74- Dickhead
"Hostage" | Bradford
Mi sembrava di vivere un film dell'orrore, uno di quei film dove per scelta dello scrittore la protagonista si salva e riabbraccia una delle persone più importanti della sua vita.
Abbracciai Zayn così forte che per un attimo smisi di respirare, per inalare il suo familiare profumo.
Lo strinsi a lungo, fino a quando le sue mani non si posarono sulle mie spalle e mi allontanarono bruscamente da lui.
'Cosa cazzo ti è successo!?' Mi guardò diritto negli occhi e poi spostò i suoi, cupi, sul mio viso; per ispezionarmi con attenzione.
Mi leccai le labbra ed abbassai lo sguardo al suo petto.
Non sarebbe stato semplice dirglielo, ammettere di aver fatto una cazzata, spiegare che il mio comportamento da bambina mi aveva fottuta e prepararmi abbastanza alle sue urla.
Concentrai il mio sguardo sulle piccole macchioline di sangue che avevano sporcato la sua maglietta grigia; mutando totalmente la semplice scritta 'nike', impressa su di essa.
Sentii una delle mani di Zayn spostarsi dalla mia spalla ed avviarsi verso il mio viso.
Una volta lì, si posò proprio sopra alla mia bocca, dove il sangue che avevo perso aveva lasciato una leggera scia.
'Bee, parlami'. Sembrò essere più paziente quando parlò.
Con il pollice mi accarezzò delicatamente lo zigomo, lasciando che i miei muscoli si alleviassero leggermente sotto al tocco del suo polpastrello.
Non sapevo cosa dire. Di colpo la mia mente risultò vuota, la mia bocca asciutta e i miei occhi persi sul suo viso; forse increduli di averli difronte.
'Penso che dovremmo chiamare qualcuno'. Una voce leggermente più agitata e sciolta mi riscosse, facendomi guardare alle spalle di Zayn.
Un ragazzo dai capelli castani e dagli occhi marroni teneva una mano sulla spalla di Zayn e mi guardava con preoccupazione.
'Qualcuno?' Zayn scattò verso di lui e lasciò il mio viso per voltarsi ed ispezionare suo amico con titubanza.
'Un medico...' Propose quest'ultimo, confuso.
Inizialmente intravidi gli occhi di Zayn sbarrarsi e, subito dopo, percepii il suo sguardo addosso a me.
'Cosa ti è successo?' Il suo amico fece un passo verso di me e mi spostò i capelli ormai spettinati da viso, portandoli dietro al mio orecchio.
Puntai gli occhi sul suo viso: sembrava un tipo tranquillo, i suoi occhi ispiravano dolcezza, il suo sorriso rassicurante altrettanto...soltanto; non si poteva dire lo stesso dei tatuaggi che gli ricoprivano le mani.
'Bee, rispondici per favore'. L'intevento di Zayn fu seguito dalla sua di mano, che prese la mia penzolante ed intrecciò le nostre dita.
Portò le nostre mani unite verso le sue labbra e posò un docile bacio sulle mie nocche, sorridendomi di seguito, come per rassicurarmi.
'Liam, perché non risponde?' Zayn deglutì rumorosamente e guardò il ragazzo accanto a lui con gli occhi pieni di terrore.
Sapevo di dover rispondere ma, improvvisamente, la voglia di restare in silenzio e la paura di ammettere al mio cervello le cose; mi fermavano.
Non ero pronta a farlo arrabbiare, a vederlo teso, lontano da me e su tutte le furie. Perché così sarebbe andata.
Abbassai il capo e fissai il cemento sotto ai miei piedi.
'Ti arrabbierai con me'. Inghiottii la poca saliva che avevo in bocca per evitare di balbettare e di scoppiare ancora a piangere, dimostrandomi troppo sensibile.
Senza guardarlo negli occhi capii che si stesse sollevando, udendo il leggero sospiro che si era lasciato scappare.
'Non mi arrabbierò', lo sentii dire.
Zayn mi prese il viso fra le mani, mi alzò il capo e puntò i suoi occhi nei miei.
