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70- Asleep your anger

 "Hostage" | Wolverhampton

L'idea di conoscere Liam, l'amico di Zayn, non mi dispiaceva.

Infondo adoravo il fatto di conoscere al meglio la sua vita e le sue amicizie, ma nello stesso istante in cui ripartimmo per raggiungere la sua casa, a Wolverhampton , il mio telefono vibrò nella tasca dei pantaloni.

Lo tirai fuori e lessi subito il nome di Ttishar, sul display.

Aprii il messaggio e lanciai contemporaneamente un'occhiata a Zayn, accanto a me.

Trishar: Chiamami subito!

Non sapevo se fosse successo qualcosa o semplicemente aveva delle cose da dirmi; tutto sta che, senza esitare e senza preoccuparmi della presenza di Zayn, premetti la cornetta verde e lo chiamai.

Portai velocemente il telefono all'orecchi e nello stesso istante sentii Zayn muoversi, di fianco a me.

'Tutto bene?' Chiese, titubante.

Mi voltai ed aprii bocca per parlare quando dall'altra parte, la voce di Trishar, mi fece rimanere in silenzio: 'Bee'.

'Trishar, ho letto il messaggio...' Lasciai la frase a metà e soltanto allora mi accorsi di aver il fiato corto, per la preoccupazione.

'Dove sei? Domandò.

Sentii degli stani rumori dall'altra parte del telefono, ma sorvolai e cercai di capire dove volesse arrivare: 'Sono in macchina con Zayn, è successo qualcosa?' Chiesi.

'No...' Sospirò, 'volevo chiederti se ti andava di venire qui in piscina ma... non importa'. Capii quanto fosse innervosito dalla sua voce ed intuii che fosse stato semplicemente il pronunciare Zayn a fargli cambiare idea.

'No, aspetta', esclamai. 'Potremmo venire entrambi?' Mi voltai a guardare Zayn, aspettandomi già di trovarlo con uno sguardo sconvolto rivolto verso di me. E non mi sbagliai.

Sbarrò gli occhi e gesticolò qualcosa come per lasciarmi intendere che non avrebbe fatto niente di tutto ciò che stavo programmando.

'Tu e Zayn?' Ripeté Trishar, forse sorpreso.

'Sì...Va bene? Forse non sarebbe stato entusiasta di vedermi arrivare con Zayn, lo stesso che lo aveva accolto con un carattere a dir poco scontroso...ma magari grazie a quell'incontro forzato si sarebbero chiariti anche loro, no?

Dopo aver saputo di una specie di dialogo tra Zayn e mio fratello, insomma, potevo aspettarmi di tutto.

Trishar acconsentì se pur leggermente scosso ed io chiusi la chiamata, posando il telefono sulle mie gambe.

'Bee, come ti è venuto in mente!?' Zayn scattò a guardarmi, ma poi riportò lo sguardo alla strada, tendendo la sua mascella; segno che le cose non sarebbero andate come volevo.

'Non sai neanche cosa ci siamo detti', cercai di farlo ragionare.

Zayn strinse più forte le mani sul manubrio, per scaricare la tensione in un modo che non fosse l'ennesimo litigio e cercò di ignorare la sua rabbia, sbuffando: 'avanti, raccontami la vostra interessante conversazione', esclamò, con un accenno di sarcasmo nella voce.


'Zayn...' esausta mi lasciai cadere nel sedile con uno sbuffo. 

'So che non ti interessa, ma mi ha detto di andare da lui, nella piscina dove lavora' Dissi con calma, quando dentro era tutto il contrario.

'Wow' esordì, continuando a guardare attentamente la strada.

Sbuffai; non ero felice della sua reazione né della parte peggiore del suo carattere che mostrava a chiunque non fosse di suo gradimento.

Era sempre così infastidito dal mondo e da chi, fondamentalmente, non gli aveva mai fatto nulla di male che spesso, la voglia di prenderlo a schiaffi mi affiorava il cervello!

Appoggiai la testa contro il finestrino e portai le braccia conserte al petto, seccata.

Da parte di Zayn invece, alcuna reazione. Semplicemente il silenzio.

