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93- Flames

"Hostage" | Bradford

Avevo costretto Liam a portarmi con se a tutti i costi; voleva che nessuno lo seguisse e non voleva dire niente su cosa fosse successo.

Se ne stava uscendo dal pub lasciandoci lì come degli emeriti coglioni e dopo averci mandati in panico.

In fine, riuscii a lasciargli dire un sì forzato e a salire in macchina con lui, lasciando Louis e Jenna da soli, nel pub.

Non sapevo esattamente se Louis mi avrebbe odiata per il resto della vita e non avrebbe più messo piede fuori casa insieme a me, o se invece mi avrebbe ringraziata per averli lasciati soli.

Tutto sta che non me ne preoccupai minimante; salii in macchina con Liam e feci a malapena in tempo a chiudere lo sportello che il castano accese il motore e, in retromarcia, uscì da quel parcheggio affollato.

Che Zayn fosse strano a causa del litigio, beh, me ne ero resa conto.

Ma Zayn non era tipo da sparire così per giorni, senza lasciare traccia e senza sentire nessuno; o almeno, non in maniera così drastica.

Sì, c'era stata quella volta in cui mi aveva mollata da sola in mezzo alla strada e se n'era andato in macchina, ma no, non poteva essere la stessa cosa.

Non sapeva stare giorni e giorni senza sentire Liam; ormai era l'unico sul quale poteva contare.

Magari una donna. Ecco, quella avrebbe potuto essere una buona motivazione per la quale non dar cenni di vita e sparire dalla circolazione.

Cominciai a sentirmi strana, l'ansia cominciava a farmi stringere lo stomaco e a non lasciarmi un minimo di auto controllo.

Immaginavo nella mia mente Zayn intrattenuto da qualche ragazza esperta, qualche tizia dalle grandi tette appiccicata addosso a lui, al suo corpo invitante.

E faticavo a non pensare a quelle cose, a mettermi in testa che non lo avrebbe fatto...

'Liam, cosa sta succedendo?' Mi voltai a guardarlo mentre stringeva forte il volante e fissava attentamente la strada, cercando di tenere testa alla velocità della macchina.

'Lo vedremo', rispose soltanto, senza batter ciglio.

'Ma...' Deglutii rumorosamente e, giocherellando con gli strappi dei miei jeans che avevo alle ginocchia, presi un profondo respiro: 'posso chiederti una cosa?' Tentai, stringendo i denti.

'Vai'.

'C'è qualche donna di mezzo?' Lo fissai, non persi alcun minimo cenno del suo viso quando feci quella domanda.

Le sue sopracciglia si aggrottarono e scosse la testa, lasciandomi intendere che forse stavo andando palesemente fuori strada.

'Bene', sospirai, sotto voce.

Liam continuò a guidare in silenzio per qualche altro metro, lasciandomi in silenzio ed immersa in mezzo alle mie tantissime supposizioni.

Ma quando svoltò a destra, in una strada leggermente meno affollata, si voltò per un attimo verso di me: 'perché non mi hai detto che non vi siete sentiti?'

La sua attenzione addosso mi metteva a disagio e non mi permetteva di parlare come avrei dovuto; per questo guardai in basso, verso le mie mani, e risposi a bassa voce: 'non lo reputavo necessario', dissi.

'Stai scherzando?' Mi riprese, leggermente alterato. 'Non mi pare normale passare una giornata senza aver notizie del proprio ragazzo', osservò.

'Invece lo è', insistetti nel sostenere ciò che stavo dicendo, imperterrita.

Un minuto di silenzio avvolse i nostri corpi irrigiditi ed immobili, verso una meta letteralmente poco piacevole.

Sapevo che non sarebbe andata bene, mi ero già messa in testa che se Liam fosse partito con così tanta fretta e determinazione; Zayn non era di certo a casa a giocare con la sua Xbox.

E tutto ciò mi faceva sentire tremendamente tirata in ballo.

'Abbiamo litigato', me ne uscii di colpo, proprio come se il mio corpo avesse bisogno di sentirsi più leggero.

Parlarne sarebbe servito a qualcosa, spiegare cosa sentivo mi avrebbe fatta calmare e forse, Liam e la sua pazienza, mi avrebbero aiutata.

'Ah...' Rispose soltanto.

Mi voltai a guardarlo e trovarlo con lo sguardo attento alla strada, senza alcun cenno di comprensione o sollievo nel suo volto, mi fece quasi venir voglia di piangere.

'Non so cos'ha fatto ma so che sarà grave', spiegai, 'mi sento in colpa, so di essere una stupida, se avessi avuto le palle di parlare, forse ora sarebbe tutto più tranquillo e Zayn sarebbe qui accanto a noi', mi sfogai. I miei occhi cominciarono a bruciare e dovetti sforzarmi a mantenere il mio sguardo su di lui, a tutti i costi.

Lo sentii deglutire rumorosamente: 'non è colpa tua', rispose con evidente incertezza, come se stesse parlando a caso, soltanto per consolarmi, mentre la sua testa viaggiava altrove.

'Non sei tu a gestire le sue reazioni, il punto è che Zayn è così...' Lasciò la frase a metà e scosse lievemente la testa, sospirando.

'Imprevedibile', lo aiutai.

'No', il suo volto sembrò rattristarsi per un istante, 'Zayn è impulsivo, troppo impulsivo'.

***

Liam mi prese la mano.

Non sapevo esattamente come reagire o come comportarmi difronte a così tanta ansia e paura, forse soltanto per questo non rifiutai la sua stretta.

Tenere la sua mano tatuata e forte mi induceva a star calma, a contare su di lui e ad essere pronta ad affrontare cosa mi sarebbe capitato difronte.

Sì perché da quando Liam aveva parcheggiato davanti ad un'enorme caserma di Bradford, lontanissimo da dove stavamo passando la serata, ogni mio singolo terrore nascosto si scatenò nel mio corpo.

Non sapevo cosa fare, se scoppiare a piangere e rifiutarmi di vivere quella situazione o se affrontare tutto con durezza ed una falsa impassibilità.

Optai per la seconda opzione.

Io e Liam ci sedemmo in una piccola sala si attesa, appena poco distante dall'entrata e proprio difronte ad una porta in alluminio.

Il luogo era deserto, i poliziotti sembravano aver davvero poco da fare di notte, a Bradford.

Attorno a noi, soltanto le mura bianche e silenziose di un posto inquietante.

Posate i gomiti sulle mie ginocchia e mi presi il viso tra le mani, reggendo il mio sguardo fermo sul pavimento di marmo sotto ai miei piedi.

Non era di certo la prima volta che mettevo piede in quel posto, sempre con Zayn di mezzo.
Ma la situazione era del tutto diversa e completamente più pesante.

Mentre l'altra volta venivo mangiata dai rimorsi e dai sensi di colpa nell'aver consegnato Zayn alla polizia, questa volta ero semplicemente in ansia di vederlo e di sapere cos'avesse fatto, dove fosse, con chi fosse e se stesse bene.

La mano di Liam si posò sulla mia schiena arcata e mi accarezzò lentamente, salendo e scendendo lungo di essa.

Non trovai affatto imbarazzante quel gesto da parte sua, nonostante la sua stranezza, lì per lì lo apprezzai tantissimo.

Quel silenzio tetro e quell'aria tesa però, si distrusse nello stesso momento in cui dei passi pesanti e delle voci non troppo lontane, si udirono da dietro quella porta.

Alzai il capo verso di essa e subito dopo, un cincischiare di chiavi mi lasciò intendere che eravamo vicini alla realtà.

D'impulso saltai in piedi e mi dimenticai completamente della presenza di Liam, concentrando la mia intera attenzione su quel rumore.

La porta davanti a me si aprì appena e un istante dopo, dietro di essa, comparvero la chioma riccia e gli occhi stanchi e verdi di Harry. 

Passai lentamente lo sguardo lungo il suo corpo distrutto e notai il suo abbigliamento poco curato; sicuramente dovuto dalla fretta.
E a catturare i miei occhi, proprio sul suo fianco, vidi il suo braccio e la sua mano nascosti dietro alla schiena.

Subito pensai stesse tenendo qualcosa, ma nemmeno il tempo di poter alzare di nuovo lo sguardo che, ad attirare la mia attenzione, notai la mano tatuata e familiare di Zayn, tenere quella di suo fratello.

Il mio cuore prese a battere forte e velocemente, così veloce che quasi non riuscivo a trovare la concentrazione adatta per reagire e rendermi conto di ciò che avevo difronte.

Non appena fece un passo oltre il corpo di Harry, i miei occhi si proiettarono istintivamente nei suoi, castani ed inanimati, già fissi su di me.

E ad evidenziare il suo stato, si aggiunse il lieve colore rossastro, che li contornava.

Le sue labbra carnose, inumidite dalla sua lingua, si strinsero in una linea sottile e seguirono i suoi occhi rossi che si abbassarono al suolo, quando era ormai troppo tardi per evitare il mio sguardo.

La sua maglia bianca era completamente zuppa, proprio come le sue ciocche corvine e spettinate, che ricadevano sulla sua fronte.

Forse per questo il suo corpo sembrava intorpidito e rigido sull'arco della porta.

La sua carnagione non sembrava la solita, il suo viso non era colorito dalla sua pelle ambrata e solcata dalla barba.

E Zayn era totalmente ubriaco, tanto che dovette reggersi con una mano allo stipite e con l'altra al braccio di Harry.

'Zayn!' Disse Liam, scattando in piedi e andando a soccorrere il suo amico.

Scansò totalmente Harry dal corpo di Zayn con una spinta e si piazzò davanti a lui: 'cosa cazzo ti salta in mente, eh?!' Sbraitò.

Passò il suo sguardo lungo il corpo di Zayn e restò immobile davanti a lui, scioccato.

Da parte di Zayn non ricevette alcuna risposta.
Non riuscivamo a vederlo in faccia a causa della sua testa china e dei suoi occhi rivolti al pavimento.

Liam afferrò il polso di Zayn e passò il suo braccio attorno alle sue spalle, tentando di reggere in piedi quello che ormai ne restava del suo amico.

Sospirò, 'non posso credere che sei riuscito a ridurti così...', allungò il suo collo verso quello di Zayn per annusarlo, 'questa è Vodka pura!', esclamò, disgustato dalle sue condizioni.

Alle sue ennesime parole, la voce esausta di Zayn uscì da un punto molto profondo della sua gola: 'hai intenzione di continuare a lungo?'

Zayn sollevò la testa e la piegò all'indietro, scuotendo via i capelli dal suo volto.
Portò poi la sua attenzione verso di me.

I suoi occhi si strinsero in delle finii fessure e poi si rivolse a Liam, senza spostare la sua visuale da me: 'perché l'hai portata qui?' Le sue labbra strascicarono quelle parole a bassa voce, ma la pochissima distanza mi permise di udirlo bene.

'Perché l'ho voluto io', intervenni con decisione, ancor prima che Liam potesse rispondergli o giustificare la mia presenza.

Zayn sollevò le sopracciglia, e si rivolse a me, leggermente scosso: 'come vuoi...'

'E non sei affatto simpatico', aggiunsi, cercando di togliergli quell'aria i superficialità che da ubriaco, ovviamente, peggiorava notevolmente.

'Non era mia intenzione sembrarlo', rispose con naturalezza, alzando appena le spalle.

Di tutta risposta, morsi il mio labbro inferiore e mi obbligai a non proseguire quella stupida conversazione che, se istigata, mai avrebbe avuto una fine.

Misi da parte la voglia di urlargli contro e feci qualche passo verso di lui, fino ad arrivare a due passi dal suo corpo.

Zayn abbassò i suoi occhi intontiti lungo il mio corpo e risalì poi, fermandosi al mio viso severo ed intento a non sorvolare alcuna sua mossa: tirò via il braccio dalle spalle di Liam e si svincolo da lui e a sua presa con superiorità.

Appoggiò la sua spalla allo stipite della porta, aiutando se stesso a reggersi in piedi, e si leccò le labbra: 'hai intenzione di fare nuove conquiste con quel top?' Domandò.

La sua domanda mi prese un attimo di sopravvento, 'come scusa?' Chiesi, battendo rapidamente le ciglia.

'Hai capito', rise lievemente, sembrando ancora più superficiale di quanto già non lo fosse.

'Non mi è chiaro il tuo concetto di conquiste, ma...' Passai lo sguardo lungo il suo corpo e imitai le sue precedenti azioni, tornando al suo volto: 'hai intenzione di sembrare lontanamente uno stronzo, con quella faccia da schiaffi?' Chiesi con un tono provocatorio, fingendomi ingenua.

I suoi occhi si incupirono alle mie parole e sapevo lo avrebbero fatto.

'Va bene, vado a vedere se Harry ha finito di parlare con il poliziotto!' La voce squillante di Liam interruppe la nostra conversazione.

Mi voltai per un attimo verso di lui, fermo accanto a Zayn ed evidentemente a disagio dalle nostre provocazioni.

Per un attimo mi ero dimenticata della sua presenza.
Lo vidi salutare con la mano e sorridere in maniera confusa, voltandosi poi verso l'interno della stanza.

Non appena fu abbastanza distante, tornai a guardare Zayn, perennemente fermo con quel sorrisetto irritante stampato in faccia.

E ancor prima che potessi parlare o riprendere a parlare in quell'inutile conversazione, Zayn aprì bocca.

'Hai scopato con questa faccia a schiaffi, tesoro', si indicò, tentando così di azzittirmi.

'E pensi di dovermelo ricordare?' Lo provocai di conseguenza, cercando di avere un tono di voce ed un atteggiamento identico al suo.

Le mie parole sembrarono turbarlo abbastanza; in parte per l'alcol eccessivo e il poco ossigeno al cervello, in parte per il suo orgoglio e la sua dannata voglia di farmi incazzare.

Zayn si irrigidì, non capii se stesse cercando di fare un passo verso di me o di non crollarmi difronte ma, in ogni caso, lo vidi leggermente più vicino: 'dove vuoi arrivare, Bee?' Domandò, minaccioso.

'Da nessuna parte', risposi, guardandolo in quegli occhi infinitamente belli tanto quanto diversi e freddi di pura rabbia.

Zayn scosse lentamente la testa, spostando poi lo sguardo altrove e fermandosi a fissare un punto indefinito di quel corridoio: 'è ridicolo tutto ciò', commentò.

'Tutto ciò, cosa? Cercai di capire.

'Parlare con te, in generale', si voltò a guardarmi e morse nervosamente il suo labbro inferiore, scuotendo ancora la testa: 'lasciamo stare'.

E dette quelle parole con la sua voce roca, si staccò dallo stipite della porta e si voltò di spalle, cominciando a camminare poi verso gli altri e lasciando che l'odore dell'alcol, misto a quello del fumo, smettesse di invadere le mie radici.

Il mio cuore sembrò voler cedere all'interno del mio petto quando, con quella voce profonda e quasi distrutta, pronunciava quelle parole.

Il suo corpo, il suo alito ed ogni parte di lui aveva un odore diverso da quello che aveva di solito; ma ciò non toglieva che se pur per una discussione, volevo poter percepire quell'odore e quella voce impastata ancora un po'.

Seguii con lo sguardo i suoi lenti e barcollanti passi verso gli alti che, in piedi con le braccia conserte difronte ad un tavolo, discutevano animatamente con qualcuno.

***

Le due e cinquantaquattro minuti.
Era notte fonda.

Intravedevo l'esterno attraverso il piccolo spiraglio alzato della serranda; la pioggia e l'insegna luminosa del motel erano l'unica cosa che potevo vedere dal mio letto, sdraiata e fissa verso quel vetro rigato dall'acqua e chiuso.

Era da un po' che tenevo le braccia dietro alla mia nuca e fissavo quella luce rossa, quasi fastidiosa ad occhio nudo.

Sapevo che Zayn fosse nell'altra stanza, non troppo lontano da me ma decisamente distante dai guai o ragazze in cerca di attenzioni.
Ma ciò non toglieva il mio pensiero su di lui e la tantissima voglia di abbracciare il suo corpo, stringermi al suo petto e toccare i suoi capelli folti.

Mi mancava, completamente.

Liam era nel letto accanto al mio, staccato ovviamente è girato su un fianco, in silenzio.

Dormire in un motel, dopo aver spiegato alla polizia la situazione di Zayn ed averli convinti a lasciarlo andare tranquillamente, non era nei miei piani.

Liam mi aveva raccontato pochissime cose, non avevo avuto modo di parlare con i poliziotti e per questo ero a conoscenza del fatto che zayn avesse soltanto bevuto o fumato qualcosa, restando addormentato sotto ad un albero, grazie a Liam che, una volta raggiunta la nostra stanza, aveva deciso di dirmi come stavano le cose.

Sicuramente qualche passante aveva avvisato la polizia, per questo era stato trascinato lì, bagnato fradicio ed ubriaco.

Quando mi disse quelle cose, in parte, tirai un sospiro di sollievo.
Certo: faceva male vedere zayn in quello stato, sentire la sua voce impastata e notare il suo corpo stanco e  in pessime condizioni, a causa mia; ma sarebbe potuto succedere di peggio.

E lo temevo.

Quanti bicchieri aveva bevuto per seppellirmi nella sua mente, nemmeno potevo lontanamente immaginarlo.

E questo faceva comunque male.

Un profondo sospiro si lascio scappare dalle mie labbra socchiuse e a seguirlo, udii i movimenti del corpo di Liam, sul suo materasso.

'So che non stai dormendo', lo sentii dire, con rimprovero.

'Complimenti', risposi con un falso sarcasmo, parlando a bassa voce.

I miei occhi si spostarono svogliatamente sul suo letto e lo vidi sdraiato in posizione supina, con il capo voltato verso di me: 'se può rassicurarti, credo che nemmeno Zayn starà dormendo'.

'Oh, era talmente ubriaco...' Osservai, smentendo le sue parole.

'No, credimi', mi riprese, 'sa che sei qui ed Harry gli avrà sicuramente detto che sei in stanza con me', ridacchiò.

Aggrottai la fronte e cercai di capire cosa stesse cercando di dirmi: 'quindi?' Domandai, confusa.

'Quindi non dormirà all'idea di noi due insieme nella stessa stanza', mi spiegò.

Non potei evitare una risatina alle sue parole, almeno per lasciargli credere di avermi tirata su di morale.

Ma comunque potei immaginare Zayn, se soltanto non mi odiasse o se soltanto fosse lucido, lamentarsi di me e Liam.

'Può star tranquillo', risi, riportando lo sguardo fuori dalla finestra.

Sentii nuovamente lo scricchiolio del suo materasso: 'sì, sono un bravo ragazzo con le ragazze dei miei amici', confermò, rigirandosi nuovamente nel letto.

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