Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

72- Trouble

"Hostage" | Doncaster

'Merda!' Scattai a sedere sul letto, sentendo la mia sveglia squillare per la seconda volta ormai.

Sbarrai gli occhi e guardai l'orario impresso su di essa: le otto e mezza.

Tirai un profondo sospiro di sollievo e buttai la testa contro al muro, cercando di calmarmi.

Per un attimo, la paura di non essermi svegliata mi attraversò la mente.

'Cosa c'è Bee...' La voce assonnata di Zayn mi fece ricordare di lui, nel mio letto.

Mi voltai a guardarlo e lo trovai con il dorso della mano premuto contro i suoi occhi, cercando di coprire la luce.

'Sono le otto passate!' Lo avvisai.

Lui sbuffò, gonfiando le guance, e girò il capo di un lato: 'e allora?' Chiese, con un tono piuttosto seccato.

'Alle nove devo prendere la pasticca' affermai, spostando rapidamente lo sguardo verso il suo comodino. Vidi la scatola appoggiata su di esso e tirai un altro sospiro di sollievo, sicura che non fosse sparita.

Mi resi conto da sola di quanto fossi stupida, sul serio.

'Non è ora', gemette, 'cosa cazzo strilli', si rigirò nel letto e si sdraiò a pancia in sotto, con la guancia contro il cuscino e gli occhi stretti a causa della luce mattutina.

I muscoli della sua schiena si contrassero a quel movimento e non potei far a meno di notarlo.

'Passami la scatola Zayn', gli ordinai, appoggiando una mano sulla sua schiena nuda.

'Mh', mugolò soltanto, senza aggiungere altro.

'Dai, passamela!' Insistetti. Lo scossi leggermente e lui gemette un po' più a lungo, infastidito.

'Non è ora, dormi', ripeté con voce impastata.

Alzai gli occhi al cielo e sbuffai. Non avevo alcuna intenzione di dormire, soprattutto se prima non avevo preso quella pastiglia.

'Funzionerà al cento per cento, vero?' Domandai, spostando la mano dalla sua schiena, per intrufolarla fra i suoi capelli spettinati.

'Fidati di me', mosse minimamente le labbra per dire quelle parole e poi allungò un braccio, per avvolgerlo attorno alle mie gambe. 'Non succederà niente', mi rassicurò.

Restai qualche secondo a fissare le ciocche nere dei suoi capelli, intrecciarsi morbidamente fra le mie dita; adoravo accarezzargli i capelli ed adoravo altrettanto il modo in cui si rilassava sotto al mio tocco.

'Allora passami la scatola, Zayn'. Dissi, con ancor più convinzione.

Sentivo un groppo in gola, come se qualcuno mi stesse stringendo il collo tanto da farmi mancare l'aria.

Non ero mai stata una ragazza tranquilla, ottimista o qualsiasi altro aggettivo positivo per un carattere. Nemmeno io sapevo prendermi a volte, soprattutto quando l'ansia mi impediva di ragionare.

Sentii Zayn fare un profondo gemito di lamento e rigirarsi a fatica nel letto, per afferrare svogliatamente la scatola sul comodino.
Non appena l'afferrò, restò supino e mi porse la scatola, sbuffando.

'Grazie, non scomodarti'. Gliela strappai dalla mano e mi affrettai ad aprirla per prendere il biglietto delle illustrazioni e leggerne il contenuto.

Zayn non mi rispose e pensai che avesse deciso di rimanere in silenzio per non rispondermi male.

Ma quando aprii il foglietto per leggere tutte le precauzioni, vidi la mano di Zayn spuntare sotto ai miei occhi e togliermi dalle mani il foglio.

Non feci neanche in tempo a voltarmi per riprenderlo che la sua mano lo accartocciò facendolo diventare una pallina e lo lanciò da qualche parte nella stanza.

'Ma che diamine fai!?' Strillai, seguendo con lo sguardo il volo di quelle che prima dovevano essere delle istruzioni.

Zayn fece una risatina e poi si voltò su un fianco, verso di me: mi afferrò un lembo dei pantaloncini e mi tirò verso il basso, invitandomi a sdraiarmi.

Lo scansai scuotendo la gambe e, sbuffando, saltai giù dal letto per raccogliere la carta.

'Smettila di farti problemi', lo sentii dire, mentre raccoglievo da terra il foglio appallottolato.

Lo riaprii sotto ai miei occhi, 'ti farei stare al mio posto'. Affermai, scorrendo con lo sguardo lungo le sottili righe nere.

'Lo farei se servisse a farti star tranquilla'. Il suo tono sdrammatizzante aumentava anche la mia rabbia, così che insieme all'ansia potesse aggiungersi anche essa.

