63- Mind of mine
"Hostage" | Doncaster
[Bee Tomlinson's pdv]
Dove cazzo sei stata!?' Venne verso di me ed io sono indietreggiare d'istinto, spaventata.
Mi asciugai gli occhi con il dorso della mano e mi fermai a qualche metro di distanza, mentre Louis mi guardava esitante, aspettandosi una risposta.
'Papà si è preoccupato non trovandoti a letto ed ovviamente ha chiesto a me dove fossi', mi rimproverò, 'ho detto che eri uscita stamattina presto, con Zayn, per cercare un'appartamento', disse tutto così velocemente che dovette fermarsi per riprendere fiato.
Mi guardò diritto negli occhi, leggermente più pacato, 'ora che ti ho parato il culo però, dimmi dove cazzo eri', concluse con severità.
Portò le braccia conserte al petto e fece un passo verso di me, un passo lento e minaccioso che inevitabilmente mi fece intimorire.
'Sono...sono stata con Zayn', abbassai lo sguardo ai miei piedi e sentii mio fratello fare prendere un profondo respiro, cercando di tranquillizzarsi.
Sapevo che non appena avrebbe aspirato, sarebbe diventato rosso come un peperone e mi avrebbe gridato addosso quanto fossi irresponsabile nell'uscire senza avvisare nessuno; per questo, parlai ancor prima che lui potesse farlo.
'Grazie', dissi a bassa voce.
'Figurati'. Capii che fosse ironico, ma sorvolai per evitare eventuali discussioni.
Louis non disse altro, cominciò a camminare verso di me ed io alzai di colpo lo sguardo, spaventata. Tirai un sospiro di sollievo quando lo vidi sorpassarmi ed aprire la porta della mia camera, dietro di me, e sbatterla alle sue spalle.
***
Presi gli abiti necessari per cambiarmi ed andai in bagno, per fare una doccia.
Non riuscivo a togliermi Zayn dalla testa, non riuscivo a capire perché fosse di nuovo caduto in tentazione di quella donna e perché ero stata così stupida, da fidarmi di lui.
Era ovvio che dovevo aspettare molto di più e seguire la mia testa, al posto del mio cuore.
Andai sotto la doccia ed aprii il getto dell'acqua fredda.
Mi passai le mani sul viso e restai in silenzio, per qualche minuto, sotto al getto dell'acqua gelida.
MI obbligai a non pensare, o meglio, obbligai alla mia mente a non intraprendere un pensiero o qualcosa che mi portasse a Zayn, così da potermi calmare.
Sapevo come ero fatta ormai: dovevo tenermi occupata, fare qualsiasi cosa, anche la più stupida...l'importante era che non mi soffermavo a riflettere e ad innervosirmi subito.
Mi serviva per ritrovare la calma e rilassarmi; quando ero più tranquilla potevo riflettere con più
Non appena uscii dalla doccia, afferrai l'accappatoio che avevo appoggiato sopra al lavandino e lo infilai velocemente, portando anche il cappuccio alla testa.
Lo specchio davanti a me era appannato, tanto che non riuscivo neanche a vedere la mia stessa sagoma.
Restai a fissare il vetro difronte a me, con gli occhi fissati su di esso.
E se invece avevo tratto conclusioni affrettate?
Mi tornarono in mente le parole di Zayn, per quanto io stessi cercando di non pensarlo, la mia testa era ferma su di lui, sul nostro litigio...soltanto su quello.
Sapevo di star pensando a qualcosa di inesistente; Zayn aveva sbagliato ed io, come sempre, non volevo crederci.
Presi un profondo respiro dalle narici, così da rilassarmi, ma quando stavo per rilasciare l'aria necessaria, il suono del mio telefono mi fece sobbalzare.
Scattai con lo sguardo su di esso, appoggiato di fianco al lavandino.
Non sapevo che cosa avevo in mente, in quell'istante, ma quando proiettai la mia attenzione sul display...un senso di delusione mi persuase il corpo, leggendo 'Louis'.
Afferrai il telefono sbuffando; tuttavia, se fosse stato Zayn, non avrei risposto.
E, dicendola tutta, quale Zayn Malik dopo essersi incazzato mi avrebbe contattata con lo scopo di dire qualcosa di sensato? Di certo non quello che conoscevo io.
Aprii il messaggio istintivamente, senza neanche seguire il movimento delle mie dita, e mi ritrovai a leggere.
Perché stavi piangendo?
Mi si strinse il cuore quando lessi quelle parole: più passava il tempo, più mi convincevo di quanto Louis mi volesse bene, nonostante tutto.
Preferirei non parlarne. Tu invece, sei ancora arrabbiato con me?
In quel momento avevo bisogno di sentirgli dire di no, avevo bisogno di sentirgli dire che mi era vicino e che fosse il Louis di sempre, il mio fratellino con la testa di un'idiota e l'ironia pari alla testardaggine.
