64- Blackmail
"Hostage" | Doncaster
Era ormai l'una di notte.
Ero abituata ad andare a letto tardi ma non mi era mai capitato, se non in rare occasioni, di passare la serata in un locale.
Presi il mio drink dal tavolino in legno che avevo difronte e portai la cannuccia fra le mie labbra, silenziosamente.
'Zayn ha fatto una cazzata', Louis, seduto difronte a me, parlò con sicurezza dopo aver incrociato le braccia al petto.
'Cosa?' Domandai, presa alla sprovvista. 'Oh, no non preoccuparti', feci un mezzo sorriso e riabbassai lo sguardo al mio bicchiere, sorseggiandone un'altro po'.
Ancor prima che potessi finire di bere, Louis si sporse in avanti sul tavolo e strappò via il bicchiere di vetro dalle mie mani, appoggiandolo bruscamente sul tavolo.
'Non bevi mai ed hai bevuto già quattro drink', mi fece notare, alzando il pollice per elencare le cose.
'Sei tornata a casa piangendo', alzò anche l'indice, mostrandomi un due, e contrasse la mascella per non alzare troppo il tono.
'E per finire, Bee', prima di parlare ancora si guardò intorno, assicurandosi di non aver occhi puntati addosso, a causa del suo tono: 'Zayn non doveva stare da noi?' Chiese.
Io, leggermente scossa, annuii e sbattei velocemente le ciglia, cercando di focalizzare al meglio la sua immagine davanti a me.
'E dove cazzo sta!?' Sbatté la mano sul tavolo, la sua voce si alzò ancora un po' a quella domanda, facendomi sobbalzare sulla mia stessa sedia.
'Io...ecco, lui è andato...' Cominciai a borbottare qualcosa di confuso, non sapendo come scusarmi esattamente e cercando di elaborare una buona scusa nella mia mente, ormai, offuscata.
Morsi il mio labbro inferiore non sapendo cos'altro inventare, ed abbassai poi lo sguardo al tavolo sotto ai miei occhi.
'Guardami quando parlo!' Il suo richiamo mi fece riscuotere.
Alzai di scatto la testa e lo fissai con gli occhi sbarrati, quasi fuori dalle orbite: 'che ha fatto? Te lo chiedo per l'ultima volta e poi mi incazzo!' Domandò ancora, guardandomi minaccioso.
'Ha...lui...niente Louis, abbiamo semplicemente litigato', mugugnai, gesticolando.
Feci per riabbassare lo sguardo ma mi ricordai immediatamente di cosa aveva detto e lo rialzai, per evitare eventuali urla.
'E dov'è ora?' Louis alzò un sopracciglio.
Posai le mani sulle mie cosce, sotto al tavolo, e mi strofinai ansiosamente le gambe, sospirando.
'Non ne ho idea', ammisi, a bassa voce.
Presi il mio labbro inferiore sotto ai denti e spostai lo sguardo introno a me, dove la tanta gente parlava e scherzava attorno ai propri tavolini.
'Wow', Louis parlò con un falso sarcasmo ed io scattai a guardarlo, 'non so cosa ci sia precisamente fra di voi ma è così importante per te che, cazzo, lo prenderei a mazzate ogni singola volta che ti fa del male!' Esordì, evidentemente turbato.
Lo vidi portarsi le mani fra i capelli ed
appoggiare i gomiti al tavolino.
'Potresti iniziare a rispettarlo ad esempio', lo guardai intimorita, non sapendo quale fosse stata la sua reazione.
Subito dopo mi tornò in mente il vero motivo per il quale davamo parlando di lui, a parte l'importanza e quanto Louis fosse cattivo nei suoi confronti...avevamo litigato, ed anche di brutto...a cosa serviva accettarlo?
Come potevano cambiare così drasticamente le cose nel giro di poche ore?
Poche ore prima eravamo sul mio letto a scherzare e lui mi accarezzava, raccontandomi la sua infanzia.
'Rispettarlo' ripeté lui, sospirando.
Non mi stava guardando, fissava il tavolo continuando a tenersi la testa fra le mani.
'È ciò che vuoi da me?' A quella domanda, il capo di Louis si alzò e i suoi occhi azzurri si fermarono nei miei, esitanti.
'Sì'. Non pensai a niente, soltanto, Louis doveva rispettare Zayn.
'Lo farò', alla fine di quella frase, le se labbra fini di strinsero leggermente.
'Ma prima promettimi che mi parlerai di voi...della vostra storia, della vostra vita', i suoi occhi si socchiusero leggermente e le sue braccia tornarono a stendersi sul tavolino, mentre con attenzione mi scrutava il volto.
Parlare della nostra vita, della nostra relazione...la prima cosa che mi venne in mente fu l'idea di non considerare troppo opportuno raccontate a mio fratello di come passavamo le giornate insieme; ma subito dopo riflettei meglio alla sua richiesta e pensai che, tenendo per me i dettagli e le cose meno private, probabilmente avrei fatto bene a parlargli di noi e a riallacciare i rapporti.
Infondo, poter uscire con mio fratello e con Zayn nello steso giorno, era una delle mie più meravigliose fantasie che mai sarebbero diventate realtà.
Stavo per accettare la sua proposta cercando già di mettermi bene in mente i vari punti che non avrei raccontato a mio fratello, quando un piccolo pensiero mi fece salire un groppo alla gola.
Quali rapporti? Quelli dove io e Zayn litigavamo costantemente per qualcosa da lui causato oppure per tutte le volte in cui non sapevo se considerarmi la sua ragazza o meno?
Sospirai ed abbassai lo sguardo, deglutendo rumorosamente: 'va bene', dissi in fine.
Mi leccai le labbra, percependo l'aspro sapore dell'alcol sulla mia lingua, 'va bene', ripetei.
***
Non appena arrivammo a casa, mi buttai a peso morto sul divano e mi portai le mani sul viso, cercando di farmi passare quel leggero e fastidioso male di testa.
'Insomma, perché non lo chiami per chiedergli almeno dov'è?' Sentii la voce di Louis insieme ai suoi passi e per un attimo non mi strozzai con la mia stessa saliva.
'Non mi interessa dove sta!' Scattai a guardarlo e lo trovai di fianco a me, con il suo giubbetto tra le mani.
'Mh, certo' lo vidi abbassare lo sguardo sulla sua giacca ed infilare una mano nella tasca, preso alla ricerca di qualcosa.
'Poi Louis, ora non fare il falso riappacificatore di coppie, so quanto ti stia sul cazzo', esordii. Lo sguardo infastidita, ma lui non mi rivolse alcuno sguardo.
'Non ti sbagli', rispose. Finì di frugare nel suo giubbetto e sfilò da esso un telefono...il mio telefono.
Me lo porse con un sorrisetto stampato in volto ed io alternai lo sguardo tra lui e il mio cellulare, confusa.
'Voglio aiutarti, avete litigato e ci tengo semplicemente a vederti felice', non ricevendo alcuna azione da parte mia, mi lanciò il telefono addosso, facendolo cadere sulle mie gambe.
Lo presi e rialzai lo sguardo a lui, 'dove lo hai preso?' Sembravo essere turbata dal fatto che avesse il mio telefono, spesso lo dimenticavo ovunque e me ne fregavo, ma ormai ero diventata praticamente dipendente da lui.
'Lo avevi lasciato sul tavolo così te l'ho preso', spiegò, incamminandosi verso l'ingresso.
Arrivò all'appendi abiti e si alzò sulle punte per agganciare su di esso il cappuccio del giubbetto.
Fatto ciò, tornò a guardare verso di me e si incamminò verso il divano nel quale ero seduta, facendomi intuire che da lì a poco avrebbe cercato di saperne di più tra me e Zayn e di invogliarmi a far qualcosa.
'Dunque, avete litigato', si sedette comodo sul divano e buttò le spalle contro lo schienale, sospirando.
Io lo guardai strano, forse poco abituata al suo interesse nei confronti di Zayn, ma rimasi comunque in silenzio per capire cos'avesse da dire.
Louis si accorse del mio sguardo e scattò a guardarmi con un'espressione di lamentela, 'sto cercando di comportarmi come vuoi, cosa c'è ora!?' Strillò.
'Niente, procedi', lo invitai con il capo e lui sbuffò, riportando il collo contro lo schienale e lo sguardo al soffitto.
'Di chi è la colpa?' Domandò.
'Sua', risposi immediatamente, tanto che si voltò con il capo verso di me e sbarrò gli occhi: 'ha fatto qualcosa che potrebbe portarmi ad ammazzarlo di botte?' Chiese, senza riprendere fiato.
Feci una risatina alla sua domanda e poi annuii, delusa al ricordo.
'Merda', borbottò, tornando a guardare il soffitto.
Sembrò imprecare più contro qualcosa fatto da se stesso che per l'azione di Zayn, ma sorvolai e non dissi niente.
'Ti dispiace se ora me ne vado a letto?' Mi guardò con un lieve dispiacere negli occhi, 'domani mattina ho la partita e...', cercò di giustificarsi ma io lo fermai a metà frase, 'la partita di cosa?', domandai.
Louis mi guardò scioccato e con ovvietà nello stesso tempo, 'del Manchester!' Esultò.
Alzai le mani in segno di resa e scoppiai a ridere, vista la sua reazione a dire poco frustrata.
'Niall ed Harry passeranno domani mattina presto q-' fece per spiegare quella che sarebbe stata la sua giornata ma lo interruppi ancora, sentendo la mia pelle accapponarsi al solo suono di quel nome: 'Niall?' Ripetei, sperando invano di aver capito male.
Louis aggrottò la fronte ed annuì, 'siamo amici, infondo sto cercando di dimenticare cos'hanno fatto lui e Zayn, no?' Chiese ingenuamente.
Se si riferiva al rapimento e al fatto che entrambi fossero coinvolti, beh, in realtà avrei avuto molto da dire per invogliarlo a non frequentare il biondo e a preferire invece le poche mosse folli di Zayn.
Ma sapevo di non poter fare così tanto e di non poter evitare quella squallida amicizia; così annuii silenziosamente e guardai altrove.
'Ti infastidisce?' La sua voce fu seguita dalla sua mano, che si posò delicatamente sulla mia spalla.
'No', scossi la testa e tornai a guardarlo, leggermente più convinta, 'no no'.
Gli sorrisi, cercando di sembrare il più possibile sincera e, dopo aver fatto una faccia leggermente confusa, Louis, rispose con un semplice 'okay'.
"Hostage" | Doncaster
Il suono del campanello mi fece spalancare gli occhi.
Mi rigirai velocemente nel letto e guardai la sveglia appoggiata sul comodino.
Segnava le 9:00 ed immaginai fossero Niall ed Harry che, come Louis mi aveva avvisato, sarebbero andati insieme a lui alla partita di calcio del Doncaster.
Certo, era strano avere un fratello che, nonostante le cose successe, andava d'amore e d'accordo con i due fratelli del tuo ragazzo, lo stesso che li detestava letteralmente.
La situazione era confusa persino per me e, a volte, mi capitava persino di confondere le situazioni che vi erano tra tutti noi e di chi era a conoscenza di cosa.
Ad esempio Louis che per mia scelta conosceva gran parte delle cose successe a casa di Zayn e con Zayn.
Anche Harry ultimamente aveva peggiorato la situazione, schierandosi contro me e Zayn, visto cos'era successo l'ultima volta in cui avevo parlato con lui.
Mi sentivo male soltanto al ricordo.
Non mi alzai per evitare di vederli, aspettai a letto di sentire il portone aprirsi, le voci di Louis e dei suoi amici e di nuovo il rumore della porta d'ingresso, che mi lasciavano capire quando fossi rimasta sola.
Ma tutto questo non accadde.
Quello che sentii fu soltanto il monotono ticchettio dell'orologio, che segnava i secondi.
Alzai il capo dal cuscino e mi tirai su con un gomito per poter sentire meglio i rumori là fuori.
Silenzio, soltanto silenzio.
Restai ad ascoltare per qualche secondo e, soltanto il tempo di intuire che nessuno aveva fatto alcuna mossa, che il capannello suonò di nuovo, facendomi sussultare.
Scesi rapidamente dal letto e mi precipitai davanti allo specchio.
Guardai per qualche istante la mia immagine riflessa e dopo aver concluso che sarebbe stato impossibile vestirsi, visti i pantaloncini corti e la canottiera, spostai tutti i miei capelli su una spalla ed afferrai la prima felpa che mi capitò davanti.
Fino di allacciarmi là zip della felpa proprio davanti al portone d'ingresso, affettai il citofono e lo portai all'orecchio, legge gente ansimante.
'Chi è?' Domandai.
Passò qualche secondo prima che parlassero, forse perché ormai stavano per andarsene, ma un'istante dopo, una voce leggermente seccata mi rispose. 'Zayn'.
Soltanto al suono della sua voce mi si seccò la bocca, facendomi salire un'enorme groppo alla gola.
Non volevo affatto perdonarlo; insomma, ero furiosa e per me risultava imperdonabile quel che aveva fatto, per la seconda volta.
Ma, tanto quanto imperdonabile, era impossibile capacitarmi dell'idea che si, visto ciò che era successo, la nostra storia era palesemente conclusa...
Ma ero davvero pronta a non sentir più parlare di lui? Era pronta a non sfiorare più le sue labbra, a non accarezzare i suoi capelli e ad ascoltare la sua voce calda, dire una qualsiasi cazzata?
No, onestamente non lo ero e tutto questo mi faceva impazzire.
Sospirai con ancora l'orecchio attaccato al citofono e senza neanche accorgermene, una lacrima mi percorse il viso.
'Mi apri o me ne vado?' La domanda di Zayn fu brusca, quasi come se fosse obbligato ad essere lì.
Senza esitare, sbattei la cornetta al suo posto ed afferrai la maniglia della porta, la girai, e in un batter d'occhio, Zayn si trovò davanti a me con lo sguardo perso.
***
Camminai verso la cucina con un passo svelto e sentii i passi più calmi di Zayn, alle mie spalle.
Aprii la credenza ed afferrai i cereali da uno scaffale e poi, con troppa velocità, aprii un'altro sportello e tirai fuori una tazza.
'Dunque, volevi parlarmi per insegnarmi a preparare una tazza di latte?' La falsa ironia di Zayn alle mie spalle mi fece innervosire più di quanto già lo fossi.
Aprii la scatola e versai i cereali nella tazza, sospirando: 'non ho niente da dirti', precisai.
Sentii Zayn dietro di me prendere un profondo respiro: non potevo vederlo ma già immaginavo le sue mani sfregarsi e la sua mascella tirata a causa dell'irritazione.
'Tuo fratello ha detto che volevi parlarmi', disse con calma.
Capii quanto si stava sforzando e in quell'istante, in tutta sincerità, non mi interessavano affatto i suoi impegni.
'E ti ha detto una cazzata', sdrammatizzai, alzando le spalle.
Maledettissimo Louis e la mia ingenuità.
Afferrai la tazza piena di cereali e mi voltai per posarla sopra al tavolo, con tranquillità.
Alzai lo sguardo senza farmi vedere da Zayn e, di nascosto, guardai le sue mani tatuate, strette sullo schienale di una delle sedie.
'Vuoi che me ne vada?' La sua domanda sembrava volermi sfidare, nella sua voce non c'era alcun tono di dispiacere...
Deglutii ed afferrai la busta di latte dal tavolo, 'non so cosa tu stia aspettando', versai tranquillamente del latte nella tazza e non lo guardaiA neanche.
Più che altro, impedii a me stessa si guardare il suo viso e di incontrare di nuovo i suoi occhi.
'Bee, sappi che se me ne vado da questa casa non ci sarà mai più alcuna possibilità che io venga a cercarti', la sua voce così seria e fredda mi fece correre un brivido lungo la schiena.
Appoggiai la busta del latte sul tavolo e strinsi gli occhi, cercando di trattenere il più possibile quelle tante lacrime e quella tanta voglia di sfogarmi che avevo dentro.
'Non chiederò perdono per qualcosa che non ho fatto e a qualcuno che non ha voglia di ascoltarmi quindi...' la sua tanta serietà sembrò svanire improvvisamente, quando Zayn, lasciò la frase a metà per prendersi qualche istante di silenzio.
'Sappi che se lascerò questa casa e non sarai tu a tornare...considererò la nostra storia conclusa'. Un colpo al cuore. Un dannatissimo colpo al cuore.
Sentii qualcosa nel mio petto scoppiare, come se la tanta rabbiaC la tanta tristezza ed il troppo amore fossero esplosi in me, facendomi mancare l'aria.
'Vuoi che me ne vada?' Insistette, quasi incredulo del mio silenzio.
Non avevo alcuna voglia di parlare, sapevo che se soltanto lo avessi fatto, sarei scoppiata in lacrime sotto ai suoi occhi e non avrei smesso per alcun motivo al mondo.
Senza dire altro, annuii e deglutii rumorosamente, agitata.
Non era ciò che volevo succedesse.
'Bee'. Il suo richiamo fu simile ad un 'sei sicura di cosa stai facendo o già domani te ne pentirai amaramente?'
Prima che potessi far altro, vidi due grandi mani avvicinarsi al mio viso ed afferrarmi con delicatezza il volto.
'Guardami e dimmelo', alzò dolcemente il mio capo e i suoi occhi marroni incontrano i miei.
Erano lucidi, sembravano implorarmi di guardarlo nel profondo, infondo alla sua corazza e al suo cuore, dove neanche se stesso aveva mai ammirato.
'Vuoi che me ne vada?'
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