Odiavo non esser compresa quando ero in panico.

Scattai a guardarlo e puntai l'indice verso di lui, 'non succederà mai più!' Lo freddai.

Zayn aggrottò la fronte e mi guardò perplesso per qualche secondo, prima di fare una risatina: 'no amore', si portò le mani agli occhi e se li stropicciò, continuando a ridere.

Sbuffai e lanciai il foglio a terra. Catapultai ancora una volta lo sguardo alla sveglia e presi un profondo respiro quando vidi l'orario vicinissimo alle nove.

Mancavano circa quindici minuti e finalmente mi sarei tranquillizzata.

Afferrai il bicchiere d'acqua ed ingoiai tutto d'un sorso, sospirando in fine.

Riappoggiai il bicchiere sul banco della cucina e mi voltai poi verso di Zayn che, ancora con addosso i pantaloni con i quali aveva dormito, fece una risatina.

'Sei più calma ora?' Domandò, passandosi una mano sulla sua pancia piatta, scoperta.

Annuii e mi leccai le labbra, nervosa, 'non succederà mai più'. Scossi la testa e mi voltai per portare il bicchiere nel lavandino.

'No infatti non voglio che tu prenda quella roba ogni volta', lo sentii dire, quasi con freddezza.

Ero d'accordo con lui, per questo restai in silenzio mentre mettevo il bicchiere sotto al getto d'acqua.

'Scusami...' Il suo tono leggermente più basso mi fece voltare a guardarlo, ma ancor prima che potessi farlo, sentii la sua mano spostarmi i lunghi capelli castani che mi coprivano il viso, dietro l'orecchio.

'Per che cosa?' Lo guardai inarcando un sopracciglio.

'Non volevo farti prendere la pillola né volevo farti spaventare'. Abbassò lo sguardo ai suoi piedi e quando lo vidi così, non potei far a meno di avvolgere le braccia attorno al suo collo.

Lo guardai diritto nei suoi occhi castani e sorrisi dolcemente, prima di avvicinarmi al suo orecchio.

'Non importa', bisbigliai.

Lasciai un casto bacio proprio sotto al suo orecchio e restai ferma tra le sue braccia, a guardarlo negli occhi, mente le sue mani mi afferrarono i fianchi.

Zayn si chinò verso di me e nascose il suo viso sull'incavo del mio collo.

Inclinai la testa di lato, aspettandomi un altro bacio da parte sua.

Ma quando cominciò a succhiare un piccolo lembo di pelle; i miei occhi si sbarrarono ed intrufolai le mani fra i suoi capelli ancora spettinati.

Non mi aspettavo quel gesto da parte sua, né mi aspettavo di sentire le sue mani scendere dai miei fianchi fino ai miei glutei.

Mi strinse leggermente, ma poi scese ancora, dove la sottile stoffa degli shorts non copriva più la mia pelle: mi accarezzò e continuò a succhiare.

I suoi denti strinsero la mia pelle violacea e sentii il mio corpo irrigidire dal leggero dolore.

Aumentai anche la presa sulle ciocche dei suoi capelli, ma subito dopo, accarezzò la zona irritata con la lingua, facendomi calmare.

La mia frustrazione aumentò quando si allontanò con la lingua dalla mascella e scivolò sul collo. Irritata, afferrai il suo viso fra le mani e lo costrinsi a guardarmi negli occhi.

'È rimasto il segno?', domandai, portando una mano sul mio collo per tastare la zona da lui arrossata.

Zayn, in risposta premette le sue labbra contro le mie, ignorandomi letteralmente; come se non avessi aperto bocca.

Mi baciò velocemente, il tempo di azzittirmi, poi si allontanò e tornò a guardarmi. 'Sei la mia ragazza', affermò.

Non sapevo dove volesse arrivare quando disse quelle parole, ma cercai comunque di evitare le tante sensazioni che si stavano scatenando nel mio petto.

'È giusto che si veda...' Si lamentò, risalendo ancora con le mani.

Annuii, cercando di trattenere un sorriso: 'sì ma non penso che mamma sarà contenta di vedere un succhiotto sul mio collo', mi giustificai, quasi dispiaciuta.

Zayn aggrottò la fronte, 'te ne ho già fatti'.

'Sì ma non si vedevano...' Mi morsi il labbro inferiore; sperai vivamente che non se la sarebbe presa...

'Ho capito', affermò, addentò il suo interno guancia e spostò altrove il suo sguardo, sospirando, 'potrai coprirlo con qualcosa'.

Lasciò i miei fianchi e si allontanò dal mio corpo.

Si voltò verso la cucina ed afferrò la scatola di pasticche dal bancone, 'questa dovremmo nasconderla'. La sventolò per mostrarmela ed io annuii, guardandomi intorno; ero ancora spaesata.

Non avevo la minima idea di dove metterla per essere sicura che nessuno l'avrebbe vista.

Sospirai e mi voltai verso di lui, 'possiamo buttarla?' Domandai, più a me stessa che a Zayn.

Zayn sbarrò gli occhi e fece per aprire bocca; quando la voce inaspettata di mio fratello interruppe la conversazione.

'Buongiorno!' Esclamò, venne verso di noi con delle scarpe fra le mani.

Entrambi scattano a guardarlo: era vestito, stava sicuramente uscendo e nonostante il suo strano sorriso mattutino, non potei far a meno di notare anche i suoi occhi azzurri, proiettati sulla scatola che Zayn teneva in mano.

'Cos'è quella roba?' Domandò, indicandola con il mento.

Abbassai lo sguardo alla mano di Zayn e lui la infilò rapidamente nella tasca dei suoi pantaloni, 'niente di interessante', disse rapidamente.

Si ricompose in qualche istante e fece due colpi di tosse, facendo un passo verso di me: 'io penso sia ora che me ne vado a cambiarmi', esclamò.

Posò una mano sulla mia guancia e si chinò per darmi un veloce bacio a stampo, 'Liam non mi vede da due giorni e finirà per mandarmi a fanculo', rise, voltandosi nel frattempo verso mio fratello.

Louis lo stava già guardando storto, ma preferì non esprimersi e voltarsi per afferrare lo schienale di una sedia.
La strusciò sul pavimento e si sedette su di essa, per potersi mettere le scarpe.

Zayn tornò dalla mia camera dopo essersi cambiato e notai che si era ripreso anche le sue vecchie valige con all'interno tutti i suoi abiti.

Aveva indossato i suoi soliti jeans neri, una canottiera grigia - abbastanza larga da poter mettere in mostra parte del suo torace - e, stranamente, delle scarpe da tennis.

***

'Dove stai andando?' Mi fermai davanti a mio fratello, ancora seduto, preso a scrivere qualcosa sul suo telefono.

Lo vidi alzare il suo sguardo dal display. 'Da qualche parte, devo vedermi con un amico' mi disse, riabbassando poi lo sguardo.

Continuò a digitare qualcosa e dopo aver probabilmente inviato un messaggio, rialzò lo sguardo a me: 'parto fra un paio d'ore', mi informò.

'Ah, capito', sorrisi e spostai anche io una sedia dal tavolo per potermi sedere.

Appoggiai il gomito al tavolo e posai il mio viso sul palmo della mano, 'cosa ti ha detto Harry?' Domandai.

Era praticamente impossibile che Louis sapesse qualcosa a proposito del loro litigio ma, se pur stupidamente, aprii un lungo discorso per arrivare a capire di cosa fosse a conoscenza.

'In che senso?' Aggrottò la fronte ed appoggiò il telefono sul tavolo, per concentrarsi su di me.

'A proposito di Zayn...del litigio', mi morsi il labbro inferiore.

Non volevo dire troppe cose o combinare qualche casino, per questo mi trattenni, sperando capisse al volo.

'Hanno litigato?' Domandò, apparentemente confuso.

'Louis...' Sbuffai, guardandolo con più serietà, 'non prendermi in giro'. Lo ripresi.

Non poteva non sapere almeno che avevano avuto una discussione; insomma, Louis ed Harry passavano più tempo insieme di quanto Louis ne passasse con me!

'Non ti sto prendendo in giro!' Alzò di poco la voce, giusto per sembrare più convincente.

'So che hanno litigato, me lo avete detto più o meno, ma non so altro!' Alzò le mani e mi guardò con certezza; tanta certezza che stentai a non credergli.

Lo guardai leggermente più convinta e mi passai una mano sul viso: 'beh, hanno litigato', sospirai.

'Per questo voleva parlarti?' Domandò, cercando di capire.

'Più o meno...' Restai qualche secondo a riflettere e poi sospirai ancora, 'però non ha intenzione di dirmi il motivo del litigio'.

Se Louis era a conoscenza di qualcosa, di certo, sapeva anche perché Harry voleva parlarmi. E ormai ero sicura che ne sapesse meno di me.

'Zayn non vuole più aiutarlo con le cure, non vuole più alcun rapporto con lui...' Abbassai lo sguardo alle mie mani che passai nervosamente sulle mie cosce nude.

'Cosa!?' La voce stridula di Louis si alzò di colpo, facendomi scattare a guardarlo.

'Harry ha un cancro, è fottutamentte impazzito!?' Sbarrò gli occhi.
Parlava con incredulità e sembrava stesse aspettando che me ne uscissi con un simpatico 'scherzo!'; ma purtroppo non era così.

'Lo so...' Risposi con calma, 'per questo non capisco cosa possa essere successo a farlo incazzare così', restai qualche secondo a pensare visto che, Louis, sembrava essere rimasto scioccato.

'Merito di saperlo, non credi?' chiesi, sperando di ricevere un segno di vita o una cosa qualsiasi; non degli occhi fermi ed indecifrabili.

Louis restò a pensare: spostò lo sguardo altrove e non aprì bocca.

Non avevo idea di cosa stesse pensando la sua mente testarda, ma motivo dalla voglia di entrare nella sua testa e di saperlo.

'Cercherò di sapere cosa è successo'.

Improvvisamente la sua voce interruppe l'aria silenziosa e caotica che si era creata fra di noi.

Non volevo subito distruggere le sue aspettative, né volevo illuderlo che sarebbe riuscito a scoprire qualcosa. Mi limitai a dire come sarebbero andate le cose, senza pensarci due volte.

'Non lo ha detto a me, perché dovrebbe farlo con te?' Lo guardai con ovvietà e lui sbuffò, passandosi una mano fra i capelli, 'sono il suo migliore amico, potrebbe fare uno strappo alla regola', ammiccò, alzando le spalle.

'E non credi che lo strappo alla regola avrebbe preferito farlo con me che, se ricordo bene, sono stata rapita a causa sua?' Le mie parole lo confusero maggiormente; lo vidi inarcare le sopracciglia ed ammutolirsi per qualche secondo.

Mi alzai dalla sedia e mi diressi verso il frigorifero: lo aprii ed afferrai il latte che era avanzato la mattina precedente, per berlo.

Non sempre facevo colazione; non ero abituata ad alzarmi, prepararmi puntualmente da mangiare e far colazione in tutta calma. Spesso lo dimenticavo.

Aprii uno sportello e tirai fuori un bicchiere: lo stesso che posso sul bancone.

'Ma Harry sa tutto?' Non capii al volo la sua domanda. Annuii distratta, mentre versavo con calma il latte nel mio bicchiere.

'Avevi detto di no, cazzo, non ci sto capendo più niente in questa storia!' Si lamentò. Udii un profondo sospiro di frustrazione ed intuii che la calma di Louis, invece, stesse già esaurendo.

Afferrai il bicchiere e feci per portarlo alla bocca, quando uno strano pensiero mi tornò in mente.

'Aspetta'. Scattai verso di lui e lo guardai con la fronte aggrottata.

Louis imitò la mia espressione e mi fissò, cercando di capire cosa volessi dire.

Ripensai a quando, quel lontano giorno, io e Zayn partimmo per l'aeroporto.

Eravamo ad un passo per scendere dall'auto e partire per l'America, quando, una chiamata lo fece ripartire e tornare indietro, verso casa di suo fratello.

Era peggiorato, le sue analisi e la sua situazione stava degenerando e Zayn, disperato, accettò la mia proposta.

Accettò di simulare l'ennesimo rapimento, così da ricevere i soldi ed aiutare suo fratello.
Ricordai immediatamente le sue parole: Harry non dovrà saperne niente, come non ne ha saputo niente nemmeno l'altra volta.

Mi tornarono in mente i suoi occhi spaesati e la sua incertezza nell'accettare una proposta del genere.
Ricordai anche la sua voce spezzata, i nervosi morsi alle sue labbra... Zayn era sempre stato un ragazzo incerto sul da farsi visto che, in conclusione, era sempre e soltanto lui a prendere in mano la situazione.

Harry, sotto decisione di Zayn, era all'oscuro di tutto; a partire dal rapimento all'interno dell'albergo al nostro assurdo piano.

Per quale motivo, allora, il giorno prima, mentre parlavamo ed avevo citato il rapimento, sembrava esserne indifferente?

Qualcuno glielo aveva detto?

Ero stanca di non sapere le cose. Era ovvio che nascondevano molte cose e stavo impazzendo.

'Cosa?' La voce di Louis mi richiamò dal mio stato di trance.

Scossi la testa ed alzai lo sguardo a lui, 'niente', farfugliai, 'vuoi il latte?' Porsi il bicchiere verso di lui e feci un insolito sorriso, cercando di sembrare il più possibile tranquilla.

'Ma...' Mio fratello fece qualche passo verso di me, senza staccare gli occhi dai miei.
'Okay'. Prese il bicchiere dalle mie mani e lo portò fra le labbra, alzando le spalle.

Non avrebbe mai capito il mio ragionamento, o almeno, ci sarebbero voluti almeno venti minuti per spiegargli tutti i passaggi e per dare un filo logico al discorso; non c'era tempo.

***

Mi sedetti su uno dei pochissimi posti vuoti sulla metto e tirai fuori il telefono dalla tasca dei jeans, per vedere chi mi stesse chiamando.

Un sorriso si fece spazio sulle mie labbra quando, il nome di Zayn, lampeggiò sullo schermo, seguito dalla vibrazione.

Accettai la chiamata e portai il telefono all'orecchio, 'Zayn', risposi.

'Ehi, piccola'. Lo sentii armeggiare dall'altra parte, per poi fermarsi e lasciate che il silenzio precedesse la sua voce: 'sei tranquilla?' Domandò.

Subito non capii a cosa si stesse riferendo, ma poi mi ricordai ed un enorme groppo mi salì alla gola.

'Lo era fino a due secondi fa', affermai. Mi venne voglia di strozzarlo soltanto per avermi ricordato quella cosa ma, la gioia di sentirlo preoccuparsi per me prevalse quella di picchiarlo.

'Scusami', fece una risatina, 'male che vada, la prossima volta avremo un bambino!' Esclamò, continuando a ridere.

La sua voce rilassata era forse il suono più bello ma, dovevo ammettere che la sua ironia mi fece tornare la voglia di picchiarlo.

'Vorrei davvero vederti', commentai, spostando lo sguardo intorno a me.

'Ne sarei felice...' Asserì. Sembrò essere sincero e lo trovai davvero adorabile.

'Dove sei ora?' Domandò, cambiando completamente argomento.

Non volevo che Zayn sapesse cosa avevo intenzione di fare, visto che avrebbe cercato di impedirmelo in tutti i modi.

Così mi guardai intorno, presa alla sprovvista, e vidi una signora di circa sessant'anni, seduta difronte a me: aveva lo sguardo puntato sulla mia faccia, evidentemente interessata.

'Sono...sto andando in città per andare a fare spesa', dissi la prima cosa che mi passò per la testa.

Ah, va bene, ti va se ci sentiamo stasera?' La sua voce incerta mi lasciò un attimo perplessa, ma per una volta sorvolai del tutto le mie continue paranoie e dissi di sì, concludendo poi la chiamata.

Mi dispiaceva dover far qualcosa all'oscuro di lui; sopratutto essere consapevole di avergli mentito.

Ma sapevo come era fatto e forse per colpa del suo carattere fui costretta a comportarmi in quel modo e ad agire di nascosto.

***

Un po' affannata, raggiunsi quella vecchia e familiare casa.

Faceva sempre uno strano effetto ritrovarmi difronte ad essa, se per una buona causa o se per qualcosa di bruto, mi sentivo ogni volta agitata.

Suonai al campanello e mi sistemai frettolosamente la maglia, assicurandomi che alcuna provocante scollatura potesse mettermi nei guai.

Infondo non avevo buoni ricordi di quella casa, né delle persone che vi abitavano.

Dopo circa due minuti, udii la meccanica voce di Niall, parlare attraverso il citofono: 'chi è?'

'Bee', presi un profondo respiro, sentendo già l'aria mancarmi. Non era una buona sensazione quella di sentire la sua voce ed attorno a me, soltanto il rumore della natura.

Un'istante dopo, la porta difronte a me si aprì lentamente e da dietro di essa, spuntò una chioma bionda.

Il viso pallido di Niall, i suoi occhi azzurri e le sue labbra rosse che spiccavano sulla sua carnagione chiara.

Sentii l'ansia salirmi nel petto non appena il suo sguardo attento si proiettò su di me.

'Uh uh, guarda chi abbiamo qui!' Cantilenò, spostando maliziosamente le sue iridi lungo il mio corpo.

Avevo sbagliato? Probabile.
Se mi ero cacciata nei guai lo avevo fatto con le mie stesse mani e per mia decisione.

Improvvisamente mi pentii di tutta la strada percorsa, della improvvisa decisione, della bugia detta a zayn...

Mi sentii in qualche modo fuori luogo e fottutamente impreparata per poter affrontare il biondo, da sola.

Avevo fatto una cazzata e mi maledissi mentalmente per la mia impulsività.

'Posso entrare?' Le parole mi scapparono di bocca con difficoltà, tanta che persino Niall sembrò notarla.

Vidi un lato delle sue labbra inarcarsi e il suo capo annuire, forse fin troppo consenziente.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro