Infilai le mani nelle tasche della mia felpa nera e cercai di non badare al fatto che, entrambi, avevano ben deciso di non aprir bocca.

Harry e Liam raggiunsero prima di me il pianerottolo e si fermarono davanti alla porta.

Sentii il rumore delle chiavi tra le mani del riccio e nello stesso istante salii l'ultima scala, sospirando.

Quell'attesa mi stava mettendo ansia.
Tutto mi stava facendo agitare: a partire dalle loro fottute bocche chiuse, fino ad arrivare a Liam e al suo sguardo che, incomprensibile, si fermò su di me.

Non capivo il motivo o lo scopo di tutto ciò che stavano facendo e in quel momento, avrei dato la mia stessa vita pur di saperlo0 e di mettere fine a quel senso di vuoto che mi circondava.

Strinsi i denti e, mettendo su tutto il coraggio che avevo in corpo, guardai Liam diretto negli occhi.

'C'è Zayn a casa?' Domandai, ingenuamente.

La sua risposta non arrivò però, scosse semplicemente la testa e tornò poi a guardare difronte a se, dove la porta di quell'appartamento si era appena spalancata.

L'odore familiare di Zayn invase le mie narici: vedere difronte a me il posto dove abitava e dove avevamo passato le ultime ore insieme, mi fece aprire un'enorme voragine nel petto.

I due entrarono davanti a me, impazienti di fare chissà cosa.

Ma io restai immobile sull'arco della porta e con lo sguardo perso tra le pareti di quella casa.

Tutto mi ricordava Zayn.

Ogni cosa, come l'ultima volta in cui ero stata lì, mi faceva stringere lo stomaco come una morsa.

'Bee, potresti entrare?' Sentii dire da Harry, fermo con una mano sulla maniglia e con gli occhi puntati su di me.

Il mio sguardo si spostò per qualche secondo su di lui, giusto il tempo per farlo azzittire e fargli capire che non avrebbe dovuto insistere.

Sarei entrata, sì, ma lo avrei fatto come e quando volevo io.

Harry sbuffò e capii che aveva afferrato il concetto, quando tolse la sua mano da attorno la maniglia, allontanandosi dall'ingresso.

'Non entra', lo sentii dire, mentre con un passo rapido ed infastidito si dirigeva da qualche parte nella stanza.

Non riuscii ad udire la risposta di Liam, forse non mi interessava così tanto da sforzarmi a comprendere cosa stesse dicendo; ma potei giurare di sentire un sospiro di frustrazione da parte sua.

Scollegai il mio cervello dai due: sapere che fossero lì con me, non mi permetteva di trovare la forza ed il coraggio necessario per entrare.

'Okay', bisbigliai sotto voce, cercando di auto convincere me stessa.

'Okay', ripetei, annuendo.

E senza pensarci troppo, lasciai che i miei piedi agissero da soli e camminai all'interno della stanza, oltrepassando la soglia.

Non appena fui dentro, i miei occhi si catapultarono sul divano al centro del salone e sul joystick della sua Xbox, abbandonato sopra di esso.

Ogni cosa in quella casa mi riportava a pensare a Zayn, a noi, a quel che eravamo poco tempo prima.

E cos'altro potevo aspettarmi, rientrando nel suo appartamento?

'Oh eccoti', sentii la voce di Liam poco distante da me, ma non mi mossi.

Continuai a fissare la stanza con nostalgia ed aspettai che fu proprio lui a continuare, pur di attirare la mia attenzione.

Percepii il tocco del palmo della sua mano lungo la mia schiena ed il calore de suo corpo, dietro il mio.

Potevo sentire anche il suo respiro lento e forse comprensivo, nei miei confronti.

Se non ero così utile nel loro piano o se potevo sembrare stordita, beh, avevo i miei motivi.

'Perché mi hai portata qui?' Cercai di farla sembrare una domanda, ma sentivo che d'altra parte volevo soltanto delle spiegazioni a tutto e subito.