Una lacrima mi percorse il viso: ripensai al tempo che passammo insieme, i primi giorni, quando avevo da poco lasciato la casa di Zayn e Niall.
Ho chiamato la mamma e l'ho avvisata che usciamo insieme stasera.
"Hostage" | Wolverhampton
[Zayn Malik's pdv]
Spostai le lenzuola bianche dal letto singolo e mi sedetti su di esso, posando i gomiti sulle ginocchia e prendendomi la testa fra le mani.
'Secondo me dovresti chiamarla', Liam parlò con indifferenza e lo vidi sedersi sulla sedia girevole difronte a me.
'Chiamarla?' Alzai di colpo il capo, tanto sorpreso quanto irritato.
Liam non disse una parola, alzò le spalle ed annuì, portandosi una sigaretta fra le labbra.
Abbassò lo sguardo alla sigaretta ed avvicinò la fiamma arancione di un'accendino ad essa, così da poterla accendere.
'Cazzo, non ho fatto niente!' Esclamai, 'la stavo allontanando da me e quando ha visto Bee ha iniziato a dire "non fingere di starmi allontanando, ha capito che volevi scoparmi"' imitai una vocetta abbastanza ridicola ed alzai gli occhi al cielo, sembrando più stupido che altro.
Il castano difronte a me non disse una parola, mi fissò con la sigaretta fra le dita e dopo pochissimi secondi scoppiò a ridere.
'Cosa cazzo ridi?' Lo ripresi, frustrato.
Lui continuò a ridere e a sghignazzare come un'idiota fino a quando non tornò abbastanza conoscente da rendersi conto della situazione. E a quel punto fece due colpi di tosse, tornando composto.
'E Bee se l'è presa con te?' Domandò, appoggiando il gomito sulla scrivania e posando il suoi viso sulle nocche della sua mano.
'Ovviamente', esordii, fingendomi contento.
Mi sdraiai con seccatura sul letto e portai le braccia dietro alla testa, intrecciandole.
'Ma io ho cercato di spiegarle la situazione, capisci?' Fissai il soffitto attendendo una risposta da pare sua, e quando sentii un mugolio di approvazione, continuai: 'però non c'è stato verso, era furiosa...' deglutii, non sapendo cos'altro aggiungere.
Mi faceva male ripensare alle sue parole. Poteva sembrare stupido, ma non avevo fatto davvero niente per meritare quelle parole e così tanta rabbia da parte della persona che desideravo più di chiunque altro.
'Giustamente è prevenuta', commentò.
Lo sentii sospirare e tamburellare le dita sul legno della scrivania, pensando a cosa dire.
'Non mi ascoltava neanche, era così incazzata che ero tentato di imbavagliarla soltanto per farla star zitta', mi tornò a mente quanto fossi nervoso in quel preciso istante e sentii i miei muscoli tendersi dalla voglia di sfogarmi.
Detestavo non essere ascoltato e dover parlare a vuoto difronte a chi non ha alcuna intenzione di ascoltare cos'hai da dire.
'Ha le sue ragioni dopo quella volta, Zayn'.
Il tono serio di Liam mi fece quasi ridere.
Lui era sempre pronto a difendere chiunque e a comprendere ogni atteggiamento, era parte del suo carattere e della sua personalità.
Ormai dovevo saperlo ma, cazzo, per quanto potesse essere traumatizzata da quella volta poteva almeno sentire cos'avessi da dire ed evitare di trattarmi in quel modo.
'Certo, ma poteva ascoltarmi invece di trarre conclusioni di merda', borbottai.
Mi ritrovai a contare con lo sguardo le varie foglie in ottone che incorniciavano il lampadario luminoso sopra di me, così da potermi tranquillizzare e non innervosirmi di nuovo.
'E tu potevi essere più paziente', ammiccò con ovvietà.
'Paziente un cazzo!' Non pensai neanche prima di parlare, mi venne spontaneo alzar la voce e scattare a metà busto sul letto, per poterlo guardare in faccia: 'mi ha persino detto di essersi pentita di aver fatto sesso con me', sibilai, incredulo.
'Avete fatto sesso, quindi?' Considerò, parecchio interessato.
La sua domanda inaspettata mi fece automaticamente alzare un sopracciglio: lo guardai così male che Liam sembrò impallidire e si corresse immediatamente: 'cioè, te lo avrà detto soltanto perché è convinta che tu stessi flirtando con la tua amica, farfugliò.
'Lo so!' strillai, 'appunto, ti rendi conto della situazione!?'
Sembravo impazzito, o meglio, potevo considerarmi decisamente impazzito.
Parlavo così velocemente e forte che mi ritrovavo a respirare a fatica per la troppa ansia.
In quel momento sembravo tanto una femminuccia che si faceva i complessi per la prima uscita con un ragazzo o per il primo bacio riuscito male.
Abbassai lo sguardo al pavimento e mi portai le mani tra i capelli per cercare di tranquillizzarmi, mentre con un minimo di ragione mi rendevo conto di quanto la mia testa stesse vagando per i fatti propri.
'Devi soltanto chiarire, farle capire come stanno le cose e mettere da parte l'orgoglio', la sua voce divenne immediatamente più cauta e comprensiva.
Dedussi che ormai sapeva come doversi comportare con me.
Sentii un profondo sospiro da parte sua: 'lei è convintissima di cosa crede e non risolverai niente così'.
Sentii le ruote della sua sedia slittare sul pavimento fino a quando un'ombra non torreggiò sul mio corpo, facendomi intuire che mi fosse arrivato difronte.
Sospirai ancora, senza dire una parola.
'Stai pensando di chiamarla?' La voce di Liam fu come un bisbiglio, parlò piano e con comprensione.
'Tengo a lei, la amo e non sai quanto farei per cambiarle quel cervello, a volte', cominciò a pizzicarmi gli occhi, soltanto per quel motivo accorciai l'elenco delle cose che sentivo ed andai al sodo, deglutendo.
'Ma lei non farà nessun passo, Zayn...' Sentii la sua mano posarsi sulla mia spalla in segno di conforto, 'lei è convinta e tu sei un orgoglioso del cazzo!' mi spinse leggermente all'indietro, aspettandosi che lo guardassi, poi tornò con le spalle sullo schienale della sedia, sospirando.
'Sei venuto qui per dormire mentre potresti benissimo andare da lei e chiarire tutto', disse.
Liam non conosceva Bee, ma io conoscevo abbastanza lui da sapere che la sua comprensione e la sua voglia di non stare dalla mia parte, nasceva dal fatto che avesse capito quanto ormai fosse importante per me ed aveva compreso anche tutte le cazzate che avevo fatto, mettendosi così nei suoi panni.
Lo faceva con chiunque conoscesse ed andasse da lui a chiedere qualche consiglio. La consideravo una bella cosa infondo.
'Non ti piacerebbe dormire da lei stanotte?' Chiese, cogliendo esattamente il mio punto debole.
La sua domanda mi fece contorcere lo stomaco; una di quelle frasi che ti colpiscono in pieno perché infondo sai quanto fondamentalmente possa essere vero.
Volevo davvero farlo, volevo mettere fine a quello stupido muro che entrambi avevamo creato per un malinteso e per una cazzata; ma era più forte di me, mi aveva fatto incazzare più di quanto immaginassi e non sarei stato io a fare il primo passo neanche sotto tortura.
'Comunque', Liam alzò di proposito il tono della sua voce, facendomi sussultare e risvegliandomi dal mio stato di trance.
Lo guardai malissimo e lui sorrise, facendo finta di niente. 'Stasera c'è una festa in un posto qui vicino', lo intrrruppi, sapevo dove volesse arrivare: 'no'.
Liam alzò gli occhi al cielo e sbattè le mani sulle sue cosce, 'non per forza dovrai fartelo succhare da qualcuna!' Esclamò, infastidito.
'Non è questo il punto, sai come la penso', lo guardai diritto negli occhi e lui alzò nuovamente i suoi al cielo.
'Non fumiamo, bevi qualcosa e passi la serata con-' sopraffaci la sua voce, di nuovo, ma con più arroganza: 'no'.
'Che palle Zayn', si lamentò.
Fece un giro sulla sua sedia girevole e poi tornò difronte a me con più convinzione, puntando i suoi occhi nei miei.
'Sei sempre così strano e distaccato dal mondo, perché non vieni con noi? Potremmo divertirci e potrebbe essere una buona occasione per non pensare!' Mi guardò quasi convincente e se soltanto non avesse ribadito il mio modo di fare con lamentela, avrei persino fatto uno sforzo ad accettare.
Ma no, odiavo quando mi ribadivano che ero strano, diverso o distaccato dagli altri. Soprattutto se era un mio amico a dirmelo; ero così, e allora? Vuoi avere a che fare con me? Accetta come sono come io accetto te, altrimenti ciao e avanti il prossimo.
'Non verrò, evita eventuali richieste', lo freddai.
Per non pensare a Bee mi sarebbe bastato contare le mattonelle o persino camminare per i vicoli bui della città, da solo.
Non avevo bisogno di alcol, fumo, amici o confusioni varie, che mi avrebbero soltanto fuso il cervello.
Odiavo troppo baccano e troppa gente intorno, preferivo star solo che con un grupo di persone; mi mettevano a disagio e mi andavo bene così, non c'era niente da cambiare.
Liam non disse altro, si alzò dalla sedia e la scaraventò al suo posto con una rude manata; era incazzato e da uno a dieci m'importava esattamente zero.
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