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65- Pride

"Hostage" | Doncaster

Afferrai le mani di Zayn che tenevano il mio volto e le allontanai lentamente dalla mia faccia.

Abbassai lo sguardo al tavolo ed appoggiai le mie mani su di esso, sospirando.

'Perché ti ostini a mentire sta volta?' Domandai.

Non capivo davvero i suoi ricatti e le sue ostinazioni nel negare tutto.

'Perché non ho fatto niente!' Alzò la voce ed io alzai di scatto lo sguardo, sorpresa: 'sono centinaia di volte che cerco di spiegarti le cose, ma continui a fare di testa tua!' Zayn diede un pugno al tavolo, quasi esausto, ed io mi bloccai, fissandolo sconcertata.

'È già tanto se sei qui Zayn, inizia a calmarti', alzai un sopracciglio e feci per voltarmi, infastidita, quando con prontezza, Zayn, mi afferrò il braccio e mi costrinse a non far alcuna mossa.

'Questo è davvero troppo, cazzo! Stai esagerando!' Zayn lasciò il mio braccio e fece rapidamente il giro del tavolo, arrivandomi difronte.

'Hai superato il limite di sopportazione con la tua convinzione e con le tue cazzo di accuse infondate!' Zayn era infuriato, lo capii dalle vene del suo collo, ormai evidenti.

I suoi denti stretti, i suoi occhi disperati, il suo battito accelerato, il suo respiro irregolare.

Restò immobile per qualche secondo, forse per riprendere fiato visto che, ormai, sembrava non averne più per strillare.

'Non sopporto il tu carattere di merda', mormorò. I suoi occhi mi guardavano straniti ed un sospiro accompagnò le sue parole.

Davvero, davvero era così di merda il mio carattere? Non la pensava così fino a qualche giorno prima.

'E perché sei qui a cercare di convincermi allora?' Portai le braccia conserte al petto e guardai altrove, dove non avrei potuto sentire il suo sguardo bruciarmi addosso.

'Quale parte non ti è chiara di tutto ciò che ti ho detto l'altro giorno?' La sua voce si incrinò a quella domanda.

Una lacrima mi scappò involontariamente e mi percorse il viso, ma mi affrettai ad asciugare la mia pelle con il dorso della mano, impassibile.

Con la coda dell'occhio intravidi il corpo di Zayn muoversi, davanti a me.

Ancor prima che potessi accorgermene, le sue braccia di tesero in avanti, verso di me, e cercarono di afferrarmi i polsi.
Ovviamente indietreggiai alla sua azione e gli impedii di prendermi.

Zayn sbuffò, 'stai piangendo Bee, perché stai andando contro te stessa?'

'Non sto andando contro a nessuno', lo ammonii, con un tono freddo.

'Ah no?' Insistette.

Continuai a guardare il vuoto ed alzai gli occhi al cielo, 'no, Zayn, so cosa faccio'.

'E allora perché piangi se davvero vuoi che me ne vada?' Di nuovo, il suo tono di sfida. Mi innervosiva sentirlo parlare in quel modo ma cercai di mantenere la calma, prendendo un profondo respiro.

'Perché continui a ricordarmi le nostre cose', confessai.

Era per quello, sì, sentirlo ricordarmi dei nostri momenti passati insieme e della mia troppa fiducia nei suoi confronti, mi faceva contorcere lo stomaco più di quanto volessi ma di certo, non era soltanto quello a farmi star male.

'Se non sono io a ricordartelo, non ricordi di essere venuta a letto con me?'

A quelle parole mi convinsi a spostare lo sguardo su di lui: lo guardai male, malissimo, e feci una smorfia di disgusto. 'Soltanto di sesso sai parlare?'

Lui aggrottò la fronte, stranito: 'sei stata tu ad iniziare!'

'Io!?' Mi indicai, 'sei tu a ricordarmi ogni volta di cosa è successo tra noi!' Mi difesi.

Zayn sembrò non prendere sul serio le mie parole e fece una faccia quasi scandalizzata, 'abbiamo scopato', ripeté.

Fece un'altro passo verso di me ed aggrottò ancora la fronte, 'sco-pa-to' scandì.

Sentii una lancia trafiggermi il petto, e di nuovo, gli occhi ricominciarmi a pizzicarmi.

Zayn fece una risatina, 'cos'è, non vuoi accettarlo?' Domandò, sarcastico.

Non risposi neanche, continuai a guardarlo schifata e con un'enorme delusione crescermi nel petto.

'Ti dà fastidio sentirtelo dire? E questo soltanto perché credi che io ti abbia tradita?!' Scosse la testa, forse incredulo, 'ed io come dovrei sentirmi quando ripudi tutto ciò che abbiamo fatto per qualcosa che non esiste!?' Il tono della sua voce, di nuovo alto, mi fece sobbalzare.

'Non ti crederò', puntualizzai.

Alle mie parole, Zayn roteò gli occhi e sospirò bruscamente, 'perché pensi che ti abbia detto tutte quelle cosa?' Dopo la sua domanda tornò quasi calmo, e mi guardò diritto negli occhi.

Non sapevo cosa rispondere, in realtà, era davvero quella la domanda che mi ponevo da tempo. 'Per portarmi a letto?' Pensai ad alta voce, senza controllarmi per l'ennesima volta, e Zayn serrò di seguito gli occhi.
Lo vidi alzare il petto e prendere un profondo respiro, per poi riaprirli e posarli nuovamente sul mio viso: 'non so cosa devo fare con te', esordì.

'Prova a pensare prima a cosa fare con te, poi con me', suggerii. Cercai di distogliere lo sguardo dal suo, ma quando spostai minimamente gli occhi dai suoi, Zayn mi afferrò il viso e mi costrinse a guardarlo.

Quando le sue lunghe dita mi strinsero il viso e i miei occhi si posarono nuovamente sui suoi, sentii qualcosa crescere in me; come un mix di emozioni indescrivibili che quasi come per dispetto si presentarono lì, nel mio stomaco, nel mio cuore, per ricordarmi quanto esageratamente avesse rivoluzionato la mia vita.

Non riuscii a trattenermi, era come se stessi scoppiando.
Una lacrima mi percorse lentamente la guancia e dopo di essa, altre cominciarono a corrermi lungo le gote.

Non volevo piangere davanti a lui, non volevo sembrare così sensibile per qualcosa commesso da quest'ultimo, ma non riuscii a far altro.
Quando sentii la mia pelle bagnarsi dalle lacrime ed il mio corpo cominciare a tremare, avvolsi le braccia attorno al suo corpo e lo strinsi fortissimo, cominciando a singhiozzare.

Lo strinsi così forte e così d'improvviso, che Zayn, inizialmente, rimase quasi spiazzato ed irrigidì sotto alla mia stessa stretta.

Dopo qualche secondo però, quando strinsi fra le dita il tessuto della sua maglietta nera, le mani di Zayn si posarono una sulla mia schiena e l'altra sulla mia nuca.

Mi accarezzò lentamente i capelli ed intrecciò le dita fra le lunghe ciocche castane, sospirando.

'Sei così testarda', commentò, in tono lamentoso.

Un'istante dopo, sentii le sue labbra posarsi sulla mia testa in un dolce bacio. 'E sei anche una rompipalle', disse ancora.

Non mi lasciò rispondere né tanto meno pensare a cosa aveva detto.
In parte non avrei mai collegato la mia mente alle sue parole, vista la disperazione del mio pianto, dall'altra non riuscii nemmeno a farlo, perché mentre ero lì a riflettere su cosa stava accadendo, una lunga serie di baci soffocati si posavano sulla mia testa.

Pensai al suo tocco, al modo delicato e dolce con il quale sapeva domarmi e portarmi ad abbassare ogni barriera, nonostante fosse stato lui stesso a rendermi paranoica ed incontrollata.

Non appena finii di pensare, scollegai la mia mente e lasciai il suo corpo, posando le mani sul suo petto, così da allontanarlo da me.

Lo sentii stringermi maggiormente quando la pressione delle mie mani sul suo torace cercò di allontanarlo, ma non rinunciai e lo spinsi maggiormente, facendogli prendere le distanze. 

Non appena si staccò da me, afferrò con le sue mani le mie, ferme sul suo petto, e mi avvinghiò fortissimo, lasciandomi rinunciare ad ogni singolo tentativo di svincolarmi.

Mi guardò negli occhi, per un'istante mi persi a guardare le sue iridi marroni che da sempre avevo adorato.

'Vattene per favore', deglutii rumorosamente e poi annuii, cercando di convincere me stessa a cosa stavo dicendo: 'vattene'.


"Hostage" | Wolverhampton

[Zayn Malik's pdv]

Prima di partire sfilai il telefono dalla tasca dei miei pantaloni ed andai sulle chiamate ricevute, per cercare quella di Louis.

Mi era sembrato strano ricevere una chiamata da parte sua dove mi faceva credere che era stata Bee a farlo chiamare, ma in tutta onestà, mi sembrava impossibile che Louis avesse potuto fare un gesto così gentile, cercando di riappacificare le cose tra me e sua sorella, per questo ci credetti.

Premetti sulla cornetta verde e portai il telefono al mio orecchio, tamburellando le dita sul manubrio.

'Zayn?' La voce di quel cretino sembrò leggermente preoccupata, e faceva bene.

'Sì Louis, dunque, quale era il tuo scopo?' Aggrottai la fronte e persi qualche attimo ad ascoltarlo, prima di tenere il telefono con la spalla e di accendere il motore della macchina.

'Zayn, non è andata bene...vero?' Chiese, agitato.

'Wow, intelligente il ragazzo', ironizzai, nonostante non ci fosse mente da ridere, ed uscii nel frattempo dal parcheggio.

'Senti, io l'ho fatto per voi...non sapevo avessi fatto un casino altrimenti avrei evitato di farti venire a casa nostra, ma Bee me lo ha detto dopo averti chiamato che la colpa era tua e-ed io...' Lo fermai confuso, vista la rapidità con cui stava parlando: 'quale colpa?'

'Del litigio', sospirò dall'altra parte del telefono, cercando di calmarsi.

Presi un profondo respiro e cercai di mettere in chiaro le cose, prima nel mio cervello e poi a voce: 'cosa ti ha detto esattamente?'

'Beh, quando io ti ho chiamato l'ho fatto soltanto perché Bee ci stava male e pensavo fosse stato uno stupido litigio', si spiegò.

Si fermò per riprendere fiato e poi deglutì; era piuttosto spaventato del parlare con me e questo mi gratificava.

'Ma soltanto dopo mi ha spiegato la gravità della situazione e mi ha detto che la colpa fosse tua', sospirò, 'capito?'

'Mh'. Alzai gli occhi al cielo, e diminuii la pressione del piede sull'acceleratore, visto l'idiota che avevo davanti.

'E cosa ti ha detto del litigio?' Domandai.

'Niente, soltanto che la colpa è tua e che è una cosa grave', disse, tutto d'un fiato.

'Non è così', lo ammonii immediatamente; ero stanco di sentirmi addosso le colpe di qualcosa che non avevo fatto.

'In realtà Bee è convinta che sia andato a letto con una puttana, ma non ho fatto niente di tutto questo', presi il telefono dalla mia spalla e lo portai con l'altra mano all'orecchio, appoggiando il gomito contro il finestrino: 'almeno non questa volta'.

'Cosa?' Louis sembrò abbastanza scosso dalla mia improvvisa rivelazione.

'Hai capito o devo farti un disegnino?' Sbuffai, ogni parola confermava il mio odio nei suoi confronti.

'Ho capito ma...' Farfugliò qualcosa ma lo feci fermare a metà, sopraffacendo la sua voce: 'ma niente, partiamo dal presupposto che la prossima volta ti fai i cazzi tuoi, okay?' Volevo sembrare carino, o almeno, garbato...ma mi riusciva male con un tale coglione.

'Ma Zayn, io ho fatto tutto questo per...' Lo interruppi ancora, 'per peggiorare la situazione'.

Detto ciò, riattaccai e spensi il telefono.

Per tutto il tragitto mi obbligai a non pensare a Bee, a non ripensare al nostro litigio e di staccare i miei pensieri da lei, almeno per un'ora.

Accesi la radio in una delle tante stazioni a caso ed aumentai il volume al massimo, cercando così di rilassarmi.

"I'm seeing the pain, seeing the pleasure, nobody but you, 'body but me, 'body but us, bodyes together"

Lanciai una rapida occhiata alla radio, come per fulminarlo e poi riportai lo sguardo sulla strada, sbuffando.

Tutto riportava a lei, qualunque cosa, in quell'istante, sembrava girare tutto intorno a Bee, a noi due, alla nostra relazione.

Ero impazzito? Forse.

"I'd love to hold you close, tonight and always I'd love to wake up next to you"

La voce calda di un'uomo concluse quella strofa, facendomi stringere lo stomaco.

Amavo svegliarmi accanto a lei, stringerla tra le mie braccia e tenere il suo corpo contro il mio, tutta la notte.
Era una delle cose alle quali mai avrei pensato di poter rinunciare, o almeno, una volta averne fatto a meno per un lungo tempo, mai avrei pensato di dover sopportare altre notti senza la sua testa appoggiata al mio petto.

Per me era ormai scontato: persino quando le dissi 'ti amo', cazzo, avevo pensato che quella era la volta buona e che mai nessuno e niente avrebbe distrutto tutto ciò che mi ero meritato.

La sua fiducia, i suoi baci, il suo corpo...o semplicemente ogni cosa che c'era fra noi. Lo meritavo, no?

Di tutta risposta diedi un colpo alla radio e lo spensi con brutalità, tornando poi a guidare in santa pace.

Il mondo sembrava avercela con me, diamine, persino una fottutissima canzone cantata da un fottutissimo cantante mi riportava a lei.

Non appena arrivai a casa di Liam, aprii la porta con difficoltà, visto che non ero abituato a quella serratura, e poi entrai silenziosamente, rinchiudendo la porta alle mie spalle.

Mi precipitai in camera e fui grato a Liam di essersene andato da qualche parte, sicuramente a lavoro, e di non essermisi trovato davanti...magari con le sue domande.

Avevo bisogno di spazio, di silenzio, di un'attimo dedicato a me e di un minimo di stupidità per sfogarmi in tutta tranquillità e riservatezza.

Avevo bisogno di ritrovare Zayn e di vedere come stavano le cose.

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