Non osai rivolgergli parola per i primi minuti, né mi ostinai a guardarlo.
Soltanto quando sentii l'odore della sigaretta invadermi le narici ed il rumore del finestrino, mi voltai.

'Dov'è che dovremmo andare?' Domandò, impassibile.

Lo osservai mentre portava la sigaretta tra le sue labbra e ne aspirava il fumo, lasciando che quest'ultimo scappasse dalle sue narici.

Visto che da quando aveva parlato non mi era neanche passata nell'anticamera del cervello, l'idea di rispondere, Zayn si voltò verso di me e mi guardò con la fronte aggrottata.

'Dove vuoi arrivare Bee?' Chiese, stranito. Vidi come i suoi occhi mi scrutavano infastiditi e caotici nello stesso tempo. 'Vuoi litigare?' Insistette, con uno di quei sguardi pieni di sfida.

Sembrava volermi dire, avanti, litighiamo, non ho problemi a farlo.

'No Zayn...' Sospirai. Tornai a guardare oltre al finestrino e sentii nuovamente il rumore del finestrino, chiudersi, dalla sua parte.

Subito dopo, la sua mano si posò con convinzione sul mio braccio ancora stretto al petto e mi tirò nella sua direzione, cercando di ricevere la mia attenzione.

Lo evitai; con pochissima voglia e con pochissime intenzioni di affrontare un altro discorso di quel genere, mi dimenai bruscamente e non gli diedi la soddisfazione di guardarmi in faccia.

Viste le mie azioni, dovevo aspettarmi anche una mossa simile da parte sua ed una reazione del genere, ma subito non ci pensai minimamente.

Scattai sul sedile e mi aggrappai saldamente allo sportello, quando la sua macchina frenò a secco ed accostò di lato alla strada.

'Che cazzo fai!?' Strillai, spaventata.
Mi voltai di colpo a guardarlo; sentivo la voglia di bruciarlo con lo sguardo e di fargli capire quanto fosse snervate il suo atteggiamento.

Ma Zayn non parlò neanche, non capii nemmeno quale fu la sua reazione o la sua semplice espressione, alle mie grida.

Mi si lanciò letteralmente addosso: le sue mani sulle mie spalle e le sue labbra sulle mie.
Cominciò a baciarmi con foga, sentii le sue mani salire fino al mio collo e stringermi leggermente mentre la sua bocca si muoveva contro la mia, come per ammutolirmi e cancellare tutto quello che stava succedendo.

Afferrai saldamente i suoi avambracci e cercai di seguire i movimenti delle sue labbra carnose mentre, senza lasciarselo impedire dalla scomodità, Zayn si ritrovò pian piano sopra di me, trovandosi a cavalcioni sulle mie gambe.


[Zayn Malik's pdv]

Mi staccai dalle sue labbra, spostai le mani dal suo collo e mi tirai leggermente indietro per poterla guardare negli occhi.

La vidi osservarmi con confusione, l'incertezza regnava nei suoi occhi castani.

Ma nello stesso tempo, le sue mani salirono lungo il mio petto ed arrivarono fino alla base del mio collo, inesperte.

'Scopami ogni volta che sei incazzata', sussurrai, abbassando lo sguardo alle sue labbra arrossate. Persi qualche secondo a guardarle, adoravo semplicemente ogni parte di esse addosso al mio corpo.

Sentivo il suo sguardo analizzarmi e non mi dispiaceva affatto.

Poi, un dito sfiorò delicatamente la mia faccia: tracciò il contorno della mascella e giocò con i peletti incolti della mia barba, facendomi rilassare.

Restai ad osservarla mentre i suoi polpastrelli esploravano il mio viso, fino a fermarsi sulle mie labbra, tracciandone lievemente il contorno e accarezzandone la pienezza di esse.

Un suo dito si fermò sul mio labbro inferiore e poco dopo, scivolò via, lasciando posto a qualcosa di umido. Le sue labbra. Sorrisi mentalmente e un brivido corse lungo la mia schiena. Non riuscì a rimanere immobile, non volevo che si staccasse da me: posai le mani sulla sua vita ed iniziai a ricambiare il bacio. 

Le nostre labbra si intrecciavano perfettamente insieme, ancora una volta.

La strinsi ancora più forte e la spinsi contro di me, così da poter sentire il suo corpo addosso al mio.

Aprii di poco gli occhi per vedere perfettamente le sue palpebre chiuse e il suo sguardo preso dal nostro bacio. Le sue mani corsero tra i miei capelli e li strinsero facendomi scappare un soffocato lamento dalle labbra.

Le accarezzai dolcemente  la schiena e scivolai lungo il suo corpo, lasciando che il suo busto si alzasse istintivamente e che le mie mani potessero posarsi sul suo sedere, che strinsi leggermente.

Percepii i suoi denti sfiorare il mio labbro inferiore e di risposta feci passare la mia lingua tra le sue labbra, provocandola. Mi diede accesso alla sua bocca e in poco tempo le nostre lingue tornarono in contatto, in una lotta per la dominanza che non sarebbe mai finita, perché nessuno dei due voleva fermarsi.

La strinsi ancor più forte, le mie dita avvinghiavano i suoi glutei e le sue mani stringevano i miei capelli, cercando di trovare sollievo in quel gesto.

La mia erezione faceva fatica a rimanere avvolta nella stoffa dei boxer e di quegli stupidissimi jeans: ad ogni suoi contatto sentivo il piacere crescere e la voglia di sbatterla persuadermi la mente.

Impercettibilmente lei alzò di poco il busto e fece scontrare il mio membro al suo bacino, mugolando sulla mia bocca.

Lo sentivo indurirsi sempre di più e stava emanando una sottospecie di segnale, per avvertirmi che se fosse successo ancora una volta e non lo avessi liberato; avrebbe traforato tutto.

Le sue mani scesero lungo il mio petto: mi accarezzò il torace da sopra la t-shirt e poi risalì lentamente, fino alle spalle, per poi andare a finire sui miei avambracci.

Strinse ancora più forte la presa sulle mie braccia e mi morse il labbro, muovendosi nervosamente sotto di me.

A quel punto capii di dover intervenire e di dover fermare quella situazione drammatica.
Aprii gli occhi e mi staccai dalle sue labbra, riportando le mani sui suoi fianchi.

La guardai per un attimo nei suoi occhi esitanti ed un leggero sorriso mi si formò sulle labbra, mentre, con prontezza tornai su di lei e posai le labbra sulla sua mandibola, scendendo con degli umidi baci fino alla gola.  

Il mio toccò sembrò risvegliare ancora di più la sua eccitazione; emise un gemito di piacere e staccò le mani dalle mie braccia, portandole dietro alla mia nuca.

Avrei proseguito nel lasciare una lunga scia di baci, tornando alle sue labbra, se non fosse stato per le sue mani che mi afferrarono il viso e mi tirarono lontano dal suo collo, riportandomi faccia a faccia con lei.

Mi guardò ansimante: il suo petto si alzava ed abbassava rapidamente, lasciando che le sue labbra socchiuse sbuffassero ogni volta.

Per me non c'era messaggio più chiaro; mi bastava guardarla negli occhi per capire che mi stesse chiedendo di spogliarla.

Iniziai afferrando i brodi della sua inutilissima maglietta: l'alzai sotto al mio sguardo e Bee seguì i miei movimenti, alzando le braccia e lasciando che potessi sfilarla in tutta tranquillità.

Al di sotto trovai stranamente un semplicissimo reggiseno nero, a tinta unita, e mi venne da ridere al ricordo di quello che indossava la volta scorsa.

Adoravo la sua ingenuità e la sua involontaria mania di trascurare i dettagli che ogni donna non avrebbe trascurato.

Feci per allungare le mani verso le bretelle del suo reggiseno quando le sue stesse mani mi immobilizzarono, arrivando con difficoltà dietro alla sua schiena e slacciando quello scomodo pezzo di stoffa, così da lasciami godere della visione del suo seno sodo che, cazzo, poteva bastare per portarmi all'orgasmo.

'Zayn, guardami'. Bee richiamò la mia attenzione, con una voce piuttosto strozzata.

Alzai lo sguardo al suo viso e lei si morse il labbro, guardandosi intorno. 'Non penso sia il caso...' Cercò di dire, imbarazzata.

Capii all'istante a cosa si riferiva e cercai di trattenere un sorriso, spostando anche io lo sguardo sulla strada momentaneamente deserta.

'Siamo a Wolverhampton, nessuno ci conosce', sussurrai, girandomi poi verso di lei.

Mi abbassai verso il basso, dove c'era la manopola per abbassare il sedile. La girai e in pochissimo tempo il sedile dove era distesa, arrivò a toccare quello posteriore.

Bee si sdraiò con titubanza su di esso, fino a far combaciare il suo intero corpo contro la stoffa del sedile, e posò le mani ai lati di esso, non sapendo cos'altro fare.

Le sorrisi e lei spostò il suo sguardo altrove, forse turbata dai miei occhi, perennemente fermi su di lei.

Per aiutarla, appoggiai una mano sulla sua pancia e raggiunsi lentamente i suoi pantaloni. Infilai le dita all'interno dell'elastico di entrambi i tessuti e con i palmi delle mani cercai di sfilarglieli, se pur con difficoltà; visto che la mia altezza e gli spazi della mia macchina non erano abbastanza proporzionati.

Non appena finii di sfilarglieli passai ai miei: sbottonai i miei jeans e li lasciai scivolare fino alle ginocchia: 'vuoi che sia io a muovermi?' domandai, guardandola con un cenno di sicurezza.

Volevo che si sentisse al sicuro e che parlasse tranquillamente con me, dicendomi anche cosa volesse. Volevo che nonostante non avesse niente addosso e nonostante fossimo ad un passo dal fare sesso si sentisse al posto giusto ed abbastanza sicura da guardarmi negli occhi.

Bee deglutì nervosamente ed abbassò lo sguardo al cavallo dei miei boxer.

'Voglio che lo fai tu' affermò, rialzando il suo sguardo insicuro a me, 'mi piace se sei tu a farlo'. Un piccolo sorriso fece inarcare le sue labbra ed abbassare i suoi occhi al mio petto, dolcemente.

Era bello vedere come le sue guance si colorassero di rosso e di come stesse cercando di dirmi, se pur timidamente, di scoparla come io sapevo fare.

Infilai una mano fra le sue gambe e le allargai, infilandomi così in mezzo ad esse.



Mi sdraiai poi su di lei, reggendomi con un gomito al lato della sua testa e con l'altra mano attorno ad uno dei suoi seni.

La guardai difronte a me, uno stupidissimo centimetro divideva le nostre labbra.

Bee passò ansiosamente la lingua sulla sua bocca, inumidendola, ed io sorrisi teneramente, cercando di farla sentire a suo agio..

Strinsi a coppa la mano su di esso e inizia a massaggiare il capezzolo con il polpastrello del pollice, facendole chiudere gli occhi.
La vidi rilassarsi sotto al mio tocco e respirare con più regolarità.

Le mie dita la calmavano, il mio tocco e il mio modo di provocarle piacere era di suo gradimento; non chiedevo altro.

Cercai di aumentare la velocità del mio movimento mentre le sue gambe si allacciarono intorno al mio bacino, facendomi rimanere sorpreso dal suo gesto.

Gemetti lievemente sentendo come le nostre intimità si sfioravano ad ogni suo docile movimento. Era la sensazione migliore al mondo.

I suoi talloni fecero scendere i miei boxer, dai quali mi liberai scalciandoli ai piedi del sedile; eravamo nudi, entrambi.  

La cosa sembrò non dispiacere a nessuno dei due: io aumentai la pressione sul suo capezzolo e Bee continuò a muoversi contro la mia erezione, facendomi stringere gli occhi dal piacere.

Sentivo la sua intimità nuda sfiorare la mia mentre il suo bacino faceva piccoli movimenti contro di me, come se stesse cercando di eccitarmi maggiormente.

'Bee, cazzo...' gemetti quasi contro le sue labbra, fermando le mie dita attorno al suo seno.

'Aprile di più', ansimai. Riportai anche l'altro gomito di fianco alla sua testa e Bee obbedì, aprendo ulteriormente le sue gambe e fermando quei movimenti.

La sentii prendere un profondo respiro ed agganciare le braccia dietro alla mia schiena: non le lasciai nemmeno il tempo di rilasciare l'aria che aveva preso.

Sentii la punta del mio membro sulla sua apertura e spinsi del tutto, gemendo. Un profondo senso di piacere mi fece riaprire gli occhi.
Guardai Bee sotto di me mordersi il labbro e stringere con forza gli occhi, come per trattenere del dolore.

Mi fermai immediatamente, restai immobile dentro di lei.

'Scusami',mormorai con la voce incrinata. Poco
dopo rinchiusi gli occhi e mi spinsi ancora in lei, invadendola completamente.

Sentivo di averla persuasa del tutto e morivo dalla voglia di procedere con forza e velocità, esaudendo i miei desideri...se non fosse stato per Bee, che con un piccolo mugolio mi lasciò intendere quanto le facesse male.

Mi fermai di nuovo e la guardai: stringeva ancora il suo labbro inferiore, forse per ammortizzare il dolore. Spostai una mano sul suo viso e con il polpastrello del pollice le tolsi il labbro tra i denti, facendola ansimare.

Le baciai il labbro arrossato e sospirai 'Mi sento uno schifo a pensare che ti stia facendo male', ansimai, nascondendo il viso sull'incavo del suo collo.


'Shh', la sentii accarezzarmi la schiena e muovere il suo bacino, cercando una reazione da parte mia 'sbrigati Zayn, facciamolo', gemette, cercando di provocarsi piacere, muovendo i fianchi.

L'accontentai, accontentai anche me stesso ma in quel momento mi preoccupai più per lei che per le mie esigenze: ricominciai a muovermi dentro di lei, facendola gemere ogni volta che entravo ed uscivo.

'Zayn...' gridò.

La sentii seguire i miei movimenti, procurando piacere a me e gemendo a mia volta. Capii che ormai il dolore fosse svanito; lo intuii dai suoi piccoli richiami nei miei confronti che sembravano implorarmi.

Sentivo l'orgasmo arrivare, l'idea di farla star bene mi mandava fuori di testa.

'Oh, Zayn' mugolò, ed io spinsi ancora più forte, ansimando.

'C-credo che sto venendo, Zayn', aggiunse, con un piccolo strillo nel pronunciare il mio nome.

'Sì', mi azzittii per qualche secondo, tentando di riprendere fiato, 'lo so...' Sorrisi, aumentando il ritmo.

Sentii il piacere aumentare di colpo, più di quanto immaginassi.
Strinsi fortissimo gli occhi ed alzai il capo verso l'alto, cominciando a spingere in maniera più secca.

'Vieni per me' gemetti, sentendomi raggiungere l'orgasmo, 'vieni', ripetei.

E a quelle parole mi mossi soltanto altre due volte, gemendo ogni volta.

E bastarono quelle due spinge per farla arrivare al culmine del piacere, esplodendo intorno al mio membro, insieme a me.

Era la sensazione migliore al mondo.

Avevo spasmi per tutto il corpo: le braccia mi tremavano e il mio respiro sembrava non essere sufficiente per riempire i miei polmoni.

Mi lasciai cadere su di lei e presi un profondo respiro, mugolando ancora.

La mia testa cadde sull'incavo del suo collo, il mio petto si scontrò col suo seno, schiacciandolo. 

E le sue mani arrivarono ad accarezzarmi i capelli mentre ancora ero fermo dentro di lei, distrutto ed intento a restare in quella posizione per le prossime ore.

'Io sono più calmo ora', sussurrai con voce spezzata, 'tu?' Le chiesi.

Da parte sua riuscii ad udire un solo mugolio; un mugolio di approvazione e sovrastato dal piacere mentre, stanca, infilava le sue dita fra le ciocche dei miei capelli.

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