Non avrei aspettato ancora e non sarei restata lì a lungo, senza una seria motivazione.

'Zayn è fuori', mi disse Liam.
Potei sentire la sua mano scivolare fino al mio fianco, nello stesso istante: 'so che probabilmente mi odierai per questo, ma non ho più alternative', si crucciò.

Le sue ultime parole mi fecero sobbalzare il cuore: mi voltai di scatto nella sua direzione e quando lo feci, a sorprendermi, trovai il suo viso davvero poco distante dal mio.

Impulsivamente indietreggiai di qualche passo e mi allontanai del tutto dalla sua presa: 'cosa...cosa vuol dire questo, Liam?' Domandai, osservando con terrore il suo volto.

Il mio respiro cominciava già ad essere irregolare e veloce, a causa dell'agitazione.

Sapevo che Liam era una persona affidabile, o almeno lo sembrava. 
Non avrebbe avuto senso preoccuparmi e far accelerare i miei battiti, ma successe comunque.

Guardai Liam con il terrore negli occhi e con i pugni stretti ai lati dei miei fianchi.

'Non mi toccherai...v-vero?' E non sapevo nemmeno dove trovavo il coraggio di esser così schietta nei suoi confronti, mentre il sangue nel mio corpo cominciava a circolare irregolarmente.

La fronte di Liam si aggrottò e i suoi occhi si chiusero in due fessure piuttosto sottili, 'cosa?' Domandò, notevolmente confuso.

Non capii quale fosse la sua risposta e se fossi realmente nei guai, in quel momento.

Deglutii soltanto e battei rapidamente le mie ciglia, obbligandomi a non scoppiare in lacrime.

Non avevo il fiato necessario per dire molto, né ero abbastanza coraggiosa da non sembrare vulnerabile.

Ma non era quello il momento adatto per sembrare una stupida bambina; per questo accumulai tutta la forza che mi restava e lo guardai diritto negli occhi: 'non mi toccherete, esatto?'

La mia domanda sembrò sconvolgere Liam che, dopo qualche secondo perso in silenzio ad assimilare la mia richiesta, sbarrò gli occhi ed esclamò un: 'eh!?'

'Crede che vogliamo approfittartene di lei, Liam, non è difficile arrivarci!' Mi precedette la voce di Harry che, palesemente, spiegò tutto ciò che avevo in mente.

Liam si voltò alle sue spalle e vide il riccio dietro di se, con le mani nelle tasche dei jeans e lo sguardo annoiato di qualcuno che voleva andare al sodo.

'Cosa?' Domandò, tornando a guardarmi, 'io?' Si indicò, incredulo.

'Beh...'
Non che volessi dubitare di lui ma, sinceramente, visti gli episodi che la vita mi stava riservando ultimamente, non avevo davvero voglia di fidarmi di tutti.

'Oh Dio, sei la ragazza del mio migliore amico!' Esclamò, strabuzzando gli occhi.
Se non avesse fatto una risatina alla fine della sua frase, potei pensare di averlo seriamente offeso.

'Scusa...' Mormorai, inarcando lievemente le labbra.

'È giustificabile', rispose al suo posto Harry, con rapidità. 'Ma ora possiamo andare?' Chiese, sbuffando.

Ancor prima che Liam potesse girarsi verso di lui e dare una risposta alla sua tanta attesa, parlai io: 'andare dove?' Dissi, sporgendomi appena oltre le spalle di Liam, per poterlo vedere.

Harry spostò il suo sguardo sulla figura di Liam, ancora di spalle e ferma difronte a me: 'è una sua idea, chiedilo a lui', alzò le spalle, scrollandosi tutte le responsabilità di dosso.

'Andare dove?' Domandai di nuovo, guardando questa volta Liam.

Il castano abbassò lo sguardo, storse la sua bocca e morse il suo interno guancia, silenziosamente.

'Avanti Liam, farà prima a tornare se non ti dai una mossa!' Lo istigò il suo amico dietro di lui, con un tono lamentoso.

L'avrebbero mai smessa di tenermi sulle spine e di giocare a chi più sapeva mettermi in ansia?

Liam alzò di scatto lo sguardo e mi guardò supplicante: 'non odiarmi, Bee', disse.

Odiarlo? Sì lo avrei fatto se non si sarebbe dato una mossa a parlare è a dirmi cosa cazzo frullava nella sua mente. 

Ma ancor prima che potessi sbottare ed urlare contro ad entrambi, Liam prese a camminare e mi sorpassò rapidamente, raggiungendo la porta.

Afferrò la maniglia e scattò poi verso il suo amico, ancora impalato nello stesso posto dove era poco prima.

'Avanti Harry!' Lo richiamò tra i denti, facendogli dei cenni con la mano.

Harry sobbalzò quando udì il suo nome e si guardò nervosamente intorno: 'oh, eccomi!' Esclamò, correndo poi verso di lui.

E quando riportai lo sguardo a Liam e alla porta d'ingresso, potei vedere soltanto l'asta di legno rinchiudersi bruscamente davanti a me e i corpi dei due, svanire oltre la soglia.

'Liam!' Corsi verso la porta ed afferrai la maniglia, cercando inutilmente di aprirla.

'Liam, apri questa porta!' Strillai, continuando a strattonarla verso me.

Ma ogni mia singolo sforzo risultò vano, visto che la forza di entrambi e la loro prontezza batterono la mia.

Nonostante avessi quasi finito l'aria nei polmoni e stessi tirando con tutta la potenza che avevo in corpo, udii comunque il suono della chiave all'interno della serratura e lo scattare di essa che, come un avviso, mi fece capire di esser letteralmente intrappolata lì dentro.

***

Avevo chiamato circa una decina di volte Harry al telefono ma, dopo vari squilli, scattava puntualmente la segreteria.

Avevo anche dato un'occhiata all'ingresso: non mi piaceva dover mettere le mani in mezzo alle cose private di Zayn, ma il portone era chiuso a chiave e non avevo alcuna intenzione di restare in quella casa, da sola, fino al suo arrivo.

Il problema principale non era quello di aspettare il suo ritorno, ma farmi trovare lì di punto in bianco come una stalker.

Non avevo idea di come avrebbe potuto reagire e di cosa sarebbe successo.

Ma sapevo per certo che non avremmo avuto una buona conversazione se al suo rientro mi avrebbe trovata nel suo appartamento, a frugare nelle sue cose o anche semplicemente seduta sul divano, ad aspettarlo.

Guardai sotto al tappeto e nelle tasche delle pochissime felpe che erano appeso all'ingresso; ma lì non trovai altro che delle stupidissime caramelle alla coca cola.

Fu allora che mi decisi e senza pensarci troppo a lungo, andai diretta in camera sua, con la speranza di trovare qualcosa nel suo disordine capace di farmi uscire da lì.

Ma nella sua stanza, l'unica cosa che trovai sopra alla sua scrivania, fu un pacchetto di sigarette messo vuoto ed un accendino scarico.

Tutto era in ordine ed ognuna delle cose che spesso lasciava sparse ovunque, erano al loro posto.

Sembrava quasi che qualcuno fosse andato a casa sua con l'intento di riordinarla; a meno non avesse già deciso di rivoluzionare la sua vita senza di me e ricominciare da capo, partendo dalla sua camera.

Da come l'ultima volta era finito il nostro discorso, avevo capito di come tutto era degenerato letteralmente in peggio.

Zayn aveva parlato di un periodo di silenzio, di lasciarlo da solo e di dargli il giusto tempo per riflettere; ma ormai tutto poteva sembrare, meno che una pausa.

E mi faceva male, ricordare cosa eravamo e come eravamo finiti, era come muovere ripetutamente il coltello nella piaga.