Sapeva anche lui che, visti i guai nei quali ero abituata a cacciarmi, sarebbe andato su tutte le furie; lo si intuiva dal tono falsamente sicuro della sua voce.
'Ieri, quando ho parlato con Harry...' Mi fermai immediatamente.
Ero solita dire le cose in maniera sbagliata o di farlo senza riflettere e quello non era il momento di sbagliare.
'Harry!?' La voce di Zayn si rialzò di colpo, facendomi irrigidire.
E quella era la mia più grande paura; non volevo vederlo nervoso, incazzato con me e pronto a buttar fuori la sua rabbia con centinaia di parolacce.
Abbassai il capo e coprii nuovamente il mio viso con le lunghe ciocche dei miei capelli.
'Ti avevo detto di lasciarlo perdere Bee, capisci o no che non devi avere a che fare con lui!?' Continuò. Sentii le sue mani far pressione sul mio viso, forse cercando di farmi alzare lo sguardo.
'Non ti ha ancora detto niente...' Il suo amico intervenne afferrandogli di impulso un braccio e, tentando di non farsi sentire da me, bisbigliò un 'calmati', severamente.
Se pur intimidita, alzai il capo e portai gradualmente i miei occhi addosso a Zayn.
Lo vidi annuire forzatamente, sospirare e stringere i denti, voltandosi poi verso di me.
I suoi occhi scuri si incontrarono per l'ennesima volta con i miei, terrorizzati.
Tese fortemente la mascella.
Stava cercando in tutti i modi di trattenersi, era evidente da ogni sua singola reazione.
'Mi ha detto che avete litigato', ripresi, leccandomi agitatamente le labbra.
'Ti ha detto cosa!?' Le sue mani lasciarono di impulso il mio viso e i suoi occhi si sbarrarono difronte ai miei.
'Non mi ha detto il motivo'. Lo fermai immediatamente; sapevo che l'idea di esser uscito allo scoperto lo spaventava; ma purtroppo non era così.
Zayn sembrò sollevarsi alle mie parole ed annuì con interesse, invitandomi a parlare.
'Per questo sono andata lì...da tuo fratello'. I miei occhi si catapultarono involontariamente sulla strada, di nuovo.
Strinsi i denti e feci in modo da prepararmi psicologicamente a quella che sarebbe stata la sua reazione.
'Mio fratello?' Zayn avanzò di un passo, sentii perfettamente il suo petto sfiorare il mio capo.
'Niall?' La sua mano mi afferrò un braccio e strinse le sue dita attorno alla mia pelle, innervosito.
Annuii.
'Cosa!? Bee, cazzo, sei fottutamente impazzita!?' La sua mano mi scosse e poi si allontanò da me di qualche passo.
'Quante volte ancora hai intenzione di fare di testa tua? Eh!?' Strillò. Vidi al sua sagoma allontanarsi ed alzai cautamente lo sguardo, prima che i miei occhi potessero ricominciare ad appannarsi, a causa delle lacrime.
Era poco lontano da me, con le mani strette nelle ciocche corvine dei suoi capelli. 'Abbiamo quasi mandato tutto a puttane per la tua impulsività del cazzo!' Sbraitò.
Quando mi convinsi a guardarlo: Zayn era in piedi davanti a me, con quei pugni stretti e quelle nocche biancastre: i suoi occhi marroni erano diventati scuri come la notte.
Quando mi accorsi di starlo ormai fissando, mi accorsi anche di come lui mi teneva gli occhi addosso.
La sua mascella tesa, i suoi muscoli tirato, la sua rabbia; ogni parte di lui sembrava detestarmi.
Persino quando feci un passo esitante verso di lui.
'Zayn...' La mia voce si spezzò, come da copione, e distolsi i miei occhi dai suoi, rivolgendo i mio sguardo verso il pavimento sotto i miei piedi.
'Perché ti comporti così?' mi chiese con voce fredda e dura.
'Io non...cosa devo fare?" le lacrime iniziarono a pizzicarmi gli occhi ma mi rifiutai di lasciarle scivolare fuori. Avevo già pianto abbastanza per sopportare ancora quel dolore stroncante.
