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71- The curly boy

"Hostage" | Doncaster

Vidi Zayn uscire dalla farmacia con una scatolina fra le mani e dirigersi verso la macchina.

Erano ormai ore che continuavamo a rimandare le cose per un motivo o l'altro ed avevamo passato circa mezza giornata nella sua auto.

Non appena Zayn entrò in macchina e rinchiuse lo sportello, mi porse la scatola che aveva comprato ed io l'afferrai rapidamente, scartandola.

'Funzionerà vero?' Domandai con preoccupazione, leggendo il nome impresso su di essa.

'Certo tesoro', sentii la sua mano posarsi sulla mia testa ed accarezzarmi, 'dovrai prenderla domani mattina, verso le nove e sarà come se non avessimo fatto niente', mi spiegò le cose con cautela visto che la mia ansia gli aveva fatto capire quanto avessi paura di aver fatto un casino.

Mi voltai a guardarlo e lui fece un dolce sorriso, come per rassicurarmi: 'non so...' Sospirai, buttando la schiena contro il sedile e riportando lo sguardo alla scatola.

'Cosa non sai?' Portò una ciocca dei miei capelli dietro all'orecchio ed io mi leccai nervosamente le labbra.

'Abbiamo fatto tutto senza precauzioni e...e non mi sento sicura', confessai. Era un peso tenermelo dentro e non faceva altro che procurarmi paranoie.

Forse, parlandone con lui, avrei avuto modo di sfogarmi e di tranquillizzarmi, capendo le cose.

Zayn mi prese la scatola dalle mani e la appoggiò sul cruscotto, chinandosi poi verso di me, pazientemente: 'ascolta', mi richiamò. 

Lo guardai con la confusione e l'improvvisa paura di una bambina, negli occhi. Sembravo non aver più quasi diciannove anni ed essere insicura di ogni piccola cosa che prima trovavo banale.

'Il preservativo è sicuro ma mai quanto la pillola', mi posò una mano sulla guancia, guardandomi con attenzione, come per assicurarsi che stessi capendo tutto.

Annuii: erano cose che già sapevo ma che ovviamente erano ormai svanite dalla mia mente.

'Basta prenderla il giorno dopo, è molto più sicura ma la useremo soltanto per questa volta'. Mi accarezzò la guancia con il pollice, con una tale delicatezza che mi fece quasi calmare.

'Va bene?' Domandò.

'Tu l'hai già provata?' Chiesi, mordendomi il labbro inferiore.

'Io?' Alzò un sopracciglio, evidentemente perso dalla mia domanda.

'Nel senso...hai mai fatto sesso con qualcuna che ha poi preso questa?' Abbassai lo sguardo, e lui fece una risatina dopo essersi reso conto di aver capito palesemente male.

'Certo!' Esclamò. 'E di questo puoi starne certa, non ho figli sparsi per il mondo'. Non potei far a meno di ridere anche io quando Zayn lo fece, ma evitai di commentare la sua ultima frase per non intraprendere un altro discorso altamente snervante.

***

Non andammo più da Trishar.
Dopo aver passato la giornata più strana e confusionaria della mia vita, Zayn mi riportò semplicemente a casa, annullando ogni programma.

Non me ne andava di andare in piscina, non avevo mai avuto un ottimo rapporto con l'acqua, figuriamoci in una giornata del genere.

Non me ne andava neanche di andare a conoscere il suo amico, semplicemente mi sentivo strana e volevo buttarmi sul letto e dormire fino alle nove del mattino del giorno dopo, per prendere quella pasticca.

Avevo paura di non svegliarmi, di perdere la scatola o che andasse via l'acqua così che non avrei potuto prenderla. Stavo impazzendo.

Ero preoccupatissima e tutto quello che era successo mi aveva stravolta, partendo dal chiarimento con Zayn fino ad arrivare a fare l'amore nella sua macchina, senza precauzioni.

Era davvero esorbitante tutto ciò che era capitato nelle ultime ore.

Louis a casa di Zayn e Zayn che era riuscito ad avere un dialogo decente con mio fratello.
Mio fratello che cercava di convincermi ed io che avevo aperto i miei orizzonti, rendendomi conto di aver letteralmente fantasticato.

Erano le sei di sera e rimasi scioccata quando lessi l'orario.
Ero tanto stanca da immaginare che fossero le dieci o un orario necessario per andare a dormire e non vedere nessuno della mia famiglia.

Ma non era così; la fortuna non era dalla mia parte perché ahimè, entro qualche minuto sarebbero tornati tutti.

Afferrai il cuscino dal mio letto e lo portai sopra al mio stomaco, sbuffando.

Non avevo voglia di cenare né di aprire una discussione con i miei genitori.
Qualsiasi argomento: partendo dal nuovo servizio di piatti che mia madre aveva comprato fino ad arrivare al monotono lavoro di mio padre.

Restai in silenzio a fissare il soffitto per circa mezz'ora, con le spalle contro il muro, mentre Zayn, sdraiato accanto a me, aveva da poco chiuso gli occhi e rilassato il suo viso.

Non sapevo se stesse già dormendo, ma la sua guancia appoggiata contro il cuscino e le sue labbra socchiuse mi lasciavano intendere che fosse già nel profondo dei suoi sogni.

Appoggiai una mano sulla sua fronte e salii ad accarezzare il ciuffo folto dei suoi capelli, sistemandoglieli all'indietro.

La mia azione sembrò non passare comunque inosservata a zayn che, assonnato, agganciò un braccio attorno alle mie gambe e si accostò maggiormente a me, per appoggiare la sua nuca sulle mie cosce.

Nello stesso istante, a distrarmi da lui, fu il suono del mio telefono che mi fece scattare a guardare il display del cellulare, che avevo lanciato da qualche parte del letto.

Mi allungai per afferrarlo, facendo attenzione a non spostare Zayn, e non usando lo presi, lessi il nome di Trishar sullo schermo.

Mi ricordai immediatamente di non averlo avvisato che non saremmo più andati, e sicuramente ci stava ancora aspettando.

Lo presi e risposi velocemente, 'ehi'.

'Ehi Bee', parlò con calma ed intuii che si stesse trattenendo a non sbraitare.

'Dove sei?' Domandò.

'Sto...sto sul letto', affermai, guardandomi intorno. 'Abbiamo avuto un imprevisto e si è fatto tardi...' Cercai di giustificarmi, ma Trishar intervenne: 'ah, e avevi intenzione di avvisarmi?' Chiese, giustamente.

Mi sentii tremendamente in colpa. 'Scusami...' 'Mormorai, con uno spiraglio di speranza nella mia voce.

Una specie di vortice di aprì nel mio petto, non appena sentii ancora la sua voce, leggermente più forte: 'sì certo...' Sbuffò.

'Perdonami davvero, non mi sono ricordata di...di avvisarti insomma', balbettai. Strinsi forte il telefono e sospirai angosciata, sperando che in un modo o nell'altro cercasse di comprendermi, nonostante avesse tutte le ragioni del mondo.

'Va bene Bee', lo sentii prendere un profondo sospiro, 'ci sentiamo domani'.

E subito dopo riattaccò, senza lasciarmi replicare, facendomi salire al petto dei meritati sensi di colpa.

Passai qualche minuto a riflettere, a ripensare a Trishar, al fatto che fossi stata davvero stronza a non ricordarmi di lui e a lasciarlo ad aspettarmi con la speranza di vedermi arrivare.

Era orribile e soprattutto, era qualcosa che non avevo mai dovuto fare con lui.

Volevo davvero rimediare in qualche modo, ma era una di quelle situazioni nelle quali mi sentivo talmente male da non sapere cosa fare.

Afferrai nuovamente il telefono da sopra il letto e sospirai, concludendo che, ormai, l'unica cosa da fare, sarebbe stata quella di richiamarlo e cercare di sentirmi meno orribile di quanto già lo fossi.

Digitai rapidamente il suo numero e feci per avviare la chiamata, prendendo tutto il coraggio in corpo; quando la porta davanti a me si spalancò di botto, facendomi sussultare.

Riportai il telefono al suo posto, d'istinto, e spostai lo sguardo verso di essa, portandomi una mano al petto.

Proprio oltre la soglia, dove ero convinta di trovare uno dei miei genitori in preda ad un questionario...trovai Louis.

Louis ed Harry, esattamente. 

Deglutii rumorosamente, osservando l'espressione scioccata di mio fratello ferma sulle mie gambe, dove Zayn temeva la sua testa, esausto: 'ho temuto il peggio', sospirò di sollievo, tornando a guardarmi.

