68- I want to consume you lips
"Hostage" | Bradford
Louis mi strappò il telefono dalle mani e rivolse il suo sguardo allo schermo che, ormai, segnava la chiusura della chiamata.
Mi fulminò letteralmente con il suo sguardo quando si accorse di ciò che avevo fatto. 'Per quale cazzo di motivo hai riattaccato!?' Stillò.
Infondo non poteva impormi di rispondere a sua sorella, né poteva dirmi cosa dovevo o non dovevo fare.
Sapeva almeno la metà delle cose ed ero stato io a sopportare gli scleri infondati di Bee, non lui. Perciò sapevo io cosa dovevo fare e come dovevo comportarmi.
Alzai gli occhi al cielo e per un attimo mi passò in mente l'idea di non rispondere, di andarmene e di lasciarlo strillare.
'È così che vuoi risolvere le cose?' Domandò, sbarrando gli occhi.
Forse voleva farmi capire quanto fossi stupido nell'alzare sempre la barriera dell'orgoglio e di creare muro tra me e sua sorella ma, a prescindere, restavo della mia idea.
Non ero io a dover far il primo passo.
'Senti', lo guardai con serietà e lui sospirò seccato, portando le braccia conserte al petto. 'So che così non risolverò un cazzo ma, merda, mettiti nei miei panni!' Mi indicai e lui approfondì la sua attenzione su di me.
'Non ho fatto niente per meritare tutto questo, non ho fatto niente per esser odiato da tua sorella e per sentirmi dire quelle cose...' Cercai di spiegarmi, gesticolando, ma mi fermai a metà, sospirando.
'Non credo abbia detto qualcosa di così grave', mi riprese con superficialità, ovviamente schierato dalla parte di sua sorella.
'Sì invece!' Alzai la voce.
Odiavo sentir sminuire qualcosa da qualcuno che non sapeva niente e soprattutto, qualcosa al quale tenevo particolarmente.
Fece un'espressione abbastanza confusa e poi si portò una mano fra i capelli, scarfigliandoli sulla sua fronte: 'cosa ha detto di così osceno?' Sospirò, arreso.
Sembrava volesse accontentarmi ma, cazzo, non era quello ciò che volevo. Avevo ragione e volevo fottutamente averla.
Gli lanciai una rapida occhiata e lo sorpassai per andarmene: evitai di parlare e lo lasciai piuttosto confuso per non sembrare scortese al suo primo passo nei miei confronti.
Era riconfermato al cento percento: mi stava sul cazzo.
"Hostage" | Doncaster
[Bee Tomlinson's pdv]
I miei genitori avevano ben deciso di non pranzare fino a quando mio fratello non sarebbe tornato a casa.
Per questo decisi di rinchiudermi in camera ad aspettare i richiami di mia madre per andare a mangiare.
Mi sdraiai sul letto ed appoggiai la testa allo schienale, sbuffando.
Passai circa mezz'ora a giocare con il telefono: era uno stupido giochino che Trishar mi aveva consigliato di scaricare e, come ogni gioco, mi obbligava a tentare e ritentare ad ogni livello, fino a quando non sarei arrivata a quello successivo.
Perdendo un livello dopo l'altro, il tempo passò rapidamente e le cose mi sfuggirono di mano.
Sentii qualcuno bussare improvvisamente alla porta e, spaventata, guardai l'ora impressa sulla sveglia, accanto a me.
Erano quasi le due e mio fratello non era tornato? Intuii fossero i miei genitori, ovviamente rassegnati.
'Arrivo!' Strillai, spegnendo il telefono.
Lo posai sul letto e feci per stiracchairmi le braccia, quando, la porta della mia camera si spalancò di colpo, battendo brutalmente contro la parete.
Sobbalzai, proiettando avventatamente il mio sguardo verso di essa.
Louis? Mio fratello varcò la soglia della mia camera senza neanche preoccuparsi di vedere se ci fossi e venne direttamente verso di me, con un passo spedito.
'Louis, cosa diamine fai!?' Lo richiami piuttosto infastidita, mentre lui procedeva verso di me in tutta sicurezza.
Si sedette di fretta sul bordo del letto, accanto a me ed alzò una mano fra noi, fermandomi: 'non parlare'. Mi avvertì.
Il suo ordine mi lasciò notevolmente perplessa.
Lo guardai storto e lui posò l'indice davanti alle sue labbra sottili; segno di un lungo e stressante discorso che sicuramente aveva a che fare con Zayn.
'Ho incontrato Zayn a casa sua, credo fosse lì per prendere delle cose', spiegò.
Lo vidi portare con calma le gambe incrociate sopra al letto e sistemarsi, per poter continuare il suo discorso.
'Sai quale rapporto c'è tra me e il tuo ragazzo', mi guardò diritto meglio occhi come per cercare una conferma, ed io intervenni subito, contraddicendolo. 'Ora non più'.
'Merda', imprecò, alzando gli occhi al cielo. 'È stata una casualità incontrarci e mi ha parlato di voi', raccontò.
Sapevo quanto furbo fosse Louis, ma ero cresciuta con lui e sapevo quando mentiva...o almeno, credevo di esser capace di capire quando si stesse parando il culo con una cazzata.
'E cosa ti ha detto?' Sbuffai, fingendomi interessata.
Sapevo cosa poteva aver detto e in tutta onestà non sapevo esattamente se me ne importasse qualcosa.
'Bee, io non difenderei mai Zayn', asserì.
Mi guardò con intensità, come per chiedermi, per favore, di prenderlo sul serio e di smetterla di sembrare così superficiale.
Lo accontentai, annuendo con convinzione e facendogli un cenno per invitarlo a procedere.
'Tengo a te, non a lui', ammiccò.
A quelle parole non riuscii a trattenere un sorriso; non era solito esprimere esplicitamente i suoi sentimenti.
'Ma io ti assicuro che stai facendo una cazzata', aprii bocca per fermarlo, non volevo che anche lui fosse dalla sua parte e che cercasse di convincermi, ma Louis non mi lasciò fiatar .
'Non dirmi che hai le tue prove, non me ne frega un cazzo!' Alzò la voce. 'Zayn sta male senza di te quanto tu lo stai senza di lui e mi ha giurato di non averti tradita', confessò.
Mi si strinse il cuore soltanto nel sentirlo pronunciare quelle parole.
Non volevo che lui sapesse cosa fosse successo tra di noi e quali fossero stati i motivi principali del litigio; sapevo che era una cosa alquanto banale ma, da sempre, avevo paura di macchiare l'immagine di Zayn con qualcosa di sporco nonostante gli appartenesse.
'Non lo avrei creduto se non me lo avesse giurato Bee e sono certo che per quanto ti ami, se soltanto lo avesse fatto, avrebbe messo da parte l'orgoglio e sarebbe venuto da te', intuii che si fermò soltanto per riprendere fiato e per vedere la mia reazione.
Di risposta abbassai soltanto lo sguardo e mi morsi l'interno guancia, leggermente innervosita.
'Perché pensi che sia così orgoglioso?' Domandò.
La mia intenzione era quella di lasciare la domanda in sospeso e di non ascoltarlo neanche, ma Louis mi obbligò a riflettere e ad alzare per un'attimo lo sguardo al suo, disorientata.
'Pensaci', insistette, annuendo.
'Cosa vuoi dire...?' Ero troppo confusa per seguire il suo discorso. Per me era già troppo sentirlo parlare di Zayn, figuriamoci vederlo schierato dalla sua parte.
'Voglio dire che non ha fatto niente', sospirò. Batté le mani sulle sue cosce e poi procedette, 'se ti avesse tradita ora sarebbe qui, a pregarti', continuò, convincente.
'E cosa te lo fa pensare?' Alzai un sopracciglio.
La sua risposta non tardò ad arrivare, Louis sembrava davvero convinto di cosa stava dicendo e tutto quello mi spaventava.
'Ti ama', mi guardò quasi sorpreso, forse per il fatto che secondo lui fosse così scontato.
A quell'affermazione, una risatina isterica scappò dalle mie labbra, 'fino a due giorni fa dicevi il contrario, Louis' scossi la testa, 'cosa cazzo ti prende?'
'Ci ho semplicemente parlato!' Mi ammonì, 'mi sbagliavo'. Non potevo credere a quelle parole così forti da parte sua, tanto che mi ritrovai a sbarrare gli occhi.
Non sapevo cos'altro aggiungere.
Cos'aveva detto Zayn di così tanto esorbitante da farlo ricredere fino a quel punto?
'Ora vado a mangiare', posò una mano sulla mia gamba e mi guardò con un minimo di compassione negli occhi.
Abbassai il capo, sconnessa e mortificata nello stesso tempo.
'Riflettici e poi vieni a mangiare, okay?' Sussurrò.
Quella calma nella sua voce mi fece venire voglia di piangere.
Era una di quelle situazioni così caotiche ed imbrogliate alle quali, l'unica soluzione, era un pianto isterico e delle urla.
Annuii lievemente e poi lo guardai per qualche secondo, 'non faccio pranzo', gli sorrisi cordialmente, 'va pure'.
La mia mente era un intero mix di emozioni.
Louis sospirò. Sapeva di non essere riuscito a convincermi alla perfezione, e lo irritava.
Per questo lasciò la stanza senza dir altro e chiuse la porta alle sue spalle, fin troppo violentemente.
Mi fidavo di mio fratello.
Louis aveva da sempre odiato Zayn, per quale assurdo motivo sarebbe andato contro sua sorella per difendere la persona che aveva da sempre detestato?
Ripensai al nostro litigio, alle tantissime cose stupide ed immature che ci eravamo detti.
Finimmo per litigare su chi aveva iniziato prima a parlare e per delle stupidaggini infondate: fondamentalmente non avevo mai ascoltato attentamente Zayn né Zayn aveva avuto la possibilità di ragionare insieme a me, come due persone mature.
Sentii un nodo salirmi alla gola.
Per qualche assurdo motivo mi sentii improvvisamente in colpa.
Leggevo la sincerità nei suoi occhi, sembrava pregarmi di ascoltarlo ed io avevo agito di testa mia, facendo un casino.
Di certo non mi pentivo di essermi arrabbiata, ma per la tanta fretta con la quale avevo affrontato quella situazione.
Non gli avevo lasciato nemmeno lo spazio per difendersi o controbattere e se, tra una lacrima e l'altra, dovevo mettere da parte la rabbia e le convinzioni...cosa diamine avevo visto e sentito io per aver tratto quelle conclusioni?
Le mie idee e le mie supposizioni si capovolsero letteralmente.
Poteva sembrare surreale ma Louis non poteva davvero dirmi di far un passo del genere nei confronti di qualcuno come Zayn, se non con delle prove certe.
***
Guardai per un'ultima volta l'ora impressa di rosso sulla monotona sveglia e presi un profondo respiro.
Avevo persino pensato di cominciare a leggere un libro a caso per staccarmi un'attimo da quella situazione; ma non funzionò.
Non ci pensai due volte: se soltanto l'avessi fatto non sarei mai stata capace di far qualcosa.
Premetti la cornetta verde e portai rapidamente il telefono all'orecchio.
Sentii il telefono squillare più volte, tante di quelle volte che mi sembrò passare un'eternità.
Alzai gli occhi al cielo, irritata, e quando stavo per imprecare contro il telefono e lanciarlo da qualche parte, la voce di Zayn mi fece tirare un sospiro di sollievo.
'Che vuoi', non aveva il tono di una domanda, la sua voce era tanto profonda quanto fredda ed intimorii.
'Voglio...voglio parlarti', mi morsi il labbro inferiore.
'Parla', lo sentii muoversi dall'altra parte del telefono e mi concentrai su quei rumori per sorvolare il tono gelido della sua voce.
'Ho pensato che...insomma...', non sapevo come spiegarmi, d'altronde non ero di certo a posto e la mia arrabbiatura non era passata... Semplicemente, avevo pensato grazie a Louis e al mio auto controllo, di sentire cosa avesse da dire e di assicurarmi che avesse fatto tutto ciò di cui lo stavo accusando.
'Bee, vai al sodo, non ho intenzione di perdere altro tempo con te', sbuffò.
'Dove sei?' Era da molto che volevo chiederglielo, in realtà.
'Seduto, ora dimmi cos'altro hai da dire', era arrabbiato, notevolmente arrabbiato, e in un'altra occasione non mi sarei lasciata mettere i piedi in testa, soprattutto vista la sua posizione.
In un'altra occasione però.
'E cosa stai facendo?'
Zayn, dall'altra parte, fece un rumoroso sospiro di frustrazione e poi, 'mi sto toccando'.
A quelle parole, saltai letteralmente dal letto: 'eh!?'
'È così bella la tua voce', la sua voce fu simile ad un gemito piuttosto forzato.
E stavo davvero per gridare, quando una fragorosa risata interruppe bruscamente quell'atmosfera imbarazzante.
'Bee, cosa vuoi che stia facendo?! Sto ascoltando cosa stai dicendo e sto aspettando con ansia altre urla e convinzioni sul fatto che io abbia infilato il mio cazzo a destra e a manca', la sua ironia mi infastidii, per questo alzai gli occhi al cielo e sbuffai.
'Non ho chiamato per questo', dissi fermamente. 'Anzi, evita di fare il simpaticone visto che sto già facendo troppo', affermai.
Dall'altra parte sentii un certo 'mh mh', poco convinto.
'Non ho cambiato idea', lo avvisai.
Presi accanto a me il mio libro, lo posai sulle mie ginocchia e cominciai a giocare con un'angolo della copertina.
'Mh', di nuovo.
'Ho solo deciso di sentire cos'hai da dire visto che...insomma...io...io non ti ho lasciato...' Lasciai la frase a metà per evitare di balbettare ancora e Zayn non esitò a concludere, 'visto che sei una testa di cazzo'.
Sospirai seccatamente e Zayn dall'altra parte fece una risatina, una risatina leggera e quasi inaudibile, che però mi fece tremare il cuore.
'Zayn', lo chiamai a bassa voce.
'Mh?' Ancora.
'Forse dovevo ascoltarti', mi morsi il labbro inferiore e dall'altra parte del telefono sentii un profondo sospiro.
'Forse', ripeté.
Dopo la sua risposta passò qualche secondo di silenzio. Un silenzio abbastanza imbarazzante. Forse voluto da entrambi.
Fu lui ad interromperlo, facendo bloccare i movimenti delle mie dita sul libro e facendomi trattenere il respiro.
'Che ne dici di vederci?' Chiese.
Non pensai; non immaginai neanche di farlo pur di evitare eventuali paranoie.
'Sì', risposi rapidamente. 'Voglio vederti Zayn, ma non aspettarti che...'
La sua voce, per fortuna, interruppe il mio discorso destinato a non avere un senso: 'mi aspetto soltanto di consumarti le labbra come non ho potuto fare in questi giorni'.
E il solito suono di chiusura fece irruzione nella conversazione, lasciandomi spiazzata.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro