Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

75- Revenge


"Hostage" | Bradford

[Zayn Malik's pdv]

Caddi a terra.
Guardai le mie mani: le nocche erano macchiate di sangue e il loro colorito sembrava più rosso del solito.

Sentivo ancora il sangue ribollire nelle mie vene, l'adrenalina accelerare il mio battito e la mia testa pulsare.

Portai lo sguardo a quello che era mio fratello, steso difronte a me, e feci un verso di disprezzo, osservandolo.

Non sapevo quali erano le condizioni del mio viso, le condizioni del mio corpo e quanti lividi ricoprivano le parti doloranti del mio torace.

Le uniche cose che potevo vedere erano le ferite che ricoprivano il suo, di corpo.

E ne andavo fiero. Vederlo dolorante e pieno di sangue a terra non mi toccava minimamente.

I suoi capelli biondi ormai erano spettinati e gli cadevano sulla fronte, coprendo un'enorme arrossamento che con un pugno gli avevo causato.

Guardava l'alto, forse stava semplicemente meditando sulla sua stupidità.

'Questo è l'inizio Niall', sospirai, passandomi il dorso della mano sulla bocca.

Sentivo il mio viso accaldarsi sempre di più, forse lo sfogo era servito a ben poco.

Più tenevo il mio sguardo su di lui, più la voglia di prenderlo a botte aumentava.
Se fosse stato un sacco da boxe, forse, non mi avrebbe ispirato così tanto.

L'idea delle sue mani addosso alla mia ragazza mi mandava fuori di testa; puntualmente avevo voglia di riprendere e ferali del male. Così tanto male da farcelo pensare prima di metterle le mani addosso.

Niall fece un gemito e puntò i gomiti sul pavimento, per alzarsi su.

'Merda', imprecò, portandosi una mano sulla fronte.

Si spostò i capelli e strinse gli occhi, prima di nasconderli sotto al palmo della sua mano.

'Non devi toccarla', dissi a denti stretti, 'fai veramente schifo, Niall'. Alle mie parole feci forza sulle mie braccia e mi aiutai ad alzarmi dal pavimento.

Gli andai difronte, nonostante quel pezzo di merda non osasse guardarmi, gli diedi un lieve calcio sulla gamba, per richiamare la sua attenzione.

Alzò il capo verso di me e lo vidi aggrottare la sua fronte, 'cosa cazzo vuoi?' Domandò, scontroso.

'Onestamente?' Chiesi, con tutta calma, portando le mani ai fianchi. Non lo lasciai rispondere, 'ammazzarti, lo farei davvero', ammisi.

Niall fece una risatina e scosse la testa, tornando a guardare altrove.

'Poteva benissimo evitare di venir qui a cercare spiegazioni', disse con disinvoltura, alzando le spalle.

Improvvisamente la parete accanto a lui divenne interessante; cercava di non incrociare il mio sguardo, voleva evitarmi, ma la sua strafottenza non cessava.

Cercai di mantenermi calmo. Presi un profondo respiro ed inalai tutta l'aria che avevo attorno.
Non potevo ancora prenderlo a botte; lo avrei fatto ma, in tutta sincerità non avevo voglia di passare ancora del tempo in quella casa.

Bee era sola, con Liam, forse disperata ed ancora tremolante per quello che Niall le aveva fatto. 

'La sua curiosità non giustifica il tuo comportamento!' Esclamai. Dovevo dimostrarmi maturo, o almeno per quel poco che restava.

Lo sentii ridere, come se tutti i pugni in faccia no gli fossero bastati: 'quale comportamento!?' Improvvisamente si voltò a guardarmi.

'Sei così stupido!' Sghignazzò ancora e mi guardò con sufficienza, 'sapevo saresti venuto qui per difendere la tua fidanzatina, fratello, ma so anche per certo che mi hai ridotto così senza sapere un cazzo!' Affermò. E pure convinto.

'L'hai toccata', gli impedii di procedere nel suo inutile discorso, 'questo basta per farmi sbattere in galera'. Lo guardai con serietà, ma a quanto pareva, ne aveva prese davvero poche.

Ricominciò a ridere e si portò i capelli all'indietro, intrecciando le dita tra di essi e tornando a guardare altrove.

'L'ho quasi fatto', mi corresse, quasi rammaricato.

'È davvero troppo convinta del tuo amore, per succhiarmelo'. La sua affermazione mi fece per un attimo sconnettere.

Non mi concentrai alla perfezione sulle sue parole - altrimenti sarebbe già morto; tornai indietro nel tempo, a quando arrivò a drogarla per farsi toccare.

Era davvero messo male per quanto riguardava le donne: insomma, quasi stuprare e drogare una donna per una prestazione era davvero sconcertante.

'Sono così pallose queste ragazze serie...' La sua affermazione mi fece riscuotere dai miei pensieri, facendomi tornare alla realtà.

Lo vidi alzare gli occhi al cielo ed appoggiare i palmi delle mani sul pavimento. Si fece forza con le braccia e storse il viso in un'espressione indolenzita, quando cercò di alzarsi.

'Fottiti Zayn', imprecò, gemendo.

Una risatina mi scappò dalle labbra: poteva sembrare diabolico, ma mi faceva piacere vederlo in quello stato, a causa mia.

Mi piaceva vederlo senza forze, incapace di muoversi dal pavimento.

Lo meritava. Doveva capire cosa significava essere debole ed indifeso.
Doveva comprendere le cose a pelle per fargli capire quanto facesse schifo.

***

"Hostage" | Wolverhampton

Vidi Liam seduto comodamente sul divano con un libro tra le mani; preso a leggere.

Non lo vedevo così da tempo: Liam era da sempre stato un ragazzo tranquillo anche se ultimamente aveva cambiato frequentazioni, e spesso capitava di trovarlo a fumare, con qualche donna,  oppure ubriaco in giro.

Quelli erano i suoi nuovi passatempi.

Non era un cattivo ragazzo, era sempre e comunque gentile, pronto ad aiutarmi e sempre solare con tutti.

Era forse il mio opposto, un ragazzo che vedresti bene in biblioteca o a scuola, a studiare.

O magari con una ragazza fissa, un lavoro ed un ottimo rapporto con tutti.

Avevo sempre pensato che quella maschera da pezzo di merda non si addicesse al suo carattere e, onestamente, quando lo vidi leggere le righe di un libro con interesse, mi tornò in mente i vecchi tempi.

Le sue vecchie abitudini, quando studiava economia e commercio.

Aveva cambiato abitudini ma non mi interessava correggerlo, l'importante era che il suo carattere restasse quello, che stesse bene e che tra noi restasse l'amicizia che da sempre avevamo.

Non ero adatto a cambiare la gente: nessuno doveva farlo con me ed io non mi permettevo di farlo con nessuno.

'Dove sta?' Domandai, andando verso di lui.

Liam alzò di scatto lo sguardo dal suo libro e proiettò la sua attenzione su di me, lasciandosi scappare un profondo sospiro di sollievo.

'L'ho accompagnata in camera...' Posò il libro sul divano, 'abbiamo parlato molto, sai?' Chiese. Con la mano colpì il posto accanto a se ed intuii volesse raccontarmi qualcosa.

Andai verso di lui anche piuttosto allarmato e non staccai gli occhi dal suo volto, mentre percorrevo i pochissimi metri che distavano tra noi.

Mi sedetti accanto a lui e quest'ultimo puntò subito il suo sguardo su di me, in maniera tagliente.

Ispezionò il mio volto indolenzito e poi passò al mio petto, scendendo fino alle mie braccia scoperte e tatuate.

'Abbiamo fatto a botte, senza che me lo chiedi', lo fermai senza indugio, sapevo dove volevano arrivare i suoi occhi angosciati.

'Non ne avevo dubbi', mi guardò storto e sbuffò, sprofondando con le spalle contro allo schienale del divano.

'Di cosa avete parlato?' Non volevo porre quella domanda e sembrare malfidato ma se lui la portava troppo per le lunghe o aveva intenzione di non dirmelo, allora dovevo intervenire.