Cercai per circa un'altra mezz'ora, aprendo qualche cassetto e dando una sbirciatina all'interno, senza spostare nulla.

Dopo un po', quando la cosa iniziava a sembrare abbastanza impossibile, ci rinunciai e tornai in soggiorno, sul divano.

Erano circa le quattro di pomeriggio e l'idea di vedere la porta difronte a me aprirsi, stava diventando sempre poi reale.

Non ero ancora consapevole del fatto che ben presto mi sarei trovata difronte Zayn e sicuramente avrei dovuto affrontare qualche atteggiamento scontroso da parte sua; forse per questo ancora non ero scappata dalla finestra.

L'idea di rimanere lì e farmi trovare a casa sua, fino a qualche ora prima, non mi passava nemmeno nell'anticamera del cervello.

Ma ormai era diventata una certezza, scappare sarebbe stato impossibile ed avrei incontrato Zayn, con o senza il mio volere.


[Zayn Malik's pov]

A meno che Liam non avesse deciso insieme a mio fratello di trasferirsi direttamente a casa mia o di passare il resto della serata a pulire; secondo i miei piani, sarebbero già dovuti andar via.

Tuttavia, se nel rientrare a casa avrei scoperto che se ne stavano tranquillamente sul divano ad aspettarmi, avrei semplicemente ignorato le loro presenze e me ne sarei andato a letto.

Erano le nove ormai, avevo passato l'intera giornata in giro per la città con le mani in tasca, come un senzatetto.

E sinceramente mi ero rotto le palle di camminare lungo i viali e di vedere infinite squallide coppie sbaciucchiarsi davanti a me, senza alcun ritegno.

Perché, a meno che non fossi diventato improvvisamente intollerante alle coppie felici e la mia attenzione non fosse attirata soltanto da esse, non avevo visto niente di più interessante, in giro.

Arrivai al mio piano soltanto dopo aver salito tutte le scale con svogliatezza ed infilai le mani nelle tasche dei miei pantaloni, sbuffando.

'Merda', imprecai, non appena mi resi conto di non averle addosso.

Mi guardai intorno e con i palmi delle mie mani, tastai le tasche del mio giubbetto, concludendo per l'ennesima volta di essere letteralmente vuoto.

Fantastico, pensai.
Perché illudersi che una giornata iniziata già di merda, sarebbe potuta concludersi in maniera più decente?

'Ehi Zayn!' Una voce delicata e femminile, intervenne nelle mie infinite maledizioni, facendomi scattare.

Mi voltai a destra, poi a sinistra.
E dopo aver constatato al cento per cento di esser totalmente rincoglionito, mi resi conto che quel qualcuno, era alle mie spalle.

Mi voltai e dietro di me trovai la ragazza bionda di circa vent'anni che abitava lì da moltissimo tempo e che, quasi sicuramente, Kip mi aveva già presentato.

Era ferma sull'arco della sua porta e teneva la maniglia con una mano, mentre con l'altra reggeva la sua vestaglia da notte.

'Ehi...ehm...Emily?' Mi grattai nervosamente il collo, imbarazzato.

Più che un saluto, poteva sembrare quasi una domanda, la mia.

Ma se si chiamava così, non ne avevo idea.

'Ellie', mi corresse, ridacchiando.

Era davvero poco carino da parte mia, non sapere nemmeno un nome di uno dei miei vicinati, onestamente.

Presi il mio labbro inferiore sotto ai denti ed alzai le spalle, impacciato, 'scusami, ho davvero dei problemi con i nomi', mi giustificai, ridendo.

'Oh, non preoccuparti!' Esclamò quest'ultima, mostrandomi un'enorme sorriso.

'Volevo darti le chiavi'. Disse.
La ragazza fece un passo oltre la soglia del suo appartamento ed allungò il suo braccio, mostrandomi la chiave.