Lo guardai aggrottando la fronte e lui scosse la testa, come per invitarmi a lasciar stare.

'Comunque Harry voleva parlarti' affermò, guardando per un attimo alle sue spalle.

Il riccio strinse le sue labbra ed infilò una mano fra la sua folta chioma di capelli, sistemandoseli, ed abbassando contemporaneamente lo sguardo.

Mi bastò vedere quel semplice gesto da parte sua, quel semplice imbarazzo e quel suo solito modo di fare per riportarmi con il pensiero al vecchio Harry, quello che avevo conosciuto tempo prima.

Quello del ristorante, il riccio dal sorriso solare e dagli occhi verdi lucenti, nonostante tutto.

Quello a cui tanto Zayn teneva, quel castano pieno di gioia di vivere e lo stesso che mi aveva sempre accolta con cura, a differenza di suoi fratello.

Era stato scioccante vederlo comportarsi in quella maniera con me, la mattinata nella quale lo trovai ubriaco fradicio sul divano.

'Puoi venire un attimo?' Domandò ancora mio fratello, riscuotendomi.

Sbarrai gli occhi e mi sbrigai ad annuire, abbassando lo sguardo a Zayn.

Spostai delicatamente la sua testa dalle mie gambe e scesi con cautela dal letto, dirigendomi verso mio fratello che, con un braccio porsi verso di me, mi invitava a raggiungerlo.

Non appena uscii dalla mia camera, chiusi accuratamente la porta della mia camera e mi voltai poi verso i due, titubante.

'Io me ne vado in camera', affermò Louis, guardando Harry con comprensione.

Il riccio, ancora a disagio, alzò leggermente il capo verso il suo amico ed annuì, facendogli cenno di andarsene.

Lo vidi infilare le mani nelle tasche dei suoi pantaloni, seguire con lo sguardo i movimenti di Louis, e sospirare quando mio fratello raggiunse la porta della sua camera e l'aprì sotto ai nostri occhi.

'Cosa vuoi dirmi?' Domandai con dolcezza, con una dolcezza tale che persino un bambino avrebbe trovato esagerata.

Mi ripresi subito dopo, spostando lo sguardo al pavimento e  portando le braccia conserte al petto.

'Volevo scusarmi per come mi sono comportato con te', sospirò cucciato ed io alzai lentamente lo sguardo, forse sorpresa.

Non sapevo cosa volesse dirmi ma forse la poca ansia che avevo in corpo mi lasciava intendere che infondo, nonostante non ci avessi pensato, sapessi di cosa mi avrebbe parlato.

Lo guardai abbastanza imbarazzata e mi morsi il labbro inferiore, 'non c'è problema', bisbigliai, accarezzandomi nervosamente il braccio.

Era comunque un discorso poco normale, soprattutto tra me e lui...stavo quasi tremando.

'Non tanto con Zayn ma con te...' Alzò le spalle, guardandosi per un attimo intorno, 'non c'è mai stato alcun problema tra noi e credo di esser stato davvero squallido', confessò.

Ero d'accordo con ogni cosa detta, per questo annuii, comprensiva, ma poi intervenni: 'penso che anche con Zayn dovresti chiarire...no?' Esitai.

Non sapevo cosa fosse successo tra di loro, per questo non sapevo se avevo detto le cose giuste o se stessi soltanto facendo un casino.

Harry cambiò immediatamente espressione, soltanto nel sentir pronunciare il nome di suo fratello.

Divenne leggermente più cupo e tirò la mascella, 'mi dispiace, sì' disse, abbassando lo sguardo.

Tirò fuori le mani dalle sue tasche e le sfregò l'una contro l'altra, cercando di scaricare la tensione: 'vorrei chiedergli scusa per la mia durezza nei suoi confronti....' Prese un profondo respiro, forse a causa della sua voce strozzata, 'e magari spiegargli le cose...

Cosa voleva dire? Non ne avevo la più pallida idea.

Capire stesse succedendo stava diventando forse una delle imprese più complicate della mia vita.

'Perché non puoi farlo?' Domandai, posando una mano sulla sua spalla.

Il mio tocco richiamò immediatamente l'attenzione di Harry, che scattò a guardarmi: 'non mi ascolterebbe neanche'.

'Perché Harry, spiegami cosa sta succedendo fra voi, no?' Lo guardai diritto negli occhi, abbastanza preoccupata; infondo era ovvio che escludermi da tutto non sarebbe stato possibile.

'Da un giorno all'altro sono stata rapita, ho praticamente dato la mia vita per aiutarti, ho messo in mezzo la mia famiglia...' Mi indicai, 'ho il diritto di sapere cosa cazzo sta succedendo fra voi per portare Zayn ad impedirmi di rivolgerti la parola!?' La mia voce si alzò d'improvviso e me ne resi conto non appena Harry sbarrò gli occhi, anche lui preso di sopravvento.

'Scusa', mormorai, 'ma devi capirmi'. Sospirai ancora e tolsi la mano dalla sua spalla, così che potesse sentirsi meno oppresso.

'Ti capisco'. Pronunciò quelle parole con un cenno di dolcezza, leccandosi le labbra rosee subito dopo. 'Hai ragione Bee, ma non posso essere io a dirtelo', affermò, senza battere ciglio.

Mi guardò con tanta di quella intensità che non riuscii a spiccicare parola.

'Ho sbagliato con Zayn dal principio, non voglio farlo di nuovo', affermò.

'Quindi è Zayn a non volermi dire le cose come stanno?' Domandai ancora, alzando un sopracciglio.

Harry annuì, infilando nuovamente una mano fra i suoi ricci: 'ho già fatto troppe cazzate, me ne sono reso conto...' Si fermò per chinare leggermente la testa e scuotere i suoi capelli, 'non voglio far anche quella di dirtelo', disse francamente, tornando poi faccia a faccia con me.

Sospirò. 'Forse non dovevo far retta a Niall e spiegare le cose a Zayn, con calma...' Le sue guance si incresparono subito dopo in un sorriso piuttosto forzato, che lasciò intravedere delle immancabili fossette: 'forse così non avrei fatto tutto questo casino' rise di se stesso, confondendomi maggiormente.

Non avevo idea di cosa stesse blaterando.

Cercavo man mano di unire tutte le cose che stava dicendo ma continuava a parlare, a ridere, a maledirsi mentalmente...era impossibile collegare il tutto ed arrivare a capire quale cazzo di litigio o motivo aveva portato Harry e Zayn lontani l'uno dall'altro, definitivamente.

'Capisci?' Mi guardò in maniera abbastanza inquietante e nonostante volessi dirgli che no, non stavo capendo fottutamente niente, annuii.

'Poi quando Zayn ha saputo la verità mi sono comportato come se io avessi ragione, trattandolo malissimo', gesticolò, convinto che io stessi seguendo il suo discorso, 'non mi perdonerà mai, è ovvio', concluse.

Il discorso tra me e Harry finì lì, perlomeno finimmo di discutere a proposito di suo fratello.

Harry era letteralmente convinto di aver sbagliato con Zayn, di aver sbagliato a comportarsi e a confessargli qualcosa troppo tardi, usando persino le maniere sbagliate.

Non sapevo cosa intendesse, quale fosse stata la grande confessione fatta in maniera oscena, tanto da farlo litigare e da far traslocare Zayn.

Una confessione capace di portare Zayn, lontanissimo da Harry.
Una confessione capace di non farli guardare più in faccia, da far di Zayn una persona distaccata e schifata da lui.

Non ne avevo la più pallida idea e, onestamente, mi spaventava supporre qualcosa.

E forse, nonostante il discorso piuttosto incasinato di Harry, non biasimavo la rabbia di Zayn...o almeno, lo comprendevo fino ad un certo punto.

Era sicuramente normale arrabbiarsi, soprattutto se Zayn era dalla parte della ragione, come aveva detto Harry.

Ma era comunque esagerato arrivare a decidere di scrollarsi di dosso ogni responsabilità e di fregarsene delle cure di suo fratello.

Almeno così credevo.

'E Louis?' Domandai, guardando per un attimo verso il corridoio, dove la porta della sua camera era ancora chiusa.

Appoggiai le spalle contro la parete che seguiva la porta della mia camera è lo guardai in attesa di una risposta.

'Louis cosa?' Ripeté Harry, guardandomi interrogativo.

'Sai cosa intendo...' Lo fissai con più intensità, come per fargli capire che con me, ripetere le domande e far il finto tonto, non sarebbe servito.

Harry sospirò, guardando altrove, 'Louis è uno dei pochi amici che ho...' Si strinse nelle spalle, 'credo che dovrò parlare anche con lui...' Nello stesso istante in cui Harry aprì bocca per concludere la frase, la porta accanto a me si aprì ed io mi voltai di scatto, presa dal panico.

Da dietro di essa, la figura piuttosto confusa di Zayn mi fece perdere qualche battito.

Lo vidi alternare il suo sguardo assonnato tra me e suo fratello, per poi fermarsi su di Harry, irritato.

Mi voltai verso il riccio e lo vidi impacciato, concentrato sul volto di suoi fratello, come se volesse dire qualcosa ma non trovasse il coraggio di farlo.

'Bee, vieni con me', sentii la mano di Zayn afferrarmi prontamente il polso, ancor prima che potessi girarmi verso di lui.

Mi tirò nella sua direzione e mi trascinò nuovamente all'interno della mia camera.

Mi lasciò all'interno della stanza e poi rinchiuse violentemente la porta, prima di venire verso di me.

Seguii i suoi movimenti a due poco preoccupata; sapevo come avrebbe reagito ed ero sicura che le cose si sarebbero capovolte ancora una volta.

'Cosa cazzo significa!?' Strillò, guardandomi negli occhi.

La sua pelle ambrata sembrò arrossarsi leggermente non appena il tono della sua voce aumentò, e i muscoli del suo viso si contrassero.

Deglutii, ingoiando la poca saliva che avevo in bocca. Era l'unica cosa che potevo fare per cercare di mantenere la calma e rispondere senza balbettare.

'Zayn, non litighiamo ancora', sbuffai seccata.

Feci un passo verso di lui, gli presi le spalle e cercai di farlo tranquillizzare, guardandolo diritto negli occhi.

Subito dopo, Zayn sembrò rilassarsi leggermente e prendere un profondo respiro dalle labbra, prima di domandare ancora: 'cosa voleva da te?'

'Voleva chiedermi scusa...tutto qui'. Sdrammatizzai.

'Scusa per cosa!?' Aggrottò la fronte e, ancora, la sua voce divenne più acuta.

'Per come si era comportato Zayn, calmati', spostai le mani dalle sue spalle fino al suo collo e mi avvicinai ancora un po' a lui, fino a far combaciare i nostri corpi.

'Non voglio che parli con lui'. Il suo tono freddo e il suo sguardo che si spostò altrove, indifferente, mi lasciarono intuire che stese cercando in tutti i modi di sembrare impassibile a me.

Sospirai e tolsi le mani dal suo collo.
Le posai sulle sue spalle e le feci scendere lentamente, fino a prendere le sue grandi mani.

Zayn non resistette a lungo.

Non appena arrivai con i palmi delle mie mani alle sue, intrecciò le sue dita con le mie e sbuffò, arreso.

Appoggiai la testa contro il suo petto e seguii il ritmo del suo respiro, ormai accelerato.

'Vedi, se ti calmi possiamo litigare tutto il tempo che vuoi'. Bisbigliai.

Sentii il petto di Zayn vibrare nello stesso istante in cui ridacchiò, 'è un metodo alternativo per calmarci quando non possiamo far sesso?' Rise.

La sua domanda fece ridere anche me, 'più o meno', confermai.

'Uhm, non è una buona idea come la mia...' Osservò. Lasciò le mie mani, stracciando con cura le nostre dita, e le appoggiò sulla mia schiena, per stringermi ancora un po' a se.

L'odore della sua pelle inondava le mie narici. Sentivo il suo odore addosso, come se attorno a me, ogni cosa fosse svanita.

Volevo chiedergli cosa fosse successo e cosa mi stava nascondendo: c'era un motivo per il quale non voleva dirmelo?

Erano domande alle quali mai avrei risposto, se soltanto non fosse stato lui a rispondere.

Ma non era quello il momento di chiederglielo, o almeno non dopo essere stata vista con suo fratello ed averlo fatto alterare. 

'Allora dimmi, hai capito o no che Harry deve starti alla larga?' Chiese. Sentii il suo mento posarsi sulla mia nuca e le sue mani salire e scendere dolcemente lungo la mia schiena.

'Forse'. Sussurrai, cercando così di provocarlo.

'Mhhh...' Mugolò di disapprovazione, facendomi ridacchiare.

Restammo in silenzio per qualche istante; l'unico suono era il battito di Zayn che, all'interno del suo petto, risuonava regolarmente.

'Dormi qui?' La mia domanda sembrò inopportuna.

Non centrava assolutamente con ciò di cui stavamo parlando, ma sentirlo così vicino a me aumentava il bisogno di sentirlo accanto per ancor altro tempo.

'Vuoi che resti qui?' La risposta alla sua domanda era ovvia, insomma, inutile dire che parlai senza nemmeno riflettere: 'sì'.

'Allora resto'.

***

Harry se ne andò subito dopo aver incontrato suo fratello mentre, mia madre e mio padre, tornarono con la spesa verso le nove di sera.

Io e Zayn raggiungemmo tutto il resto della famiglia in cucina, così da evitare eventuali lamentele da parte di mia madre e domande inopportune.

'Ciao Zayn, resti a cena da noi vero?'Mia madre salutò Zayn con un enorme sorriso mentre, concentrata, sistemava ordinatamente i piatti di coccio, sul tavolo.

'Sì credo...uhm...' Guardò me accanto a lui e si portò un braccio dietro al collo, non sapendo cosa dire.

'Sì mamma, l'ho invitato anche per la notte', affermai, andando verso di lei.

Vidi mio fratello già seduto con i piedi sulla sedia e pronto per mangiare: aveva già indossato la maglietta a maniche corte blu, che metteva per dormire e i pantaloncini corti.

Era abituato a mettersi in pigiama già prima di cena e per me, ormai, era un'abitudine vederlo vestito così.

Mi fermai difronte a lei, sotto al suo sguardo presi le posate che aveva posato sul tavolo e cominciai a sistemarle accanto ai piatti.

'Mi fa piacere'. La sentii dire, cordialmente. 'Ti va bene dormire con Louis?' Chiese. 

A quella domanda, posai l'ultima forchetta con soggezione ed alzai il capo verso di lei, che guardava Zayn con ingenuità.

Mi venne da ridere soltanto al ricordo
di quando li forzai a dormire insieme perché Zayn aveva bevuto ed era finito per venire nel mio letto nel pieno della notte.

Guardai poi Louis, seduto a capotavola: teneva stretta una forchetta in mano e guardava sua madre a bocca aperta, quasi scioccato.

Sapevo che stava per controbattere ed iniziare la sua infinita lamentela, elencando i motivi per i quali non voleva dormire con lui: ma ad interrompere quella strana atmosfera però, ancor prima che potesse farlo lui, fu la voce di mio padre che intervenne dal soggiorno.

'Tesoro, come sei antica!'

Guardai verso la soglia della porta e lo trovai lì, con gli occhi alzati al cielo: 'ormai è da un po' che stanno insieme, lasciali dormire insieme!' Affermò, camminando verso di Zayn.

'Ma tesoro, non sei tu quello che non vuole lasciare sua figlia con un ragazzo!?' Strillò mia madre, stringendo fra le mani un bicchiere...forse leggermente irritata.

'Ho capito, ma ormai sono fidanzati!' La riprese, con voce seccata.

Non potei vedere mio padre visto che ormai aveva raggiunto Zayn, alle mie spalle, ma lo sentii battere un colpo sulla sua spalla e ridere: 'io e mia moglie ci rinchiudevamo negli ascensori'. Lo sentii dire.

Non osai guardare la faccia di Zayn, visto il discorso poco pudico che mio padre aveva intrapreso.

Fissai mia madre difronte a me che, con la faccia completamente rossa, sbarrò gli occhi e fece due colpi di tosse, tornando a fare ciò che stava facendo.

'È inutile separavi, non sei d'accordo con me?' Gli chiese, complice.

'Si...' Sentii Zayn esitare, forse imbarazzato: 'soprattutto per evitare di rimanere bloccati in ascensore'.

La risata di mio padre precedette quella di Zayn, ed era davvero una bella sensazione quella di sentire Zayn, lo stesso ragazzo scontroso e riservato, scherzare con mio padre.

Presi il rotolo di scotex e lo porsi a mia madre, che che stava finendo di piegare l'ultimo tovagliolo.

Non appena lo appoggiai accanto a lei, lo prese rapidamente, senza neanche guardarmi negli occhi: lo strinse nervosamente fra le mani e  poi si voltò verso la cucina per rimetterlo a posto.

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