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78- Can your heart be mine?

"Hostage" | Doncaster

Afferrai i bordi della mia canottiera e la tirai verso il basso, cercando di coprire il più possibile la mia pancia scoperta.

Uscii dalla stanza e non feci neanche in tempo a rinchiudere la porta della mia camera che, difronte a me, a farmi restare immobile, trovai Harry con l'attenzione su di me.

'Harry?' Lo ispezionai attentamente dalla testa ai piedi, fingendomi sorpresa della sua presenza.
In realtà avevo capito fosse lì, ma non volevo fargli credere che mi ero goduta a pieno la loro conversazione.

'Potresti aiutarmi?' Afferrò a disagio il suo labbro inferiore e lo strinse fra le dita, voltandosi verso porta difronte a noi.

'Mi odia, non ha alcuna intenzione di ascoltarmi', si lamentò, riferendosi a mio fratello.

Sospirai ed annuii, facendo qualche passo verso la porta che ci divideva dalla camera di Louis, dove si era rinchiuso.

Posai una mano sulla maniglia e l'altra sul legno: portai il mio orecchio contro di essa e restai in silenzio per poter udire.

'Louis, apri per favore', lo richiamai, bussando lentamente alla porta.

Sbuffai. Il silenzio si celava fra noi: Louis non aveva intenzione di parlare, Harry si era ormai azzittito da tempo ed io non sapevo più cosa fare.

Battei nuovamente le mie nocche sulla porta e presi un profondo respiro, sperando che quella fosse la volta buona.

'Harry è lì?' La voce di mio fratello mi fece sussultare. Non mi aspettavo un segno di vita, né tanto meno una domanda del genere.

Mi voltai a guardare Harry e lo vidi alternare i suoi occhi verdi tra la porta e il mio viso, sconcertato.

Lo fissai come per chiedergli cos'avrei dovuto dire, ma lui sembrò essersi paralizzato e non rispose minimamente.

'È qui ma posso entrare da sola, va bene?' Chiesi, stringendo i denti.

Avevo paura della sua reazione e non succedeva quasi mai con lui: lo conoscevo alla perfezione e quasi sempre parlavo in lui tranquillamente, sapendo che mi avrebbe risposto a modo.

'Fallo andar via', parlò con fermezza. La sua voce così rigida ed arrogante lasciava intendere che mai avrebbe cambiato idea.

Presi il mio labbro inferiore fra i denti e gradualmente mi voltai a guardare il riccio che, con lo sguardo abbattuto fissava il parquet sotto ai suoi piedi.

Mi sentivo a disagio: non volevo imporgli di andarsene e il suo comportamento mi faceva una tenerezza assurda.

Ma d'altra parte non volevo che mio fratello restasse da solo in camera sua, in preda ad una crisi di rabbia. Volevo con tutta me stessa sapere cos'aveva combinato con Niall, con Harry e per quale motivo avesse deciso di urlare alle due di notte.

Volevo che si sfogasse con me come io facevo con lui e che mi dicesse una volta per tutte cosa stesse succedendo. In primis ero stufa di restare all'oscuro di tutto e di tutti. Ero stanca di saper le cose per ultima e di dover accorrere ad aiutare gli altri, ricevendo continuamente porte in faccia ogni volta che cercavo di mettermi al passo.

Stavo impazzendo, come ogni giorno da quando avevo conosciuto Zayn.

Poteva l'amore per un ragazzo lunatico e riservato rendermi mentalmente instabile?

'Senza che me lo chiedi...me ne vado'. Harry inarcò falsamente le labbra, come per cercare di eliminare la preoccupazione dai miei occhi.

Lo vidi passarsi una mano fra i castani ricci spettinati e portarli disordinatamente all'indietro mentre, con calma, prese e si incamminò lungo il corridoio.

Restai ad osservarlo mentre con le sue gambe snelle attraversava il soggiorno e si allontanava sempre di più da me.

Non appena la sua figura sparì da sotto i miei occhi ed udii il leggero rumore del portone, presi un profondo sospiro e bussai ancora alla sua porta: 'aprimi, è andato'.

Mi sforzai a non alzare la voce per evitare di svegliare i miei genitori ma credo fosse stato impossibile svegliarli se non lo avevano già fatto dopo le urla di mio fratello.

Un'istante dopo, sentii la serrai tra scattare e di seguito la porta si aprì lentamente davanti a me,
mostrandomi la faccia abbattuta di mio fratello.

Quando lo osservai meglio in volto, mi si contorse lo stomaco.

I suoi occhi azzurri erano lucidi e rossi, sicuramente a forza di asciugarli: aveva pianto, era ovvio, ed ogni mia supposizione si trasformò in certezza quando tirò su col naso, lasciando la porta aperta ed allontanandosi verso il suo letto.

'Cos'è successo?' Lo seguii di qualche passo, ma mi fermai al centro nella stanza mentre lui andò a sedersi sul bordo del letto.

Lo vidi nascondere le mani all'interno delle sue maniche, posare i gomiti sulle ginocchia e prendersi il viso fra le mani; apparentemente distrutto.

'Vuoi parlarne?' Chiesi ancora, mordendomi nervosamente il labbro.

Non sapevo come comportarmi. Non volevo farlo arrabbiare o superare il suo limite di sopportazione ma in qualche modo dovevo sapere.

'No'. Strinse i suoi occhi lucidi, forse per evitare le lacrime, e poi li riaprì e fissò un punto fermo difronte a se.

'Uhm...' Afferrai impacciatamente i bordi della mia canottiera per l'ennesima volta e la tirai verso il basso, andando verso di lui.

Con molta difficoltà mi andai a sedere al suo fianco, cercando di combattere quell'enorme disagio che regnava in me, rendendomi strana.

'Harry è il tuo migliore amico...' Cominciai, ma feci giusto in tempo a concludere la frase che lui mi contraddisse, con arroganza: 'era'.

'Non fare il bambino'. Agiva d'impulso ed era orgoglioso, proprio come me.

Era un po' stupido sentirselo dire da parte mia ma, d'altronde, chi meglio di me riconosceva il momento adatto per correggerlo?

'Cosa?' Le mie parole sembrarono toccarlo profondamente.

Di colpo scattò verso di me e mi guardò diritta negli occhi, mostrandomi perfettamente ogni singolo capillare di essi.

'Non sai niente Bee, non puoi dire se mi stia sbagliando o meno!' Affermò, aggrottando la fronte.

'Hai ragione'. Ammisi.

'Quindi smettila!' La sua voce seccata mi fece quasi male: sapevo che da una parte aveva ragione, ma volevo semplicemente dargli una mano.

Tornò a guardare altrove ma questa volta appoggiò la sua guancia sul palmo della sua mano, sbuffando.

'Potresti parlarmene però'. Parlai a bassa voce, feci quasi fatica ad udire la mia voce.

'Voglio aiutarti, se sono qui è per questo e se sbaglio il modo in cui farlo è perché non so cosa sia successo'. D'istinto posai una mano sulla sua nuca ed infilai le dita fra i suoi capelli, provando a tranquillizzarlo.

'Non mi va'. Quella fu la sua unica risposta.

Non si mosse neanche, restò immobile a fissare qualcosa di inesistente nella stanza.

'Allora...penso sia meglio che me ne vada?' Non volevo essere dura con lui, nonostante volessi. Parlai con dolcezza e continuai a pettinare i suoi capelli con le unghie.

Louis, che un attimo prima stava fissando il vuoto, sollevò lo sguardo, inchiodandolo nei miei occhi castani.

Immediatamente feci scivolar via la mia mano dai suoi capelli e la portai al suo posto.

Non volevo che il mio tocco lo irritasse o che i miei tentativi di sembrare carina nei suoi confronti, si trasformassero in qualcosa di fastidioso.

'Rimani a dormire con me?' La sua domanda mi colse di sorpresa, soprattutto il modo in cui lo disse.

Sembrava stesse sperando in una risposta positiva e, dal modo in cui i suoi occhi reggevano i miei, sembrava ne avesse fottutamente bisogno.

Annuii subito alla sua proposta, e con un mezzo sorriso stampato in faccia mi alzai dal suo letto per poterci sdraiare entrambi.

***

'Buongiorno'. Una voce rauca si fece spazio nel mio sonno.

Tirai un profondo respiro e con gli occhi ancora chiusi e la faccia contro il cuscino; allungai un braccio ed iniziai a tastare il posto accanto al mio.

Il freddo materasso sostituiva il caldo corpo di mio fratello che avevo abbracciato per l'intera notte.

Sospirai e pensai che fosse troppo tardi per aspettarmi di trovarlo a casa: era sicuramente a lavoro.

Quando il mio cervello si svegliò abbastanza per rendersi conto che, comunque, qualcuno aveva parlato; mi voltai di scatto sul letto e guardai alle mie spalle

'Che cosa diavolo ci fai mezzo nudo qui!?' Strillai, guardandomi attorno in preda al panico.

Mio fratello non c'era, ne ero consapevole e, fortunatamente, il silenzio regalava nella casa.

Sentii Zayn scoppiare a ridere, alzandosi da terra.

Quando la sua figura fece ombra su di me e potei veder del tutto il suo corpo; mi accorsi che a mio favore aveva addosso dei pantaloni di tuta bianchi e a primo impatto, eccessivamente larghi per il suo corpo.

Era a petto nudo e quei pantaloni lasciavano vedere l'elastico nero dei suoi boxer.

Soltanto quando sentii uno strano ghigno da parte sua mi ricordai della sua presenza lì: fosse stato per i miei occhi, sarebbero rimasti a fissarlo per le prossime ore, senza fiatare.

Alzai gli occhi ai suoi e lo osservai interrogativa: nel frattempo afferrai i bordi delle lenzuola e le tirai maggiormente su di me, cercando di coprirmi il più possibile.

'Non sono mezzo nudo, Bee'. Disse, aggrottando le sopracciglia.

'Mettiti una maglia.' dissi seria, tornando a scrutare il suo petto tatuato.

Di tutta risposta, Zayn sembrò evitare del tutto le mie parole e si chinò sul letto, posando una mano sul materasso ed avvicinando il suo viso al mio.

Mi mancò il fiato.
Averlo difronte di prima mattina, senza preavviso, mi aveva letteralmente scioccata.

'Come se non ti piacesse', sussurrò in maniera sporca, portando anche l'altra mano sul letto ed intrappolandomi completamente sotto di lui.

Dopo quelle parole fece una risatina ed io lo guardai accigliata, 'perché sei qui, Zayn?' Domandai, posando le mani sul suo petto.

Preferii svincolare il discorso.

'Per te? Perché sennò' rispose con ovvietà, inarcando lievemente le labbra. 

Averlo così vicino mi rendeva instabile e non solo: potevo benissimo percepire il suo odore e i suoi calmi respiri scontrarsi con la mia pelle.

'Odori di fumo'. Ammisi, sporgendomi di poco verso il suo corpo per poter sentire meglio il suo profumo.

'Ho fumato solo una sigaretta'. Si giustificò, alzando il suo collo.

Non sapevo se l'idea che lo stessi annusando gli piacesse particolarmente, ma capii che comunque non lo infastidiva e gliene fui grata.

'Come sei entrato?' domandai, staccandomi completamente da lui.

Non volevo che la situazione si trasformasse in tutt'altro; ero ancora confusa dopo essermelo trovato davanti di prima mattina.

Lo guardai negli occhi e lui alzò i suoi al cielo, 'mi ha aperto tuo padre', sbuffò, 'va bene?'

La sua voce seccata mi lasciò intendere che forse, smettere di far domande sarebbe stato meglio che farlo agitare.

Non volevo che pensasse che la sua presenza mi infastidisse; tutt'altro, ero felice di averlo con me...soltanto, mi aveva colta di sorpresa.

'Me lo fai un po' di spazio?' La sua domanda mi riscosse dai pensieri, facendomi scattare.

Sbarrai gli occhi ed annuii velocemente mentre lui si alzava dal letto.
Alzai un lembo delle coperte e colpii il posto vuoto accanto al mio, invitandolo a sdraiarsi.

Senza esitare, Zayn, si infilò nel letto accanto a me e si accomodò su un fianco.
Seguii i suoi movimenti e mi misi nella sua stessa posizione per poterlo guardare in viso.

La sua guancia contro il cuscino gli donava come sempre un'espressione beata in viso.

Sorrisi scuotendo la testa e notai la lingua di Zayn passare tra le sue labbra carnose, guardandomi.

'Cosa c'è?' domandò incuriosito.

'Non pensavo di svegliarmi e trovarti qui'. Confessai, allungando una mano verso il suo petto.

Posai l'indice trai suoi pettorali e solcai con lentezza la lunga linea che portava fino al suo ombelico.

'Uhm...in realtà neanche io', sentii come la sua voce divenne strozzata al mio tocco e mi piaceva.

'Tuo padre è sembrato felice di vede...vedermi'. La sua frase si concluse in un gemito.

Adoravo sapere che quando volevo, potevo farlo perdere sotto alle mie mani, senza neppure sforzarmi.

Sorrisi e scrutai con attenzione il suo corpo, prima di far risalire con altrettanta cautela il mio polpastrello.

Osservai ogni suo più piccolo movimento, ogni suo muscolo enorme e perfetto contrarsi e distendersi, mentre non staccava il suo sguardo intenso dal mio.

'Sei eccitato, Zayn?' Alla mia domanda sollevai il capo.

'Come scusa?' Un sorrisetto sghembo persuase le sue labbra.

'So che lo sei', affermai. La mia voce scappò leggermente più provocatoria.

'Mmmh'. Zayn mugolò cercando di smentirmi.

Toccai con la punta del dito la base del suo collo e tracciai nuovamente una linea dritta e leggera tra i suoi pettorali, fino ad oltre l'elastico dei boxer, ed ascoltai.
La vibrazione del suo corpo e il battito del cuore tradivano la sfrontatezza che ostentava fino ad un secondo prima.

E lui trattene un respiro, sforzandosi a non gemere.

Sorrisi, soddisfatta di averlo fatto cadere in qualche modo.

Allungai una gamba sotto alle coperte e la insinuai gradualmente tra le sue, scontrando la mia pelle col calore del suo corpo.

Il suo respiro ormai affannato mi solleticava il viso, provocandomi dei brividi.

Allontanai la mia mano dalla zona più delicata del suo corpo e la infilai invece fra le sue gambe, accarezzandogli delicatamente l'interno coscia.

Seguii ogni mio movimento con lo sguardo, così da non incontrare i suoi occhi e non sentirmi in imbarazzo.

Lo sentii deglutire.
Massaggiai la sua gamba con lentezza e in maniera ipnotica salii al suo inguine, facendolo diventare sempre più sensibile.

'Bee...' sussurrò il mio nome ansimando ed  appoggiò la sua mano sulla mia, che lo stava accarezzando.

'Cosa c'è?' domandai, con voce innocente.

Nello stesso istante alzai lo sguardo ed allontanai la mia mano dal suo corpo, inarcando maliziosamente le labbra.

Non rispose: i suoi occhi erano socchiusi, le sue labbra bagnate dai suoi morsi e gemette rumorosamente quando si accorse che avevo smesso.

'Dove...dove vai?' ansimò e la sua voce flebile sembrò quasi inaudibile.

Ma poi, con la stessa mano che aveva preso la mia, mi afferrò il polso e lo strinse, attirandomi bisognosamente verso di se.

La sua mano sembrava volesse tirarmi sopra di lui, per questo, senza lasciargli perdete tempo; mi tirai su e salii a cavalcioni sulla sua intimità, accontentandolo.

I suoi denti presero il suo labbro inferiore sotto di essi e i suoi occhi socchiusi mi scrutarono vogliosi.

Posò le mani sulle mie cosce ed io sul suo petto, 'perché ieri mi hai fermata?' Domandai, mentre i palmi delle sue mani salivano con pienezza lungo le mie gambe.

'Non era il caso', gemette, leccandosi poi le labbra.

Sentivo la sua erezione da sopra i suoi pantaloni e potevo percepire la sua durezza spingere contro la mia intimità.

'Questa canottiera è il più grande invito a scoparti', osservò, salendo con le mani fino ai miei fianchi.

Lì potei sentire il suo tocco caldo sulla mia pelle nuda e le sue dita stringermi con desiderio, facendomi rabbrividire.

Mi strusciai molto delicatamente sul suo rigonfiamento, provando una sensazione bellissima.

Il mio movimento lo fece tendere maggiormente sotto di me, e i suoi occhi si chiusero totalmente, lasciandosi trasportare.

Spinse il suo bacino contro il mio, mentre con le mani tentava di spingermi di più contro di lui.
'Se vuoi farmi impazzire...ci stai riuscendo, piccola', sussurrò Zayn, respirando rumorosamente

Sorrisi e mi chinai per appoggiare la testa sull'incavo del suo collo: 'ci stai riuscendo eccome', mormorò di nuovo, cercando di regolarizzare il suo respiro.

Morsi appena il suo collo e con la punta della lingua gli sfiorai la clavicola, continuando a strusciarmi su di lui.

Misi una mia mano sullo schienale del letto per appoggiarmi meglio a lui.

'Oh mio Dio, Bee'. Ansimò, inarcando la schiena dal troppo piacere che i miei movimenti gli stavano provocando.

Le sue mani ferme sui miei fianchi, mi strinsero con fervore e cominciarono dolcemente a guidare il mio corpo, facendomi scontrare sul suo rigonfiamento.

Morsi il lombo del suo orecchio, mugolando qualcosa di incomprensibile.

Lo sentivo crescere sotto di me ed ogni suo movimento diventava sempre più profondo, implorandomi di liberarlo e di poter sentire ogni singolo centimetro del mio corpo. 

'Toglili, per favore', gemette, affondando la nuca sul cuscino.

Di tutta risposta smisi di muovere il bacino e lasciai  perdere di torturarlo: Zayn afferrò saldamente le mie cosce, gemendo, ed io mi chinai verso i suoi pantaloni.

Afferrai l'elastico di essi e presi contemporaneamente quello dei suoi boxer, per abbassarli insieme.

Quando le mie dita fecero scendere gli indumenti lungo le sue gambe e sfiorarono la sua pelle bollente, Zayn, fremette in silenzio.

'Non...non so se riuscirò ad avere il pieno controllo su di te'. Guardai la sua erezione pulsate sotto ai miei occhi e deglutii intimorita, alzando gli occhi a Zayn.

Quest'ultimo, con le mani ancora strette sulle mie cosce, sorrise debolmente e spostò una mano fra i suoi capelli, per scostarsi dalla sua fronte sudata.

'Ti aiuto io', parlò a fatica ed annuì leggermente, tentando di rassicurarmi.

Fece salire la sua grande mano lungo il mio fianco e con l'altra  prese il mio polso, che guidò con sicurezza verso la sua erezione.

'So che sai farlo, devi star tranquilla', ansimò, facendo salire la sua mano lungo il mio braccio.

La sua voce spezzata mi ricordò quanto fosse difficile per lui controllarsi proprio in quel frangente.

Non volevo farlo aspettare a lungo. Improvvisamente avevo paura di non essere in grado di trasmettergli tutto il piacere che contenevo nel mio corpo, ma finalmente mi decisi ed ebbi le idee chiare.

Avvolsi nella mia mano calda il suo membro e Zayn si lasciò sfuggire un tremito.

Alzai lo sguardo al suo viso, impacciata, e lo vidi chiudere gli occhi e godere il ritmo quasi esitante della mia mano.

Stavo acquisendo padronanza di quel gesto poco disinvolto e i suoi lineamenti contratti dimostravano che, tutto sommato, non ero poi così male.

Lentamente, conquistai la sicurezza a cui ambivo: ero riuscita nel mio intento, gli stavo dando piacere e lo potevo notare dal tenero modo in cui si mordeva ed inumidiva le labbra.

Le sue dita gelide che reggevano il mio braccio si lasciarono andare in una carezza troppo delicata e scesero quasi inanimate fino alla sua pancia; probabilmente a causa del suo rigido controllo...

Lambii la delicata punga della sua intimità con il polpastrello ed il suo corpo sussultò sotto il mio tocco.

Mi lanciò uno sguardo con i suoi occhi semichiusi: intravidi i lati delle sue labbra inarcarsi fragilmente ed io aumentai il ritmo dei miei movimenti, facendo sballare maggiormente la regolarità dei suoi respiri.

Improvvisamente le sue labbra socchiuse si lasciarono scappare un gemito.

'Bee...' pronunciò il mio nome con voce roca. 'Di...di più'.

Zayn deglutì rumorosamente e strinse gli occhi, avvinghiando maggiormente le sue dita sulla mia coscia.

Capii ben presto cosa volesse dire.

Mi chinai tra le sue gambe virili e presi un profondo respiro: avvicinai le labbra al suo interno coscia e con tutto il coraggio che avevo in corpo, decisi di accontentarlo.

Quando la punta del mio naso sfiorò il suo inguine, avvertii due brividi: il mio e il suo.

Bagnai il suo inguine con la punta della lingua e lui accolse il mio viso,  inarcando appena il bacino.

Sentii uno strano verso, scappare dalle labbra di Zayn. Così, presa dalla paura di aver sbagliato qualcosa, alzai il capo e trovai Zayn ad occhi aperti, con la sua attenzione su di me.

Ci guardammo di nuovo, arrossii alla dolcezza della sua espressione.

Con le labbra mi avvicinai alla sua lunghezza, oramai sempre più gonfia di desiderio, e la circondai con la mia bocca: durante tutto il tempo, Zayn non smise di tirare le lunghe ciocche dei miei capelli, fra le quali aveva intrufolato le sue dita.

Gemette dal piacere come mai aveva fatto, e quello mi bastava.
Non appena raggiunse il culmine del piacere, mi sdraiai dolcemente su di lui e Zayn mi avvolse tra le sue braccia, sospirando.

'Vorrei farti star bene come tu fai con me', le sue labbra sfiorarono il mio orecchio e la sua mano accarezzò delicatamente la mia schiena.

'Lo fai', affermai, nascondendo totalmente il mio viso sull'incavo del suo collo. 

'No Bee, forse non ti rendi conto di cosa mi fai...' Lo fermai immediatamente, facendo forza sulle mie mani ed alzandomi sopra di lui, per poterlo guardare negli occhi.

'Anche tu, Zayn', asserii.

Alle mie parole, le sue labbra si strinsero in una linea sottile e i suoi occhi vagarono incerti sul mio viso: 'sei così bella', sospirò.

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