'Uhm...sì, grazie', feci qualche passo ed afferrai la mia chiave dalle sue mani, sorridendole cordialmente

Per quale assurdo motivo, una tizia con la quale avevo parlato a malapena, aveva la chiave del mio appartamento e si era offerta di darmela? Non avevo idea nemmeno di questo.

Ma dopotutto, potei dire che qualcosa di buono era successo in quella giornata e, dopo aver salutato la ragazza, andai ad aprire la porta del mio appartamento.

Rientrai finalmente in casa.
Davanti a me trovai il soggiorno ordinato come mai lo era stato prima e l'odore fresco dei prodotti che sicuramente avevano usato per lucidare il pavimento.

Mai avevo visto quella casa in quelle condizioni, nemmeno il giorno in cui l'avevo acquistata.

Probabilmente Liam ed Harry avrebbero potuto aprire un'impresa di pulizie ed impiegare il loro tempo lì.

Camminai per il soggiorno e buttai le chiavi sopra al tavolo, sbuffando.

Andai verso il frigorifero ed aprii lo sportello, passando poi lo sguardo tra le pochissime cose che vi erano rimaste all'interno.

Avrei dovuto fare la spesa o qualcosa del genere il prima possibile.

Rinchiusi lo sportello con svogliatezza e dopo aver dato un'ultima occhiata all'ordine che mi circondava, mi incamminai verso il corridoio.

Arrivai davanti alla porta della mia camera e, quando allungai la mano per afferrare la maniglia, mi accorsi che quest'ultima era spalancata.

Alzai così lo sguardo alla mia stanza e i miei occhi, ancor prima che potessero notare qualsiasi altra cosa presente all'interno, si fermarono sul mio letto.

Il corpo disteso di una ragazza, giaceva su di esso.

Le lunghe ciocche castane dei suoi capelli, ricoprivano quasi completamente il suo viso e le sue spalle.

Riconobbi all'istante il modo in cui riposava sul mio materasso, a pancia in sotto e con le mani strette sul piumino.

Feci qualche passo ed oltrepassai la soglia, arrivando poco distante dal mio letto.

Soltanto da vicino potei notare le sue labbra carnose ed il suo viso rilassato come ormai non lo vedevo da tempo.

Se a causa delle pochissime volte che ultimamente potevo vederla o se per colpa delle discussioni che avevamo ogni volta che ci guardavamo; in ogni caso, uno strano senso nostalgico mi invase il petto.

Improvvisamente, il fatto che Bee fosse per qualche sconosciuto motivo a casa mia senza alcun permesso, svanì dalla mia mente.

Feci qualche passo verso il mio letto e mi fermai non appena sentii il materasso sfiorare le mie ginocchia.

Mi chinai e spostai le morbide ciocche dei sui capelli dal suo viso, scoprendole gli occhi chiusi e le lunghe ciglia che li rendevano ancora più grandi.

Mi mancava poterli toccare e poter ammirare i tratti delicati del suo viso, mentre riposava nel mio letto.

Sapevo di esser la persona più orgogliosa e stronza al mondo; ne ero consapevole e forse ero il primo a sostenere inevitabilmente quel lato del mio carattere.

Forse per questo ritrassi di scatto la mano e le strinsi entrambe in due pugni, ai lati del mio corpo.

Decisi di non svegliarla.
Sapere come era potuta entrare in casa mia e per quale assurdo motivo lo avesse fatto, avrei potuto rimandarlo al giorno dopo.

Nel caso l'avessi svegliata e mi fossi messo a chiedere spiegazioni su tutto, saremmo finiti ad urlare o ad incolparci l'un l'altro.

E ciò l'avrebbe portata ad andarsene sbattendo la porta e fregandosene dei pericoli che poteva trovare là fuori.

Tuttavia erano ormai le nove passate, era buio, era freddo e Doncaster non era affatto una città accogliente verso quell'ora.

Camminai nella stanza ed arrivai difronte al mio armadio: mi chinai ed afferrai entrambe le maniglie di uno dei cassetti, tirandolo con cautela verso di me.

Non appena riuscii ad aprirlo senza far alcun rumore, tirai fuori un paio di boxer neri tra i tanti che avevo lanciato lì dentro, e lo rinchiusi, tornando poi in piedi.

Afferrai i bordi della mia maglia e la sfilai dall'alto, lanciandola poi verso la mia scrivania.

Dei brividi di freddo percorsero il mio corpo, fino alla spina dorsale.

Decisi così di darmi una mossa e cambiarmi il più velocemente possibile.

Afferra l'elastico dei miei pantaloni e dei miei boxer insieme e feci per abbassarli, così che potessi infilare finalmente quelli puliti ed andarmene in soggiorno a dormire.

Ma quando le mie mani tentarono di abbassarli, una voce stridula interruppe i miei movimenti, facendomi irrigidire.

'Oh dio, fermati!'

Sbarrai gli occhi e restai immobile davanti al mio armadio, con le dita strette attorno all'elastico dei pochi indumenti che mi restavano addosso.

'Okay', la sentii tirare un profondo sospiro di sollievo, alle mie spalle.

E ci misi soltanto un attimo, il tempo di riassumere cosa fosse successo e di permettere al mio cuore di ricominciare a battere regolarmente.

Mi voltai lentamente nella sua direzione ed alzai le mani al cielo, palesemente sarcastico: 'scusa se mi stavo spogliando nella mia camera!' Esclamai.

Vidi Bee togliere le mani dal suo viso ed appoggiare i palmi  ai lati del suo corpo, restando seduta a metà busto sul letto.

Non mi degnò di una risposta, spostò semplicemente i suoi capelli dietro alle orecchie ed abbassò lo sguardo alle lenzuola bianche che ricoprivano il mio letto, silenziosamente.

'Da quando ti copri gli occhi?' Domandai, cercando di trattenere una risatina snervante.

Bee si prese qualche secondo di silenzio per riflettere, dopodiché parlò.
'Da quando ti spogli davanti a me, Zayn', rispose naturalmente, alzando poi il suo sguardo al mio, con sfida.

Le lanciai un'occhiataccia.

Cercai di oltrepassare la sua improvvisa voglia di farmi incazzare e la sua simpatia momentanea, concentrandomi alle cose più serie.

'Come sei entrata?' Chiesi con freddezza, osservando attentamente ogni sua singola azione.

Quel che fece, fu semplicemente tornare a fissare il basso, mordere il suo interno guancia e prendere un profondo respiro, 'Liam ed Harry mi hanno portata qui ed hanno chiuso a chiave la porta', spiegò tutto d'un fiato.

Riuscii a capire quanto la stessi mettendo a disagio dal suo modo di evitare palesemente il mio sguardo e dalla maniera in cui, insistentemente, parlava a monosillabi.

Ma comunque, la mia voglia di ucciderli e seppellirli in mezzo ad un deserto lontano da lì, era sempre più grande, ogni singolo giorno.

Di tutta risposta, strinsi maggiormente il tessuto dei boxer che tenevo fra le mani ed abbassai lo sguardo, frustrato.

'Posso andarmene se...uhm, se ti dà fastidio', la sentii balbettare e, a seguire le sue parole, udii il leggero scricchiolare del materasso.

A quel suono, alzai di colpo la testa e forse per la prima volta dopo il nostro ultimo litigio, misi da parte l'orgoglio.

Avrei preferito sembrare vulnerabile che lasciarla sola in mezzo alla strada.

La trovai seduta sul bordo del letto, chinata ed intenta ad afferrare le sue scarpe che aveva lasciato accanto al comodino.

'Non credo sia il caso', dissi di punto in bianco, interrompendo bruscamente le sue azioni.

Bee alzò subito il capo e proiettò i suoi occhi castani su di me, quasi come se infondo, in una parte nascosta del suo cuore, stava aspettando che glielo dicessi.

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