Lo guardai incuriosito e lui alzò superficialmente le spalle, 'di tante cose, ma nulla di preoccupante', mi sollevò.

Mi guardò un attimo, 'era davvero agitata e dovevo farla tranquillizzare in qualche modo'.

'Ora?' chiesi. Mi passai istintivamente le mani sulle cosce e mi resi conto da solo di quanto fossi agitato.

Non c'era un motivo esatto per il quale innervosirmi, ma mi leccai comunque più e più volte le labbra, cercando di calmarmi.

'Ora dorme, credo'. Fece una risatina, 'ho fatto ciò che potevo; non sono il suo ragazzo e non posso permettermi di baciarla o di tenerla qui, sopra a me', si indicò le ginocchia.

'Mh'. Mormorai soltanto.

Guardai difronte a me e persi per qualche secondo lo sguardo tra le mura di quella casa.

Restammo in silenzio: forse Liam comprendeva il mio stato d'animo e capiva che volevo per un attimo rilassarmi, prima di prendere in mano la situazione.

'Quel che ti ho detto è stato un modo raffinato per dirti di muovere il culo ed andare da lei'. Lo sentii dire, con una voce rimproverante.

Scattai a guardarlo e lui sbarrò gli occhi, seccato, 'madonna Zayn, sei ancora qui!?'

***

Aprii lentamente la porta di quella che era diventata la mia camera e sbirciai all'interno, facendo attenzione a non provocare rumori.

Bee era sdraiata a pancia in sotto sul letto e dormiva con la guancia contro il cuscino: da lì potevo vedere a malapena il suo viso ma quando entrai completamente nella stanza ed andai verso di lei, vidi i suoi occhi chiusi e il suo viso molto più sereno.

Volevo andare da lei e starle un po' vicino, fino a quando non si sarebbe svegliata.

Ma vista la faccia che Liam aveva fatto poco prima, non ci voleva molto a capire che forse avevo qualche ferita in viso e che sarebbe stato meglio andarsi a fare una doccia, se non volevo sentirla urlare.

Perciò mi diressi verso l'armadio dove avevo i miei abiti e presi dei boxer stranamente bianchi, puliti.

Mi diressi in bagno e non appena fui dentro, chiusi la porta alle mie spalle e girai la chiave.

Tolsi la maglia buttandola sopra il lavandino e poi feci lo stesso con i boxer che avevo ancora addosso.

Andai verso la cabina doccia ed ed aprii l'acqua, così che potesse scaldarsi un po'.
Il getto d'acqua bollente non tardò ad uscire e mi infilai subito sotto di esso per sentire un po' di caldo sul mio corpo.

Rimasi sotto l'acqua ancora per qualche secondo.

Chiusi le palpebre come per pensare, in realtà volevo soltanto evitare che l'acqua mi entrasse negli occhi.

Pensare sarebbe stata la cosa migliore da fare dopo tutto ciò che era successo nelle ultime ore ma, onestamente, non avevo voglia di ripensare a Niall.

Presi il primo shampoo che mi capitò davanti dalla piccola mensola, che era attaccata all'angolo della doccia, e ne spremetti un po' sulla mia mano.

Mi lavai in santa pace e restai nella doccia per circa mezz'ora.
L'acqua addosso mi distendeva e faceva in modo che i miei muscoli tesi si alleviassero, facendomi rilassare.

Finii di farmi la doccia e mi asciugai i capelli con una semplice passata di asciugamano, lasciandoli infatti umidi.

Non appena conclusi di gettare gli abiti sporchi nel cesto, mi diressi davanti allo specchio e mi passai una mano sulla barba incolta che ricopriva la mia mascella e il mio mento.

Non ero abituato a tener la pelle sempre liscia e a tagliarla ogni volta che cresceva, spesso la lasciavo corta.
Ma sapevo che a Bee piaceva quando la radevo e per questo decisi di tagliata.

Nonostante fosse un gesto inutile e stupido, vista la situazione: aprii uno sportello del mobile ed afferrai il rasoio di Liam; lo stesso con in il quale mi tolsi la barba.

[Bee Tomlinson's pdv]

Mi svegliai di soprassalto e sentii che delle calde lacrime rigavano le mie guance.

Saltai su dal letto e portai le spalle contro la spalliera, prendendo un profondo respiro dal naso.

Non ero abituata agli incubi, era difficile che riuscissi a svegliarmi a causa di un brutto sogno, visto il mio sonno pesante .

Ma il mio subconscio stava riportando tutto a galla, nel mio sogno, facendomi spaventare.

Mi stava addosso, Niall e la sua voce sottile sembravano volessero ancora farmi nel male.
Nel sogno tutto tornò improvvisamente reale, come se non fossi mai riuscita a scappare.

Lentamente, cercai di riprendere fiato con un lungo respiro, riempiendo i polmoni con l'aria necessaria.
Ma non riuscivo a respirare, un peso insopportabile schiacciava i polmoni.

Non importava quanto io mi sforzassi e mi contorcessi, il peso rimase costante.

'Fanculo', gemetti, spingendo sul petto, cercando invano di allontanare quel peso.

Lacrime isteriche cominciarono a scendere violentemente sulle guance; ero come intrappolata da quella sensazione di vuoto e di dolore che avevo vissuto pochissime ore prima.

Scesi velocemente dal letto e portai i miei piedi a toccare il pavimento, sedendomi sul bordo di esso.

'Zayn', piagnucolai e chiamai invano il suo nome, massaggiandomi le tempie.

Mi scossi improvvisamente, al rumore di qualcuno che apriva lentamente la porta.

Il dolore alla testa mi stava uccidendo e dovetti strizzare gli occhi per potermi concentrare ai rumori che avevo attorno.

Sentii il leggero cigolio della porta e subito dopo intuii fosse stata chiusa, dal flebile rumore che aveva fatto.

Era Zayn? Non lo sapevo esattamente; ma chiunque lui fosse, stava facendo piano, forse convinto che stessi ancora dormendo.

[Zayn Malik's pdv]

Bee corse verso di me: non potei vedere alla perfezione il suo viso, ma quei pochi secondi nei quali intravidi il suo volto, capii che stesse piangendo.

Mi saltò addosso, le sue braccia alsi avvolsero attorno al mio torace nudo e la sua guancia bagnata venne a contatto con il mio petto.

Il suo respiro regolare e profondo mi fece capire che aveva finalmente ceduto alla paura e alle emozioni della giornata.

Percepivo tutto in modo strano. Tutte quelle sensazioni, tutti quei desideri, quell'amore così intenso.

Per la seconda volta, con lei, mi sentivo bruciare l'anima e non sapevo bene come comportarmi.

Era orribile ciò che le stava per succedere a causa di mio fratello e forse, anche a causa mia.
Se soltanto le fosse successa una cosa del genere, penso che mai me lo sarei perdonato.

La strinsi contro di me con più attenzione possibile e la sentii sospirare beata, forse finalmente stretta dalle mie braccia.

Mi piaceva: sapere che lei mi voleva vicino e volesse stringere il mio corpo per calmarsi, mi piaceva. Non volevo chiedergli subito cosa fosse successo, era ovvio il motivo per il quale stesse piangendo...

Preferivo abbracciarla e consolarla in silenzio, come facevo sempre con lei: durante la notte, nei momenti di dolcezza...desiderava che l'abbracciassi, l'accarezzassi e che le stessi vicino.

Era qualcosa di intimo solo tra noi due, mio e suo, il nostro mondo, il nostro amore. Tutto il resto non contava nulla, tutto il resto era al di fuori quando la sentivo avvinghiata a me.

Posai il mio mento sulla sua testa e le affondai le dita di una mano tra i capelli, accarezzandole dolcemente la nuca.

Mi sentivo tremendamente incapace di far qualcosa, incapace di farla sfogare abbastanza.

'Bee...' Mormorai, con una voce piuttosto languida.

Lei fece un flebile mugolio e si strinse più forte a me, strofinando la sua guancia contro il mio petto.

'L'ho ammazzato di botte', dissi, come per rassicurarla.

La sentii irrigidire. 'Ti ha fatto male?' Domandò, preoccupata.

Non feci nemmeno in tempo a rispondere che il suo capo si alzò e mi guardò diritta in viso, con la fronte aggrottata.

'Hai un occhio quasi nero!' Esclamò, sbarrando gli occhi.
La sua piccola mano si diresse verso di esso e con delicatezza percepii il suo polpastrello, tracciare delicate linee sulla mia sopracciglia.

'Lascia perdere', le presi un fianco mentre con l'altra mano afferrai la sua e la tolsi dal mio viso.

'Piuttosto...' Mi leccai le labbra; sapevo di star già innervosendo al solo ricordo.
Portai la sua mano attorno al mio busto insieme all'altra e le afferrai entrambi i fianchi, attirandola un po' verso di me.

'Scusa per averti urlato contro, prima'. Non sopportavo l'idea di averla sgridata e di esser stato così stronzo con lei.

Aveva fatto di testa sua, sì, ma quello che era successo era abbastanza grave da eliminare il resto.

La guardai abbastanza pentito e mi costrinsi con tutto me stesso a non staccare gli occhi dai suoi.
Bee scosse la testa e chinò leggermente in capo; abbastanza per poter fissare il mio petto.

'Hai ragione', ammise, muovendo una mano sulla mia schiena.
Salì e scese lungo la mia spina dorsale con ingenuità, lasciando che la mia pelle nuda si accapponasse al solo tocco.

'Ho...ho ragione ma non è il caso di soffermarsi a quello', balbettai.

Ero improvvisamente diventato timido e il mio corpo prese ad accaldarsi, inevitabilmente.

'Vieni?' Di scatto le afferrai il polso e mi scansai da lei, dirigendomi con rapidità verso il letto.

Non ero in grado di capire se sdraiarmi, parlarle e farla sfogare sul letto sarebbe servito per alleviare il mio improvviso battito accelerato.
La situazione era un'altra e non potevo permettermi di concentrarmi troppo alle reazioni fisiche.

Ci sdraiammo sul letto, entrambi su un fianco, e Bee restò poco distante da me, rivolta con lo sguardo sul mio volto.

Allungai un braccio e le feci un cenno col capo, indicandole il posto libero e lasciandole intuire che la volessi in braccio a me.

Lei, senza obiettare, rotolò sul letto e posò la nuca sul mio braccio, restando supina sotto ai miei occhi.

'Voglio che da oggi mi dici le cose prima di fare queste cazzate, mh?' Sorrisi lievemente e portai l'altra mano verso il suo viso.

Le passai lentamente una mano sullo zigomo, scendendo ad accarezzarle  le labbra, e mi meravigliai di come accanto a lei non mi disturbasse rimanere immobile.
Per guardarla avrei rinunciato a muovermi in eterno.

Le sfiorai dolcemente il labbro inferiore e glielo abbassai leggermente, facendo inarcare la sua bocca in un ormai sperato sorriso.

'Io voglio che tu non mi nasconda le cose', ribatté, facendo percepire al mio indice i movimenti delle sue labbra.

'Non ti nascondono cose', mi giustificai, spostando il mio polpastrello verso il suo mento.

'Mh', alzò gli occhi al cielo. 'Lo fai, lo sai meglio di me, Zayn'. Mi riprese con troppa serietà.

Non volevo farla arrabbiare; infondo era inutile negare o fare giri di parole.
Era ovvio che non le avessi detto ancora tutto ma, d'altra parte, non lo vedevo semplicemente come un nascondere le cose. Più che altro un non riuscire a dirgliele.

Annuii, consapevole che quella fosse la verità, e lei sospirò.

Si mosse sotto di me e si voltò su un fianco, posò una mano sul mio petto e mi spinse giù, facendo in modo di ribaltare le situazioni e di potersi agganciare su di me.

Seguii i suoi movimenti e mi misi comodo con la testa contro il cuscino, accogliendo fra le mie braccia il suo piccolo corpo.

Sospirò soddisfatta e non appena finì di allacciare il suo braccio attorno al mio petto, mosse la testa,  affondandola nell'incavo del mio collo.

Un brivido mi corse lungo la schiena, fermandosi all'altezza dello stomaco.

La amavo, sapevo di farlo.
Mai avevo provato così tante cose dentro di me, al semplice sfiorarmi di una donna.

Non riuscivo a non pensare a lei, era la mia continua ossessione, la mia prima preoccupazione e ormai ne ero certo.

Le posai piano una mano sulla testa ed intrecciai le mie dita fra i suoi capelli, facendola mugolare.

La sentii stringere maggiormente il mio corpo e una delle sue gambe presero ad accarezzare una mia coscia, mentre il suo ginocchio strusciava sul mio chiedendomi spazio.

Feci per aprire le gambe, così d'accontentarla, ma non appena provai a farlo; mi imprigionò spostando un polpaccio quasi all'altezza del mio bacino.

Sapevo che quel movimento fosse abbastanza pericoloso, ma tentai di non pensarci.

Abbassai lo sguardo verso il basso, ma anche lì, l'unica cosa che potei vedere fu la sua gamba, avvinghiata al mio corpo rigido.

Deglutii rumorosamente e mossi distrattamente le dita fra le sue ciocche scure; sperando che quel movimento mi distraesse.

'Sono soltanto tua, vero Zayn?' Domandò contro il mio collo, con una voce impaurita.

Di tutta risposta la strinsi ancora un po' a me, circondandole le spalle con il braccio sul quale era sdraiata.

'Di chi altri sennò?' Chiesi, fingendomi offeso.

'Ti amo'.

Quelle due parole pronunciate con un desiderio necessario e sofferente mi fecero bloccare di scatto.
Un dolore acuto trasformò la mia calma apparente in qualcosa di molto diverso e la voglia di lei mi accecò, lasciandomi senza fiato.

Dovevo rimanere immobile, ne andava della mia coscienza, dovevo imporlo al mio corpo. Eppure l'eccitazione correva dentro di me non lasciandomi scampo.

Inspirai profondamente tentando di controllare le mie reazioni involontarie, ma ormai dovevo sapere che non sarei mai riuscito a contenermi.

Deglutii ancora e la sentii stiracchiarsi e addossarsi ancora più contro di me, lasciando veramente poco spazio alla mia immaginazione.

I suoi seni giusti e morbidi si schiacciarono contro il mio torace e mi accorsi ancora una volta di non voler affatto spostarmi, ma di desiderare un contatto ancora più profondo con lei.

Averla quasi sopra mi rendeva instabile. Letteralmente instabile.

'Ti amo anche io così tanto, sai?' Mi sforzai a non gemere, quando parlai.

'Ti ho desiderato davvero tanto, oggi'. Bisbigliò, tornando comodamente a posare la sua guancia contro il mio petto. 'Se soltanto fossi stato con me...non sarebbe successo', il rammarico persuadeva la sua voce.

Stava parlando con terrore, sentivo che dovevo starle vicino e mi sforzavo in tutti i modi a farle ciò che sentivo di darle, per farla sentire sicura.

Ma la sua ingenuità e la sua sbadatezza, ancora una volta, mi offuscarono la mente.

La sua mano si posò sul mio stomaco ed io strinsi i denti, impedendo a me stesso di reagire, così come di parlare.

Se soltanto mi avesse accarezzato il torace non avrei più risposto di me, era un desiderio troppo forte per poter resistere.

Sospirai stremato da quel contatto involontario e tentai di rilassarmi.

Cosa estremamente impossibile. Il suo ginocchio si muoveva involontariamente contro la mia erezione facendomi mordere le labbra a sangue.

Dovevo controllarmi, dovevo riuscirci, mi rifiutavo di portarla a letto in un momento del genere; non ci avrei mai provato a farlo, non ne ero mentalmente capace.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro