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83- Karma

"Hostage" | Doncaster

Ero passata dall'essere  in ansia tutto il giorno per colpa di Zayn, o almeno, per colpa di ciò che mi diceva volesse nascondermi; al non trovare pace nel mio cervello.

Era praticamente un chiodo fisso nella mia mente e, inutile negare, qualche giorno prima, quando Zayn si ostinava a dire che quando sarebbe stato il momento giusto di dirmelo, lo avrebbe fatto; avrei fatto di tutto per tirargli le parole di bocca e sapere quale fosse il grande segreto.

E invece, a distanza di pochi giorni, mi ritrovavo nella macchina di Zayn, in silenzio, con il capo contro il finestrino e lo sguardo disperso sulla strada affollata.

Non potevo evitare che i sensi di colpa mi mangiassero dentro, ero fatta così.
Ero fatta davvero male, ma non potevo farci niente.

Mentire a Zayn e lasciargli credere che avrei aspettato, quando, in realtà, avevo saputo tutta la verità grazie a suo fratello...beh, rendeva me la persona più paranoica del mondo, non più lui.

Sospirai, strofinando le mani sui miei jeans attillati che come sempre dovevano subirsi tutta la mia angoscia.

'Va tutto bene?' Con premura, sentii la mano di Zayn posarsi sul mio ginocchio.

Annuii semplicemente, sperando mi stesse guardando. In quel momento, tutto volevo meno che aprire bocca.

'Non sembra', lo sentii borbottare, incerto sulla mia risposta.

Non risposi, pensai che così facendo avrei evitato ulteriori domande da parte sua e che il discorso si sarebbe chiuso lì.

Ma ogni mia speranza svanì quando, di nuovo, sentii Zayn parlare.
'Se è per il preservativo, stai tranquilla, non sono venuto dentro di te'.

Scattai a guardarlo, perché stava pensando che il mio momento negativo era dovuto dal fatto che non aveva usato precauzioni?

Lo vidi alternare più volte lo sguardo tra me e la strada, 'era quello il problema?' Domandò ancora, confuso.

'No, Zayn'. Tornai a guardare fuori dal finestrino e non riuscii ad evitare un mezzo sorriso, causato dalla sua rara ingenuità, 'è tutto apposto'.

'Non è tutto apposto', la sua voce si alzò leggermente e scattai a guardarlo, sorpresa dalla sua reazione: 'non parli, fissi la strada e...e cazzo, dimmi cosa ti prende!' Inizialmente mi guardò frustrato, ma poi concluse tornando a guardare la strada e dando un colpo al volante, sbuffando.

'Pensavo, tutto qui...' Cercai di sembrare credibile, tenendo lo sguardo fermo su di lui.

Lo vidi alzare seccamente gli occhi al cielo e parlare ancora, 'devi dirmi qualcosa?' Chiese, insistendo per la millesima volta.

Alla sua domanda, restai qualche secondo a riflettere.

Dovevo dirgli tutto? Dovevo raccontargli le cose come stavano subito ed evitare eventuali casini, togliendomi quel peso di dosso?

Era la cosa migliore da fare.

Presi coraggio, aspirando un profondo respiro e deglutii, spostando di nuovo lo sguardo lontano dal suo volto: 'sì'.

'Sì?' Zayn rispose quasi con sorpresa.

'Sì zayn, io...io so che ti arrabbierai ma...' La sua voce mi interruppe bruscamente, facendomi immobilizzare al mio posto: 'perché dovrei?'

Ero davvero troppo fifona per dirgli tutto con sicurezza e spiegargli le cose, tentando di fargli comprendere tutto, passo per passo.

'Perché ti conosco', mi giustificai.

'E cosa dovrebbe farmi arrabbiare così tanto?' Percepii che la macchina, ormai, aveva preso a percorrere la strada con più lentezza, lasciandosi sorpassare dagli altri veicoli.

'Beh, ieri...dopo che te ne sei andato, ha suonato il campanello e quando sono andata ad aprire mi sono trovata davanti...' Zayn fermò in un attimo la mia ansia, arrivando a conclusioni affrettate: 'Trishar?' Insinuò, la sua voce era irritata.

Sembrava infastidito da ciò che aveva appena detto e, per un attimo, provai ad immaginare la reazione se invece di Trishar, avesse detto Harry.

Morsi il mio labbro inferiore, tentando di calmarmi.

'Cos'avete fatto?' Si stava agitando, potevo intuirlo da qualsiasi emozione comprendesse la sua voce.

Provai a prendere un'ennesimo lungo respiro e a tranquillizzarmi, così da poter aprir bocca, ma invano.

'Avete scopato!? Davvero sei andata a letto con lui!?'
La mia bocca era secca e le mie mani sudavano di già, forse a causa dell'arroganza con la quale mi stava rivolgendo parola.

'Zayn...' Cercai di chiamarlo con tranquillità e di fargli capire che i suoi discorsi stavano esageratamente degenerando, ma lui non mi ascoltò minimamente. 

Lo vidi voltare bruscamente il volante della sua auto e svoltare di colpo a destra, sul piccolo spazio sosta dell'autostrada.

Spense la macchina e scattò verso di me, 'ti ha portata a letto!?' Domandò, quasi urlando.

Allungò una mano nella mia direzione e mi afferrò il viso, obbligando i miei occhi ad incrociare i suoi: 'mi vuoi rispondere!?' Strillò.

Sospirai rassegnata dal fatto che, ormai, se soltanto non fossi intervenuta con delle urla, mai avrei aperto bocca.

La sua voce sembrava improvvisamente quella di una ragazzina in crisi ormonale.

Lasciò il mio viso e buttò la sua schiena contro il suo sedile, strizzando gli occhi: 'hai scopato con quel coglione di merda e sei appena venuta a letto con me, come se niente fosse'.

Lo vidi passarsi le mani sul volto e sospirare man mano, cercando di calmarsi.

'Quello lo hai fatto tu, Zayn', intervenni, portando le braccia conserte al petto.

Ero stanca di sentirlo sbraitare a caso, senza alcun filo logico. 

Fissai il panorama difronte a me e presi il mio labbro inferiore sotto ai denti, aspettando che rispondesse.

'Quello è passato'. Rispose lui, con fermezza.

'Mh, certo', lo liquidai.

'Scendi'.

A quella parola, il mio capo scattò istintivamente nella sua direzione e i miei occhi si sbarrarono.

'Hai capito bene', mi sfidò, concentrando maggiormente i suoi occhi nei miei, 'scendi dalla mia cazzo di macchina', ripeté. Il suo tono era freddo tanto quanto il sangue nelle mie vene.

Non potevamo davvero star litigando per qualcosa di inesistente.

'Zayn, stai esagerando', gli feci notare, sperando che la rabbia, che come sempre prendeva il sopravvento, si alleviasse almeno un po'.

'Non me ne frega un cazzo', mi ammonì immediatamente. 

'Zayn, non sono andata a letto con Trishar'. Era assurdo litigare per qualcosa che mai sarebbe potuto succedere.

Alla mia affermazione, aggrottò la fronte e suoi occhi mi scrutarono attentamente il mio volto.

'Volevo dirti che siamo usciti insieme, che ci siamo divertiti...tutto qui', vidi le labbra di Zayn serrarsi in una linea sottile, 'ma come sempre è impossibile parlare con te e...' Zayn mi interruppe, 'con me?' Si indicò, 'sono io quello con il quale è impossibile parlare?'

'Anche'. Distolsi lo sguardo dal suo e portai la testa contro il finestrino, sospirando.

'Quindi non avete fatto sesso', la sua voce flebile era un enorme segno di sollievo.

'Certo che no, Zayn'. Mi affrettai a rispondere.

'Fanculo', lo sentii borbottare, 'può ringraziare dio di non averti toccata'.

Restai in silenzio, ormai era l'unica cosa da fare.
Come sempre partivano da un discorso per finire ad un altro ed incolparci di cose infinte, fino a non rivolgerci la parola.

Ero stufa delle nostre discussioni, nel modo in cui le nostre frasi degeneravano man mano, fino a rinfacciarci il passato.

Poco dopo sentii il motore della macchina accendersi e, quando rialzai lo sguardo alla strada, vidi l'asfalto correre sotto di noi; segno che si era reso conto del suo comportamento e che, come ogni volta, mi avrebbe riportata a casa.

***

'Non immagini neanche come mi sono sentito', disse Zayn, mentre ero indaffarata a girare la chiave nella serratura del mio portone.

Feci una risatina, tanto per sdrammatizzare quello che, se non lo avessi preso in tempo, sarebbe diventato un vero e proprio litigio.

'Davvero credi che io sia capace di andare a letto con il mio migliore amico?' Mi fermai un attimo per guardarlo, con la fronte aggrottata.

'Lui ne è capace e questo mi basta', si giustificò, alzando le spalle.

Scossi la testa e tornai al portone, che aprii velocemente.

Zayn rinchiuse la porta alle nostre spalle e nel frattempo mi sfilai la giacca, la stessa che poi avrei dovuto mettere al suo posto.

Mi voltai per appenderla ma, la mano di Zayn, mi afferrò in tempo un polso e mi fermò.

Lo guardai un attimo confusa, ma non appena vidi la sua mano afferrare l'indumento che avevo tra le mani, capii subito.

'Inutile fingersi alti, sei troppo bassa per appenderla, tesoro' disse, togliendomela dalle mani.

Senza calcolare minimamente il mio sguardo offeso su di lui, la mise con tranquillità al suo posto e tornò poi difronte a me, 'mi piacciono le ragazze basse', affermò, facendo un sorriso divertito.

'Anche a me piacciono i ragazzi solari', lo ammonii, strizzando poi l'occhio.

'L'ultima volta non è finita bene Bee, non giocare con il fuoco', le sue parole furono seguite dalla sua mano che, con cautela si avvicinò al mio viso e con delicatezza mi pizzicò la guancia.

Lo guardai con superficialità e gli voltai le spalle, dirigendomi verso il soggiorno.

Camminai con un passo spedito la distanza dall'ingresso al soggiorno e nel frattempo, percepii i passi di Zayn alle mie spalle.

'Davvero ti piacciono i ragazzi solari?' Sentii la sua voce dubbiosa dietro di me e decisi che, fargliela pagare, non sarebbe stata una cattiva idea.

'Perché no', alzai le spalle.

'Ed io non sono solare?' Me lo stava davvero chiedendo?
Quando aveva incontrato Trishar ed aveva tirato fuori il lato migliore di se, non poteva bastare come riposta?

Restai zitta e mi diressi verso il divano, lo stesso dove era appoggiata una coperta in pile bianca, mai vista prima.
Pensai che, una volta tante, mia madre aveva deciso di dedicare le sue numerose uscite quotidiane per comprare qualcosa di utile per la casa e la afferrai, buttandomi sul divano.

Zayn si sedette accanto a me e mi guardò con confusione.

'Cosa vuoi dirmi con 'mi piacciono i ragazzi solari?'' Mimò le virgolette con le sue dita e ripeté le mie parole con confusione, sembrando quasi infastidito.

Distolsi lo sguardo da lui, 'che non sei un ragazzo che ama socializzare con il mondo...?' Gli feci notare, afferrando la copertina appallottolata accanto a me.

La aprii davanti ai miei occhi e la appoggiai sopra le nostre gambe, distendendo poi la schiena contro il comodo divano.

'Non mi piace dar confidenza alla gente', si giustificò Zayn, con semplicità. Imitò le mie azioni, ma a differenza mia portò un braccio attorno alle mie spalle e mi attirò a se, sospirando.

'Beh...l'ho notato'. Osservai.

'Da come ho risposto a Trishar?' La sua domanda mi lascio intuire che forse, ogni tanto, lui stesso si rendeva conto di essere uno stronzo.
Feci per aprir bocca, ma restai zitta non appena Zayn riprese a parlare, 'per l'amor di dio, evita anche tu di farmi la ramanzina', ribatté, seccato.

'Non lo farò', alzai svogliatamente le spalle.

'Allora?' Chiese.

'Non per forza con Trishar, all'inizio eri scontroso anche con me, ad esempio'. Dissi. Nel frattempo, uno strano sorriso si formò sulle mie labbra, al ricordo dei primi giorni trascorsi a casa di Zayn.

Mai mi sarei aspettata di ripensare a quel momento sul divano di casa mia, tra le braccia del mio rapitore e con un sorriso in faccia.

'Non che tu fossi dolcissima', sottolineò.

'Cosa vuoi dire?' Mi voltai a guardarlo, accigliata, 'mi avevi appena rapita, cos'avrei dovuto fare?' Forse si aspettava che dopo esser stata portata via da un hotel, con la forza, lo avrei abbracciato ed avrei provato in ogni modo a far amicizia con lui?

'Ringraziarmi', affermò, con orgoglio.
Lo vidi socchiudere gli occhi e vantarsi di qualcosa che, per il momento, non capii cosa fosse.

'Ringraziarti di avermi fracassato il telefono a terra?' Lo guardai con intensità, cercando di comprendere dove volesse arrivare.

Alla mia affermazione, Zayn alzò gli occhi al cielo e buttò il capo contro la spalliera, 'ma chi se ne frega del tuo telefono', esclamò, seccato.

'A me frega,' mi indicai, 'frega eccome!'

Di tutta risposta, Zayn tolse il braccio dalle mie spalle e si sdraiò comodamente sul divano, sospirando: 'se non ti avessi rapito, pensi che mi avresti mai notato?' Domandò, infilando distrattamente una mano nella tasca dei suoi pantaloni.

'Uhm...probabile', affermai, imbarazzata.

La sua domanda risultò piuttosto strana, soprattutto da parte di un ragazzo introverso come Zayn.

'Probabile vuol dire no', Zayn si voltò di scatto a guardarmi e sfilò nel frattempo un accendino, dalla tasca.

'Vuol dire che sì, ti avrei notato, ma mai ti sarei venuta a parlare', distolsi lo sguardo dal suo e guardai l'imbocco che precedeva il corridoio, giusto per evitare i suoi occhi puntati.

'Perché?' Chiese, incuriosito.

'Perché mi sarei vergognata Zayn...' Sbuffai.

Era strano parlare con Zayn di certe cose, soprattutto perché quando si trattava di esaminare il carattere e i comportamenti di qualcuno, spesso, era sempre lui il diretto interessato.

Sentii il rumore dell'accendino, che sicuramente aveva appena acceso, forse per alleviare l'aria snervante che ci stava circondando.

'Capisco', affermò, pensieroso.

'Perché queste domande?' I miei occhi tornarono confusi su di lui e Zayn spense immediatamente la fiamma arancione dell'accendino, distogliendo lo sguardo da essa.

'Perché forse devo proprio ad Harry il nostro incontro', mi guardò, sorridendo a malapena.

'Beh, in un certo senso...' farfugliai.

'Non ti avrei parlato nemmeno io, il massimo che avrei fatto sarebbe stato guardarti da lontano...' Alzò le spalle e, di nuovo, tornò a guardare il suo pollice che, distrattamente, sfregava contro la rotella del suo accendino.

Restai in silenzio a guardare la piccola fiamma che ondeggiava e pensai a quanto realmente fosse strano il destino.

Chi lo avrebbe pensato, chi avrebbe immaginato che un giorno mi sarei fidata di qualcuno come il mio rapitore?

A scuoterci da quello strano silenzio però, fu il suono del campanello che, con brutalità intervenne tra i nostri respiri regolari, facendoci sobbalzare.

Scattai in piedi dal divano e, subito dopo aver lanciato uno sguardo a Zayn, mi diressi rapidamente verso la porta.

Afferrai il citofono e lo portai all'orecchio, sospirando: 'chi è?'

'Harry'.

I miei occhi si sbarrarono istintivamente e la mia mano strinse maggiormente la cornetta, lasciando che il mio respiro si appesantisse.

'Non ora', dissi, cercando di parlare a bassa voce.

Morsi il mio interno guancia e mi voltai a malapena per poter intravedere la figura di Zayn, in soggiorno.

'Come stai?' La sua domanda, totalmente fuori luogo, fece salire l'ansia in me.

Sentii improvvisamente il mio cuore pulsare troppo velocemente e l'abitazione crescere, impedendomi di agire in maniera decente.

Quel che riuscii a vedere oltre la soglia, fu soltanto Zayn, seduto ancora sul divano ed impegnato a far passare il tempo tamburellando l'accendino sulla sua gamba.

'Sto bene', affermai, deglutendo rumorosamente.

'Hai qualche ferita?' Mi chiese, lo sentii esitare e farfugliare qualcosa prima di ripetere: 'voglio dire, ti sei fatta male ieri?'

'Va tutto bene'. Ripetei, con distacco.

'Posso entrare?' La sua voce sembrò supplicarmi ma, in ogni caso, anche avessi voluto accontentarlo, non avrei potuto farlo.

'No, non ho voglia di discutere ancor...' La sua voce si alzò di colpo sopraffece la mia, facendomi per un attimo congelare il sangue: 'ti prego, cazzo!'

Sospirai rumorosamente e sentii Harry fare lo stesso subito dopo.

'Non posso lasciarti entrare', dissi con fermezza.

'Allora esci e vieni qui, cazzo', insistette.

Il suo tono prepotente mi stava quasi irritando ma no, non era il momento di pensare alla mia irascibilità.

Sospirai ancora, per la millesima volta, ed afferrai contemporaneamente la maniglia.

'Esco un attimo, ma non più di due minuti'.

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