'Un cazzo!' Esclamò. 'Cosa devi fare? Hai un carattere di merda, hai sempre voglia di far come cazzo ti pare, continua a farlo!' Sdrammatizzò. La sua falsa ironia, piena di cattiveria, mi fece aprire un vortice nello stomaco.
Riconoscevo i miei errori ma, onestamente, detti in quella maniera, da parte sua e in un momento del genere, mi devastavano.
Mi aspettavo anche che si sarebbe avvicinato a me e mi avrebbe stretto in un abbraccio, per confortarmi come faceva sempre; soprattutto trovandomi in quelle condizioni.
Ma questa volta rimase immobile come una statua.
'Non intendevo far tutto questo...voglio dire: ho sbagliato ma...' La sua voce mi fermò, intervenendo con un tono molto più alto del mio.
'Hai sbagliato, hai sbagliato, hai sbagliato...' Cantilenò, seccato. 'Sai quante cazzo di volte lo hai detto!?' Urlò, allargando le braccia.
Alzai imponente il capo, lottando contro me stessa, e lo osservai mentre mi teneva lo sguardo addosso, esausto.
'Non ho bisogno dei tuoi riassunti', affermai scontrosa.
Spostai lo sguardo attorno a me e mi passai nervosamente una mano fra i capelli, tirandoli inutilmente, per cercare di mantenere l'ultimo briciolo di sanità mentale.
Intravidi il suo amico, immobile, poco lontano da noi.
I suoi occhi si alternavano fra noi, come se stesse cercando di comprendere il discorso o di intervenire in maniera intelligente.
'Sì, invece, ne hai bisogno', mi riprese Zayn, con ostinazione.
'Posso ricordarmene da sola, ricordo bene le cose'. A quella frase, posizionai i miei occhi diritti nei suoi, concentrandomi alla sua espressione.
Strinsi anche io i pugni e sentii il mio viso accaldarsi dall'agitazione; ero consapevole di ciò che avevo detto.
La sua fronte di aggrottò, ma non con confusione; piuttosto con incredulità.
'Stai davvero rivangando il passato per giustificarti!?' Domandò con incredulità, cercando di mantenersi calmo.
Annuii. Lo feci con convinzione e poi lanciai un'occhiata al suo amico; giusto per assicurarmi che fosse ancora lì.
Odiavo litigare con Zayn o semplicemente discutere ad alta voce con lui; figuriamoci con uno dei suoi migliori amici a pochi metri da noi.
'I miei errori non giustificano il tuo comportamento', si indicò e fece un passo verso di me. 'Tutte le volte che sono io a fare cazzate mi scuso, non rigiro la frittata a mio favore, Bee.' I suoi occhi si socchiusero e sembrarono bruciarmi addosso.
Mi guardava con così tanta intensità che quasi mi venne voglia di voltarmi o scappare da qualche parte.
Aveva ragione. La mia impulsività e le mie parole erano sempre pronte a giustificare impercettibilmente me stessa piuttosto che a riconoscere i miei errori.
'Scusami'. Mi voltai a guardare la strada e nascosi le braccia dietro alla schiena. Non volevo vedere il suo viso o qualsiasi espressione che esso avrebbe acquistato alle mie parole.
Lo sentii sbuffare. Forse rassegnato.
Restammo tutti in silenzio per qualche minuto: il vento soffiava in mezzo ai miei capelli scompigliandoli e i leggeri rumori della natura erano l'unico suono udibile.
In altre situazione mi avrebbero rilassata.
Il mio carattere era forse troppo forte e simile a quello di Zayn, in alcuni vasi. Forse per quello entrambi finivamo per non sopportarci, quando affrontavamo determinati discorsi.
Tutto sta che Zayn, consapevole dei nostri caratteri e forse addolcito dalla situazione, venne verso di me e mi prese le spalle.
'Cos'è successo con Niall?' Domandò, cercando di catturare la mia attenzione.
Soltanto il suono di quel nome mi fece tornare in mente tutto. Quei pochi ma interminabili minuti dove il suo corpo aveva sottomesso il mio, rendendomi quasi un oggetto.
Sentivo il mio labbro inferiore tremare e la mia voce fin troppo debole per parlare. Sapevo che se lo avessi fatto sarei scoppiata in lacrime.
'Bee, diccelo'. Sentii subito dopo la voce più cauta di Liam ed una grande mano posarsi sulla mia schiena.
'M-mi ha quasi picchiata', una lacrima mi percorse lo zigomo, cadendo lentamente fino al suolo. 'È successo tutto così veloce...' Un singhiozzo fermò la mia voce ed inevitabilmente le mani di Zayn strinsero più forte le mie spalle.
'Dov'è ora Niall?' Domandò il suo amico, abbassando leggermente il capo per cercare di intravedere il mio viso.
Scossi la testa, lasciandogli intendere che non ne avevo idea.
'Bastardo', bisbigliò, lo sentii muovere delicatamente la sua mano sulla mia schiena.
Un brivido mi percorse la schiena. Soltanto l'idea di sentire una mano sconosciuta addosso mi faceva irrigidire.
'Voleva approfittarsene di te, vero?' Zayn mi scosse leggermente, come era solito fare quando l'ansia prendeva il sopravvento su di lui, 'l'ha fatto?' Continuò, preoccupato.
Non avevo il coraggio di proferire parola.
'Bee, l'ha fatto? Rispondici', insistette il suo amico. Intravidi l'ombra del suo corpo su di me ed i tuoi che stesse facendo di tutto per potermi guardare in faccia.
Sapevo che prima o poi avrei dovuto rispondere. Zayn avrebbe spaccato qualcosa nel giro di qualche minuto se avessi continuato a fissare il terreno e non avrebbe avuto senso continuare a tacere.
Presi tutta la forza che avevo in corpo e quando alzai di poco il capo per poter vedere Zayn: una fitta mi colpì il cuore.
Non ricordavo i suoi occhi così lucidi, le sue labbra così rosse a causa dei morsi e il suo sguardo così disperato.
'Ho avuto tantissima paura', deglutii a fatica, 'mi ha sbattuta al muro, mi...mi...' Lasciai la frase a metà, ricordandomi del suo amico.
'Ti?' Mi riprese.
'Mi ha...' Un'altra lacrima si lasciò scappare dai miei occhi, ma quest'ultima non fece in tempo a correre via lungo il mio viso. Zayn la catturò con il polpastrello del suo pollice e mi accarezzò la guancia, 'ti ha toccata?' Domandò, con un filo di voce.
Annuii, annuii con timore e come immaginavo; feci più che bene a preoccuparmi.
Gli occhi di Zayn si sbarrarono con rabbia e il suo sguardo si catapultò sul suo amico: 'lo ammazzo di botte', ringhiò, annuendo a se stesso.
Vidi il colorito della sua pelle mutare in qualcosa di più rossastro e delle vene gonfiarglisi lungo il collo, 'lo ammazzo', ripeté.
Sentii Liam fare una mossa verso di lui, forse per intervenire e fermarlo; ma Zayn, dopo aver stretto i suoi denti così forte da far tirare la sua mascella, si voltò e cominciò a camminare con decisione verso la sua macchina.
Non appena gli fu difronte tirò un pugno allo sportello nero della sua auto e borbottò qualcosa.
Aprì lo sportello, salì, lo rinchiuse e in un'istante il motore dell'auto si accese, seguito da una violenta accelerata ed un'enorme nube di fumo.
***
"Hostage" | Wolverhampton
'Siediti qui' Liam mi accompagnò con una mano dietro alla spalla fino ad uno dei divani che riempivano il soggiorno, e con un sorriso cordiale mi fece sedere.
Mi guardai intorno.
Non sapevo come ero arrivata fin lì. Qualche ora prima, prima di raccontare tutto a Zayn, prima di vederlo andar via e prima ancora di prendere una metropolitana insieme al suo amico; pensavo di non arrivare sana e salva al giorno dopo.
Avevo ormai previsto tutto, mi sentivo in equilibrio su un filo e quasi pronta a cadere nel vuoto; tra le grinfie di Niall.
La casa in cui Liam mi aveva portata, era probabilmente la sua.
Era imbarazzante trovarmi lì, in quelle condizioni ed insieme a lui.
Spesso avevo avuto l'occasione di conoscerlo ma tutte le volte finivamo per rimandare; ritrovandomi in un giorno qualsiasi, a casa sua, stordita.
Il castano si sedette accanto a me e piegò una gamba, portando il piede sul divano e la schiena contro la spalliera.
'Che giornata di merda', sbuffò, fissando il soffitto sopra di noi.
'Già'. Feci un mezzo sorriso e il ragazzo girò il capo verso di me, 'è comunque un piacere conoscerti', ricambiò il sorriso mostrando i suoi denti candidi ed allungando un braccio verso di me.
Senza esitare gli afferrai la mano e lanciai un'occhiata al tatuaggio che aveva disegnato sul palmo di essa: un leone.
'Zayn mi ha parlato di te'. Dopo aver dondolato le nostre mani tornò al suo posto e si mise più comodo, per poter parlare con me.
'Ah sì?' Domandai, cercando di concentrarmi.
Liam si sedette a gambe incrociate sul divano, nella mia direzione, ed annuì: 'sì, moltissimo!' Confermò.
Feci un mezzo sorriso forzato, giuro per non sembrare scortese, e lui continuò: 'mi parla di te dal vostro primo litigio...era davvero impazzito!' Fece una risatina al ricordo ed io non potei far altrimenti anche se, onestamente, non c'era niente di divertente in quell'istante.
'Mi dispiace che devi sopportarlo tutte le volte che litighiamo...' Dissi. Non doveva essere una delle migliori esperienze, dover ascoltare e far sfogare uno Zayn arrabbiato e paranoico.
'Oh, figurati!' Fece un gesto e scosse la testa, ridendo: 'lo sopporto dalle medie, da quando andava a scuola con tuo fratello Louis!' Esclamò.
'Conosci mio fratello, quindi?' Domandai.
Era inquietante il fatto che qualunque persona conoscessi aveva a che fare con mio fratello oppure con Zayn.
Liam però, fortunatamente scosse la testa e si passò una mano fra i corti capelli castani. 'Io frequentavo un'altra scuola ma comunque conoscevo Zayn'. Spiegò.
'Wow', commentai. 'E come vi siete conosciuti?'
La mia domanda poteva sembrare indiscreta e forse, se Zayn fosse stato al suo posto, mi avrebbe risposto con un bel 'non sono affari tuoi'. Ma comunque era meglio generalizzare e parlare di cose quasi inutili, così da evitare di perdersi in pensieri peggiori.
'Dal tatuatore', rispose, 'Zayn fece il suo primo tatuaggio a quasi quattordici anni e lo fece da mio zio...' Raccontò.
Sorrisi ad immaginare uno Zayn di quattordici anni, con ancora le braccia candide e l'eccitazione del così detto 'primo tatuaggio'.
Per un attimo mi persi a pensare a come sarebbe stato conoscerlo prima. A conoscere la sua quasi adolescenza, a poterlo frequentare quando ancora andava a scuola ed era poco sicuro di se stesso.
Mi sarebbe piaciuto poter interagire nella sua vita ed aiutarlo a superare le sue più grandi paure.
Soprattutto se quel rincoglionito e nullafacente che lo spaventava era mio fratello!
Mi sarebbe piaciuto sentire la sua voce come quella di un ragazzino, ancora poco matura e priva di quella tonalità profonda che aveva oramai a ventidue anni.
'Era spaventato e mi obbligò a star lì, se pur non mi conoscesse...' Ridacchiò, 'non dirgli che te l'ho detto ma fidati, Zayn tremava dalla paura!' Entrambi scoppiammo a ridere ed ero davvero felice, in quel momento, di sentirlo parlare di lui e di quel che era, prima di diventare il ragazzo che avevo conosciuto.
Almeno, in quel poco tempo che passai da sola, a parlare con lui, dimenticai di cosa era successo, del fatto che Zayn fosse altrove a picchiare suo fratello e che da un momento all'altro sarebbe tornato più incazzato di prima.
Non ci pensai, parlammo delle cose più stupide, ma ci divertimmo.
Era simpatico il suo amico; in un certo senso, soltanto un ragazzo profondo e solare come lui poteva star al fianco di un tipo strano come Zayn, per così tanti anni.
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